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sabato 31 ottobre 2020

Marcello Soleri , "Memorie" 1949 =Il comune , scuola di governo

31--10---2020
La  votazione  che  riportai  in queste  elezioni  mi  designò alla carica  di sindaco  della città.
....Mi  resi  conto, allora  e  dopo , che  le  amministrazioni  locali  costituiscono  veramente  un'eccellente  scuola  di  governo  ed  un fecondo  vivaio  di uomini  politici,  addestrati  da giovani  alla  visione  e alla  risoluzione  concreta  dei  problemi  di  pubblico interesse, specialmente  nel campo  amministrativo  o finanziario,   Le   amministrazioni  locali  sono  un  campo  di azione  e una  scuola  di responsabilità.  Del  resto  è  ben  noto  che  la  provincia  ,  ben  più  che  non  le  capitali  e  i  grandissimi centri,  ha sempre  dato  a  tutti  i Paesi  a regime  parlamentare  la  maggior  copia  di uomini di governo. 

La mia solidarietà, la mia preghiera, il mio pensiero, a:

 31---10---2020
Il  mio pensiero, soprattutto ,  alle  vittime del terremoto in Turchia;  è un dramma umano  che  porta  a  considerare  , a vederci  come una sola famiglia umana.
La  mia solidarietà  alla Francia  , per le  vittime della follia umana.  Una follia, che la pandemia ci aveva fatto dimenticare.  Sono  e sarò sempre, contraria  alla politica degli sbarchi, perché esprime solo una verità , un governo europeo democratico, che cede al ricatto di una  marmaglia criminale  , la politica degli sbarchi non aiuta l'Africa; ma di fatto ha trasformato l'Italia nel letamaio  della spazzatura africana  o di altre parte del mondo. Il vero popolo africano non viene a chiedere l'elemosina  a noi;  è  realmente  più efficace aiutare  , uomini, donne  e  bambini, attraverso  i cordoni umanitari, in questo modo non si  favoriscono i criminali .  Sarebbe utile che il parlamento europeo  prendesse la decisione  di dichiarare non accettabile l'entrata in Europa  con gli sbarchi che di fatto è un ingresso illegale.   Aiutare  l'Africa  è un nostro dovere , ma è necessario un dialogo con il popolo africano, una sede adatta   è  l'ONU.   Inoltre  non credo sia giusto definire emigranti dei clandestini,  è un insulto ai milioni di emigranti   dell'Europa, in particolare dell'Italia ,che da sempre  sono andati a lavorare in varie parti del mondo, senza avere i riguardi che si stanno dando a  questa gente.

giovedì 29 ottobre 2020

Per il figlio morto = Giuseppe Ungaretti

 29--10--2020
1

"Nessuno,  mamma,  ha   mai  sofferto  tanto...."
e  il  volto  già  scomparso
ma  gli occhi  ancora  vivi
dal  guanciale  volgeva  alla  finestra,
e  riempivano passeri  la  stanza
verso  le  briciole  dal  babbo  sparse
per  distrarre  il  suo  bimbo.....

5
Ora  dov'è  ,  dov'è  l'ingenua   voce
che  in  corsa  risuonando  per  le stanze
sollevava  dai  crucci  un  uomo  stanco?...
La  terra  l'ha  disfatta, la  protegge
un passato  di favola....

8

E  t'amo  , t'amo  , ed  è  continuo  schianto!.....

d) PREGHIERA : 2) PREGHIERA LITURGICA E PERSONALE a) "Corpo Mistico di Cristo: capo e membri"

 29--10--2020
Sebbene  il  popolo  dell'antica  alleanza,  in confronto  a  quello della  nuova  alleanza, nato  dal   sangue  di Cristo ,  usava  una  Liturgia  " primitiva",   tuttavia  pregava  spesso  e in  comunità ;   e sempre  in  comunità  si  svolgevano  i riti  della  penitenza , della    purificazione  e  dell'espiazione ."In  questo giorno  sarà  fatta  la vostra  espiazione ,  la purificazione  da  tutti  i   vostri  peccati  , e  ne sarete  mondati  davanti  al Signore  "(Lev. 16,  30).  Il  Nuovo  Testamento  ha  inaugurato  i tempi  nuovi: "Ecco  io  rinnovo  tutte le cose"(Apoc. 21,5) e un  popolo  nuovo  , con  una  nuova  liturgia  e un  nuovo  sacrificio :" questo  è il mio sangue dell'alleanza"(Mt. 26,  28); mentre  da  Pietro  nascerà  la  Chiesa(cfr.  Mt.  16,  18).
Oggi   si tende  a  vedere  il problema  Chiesa in  modo "universale",  senza  frontiere e  grazie  anche  all'opera missionaria  della Chiesa (cfr.  Enciclica Redemptoris  missio   di  Giovanni  Paolo 2°-1991),   oltre  che  con  un'apertura  verso  le altre  grandi  religioni  monoteiste per giungere  a una  unione  di "spiriti"  veramente  universale.

martedì 27 ottobre 2020

La sera fiesolana di: Gabriele D' Annunzio

 27--10--2020
Fresche  le  mie  parole  ne  la  sera
ti  sien  come   il  fruscio   che  fan  le  foglie
del  gelso  ne  la  man  di  chi  le  coglie
silenzioso  e  ancor  s'attarda  a  l'opra  lenta
su  l'alta  scala  che  s'annera
contro  il  fusto  che  s'inargenta
con  le sue  rame  spoglie
mentre  la  Luna  è  prossima  a  le soglie
cerule  e  par  che  innanzi  a  sé  distenda  un  velo
ove  il nostro  sogno  si  giace
e  par  che  la  campagna  già  si  senta
da  lei  sommersa  nel  notturno  gelo
e  da  lei beva  la  sperata  pace
senza  vederla.

Laudata sii  pel  tuo  viso  di  perla,
o Sera , e  pe' tuoi  grandi  umidi  occhi ove  si  tace
l'acqua  del  cielo!

Dolci  le mie  parole  ne  la sera
ti  sien  come  la  pioggia  che  bruiva
tiepida  e  fuggitiva,
commiato  lacrimoso  de la  primavera,
su  i gelsi  e su  gli olmi e su  le viti
e  su  i pini dai  novelli  rosei  diti
che  giocano  con  l'aura  che  si perde,
e su  'l grano  che  non è  biondo  ancòra
e   non  è  verde,
e  su  'l fieno  che  già  partì  la  falce
e  trascolora,
e  su  gli  olivi,  su  i  fratelli  olivi
che  fan  di  santità  pallidi i clivi
e  sorridenti.

