Cerca nel blog

venerdì 1 luglio 2022

Gabriele D'Annunzio Poesie: "Alcyone"

 1--7---2022

    Stabat   nuda   aestas

Primamente  intravidi  il suo  piè  stretto
scorrere  su  per gli  aghi  arsi  dei pini
ove  estuava l'acre   con  grande 
tremito  , quasi  bianca  vampa  effusa.
Le cicale  si  tacquero . Più  rochi
si  fecero  i ruscelli . Copiosa 
la  résina  gemette  giù   pe ' fusti.
Riconobbi  il  colùbro dal sentore .

Nel  bosco  degli  ulivi  la raggiunsi.
Scorsi  l'ombre   cerulee  dei  rami 
su  la schiena  falcata , e  i  capei  fulvi
nell'argento  pallàdio   trasvolare
senza  suono  . Più  lungi  , nella  stoppia,
l'allodola  balzò  dal  solco raso,
la chiamò  , la  chiamò per nome  in cielo.
Allora  anch'io  per nome  la chiamai.

Tra  i leandri  la vidi  che  si volse .
Come  in  bronzea  mèsse  nel  falasco
entrò  , che  richiudeasi  strepitoso .
Più lungi , verso  il lido , tra  la paglia 
marina  il piede  le si  torse  in fallo.
Distesa  cadde  tra  le sabbie   e l'acque .
Il  ponente  schiumò  ne '  suoi  capelli .
Immensa apparve  , immensa  nudità.

Nessun commento:

Posta un commento