1--7---2022
Stabat nuda aestas
Primamente intravidi il suo piè stretto
scorrere su per gli aghi arsi dei pini
ove estuava l'acre con grande
tremito , quasi bianca vampa effusa.
Le cicale si tacquero . Più rochi
si fecero i ruscelli . Copiosa
la résina gemette giù pe ' fusti.
Riconobbi il colùbro dal sentore .
Nel bosco degli ulivi la raggiunsi.
Scorsi l'ombre cerulee dei rami
su la schiena falcata , e i capei fulvi
nell'argento pallàdio trasvolare
senza suono . Più lungi , nella stoppia,
l'allodola balzò dal solco raso,
la chiamò , la chiamò per nome in cielo.
Allora anch'io per nome la chiamai.
Tra i leandri la vidi che si volse .
Come in bronzea mèsse nel falasco
entrò , che richiudeasi strepitoso .
Più lungi , verso il lido , tra la paglia
marina il piede le si torse in fallo.
Distesa cadde tra le sabbie e l'acque .
Il ponente schiumò ne ' suoi capelli .
Immensa apparve , immensa nudità.
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