Laudata  sii  per  le  tue  vesti  aulenti,
O Sera  ,  e  pel  cinto  che  ti cinge  come  il  salce
il  fien  che  odora!

Io  ti  dirò  verso  quali  reami
d'amor  ci  chiami  il fiume  , le cui  fonti
eterne  a  l'ombra  de  gli  antichi  rami
parlano  nel  mistero  sacro  dei  monti;
e  ti  dirò  per  qual  segreto
le  colline  su  i limpidi  orizzonti
s'incurvino  come  labbra  che  un  divieto
chiuda  , e  perché  la  volontà  di dire 
le  faccia  belle
oltre  ogni  uman  desire
e  nel   silenzio  lor  sempre  novelle
consolatrici,  sì  che  pare
che  ogni  sera  l'anima  le possa  amare
d'amor  più forte.     

Laudata   sii  per  la  tua  pura  morte,
o  Sera,  e   per  l'attesa  che  in te  fa  palpitare
le  prime stelle!

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E GLI ORGANI AUSILIARI : "3, Gli organi ausiliari"

27--10--2020

Gli  art.  99  e  100  trattano  dei  così  detti  organi  ausiliari.  Questi  sono  organi  chiamati  a  dare  pareri  agli altri  organi  in materia  giuridica  e  amministrativa , o  a  esercitare  una  funzione  di  controllo sugli  atti  degli  organi  esecutivi.
La   Costituzione  ha  dato  vita  a  un  organo  nuovo  nel  nostro ordinamento  :  il  Consiglio  nazionale  dell'economia  e del lavoro ,  composto  di esperti  e di  rappresentanti  delle  categorie  produttive.    è  organo  di  consulenza  delle  Camere  e del  governo  in  materia  di politica  economica  , finanziaria   e sociale  . Oltre  la  funzione  consultiva  , questo organo  ha  anche  l'iniziativa  delle  leggi  , poiché  ha  la facoltà  di   proporre  al  Parlamento  disegni   di  legge   redatti  in articoli , sempre  in  materia  di economia e  di lavoro.  Ed  infine  può  contribuire  all'elaborazione  delle  leggi  facendo  pervenire  alle Camere  e  al  governo  sue  proposte  o il  risultato  di  suoi  studi  e indagini.
Gli  organi  consultivi  ,  di  cui  il più  importante  è il  Consiglio di  Stato, sono  chiamati  a dare  pareri  all'amministrazione  sui  provvedimenti  che  questa  intende  emanare . I  pareri  di tali  organi  sono  alle  volte  obbligatori , quando  cioè i ministri  sono tenuti  a  richiedere   il parere  avanti  d'emanare il  provvedimento;   nella  maggioranza  dei casi  sono  però   facoltativi ,  essendo  facoltà  del  ministro   richiederli  o meno.  Tra  i più  importanti  casi di pareri  obbligatori  sono quelli  sulle  proposte  di regolamenti  o  di  coordinamento  di  leggi  in  testi  unici.  Raramente  i pareri  obbligatori  sono  anche   vincolanti, cioè  impegnano   l'amministrazione  a seguirli ;   è  logico  infatti  che  la    responsabilità  rimanga  all'organo esecutivo.
Il  Consiglio  di Stato  si  divide  in  sei  sezioni  , tre  con   funzioni  consultive  , e  tre  con  funzioni  giurisdizionali  , le  quali  ultime  hanno  per  oggetto  la tutela  della    giustizia  nell'amministrazione.  
Un  principio  indiscusso  di giustizia  vuole che,  quali che  siano  i  contendenti  , debbano  per  le due  parti  esistere  le  medesime  garanzie  di giustizia . è   perciò  che,  confermando  il  superamento  di vieti  pregiudizi dei  governi  assoluti,  l'art.  113  afferma :"  Contro  gli  atti  della  pubblica  amministrazione  è sempre  ammessa la  tutela   giurisdizionale  dei   diritti  e  degli  interessi  legittimi dinanzi  agli  organi  di   giurisdizione  ordinaria  o amministrativa".  Il  cittadino  con  ciò  è tutelato  non soltanto  quando  sia  leso un suo  diritto, ma  anche  quando  , senza  un  giustificato  interesse pubblico  ,  viene  leso  un suo  interesse. 
La  Corte  dei conti è  il massimo  organo  di controllo finanziario  dello Stato.  Il  suo  controllo riguarda gli  atti  dell'amministrazione  centrale , ed  è  di  legittimità  quando  si  limita  ad  accertare  la  corrispondenza  dell'atto  alla  legge;  è invece  di merito  quando  indaga  l'opportunità  dell'atto e  la sua  convenienza  e  opportunità .    Anche  la  Corte  dei   conti  ha  una   giurisdizione  in  materia  di  pensioni , di  rapporto  d'impiego , ecc.  

lunedì 26 ottobre 2020

d) Preghiera : 1) Premesse preliminari per un vero dialogo con Dio: "Via scientifica"

 26--10--2020

Anche  attraverso  questa  via  si  può  giungere  a  Dio facendo  dello  studio-ricerca  di Dio  un momento  di  preghiera. è questa  strada  imboccata  dalla  teologia  (seduta)  cosiddetta  accademica  o  speculativa;  qui  bisogna  dire  che  la  preghiera  non è  tanto pregare Dio quanto  parlare  di Dio. L'unione  tra  la  via  scientifica , la  teologia  in  ginocchio  ( preghiera  personale ) e  quella  in piedi (liturgia) contribuisce  al colloquio  con il  Padre ;  affinché per  dirla  con   S. Agostino  :"  Credo  ut  intelligam  et  intelligo  ut  credam"(Credo  perché  possa  io capire  e  capisco  perché  io possa  credere). Anche  attraverso  lo studio  storico--critico  delle  Scritture  si  può  ottenere un aiuto  per  la  preghiera, sebbene  per  l'oblato  l'impegno sarà  " non  in  una  ricerca  erudita  , ma  in  un  ascolto  vitale, in  un  clima  di silenzio, di  raccoglimento  che  lo porti  ad  una  meditazione  intima  , ad  una  comunione  con  la Parola  di Dio, avvio  alla contemplazione"( St.  24).
In  questo  processo  di  incontro  con Dio nella  preghiera  , bisogna  tenere conto  di due dati  fondamentali:
a)  Dio  parla(Parola  di Dio).  Egli  ha  parlato  nella  rivelazione  contenuta  nella  Sacra  Scrittura, in  cui  Dio ha spiegato  il suo  piano  di salvezza per tutti  gli uomini: "Dio vuole  che  tutti  si salvino"(1Tim.  2,4). Nel  Vecchio  Testamento  si  trova  una  successione  di avvenimenti  e di  personaggi che  preparano  la  venuta  di Cristo;    mentre  nel  Nuovo  Testamento  è presente  la Parola  di Dio pronunziata  sul Sinai (il Decalogo) che  nel   tempo  (Natale)  si è  fatta  carne(Gal.    4,4).  Il  Verbo  ---Logos  predica  il  Vangelo , che  può  essere  sintetizzato  nelle  otto  beatitudini(Mt.  5,3--10).
b)  L'uomo  ascolta (per  rispondere).  "L'uomo  che  ascolta  potrà  parlare sempre"(Prov.  21, 28).  S. Benedetto  stesso  incomincia  la  Regola  con  la  parola "Ascolta, figlio "(RSB  Prologo).    Da qui  scaturisce la  necessità  di un dialogo  ---preghiera  (Lc. 8,1;  11,1-3).  Lo  Spirito  Santo  ci  insegnerà  come  pregare perché  noi  non  sappiamo  cosa  domandare (Rom.  8,26); e  Cristo lo farà  per noi(Ebr.  7, 25),  mettendo  Dio  al primo  posto  e poi le nostre  esigenze(cfr.  Mt. 6,33;   Lc.12,31).

