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mercoledì 20 luglio 2022

AIFO: -- "Crisi dell'ONU e ruolo della società civile"

 20--7--2022
Nel  1945 , alla fine  di quell' immane  tragedia  che fu  la 2° guerra mondiale, apparve  necessario  agli Stati  vincitori , in particolare  all' America  di Roosevelt, la  necessità  di avere  dopo  il fallimento  della  Società  delle Nazioni   nuovi  organismi  sovranazionali per  rafforzare  la pace , promuovere  lo sviluppo e garantire  il rispetto  dei  diritti  umani  . Nacque  l'ONU  a cui   aderirono  da subito 51  Stati, oggi  sono  193 .   Oltre  agli  organismi  previsti  nello Statuto , è  stato  progressivamente  istituito  un ampio numero  di agenzie e programmi  che coprissero  i diversi  settori  di interesse  e di attività . Sono   state  così   create o  integrate  nell'ONU  organizzazioni   come  l'Organizzazione  internazionale del Lavoro(ILO),  Il  FMI, la   FAO,  l' UNESCO, l' OMS  , l'UNICEF  , il  Programma  alimentare  mondiale  (WFP),  l'UNHCR  per   i rifugiati , l'OCHA  per  i programmi umanitari e  altre  ancora.
Questi  organismi  sovranazionali  ebbero  un ruolo  molto  importante  nei decenni  che seguirono  . Nel  tempo  però  gli interessi  dei  singoli  paesi  hanno  spesso  preso  il sopravvento sugli  ideali  comuni  e  invece  di  renderne  più efficace   il funzionamento  hanno  ridotto  la capacità  di intervento  . In  molte   circostanze  i cinque  paesi vincitori  nel 1945   , non  avendo  interesse  a  affrontare  un problema  ,  hanno  usato  del diritto  di "veto"  , bloccando  di fatto  Risoluzioni  impegnative  del Consiglio di Sicurezza .
Queste  istituzioni  sovranazionali  multilaterali  oggi  sono  contestate  soprattutto  da  populisti   e sovranisti  , ma  in parte  anche da chi  le ritiene   indispensabili  . Non  mancano  preoccupazioni   per  il futuro  di organizzazioni  ansimanti  , burocratiche  , per governance  non  più  sostenibili.
Abbiamo  visto  l'assenza  della  UE  e  dell'ONU già  nel 2014  , con  la guerra in Crimea  e un  tardivo  intervento in Ucraina , per  un veto  della Russia  . In   realtà  occorre  dire  che le  varie  Agenzie  hanno  svolto   e svolgono  un lavoro  importante  , è  mancata  però   un'efficace  presenza  politica  . A   queste  assenze   purtroppo  abbiamo  assistito  in tutte  le guerre  in   questi anni  e il veto  a una  condanna   posto  dal paese   che provoca  una guerra  di aggressione   a un stato   sovrano  dà  la misura  di quanto  sia   indispensabile   un  ripensamento .
In  un mondo  globalizzato  il bisogno  di organismi   sovranazionali   è ancora  più forte  , occorre  dare   ordine   alle  differenze  tra  chi  si è  dato  convenzioni   e regole  e chi  immagina  di cambiare  l'ordine   mondiale  con metodi  che  pensavamo  dimenticati  . è    necessario  però  che  cambi  la  governance, che organizzazioni della società  civile  non  abbiano  solo  un ruolo consultivo  , ma  abbiano  una   presenza   e un   potere  decisionale   che   affianchi  le  istituzioni  nazionali  , non  sempre  realmente  rappresentative  della  società   dei paesi  che governano .
Le democrazie  hanno   commesso   gravi errori  ,  ma  al  loro interno  ci sono  inchieste  , critiche  , noi  abbiamo  il diritto  di vergognarci  , altri  sistemi  non  lo consentono  . Credo  che la  presenza  della   società civile  organizzata  nelle istituzioni  nazionali  e sovranazionali possa  concretamente  garantire  regole  e convenzioni  condivise  e  controllarne  il  rispetto.     Antonio   Lissoni  (presidente AIFO)

= Sono  pienamente d'accordo con  l'articolo, posso solo aggiungere che  molte cose devono essere riviste all'interno  della struttura dell 'ONU, anche  alla  luce del nuovo periodo storico. Ma  , soprattutto è necessario comprendere che bisogna  cambiare  ottica;  la presenza di potenze militari come era, nel secolo scorso non esiste , perché oggi abbiamo  potenze economiche , ma  è anche vero  che al primo posto è necessario mettere il bene comune, partendo  dal fatto  che  la terra è la casa comune , di tutti noi . Desidero ribadire  la mia posizione critica nei riguardi della politica degli sbarchi. Nel nome del rispetto della dignità  di quelle persone non è accettabile che ancora  si sbarchi sulle nostre coste in modo clandestino , e tutto gestito da una criminalità organizzata, che ha già le sue basi , con molta probabilità, in Europa . La sicurezza  dei confini europei in questo caso interessa  tutte le coste dal Portogallo alla Grecia,   l'ONU, deve essere un punto di riferimento,  perché  è più giusto un flusso migratorio legale , che porta a  persone che poi possono trovare  un lavoro vero e legalmente retribuito. Ma  bisogna con una via diplomatica  portare ad un dialogo  con i paesi  europei , che si affacciano sul Mediterraneo. Un cammino molto lungo , diplomatico, che vuole persone di alto profilo per svolgerlo.

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