sabato 24 ottobre 2020

DIVINA COMMEDIA "PURGATORIO" Dante Alighieri Canto V

 23--10--2020
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     Noi   fummo  tutti  già  per  forza  morti,
e   peccatori  infino  a  l'ultima  ora;
quivi   lume  del  ciel ne fece accorti,
        si  che, pentendo  e  perdonando, fora
di  vita  uscimmo  a  Dio   pacificati,
che  del  disio  di  sé veder n'accora".
    E  io:"Perché ne'vostri visi guati,
non  riconosco alcun;   ma  s'a  voi  piace
cosa ch'io possa,  spiriti  ben nati,
    voi  dite,  e  io  farò per  quella pace
che,  dietro a'  piedi  di  si  fatta  guida
di  mondo  in  mondo  cercar  mi si  face".
    E  uno  incominciò :"  Ciascun  si  fida
del   beneficio  tuo  sanza  giurarlo,
pur  che  'l  voler  nonpossa  non  ricida.
    Ond'io , che solo innanzi  a li  altri parlo,
ti  priego , se  mai  vedi  quel  paese
che  siede  tra  Romagna  e   quel  di  Carlo,
    che  tu  mi  sie  di  tuoi   prieghi  cortese
in  Fano , si  che  ben  per me s'adori,
pur  ch' i   possa  purgar  le  gravi  offese.
    Quivi  fu'  io,   ma  li  profondi  fòri
ond' uscì   'l  sangue  in  sul  quale  io  sedea,
fatti  mi   fuoro  in grembo  a  li  Antenòri,
    là  dov'io  più  sicuro  esser  credea:
quel  da  Esti  il fé   far  ,  che  m'avea  in ira
assai  più   là  che  dritto  non  volea.
    Ma  s'io  fosse  fuggito  inver' la  Mira,
quando  fu'  sovragiunto  ad  Oriaco,
ancor   sarei  di là  dove si  spira.
    Corsi  al  palude, e  le  cannucce  e  'l  braco
m'impigliar  si  ch'i'  caddi, e  lì  vid'io
de   le  mie  vene  farsi  in terra  laco".
    Poi  disse  un  altro:" Deh  , se  quel  disio
si  compia  che  ti  tragge  a  l'alto  monte,
con  buona  pietate  aiuta  il mio!   
    Io  fui  di    Montefeltro, io son  Bonconte;
Giovanna  o altri  non  ha  di me  cura;
per  ch'io  vo   tra  costor  con  bassa  fronte".
    E  io  a  lui  "Qual    forza  o  qual  ventura
 ti  traviò  si  fuor  di  Campaldino,
che  non si  seppe  mai  tua  sepoltura?".
    "Oh!",  rispuos'elli,  "  a   piè  del   Casentino
traversa  un' acqua  c'ha  nome  l'Archiano,  
che  sovra  l'Ermo  nasce  in  Apennino.
    Là  've  'l  vocabol  suo  diventa  vano,   
arriva'  io  forato  ne la  gola,
fuggendo  a  piede  e  sanguinando  il piano.  
    Quivi  perdei  la  vista  e  la  parola;
nel  nome  di  Maria  fini'  , e  quivi
caddi  , e  rimase   la  mia  carne  sola. 
    Io  dirò  vero  , e  tu  'l  ridì  tra  '  vivi:   
l'angel  di  Dio mi prese, e  quel  d'inferno
gridava :"O  tu  del  ciel  , perché  mi privi?        
    Tu  te  ne  porti  di  costui  l'eterno
per  una  lagrimetta  che  'l mi  toglie;  
ma  io  farò  de  l'altro altro  governo!".      
    Ben  sai  come  ne  l'aere  si  raccoglie
quell'umido  vapor  che  in  acqua  riede.
tosto  che  sale  dove 'l freddo  il coglie.
    Giunse  quel  mal  voler  che  pur  mal  chiede
con  lo ' ntelletto , e  mosse  il  fummo  e  'l  vento
per  la  virtù  che  sua  natura  diede.  
    Indi  la  valle , come 'l dì  fu  spento,
da   Pratomagno  al  gran  giogo  coperse
di  nebbia,  e  'l ciel di sopra  fece  intento,  
    sì  che  'l  pregno  aere  in  acqua  si  converse;
la   pioggia   cadde  ,  e a'  fossati  venne
di  lei  ciò  che la  terra  non  sofferse;
    e   come  si  rivi  grandi  si  convenne,
ver'  lo fiume  real  tanto  veloce
si  ruinò, che  nulla  la  ritenne.
    Lo  corpo  mio  gelato  in  su  la  foce
trovò  l' Archian rubesto , e  quel  sospinse
ne  l'Arno,  e  scolse  al mio  petto  la  croce
      ch'i'  fe'  di  me   quando   'l  dolor  mi vinse;
voltòmmi  per  le  ripe  e  per  lo fondo,
poi  di sua  preda  mi coperse e cinse".
      "Deh,  quando  tu  sarai  tornato  al mondo
e  riposato  de  la  lunga  via",
seguitò  'l  terzo  spirito  al  secondo,
    "ricordati  di me, che  son  la  Pia ;
Siena  mi fè ,  disfecemi  Maremma;
salsi  colui  che  ' nnanellata  pria
    disposando  m'avea  con  la sua  gemma".           
   

giovedì 22 ottobre 2020

OSSI DI SEPPIA di: Eugenio Montale "Maestrale"

22--10--2020

S'è  rifatta   la  calma
nell'aria:  tra  gli  scogli  parlotta  la  maretta.
Sulla  costa  quietata  , nei  broli , qualche  palma
a  pena  svetta.

Una  carezza  disfiora
la  linea  del  mare  e  la  scompiglia
un  attimo  ,  soffio  lieve che  vi  s' infrange  e  ancora
il  cammino ripiglia.

Lameggia  nella  chiara
la  vasta  distesa ,  s'increspa , indi  si  spiana  beata
e  specchia  nel  suo  cuore  vasto  codesta  povera  mia
vita  turbata.

O mio  tronco  che  additi,
in  questa   ebrietudine  tarda,
ogni  rinato  aspetto  coi  germogli  fioriti
sulle  tue  mani, guarda; 

sotto  l'azzurro  fitto
del  cielo qualche  uccellino  di mare se ne va;
né  sosta mai:  perché  tutte  le immagini  portano  scritto:
"più  in là"!

d) Preghiera 1) Premesse preliminari per un vero dialogo con Dio: " Via esperienziale"

22--10---2020

In  questa  via  vi  sono  ben  cinque  tappe  che   bisogna  seguire    per   giungere   ad  un   colloquio  con   Dio :
a)    la   cosiddetta   teologia  in   ginocchio  genera  la   preghiera  personale   che   dà  lo  slancio    ad  una   vita   interiore  a  diretto  contatto   con   Dio.  A   ciò  ci   si  arriva   dopo  una  dura  vita  di  ascesi  che  porta  agli  stati  mistici.  Aiuta  molto  a  giungere  a   questo  traguardo   la  cosiddetta  teologia  dell'infanzia   spirituale  ,  espressa  nei  salmi  129,   130  e   conosciuta  molto bene  da  S. Teresa  di  Gesù  Bambino.
b) Una  seconda  tappa  o  strada  per  il  colloquio  con  Dio  può  essere il  dialogo  di fuoco  come  dimostra  il  roveto  ardente  dove   Dio  parlò    a   Mosè (Es. 3,2);  o  quando  vennero  purificate  col  fuoco  le  labbra  del  profeta  (Is. 6, 7); o, infine  ,  nella   Pentecoste(At.   2,  1--3).  Tra  gli  apoftegmi dei  Padri del deserto  si  racconta  l'episodio  del monaco  Arsenio che  fu  visto  circondato  da  una  nube  di fuoco  mentre  pregava  nella  sua  cella.  
c)   Una  terza  tappa  consiste  in  quella  d'essere  vittima  :  entrare  in  colloquio  , in  dialogo  con  Dio  in uno  stato  di vittima(Isacco;  Gen.  22,  9;  e  Cristo: Lc,  23, 36 ) .
d)  Esiste  anche  una  quarta  tappa  detta  l'esperienza  tangibile sperimentata  da  S. Giovanni  Apostolo  (1Gv. 1,1)   ma  anche  da  S. Geltrude  e  S. Antonio di Padova  che  hanno  visto  ,  sentito  e  toccato  il  Cristo.
e)  Infine  ,  vi  è  una  grande  esperienza  di  incontro  con  Dio soprattutto  quando  si è  reduci  da  vittorie  più  o meno  eclatanti   nelle  tre  concupiscenze   (1  Gv.   2,  16;   Gc.   1,14).  Questa  è la strada  più comune  per  la  maggioranza  degli uomini!

lunedì 19 ottobre 2020

A UNA FOGLIA di: Niccolò Tommaseo

19---10---2020

Foglia  ,  che  lieve  a  la   brezza  cadesti

sotto  i miei  piedi ,  con  mite richiamo
forse ti  lagni   perch'io  ti calpesti.
    Mentr'eri  viva sul verde tuo  ramo,
passai  sovente, e di  te  non  pensai;
morta  ti  penso, e  mi sento che  t'amo.
    Tu  pur  coll'aure,  coll'ombre,  co'  rai
venivi  amica  nell'anima mia;
con lor  d'amore  indistinto  t'amai.
    Conversa  in  loto ed  in  polvere , o  pia,
per  vite  nuove il  perpetuo  concento
seguiterai  della  prima  armonia.
    E  io,  che viva  in  me  stesso ti sento,
cadrò  tra  breve  , e  darò  del  mio  frale
al  fiore  ,  all'onda,  all'e'lettrico, al vento.
    Ma  te,  de'  cieli  nell'alto  ,  sull'ale 
recherà  grato  lo  spirito  mio;
e,  pura  idea , di  sorriso  immortale
    sorriderai  nel  sorriso  di Dio.


 

sabato 17 ottobre 2020

d) PREGHIERA : 1) Premesse preliminari per un vero dialogo con Dio: "Il dialogo vero e proprio con Dio"

17---10---2020
Anche  se   Dio sa  già  in anticipo  quel  che  ci  abbisogna (Mt.   7, 32),  vuole  che  insistentemente  lo  preghiamo(Lc.   11,5--12);      che  non  ci  stanchiamo  mai  di chiedere  in umiltà  (Lc.   18,  10--14),  col  cuore più  che  con  la  bocca (Mt.  6,7), ed  essere insistenti  fino all' importunità  (Lc. 11,  5-8;   18,  1--8).  Gesù  , il Figlio , ci  ha  insegnato  un  modo  semplice , di  poche   parole , sobrio e al  contempo ricco ;il Pater.  Qui ,  innanzitutto,  chiamiamo Dio  nostro  Padre  e poi gli  chiediamo   che  si faccia  la  sua  volontà  in noi e di  santificare   il suo  santo   nome  e  di  liberarci  da ogni  male e  tentazione, ma  anche  di darci  il pane  quotidiano ; richieste  spirituali e  materiali; anima e corpo dati  da  Dio-Padre  vengono nutriti dal  Padre--Dio .  Vi sono alcuni  Santi  Padri  che  hanno  dato  una  definizione  della  preghiera e che  vale  la pena  di  ricordare ;    S. Ambrogio  dice :"Gli parliamo    quando preghiamo  lo  ascoltiamo  quando  leggiamo  gli oracoli  divini";   S. Clemente  Alessandrino :"L'uomo  spirituale  frequenta Dio   come  un amico;  cuore  a  cuore";  S.  Giovanni   Crisostomo dice :"La  preghiera  o  dialogo  con  Dio è  un  bene  sommo. è  infatti  una  intima  comunione  con  Dio".   E  tra  i santi  la  grande  mistica  ,  S. Teresa  d'Avila  afferma  :" Non  è  altro  per me  la  preghiera  che  un colloquio  di amicizia  fatta  spesso  e nella  solitudine con Colui dal quale  sappiamo  d'essere  amati".

giovedì 15 ottobre 2020

OSSI DI SEPPIA di: Eugenio Montale "L ' AGAVE SU LO SCOGLIO"

 15---10--2020
O    rabido    ventare  di  scirocco
che  l'arsiccio   terreno   gialloverde
bruci;
e   su  nel  cielo  pieno
di  smorte  luci
trapassa    qualche    biocco
di  nuvola  ,   e   si  perde.
Ore    perplesse,  brividi
d'una  vita   che   fugge
come  acqua  tra  le  dita;
inafferrati  eventi,
luci--ombre ,  commovimenti
delle  cose  malferme  della  terra;
oh  alide  ali dell'aria
ora  son  io
l'agave  che  s'abbarbica  al  crepaccio
dello  scoglio
e  sfugge  al  mare  da  le  braccia  d'alghe
che  spalanca  ampie  gole  e  abbranca  rocce;
e  nel  fermento
d'ogni  essenza ,  coi miei  racchiusi  bocci
che  non  sanno   più  esplodere  oggi  sento
la  mia  immobilità  come  un  tormento.

martedì 13 ottobre 2020

DAI "PENSIER D'AMORE " VINCENZO MONTI

13--10--2020

    Alta  è  la  notte,  ed  in  profonda  calma
dorme  il mondo  sepolto , e  in un  con esso
par  la   procella  del mio cor sopita.
Io  balzo fuori  delle  piume  , e guardo;
e  traverso  alle  nubi,  che  del vento
squarcia  e sospinge  l'iracondo  soffio,
veggo  del  ciel  per  gl'interrotti  campi
qua  e là    deserte  scintillar  le stelle.
Oh  vaghe  stelle! e  voi  cadrete   adunque,
e verrà  tempo  che  da  voi  l'Eterno
ritiri il  guardo, e  tanti  Soli estingua? 
E  tu  pur  anche  coll'infranto carro
rovesciato  cadrai,  tardo Boote,
tu  degli  artici lumi il  più  gentile?
Deh  , perché  mai  la  fronte  or  mi  discopri ,
e  la  beata  notte  mi  rimembri,
che  al  casto fianco  dell'amica assiso
a'   suoi  begli  occhi  t'insegnai  col  dito!
Al  chiaror  di  tue  rote ella  ridenti
volgea  le luci ; ed io  per  gioia  intanto
a'  suoi  ginocchi  mi  tenea  prostrato
più   vago  oggetto  a  contemplar  rivolto,
che  d'un  tenero  cor  meglio  i sospiri,
meglio i  trasporti  meritar  sapea.
Oh  rimembranze! oh dolci  istanti! io  dunque  ,
dunque  io  per sempre v'ho  perduti  e vivo?
e questa  è calma di pensier? son  questi
gli  addormentati  affetti? Ah  ,mi deluse
della  notte  il silenzio , e  della  muta
mesta  Natura  il  tenebroso   aspetto!
Già  di   nuovo  a  suonar  l'aura  comincia
de'  miei  sospiri , ed  in  più   larga  vena
già  mi  ritorna  su  le ciglia  il pianto.

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E GLI ORGANI AUSILIARI: "2--Organizzazione della pubblica amministrazione"

13--10--2020
Amministrare  , in  senso  generico  , significa agire , fare .  Minister  per i  Romani era il servo , colui  che  aiutava  il  padrone  nell'esercizio  degli affari  quotidiani ; il vocabolo ha assunto  via  via  significati  più  elevati  fino  a  parlarsi di  ministri  del re , di  fiduciari , cioè, di  cui  il re  si  valeva per l'adempimento  dei suoi ordini.
Oggi  i ministri ,  anche  se nominati  dal  Capo  dello Stato , sono  i fiduciari  delle  maggioranza   parlamentare , di  cui, come  sappiamo , debbono sempre  godere la fiducia.
Ogni ministro è a capo  d'uno   dei  grandi  gruppi di  servizi pubblici  che    si chiamano  ministeri , ed  è  anche  gerarchicamente  il più  alto  dei funzionari del  suo  ministero. 
I  ministri  assicurano  la gestione dei  servizi dipendenti  dal loro  ministero , emanano  gli ordini di spese (nei  limiti assegnati  dal bilancio),   amministrano  i beni  dello Stato ,  concludono contratti , rappresentano lo Stato dinanzi al  potere  giudiziario.
In  ogni  ministero  si  ha  un  gabinetto , formato dai collaboratori personali del  ministro , scelti  fra  funzionari di   sua fiducia o anche  fra  estranei all'amministrazione,  e  si ha  un  certo  numero  di uffici,  che si distinguono  in  direzioni generali , in  divisioni e sezioni: organi centrali, l'amministrazione si  diparte in  tutto  il Paese e si  hanno perciò organi locali emananti dai  ministeri e  rappresentanti di questi, come  le Prefetture , le  Questure i  Provveditorati agli studi, le  Intendenze  di finanza , le  Direzioni provinciali delle poste  e telegrafi, ecc.
Esistono poi  localmente  , organi dell'amministrazione indiretta , enti locali eletti dai cittadini e dotati  , di una certa  autonomia , ma  sottoposti  alla  vigilanza  dello Stato.
La  Costituzione tratta  della  pubblica  amministrazione agli   articoli   97 e  98. L'art. 97  contiene un'affermazione che  può  sembrare  generica ed ovvia :"I  pubblici  uffici  sono  organizzati  in modo  che  siano  assicurati  il  buon  andamento e  l'imparzialità  dell'amministrazione", affermazione che  ha grande  valore  di fronte  a certe  discriminazioni che  furono  possibili  nel passato  , e  che  una  democrazia non può  ammettere . Con  l'ultimo  comma  di  detto articolo si è voluto  stabilire  che  l'accesso ai  pubblici  impieghi è  aperto  a tutti  i cittadini , quasi  ancora  sentendosi il  dovere  di  respingere certi  privilegi e limitazioni che  esistevano nei regimi  assoluti  . L'accesso ai  pubblici  impieghi non  può  oggi  avvenire  che  "mediante  concorso  " e con  le  modalità e le  garanzie  stabilite  dalla legge.
L'art.  98,  affermando  che  " i pubblici  impiegati  sono al servizio  esclusivo  della  nazione",  vuol  riferirsi  alla   possibilità  che,  anche  in un regime  democratico  , il  partito al potere  si  valga  degli   organi  e dei  mezzi  dello Stato a  sostegno  e a  favore  dei  suoi  seguaci , concetto che  riaffiora  nel  comma  seguente  , per  cui  a un  senatore o a  un  deputato , che  faccia  parte  dell'amministrazione , è  vietato  di  conseguire  promozioni  altrimenti  che per anzianità.
All'art.  28 la Costituzione  afferma  la  responsabilità  di  tutti i funzionari  e dipendenti  dello Stato  e degli  altri  enti pubblici  per  gli atti  compiuti  in  violazione  di  diritti , il  che  è come  dire che  ogni  funzionario nello  svolgimento  delle  sue  mansioni dovrà  dar  vita  a  un  atto  amministrativo , il quale  richiede  come  suo  primo  requisito  il  rispetto  delle  leggi  e dei  regolamenti  . Nel  caso  contrario  egli  compirebbe  un atto  personale, per  il quale  dovrà  direttamente  rispondere ;  così , ad  esempio , un cassiere che  fa  un  pagamento non  autorizzato  , un  aviatore che  cagiona danni contravvenendo a  norme  regolamentari, un  medico   di base  che  diffonde  un'epidemia  perché  procede a  vaccinazioni senza  le cautele  prescritte.

lunedì 12 ottobre 2020

LETTERE SULL' EDUCAZIONE ESTETICA DELL'UOMO di : Friedrich Schiller

12--10 --2020

=Lettera    quarta

Questo  è certo  ;  solo  la prevalenza  di un  simile  carattere in un  popolo  può  rendere  innocua  una  trasformazione di  stato  secondo  principi  morali,  e solo  un  simile  carattere può garantire  la sua  durata . Nell'organizzazione  di uno  stato morale  si fa  assegnamento  sulla  legge  come  sopra  una  forza attiva , e la libera  volontà  viene  fatta  entrare nel  regno   delle cause  , dove  tutto  è  concatenato  con  rigorosa  necessità  e  costanza  . Ma    noi  sappiamo  che  le  determinazioni  della  volontà  umana  sono  sempre  contingenti e che  solo  nell'essere assoluto  la necessità fisica coincide  con  quella  morale. Se  dunque  si  deve contare   sul  comportamento morale  dell'uomo come  sopra  eventi naturali , questo  deve  essere in  lui  "natura", ed  egli  dev'essere condotto  già  dai  suoi  istinti ad  un  modo  d'agire  possibile solo  in  un  carattere  morale. Ma  la volontà  dell'uomo sta  perfettamente  libera  fra   dovere  e  inclinazione e nessuna  costrizione fisica  può  e deve  violare  questo  diritto sovrano  della  sua  persona . Se  egli  dunque  deve  conservare  questo  potere  di scelta  ed  essere  nondimeno  un saldo  anello  nella  concatenazione  causale  delle forze , ciò  può  essere  realizzato  soltanto  qualora  gli  effetti  di quei  due  impulsi  riescano  perfettamente  uguali  nel  regno  dei  fenomeni  e,  malgrado  tutte  le differenze  della  forma  , la  materia  della  volontà  umana  rimanga  la stessa ;  qualora  dunque  i suoi  istinti  si  accordino  abbastanza  con  la sua  ragione per  essere adatti  ad  una  legislazione  universale .
Si  può  dire  che  ogni  individuo  porta  in sé  , per  disposizione e  per  destinazione  , un  puro  ideale  di uomo ;  la grande missione  della  sua  esistenza  consiste    nell'accordarsi , in  tutte  le sue  mutazioni,   con  l'immutabile  unità  di  questo. Questo   uomo  ideale , che  si fa  riconoscere più  o meno  chiaramente  in ogni  soggetto  , è  rappresentato  dallo  "Stato", il  quale  è la forma  oggettiva  e,  per  così dire  ,  canonica  in cui tende  ad unirsi  la verità  dei  soggetti  . Ora  si  possono  pensare  due  modi  diversi  in cui  l'uomo  reale  si può   accordare con  l'uomo  dell'idea, e quindi  altrettanti  modi  in cui  lo  Stato  può  affermarsi    negli  individui  ; o l'uomo  ideale  reprime  l'empirico  e  lo Stato  annienta  gli individui  , o  l'individuo  diventa  Stato  e l'uomo  reale  si nobilita  facendosi  ideale.
Veramente  nell'unilaterale  valutazione  morale  questa   differenza  cade, poiché  la ragione  è  soddisfatta  se  la sua  legge   vale  incondizionatamente ; ma  nella  completa  valutazione   antropologica,
(  la   valutazione  antropologica comprende  la dimensione  morale nella  totalità  del comportamento umano.)(nota)
dove  insieme  alla forma  conta   anche  il  contenuto  ed  ha  importanza  anche  il sentimento  vivo, quella  differenza  sarà  tanto  più  presa  in considerazione  .  La  ragione  esige  unità, la  natura  invece varietà  , e  l'uomo  viene  impegnato  da  ambedue  le legislazioni.  La legge  della  prima  gli è   impressa  da  una  coscienza  incorruttibile , quella  della  seconda  da  un  sentimento indistruttibile. Perciò  si avrà  sempre  una  testimonianza  di educazione  ancora  difettosa , se  il  carattere  morale  potrà  affermarsi solo  col  sacrificio di quello naturale ; e sarà  ancora  molto  imperfetta quella  costituzione  dello Stato  , che  sarà  in grado  di ottenere  l'unità solo mediante  la  distruzione della  varietà.  Lo  stato  deve  rispettare  negli individui  non  solo  il carattere  oggettivo  e  generico  , ma  anche  quello  soggettivo  e specifico;  non  deve, allargando  il regno  invisibile dei  costumi , spopolare  il regno  del fenomeno..
(regno dei costumi  intende qui il mondo della libertà  trascendentale , mentre   il regno  del fenomeno riguarda le manifestazioni  esterne  dei singoli  individui, nota)
Quando  l'artigiano pone  mano  alla  massa informe  per  darle  la forma  corrispondente  ai  suoi  scopi,  non  ha  alcuno scrupolo  di farle  violenza;  poiché  la natura  ch'egli elabora non  merita  per se  stessa  alcun  riguardo , e  lui non  interessa  il tutto  per amore  delle  parti , ma  le parti  per  amore del tutto  . Se  lo scultore  pone  mano  alla  stessa  massa, non ha  neppur  lui  alcuno  scrupolo di farle violenza, soltanto evita  di mostrarla . Egli  non rispetta per  nulla  più  dell'artigiano la materia  che elabora , ma  cerca  d'ingannare l'occhio ,  che  vuol  proteggere  la libertà  di questa  materia , con un'apparente  condiscendenza verso di essa. Ben  altrimenti avviene  all'educazione  e al  politico , che  prendono  l'uomo nello stesso  tempo  come  materia  e come  scopo . L'una  e l'altro si fondono qui in  uno , e  solo perché  il tutto  serve  alle  parti , queste  devono adattarsi  al tutto . Con  ben  altro  riguardo di quello  che  usa lo scultore  verso  la sua materia , il politico deve avvicinarsi  alla propria  , e  non solo soggettivamente e per  un  effetto  illusorio dei  sensi, ma  oggettivamente e per  l'intima  essenza  egli  deve  rispettare  il carattere  proprio e  la personalità.
Ma   appunto  perché  lo stato  dev'essere  un'organizzazione  che  si forma  solo  mediante  se stessa  e per  se stessa , essa può  diventare  reale  soltanto  in quanto  le parti  , elevandosi,  si siano accordate  con  l'idea del tutto  . Siccome  lo stato rappresenta  la pura  e  oggettiva  umanità  nell'animo dei suoi cittadini  , dovrà mantenere  verso  questi  la stessa  relazione nella  quale  essi  stanno  con  se  medesimi , e  potrà  rispettare la  loro  umanità  soggettiva solo  in  quella  misura in cui  essa  è  nobilitata  come  oggettiva . Se l'uomo interiore  è in armonia con se stesso , salverà  la propria  individualità  anche  nella  più  alta  universalizzazione del  suo   comportamento  , e  lo stato  sarà  soltanto l'interprete  del suo nobile istinto, la  formula più  chiara  della sua  legislazione  interiore. Se  invece  nel  carattere di un popolo  l'uomo  soggettivo  si  oppone  a quello oggettivo  in modo  così  contraddittorio , che  solo l'oppressione del primo possa  procurare  la vittoria  del secondo , allora  lo  stato dovrà  assumere  verso il cittadino il  severo  rigore della legge e  calpestare senza  riguardo una individualità così nemica  , per  non esserne  vittima.
Ma  l'uomo può  essere  opposto  a se  stesso  in  due  modi diversi: o  come  "selvaggio"  , se  i suoi  sentimenti dominano  i suoi  principi ; o  come" barbaro", se  i suoi  principii  distruggono  i suoi  sentimenti. Il selvaggio disprezza l'arte e riconosce la natura  per  sua  sovrana assoluta;  il  barbaro schernisce e disonora  la natura , ma  , più spregevole del  selvaggio, continua  spesso  ad  essere  schiavo  del proprio  schiavo.  L'uomo colto  si fa  amica  la natura , e ne rispetta la  libertà  , frenandone  solo l'arbitrio.
Se  dunque  la  ragione  porta  nella  società  fisica  la sua  unità  morale  , non  deve  ledere  la  varietà  della natura . Se  la  natura  tende  ad  affermare  la propria varietà  nell'edificio morale  della società, ciò  non  deve  danneggiare  l'unità  morale; la forma  vincitrice  rimane  ugualmente lontana dall'uniformità e  dalla  confusione.   La  "totalità" del  carattere  deve  dunque  trovarsi  nel popolo che  sarà  capace  e degno  di  mutare  lo stato  del bisogno nello  stato  della "libertà".



=  nota:
La  "barbarie" si riferisce quindi  alla situazione  in cui  si trova  l'uomo che  vorrebbe realizzare  un  ordine  morale  sopprimendo  e sacrificando  la sensualità  , senza  voler  porsi  il  problema  dell'armonia fra  sensi  e ragione ;  in questo  modo  lo stesso ordine  morale  non è  più  tale , i  principi  applicati  senza  ragionamento e senza  considerazione  degli impulsi risultano  falsi e violenti; abbandonare così  anche  le reali  esigenze  morali  , l'uomo si  rende  schiavo  sia  di  convenzioni sociali reprimenti  , sia degli  sbocchi  più violenti  e   brutali  della sua  natura .  Anche Marcuse, allude  a   come la  sensualità  repressa  cerca  di  liberarsi nella società  borghese  capitalista  attraverso  l'esplosione  di forme  selvagge  e distruttive ;  in  questo  modo  anche  una certa  pretesa  "libertà sessuale", che   non è  tale,  riesce  a  consolidare  l'ordine  esistente  ;  gli sfoghi  riescono infatti  come  ottime  compensazioni  interne  al sistema. 

sabato 10 ottobre 2020

d) Preghiera 1) Premesse preliminari per un vero dialogo con Dio:

11--10--2020

Quando  ci si  immerge  nell'intimità  della  preghiera  lo si fa per  entrare in comunione  con  Dio, e questo  per  ringraziarlo  o per  chiedere  qualcosa ,  poiché ci  si rende  conto  dei  propri  limiti  e che  le  nostre  sole  forze non  bastano  ad  ottenere  quel  che  si desidera .
Il monaco  , fin   dall'antichità , lo  si poneva  di fronte al detto   delfico  "Conosci te  stesso"  ;   e in  questo  conoscersi  ,leggersi  dentro  , si  giunge  a   comprendere  ed  accettare  quei  limiti ponendo  le basi  per  una  maturità  umana  e sociale , che  condurrà  a  vedere  il fratello come  essere  umano , compagno  e non  avversario . Anche  la vita  sarà  guardata  non più  come  continua lotta o stressante  competizione ,ma  come  strada  non  sempre diritta ,non  sempre  piana ;  una strada , tuttavia  , che  conduce alla  conoscenza e alla  meta , se  è  questo  che  si sta  cercando.
Anche  S. Tommaso propone  cinque  vie  per la conoscenza  di Dio dal  creato:

a)  il movimento  delle cose ;  non  possono  avere  il  movimento  da se stessi;

b) causa  efficiente  (ad  ogni  effetto  vi è  una   causa);

c)necessità  di esistenza  del  Primo Essere;

d) la  bontà  ,la verità  e la bellezza  delle cose , di  ogni  ente (buono  ,  vero,  bello);

e) governo  delle  cose da una  Mente  Direttrice.
Da  queste"vie"   si può   giungere  a vedere  Dio nella  sua  poliedricità  ,  nel suo  essere  infinito e presente  in tutte  le cose,  dalle  più  piccole  e, umanamente  ,insignificanti  alle più  grandi . E  qui  entra  in gioco una  grande virtù  , senza  la quale  l'uomo  è  un viandante cieco , la  Fede ; colei  che  conduce  alla Speranza  e alla  Carità  ; colei  anche,  che ci  giustifica e  ci " riempie"  di Dio  come  lo è  stato  per Abramo  che  "ebbe  fede  sperando  contro ogni speranza [e] non vacillò  nella fede"(Rm.  4, 18-19);  così  deve essere  per ogni uomo.

giovedì 8 ottobre 2020

JORGE LUIS BORGES "L'ORO DELLE TIGRI"

 8---10--2020

Dove  sarà quella  vita che avrei
Potuto  vivere e non  vissi, la  lieta
O  triste  e orribile  ,quell'altra   cosa
Che  poteva  essere  la spada o  lo scudo
Ma  che  non fu? Dove  sarà  il  perduto
Antenato  persiano  o norvegese,
Dove  il destino  di non  finire cieco,
Dove  l'ancora  e il  mare  , dove  l'oblio
Di  essere  chi sono ?  Dove  la pura 
Notte  che  al  rozzo  contadino affida
L'analfabeta  e  laborioso giorno,
Come  pretende  la  letteratura?
Inoltre  penso a quella  mia  compagna 
Che  mi aspettava e che  forse  mi aspetta.

DI CHI LA COLPA? di: Pasquale Villari "Il regolamento, vangelo della burocrazia"

 8--10--2020
Il regolamento  è  divenuto la sola  àncora  , il vangelo  della   burocrazia, come  la retorica  è   il vangelo dei pedanti. Ma  come  nessuna  retorica  fece mai  uno  scrittore , così  nessun regolamento basterà  a  formare una  buona  amministrazione .  La  differenza di  penetrare   il vero  scopo delle leggi,  e  la   mancanza   di autorità  per  assumere  sopra  di sé  l'interpretazione , hanno  fatto   sostituire  la  lettera  allo spirito. Più  il lavoro   prescritto è  complicato  ,  irrazionale  , più  viene    religiosamente  eseguito , senza  osservare  se  lo scopo  prefisso  è  raggiungibile . Una  volta ebbi  occasione d'osservare  questo  fatto  . Si  dové  eseguire  un  progetto  approvato  dal  Ministero  , per  adattare  un  antico  locale  ad  un nuovo  uso.  Il lavoro era  abbastanza  inoltrato ,  quando  si  vide  che  un certo  numero  di finestre non  potevano  farsi  con  la spesa indicata , perché  si  trovarono  antichi  pilastri  nascosti nell'interno  delle mura , appunto là  dove  dovevano  venir  le finestre . Non  essendo  possibile  sospendere i lavori per  aspettare il  risultato  delle   lunghe pratiche  necessarie  a fare  approvare  un nuovo  progetto , bisognava  o fare  , senza permesso , una  spesa  maggiore , o aprire le finestre in altro  punto, e  deturpare  tutta  l'architettura .  Studiato  il  regolamento  , fu  deciso di aprire le finestre , con  la spesa  indicata , là  dove  deturpavano l'architettura , per  poi  chiuderle, e  con  un nuovo  progetto regolarmente  approvato  , riaprirle dove  conveniva .
    Un  capitano  del genio mi  raccontava che,  avendo dovuto far  vendere , come  prescrive  il  regolamento  , un  po' di  legname ,  che era  diventato  inservibile  dopo  essere  stato adoperato  in  alcuni  lavori  , dalla vendita  all'asta furono  ricavate lire  150;  ma  intanto  per  ispezioni  e controlli prima  di  addivenire  all'asta , il governo  aveva  speso  lire  482, cosicché  il risultato  finale  dell'operazione  si  era  ridotto  a una  perdita  per  l'erario di  332 lire.

martedì 6 ottobre 2020

ALLA PRIMAVERA, O DELLE FAVOLE ANTICHE "CANTI" di Giacomo Leopardi

 6---10---2020

    Perché  i celesti  danni
Ristori  il sole ,  e  perché   l'aure  inferme
Zefiro   avvivi, onde  fugata  e  sparta
Delle  nubi la grave  ombra  s'avvalla;
Credano  il petto  inerme
Gli  augelli  al  vento  , e  la diurna  luce
Novo  d'amor desio,  nova  speranza 
Ne'  penetrati boschi  e  fra  le  sciolte
Pruine  induca  alle    commosse  belve;
Forse  alle  stanche  e nel  dolor sepolte
Umane  menti  riede
La  bella  età , cui  la sciagura  e l'atra
Face  del ver consunse
Innanzi   tempo?  Ottenebrati  e spenti
Di febo  i raggi  al misero  non sono 
In  sempiterno?   ed anco,
Primavera odorata  , inspiri  e  tenti 
Questo  gelido cor, questo  ch'amara
Nel  fior  degli  anni  suoi vecchiezza  impara?

            Vivi  tu , vivi, o santa
Natura? vivi  e il  dissueto orecchio
Della  materna  voce  il suono accoglie?
Già  di candide  ninfe i rivi  albergo,
Placido  albergo  e specchio
Furo  i liquidi  fonti . Arcane  danze 
D' immortal  piede i  ruinosi gioghi
Scossero  e  l'ardue  selve  (oggi romito
Nido  de' venti); e  il  pastorel ch'all'ombre
Meridiane  incerte ed  al  fiorito
Margo  adducea de'  fiumi
Le    sitibonde agnelle  , arguto  carme
Sonar  d'agresti  Pani
Udì  lungo  le ripe  ; e  tremar  l'onda
Vide , e   stupì , che non  palese al  guardo
La  faretra  Diva
Scendea  ne' caldi  flutti  , e  dall'immonda
Polve  tergea della  sanguinosa caccia
Il  niveo lato  e  le  verginee  braccia.

            Vissero  i fiori  e l'erbe,
Vissero  i boschi un dì  .  Conscie  le  molli
Aure , le  nubi  e  la  titania  lampa
Fur  dell'umana  gente , allor che ignuda
Te  per  le  piagge e i colli,
Ciprigna  luce  , alla  deserta  notte
Con  gli occhi  intenti  il  viator  seguendo,
Te  compagna  alla  via,  te  de'  mortali 
Pensosa  immaginò . Che  se  gl'impuri
Cittadini consorzi e le  fatali
Ire  fuggendo  e l'onte,
Gl'ispidi  tronchi  al petto  altri  nell'ime
Selve  remoto  accolse ,
Viva  fiamma  agitar  l'esangui  vene ,
Spirar  le foglie , e palpitar segreta 
Nel  doloroso  amplesso 
Dafne o  la  mesta  Filli , o di Climene
Pianger  credé  la  sconsolata prole 
Quel  che  sommerse in  Eridano il sole.

        Né  dell'umano  affanno ,
Rigide  balze  , i luttuosi  accenti
Voi  negletti  ferir mentre le vostre 
Paurose  latebre Eco  solinga,
Non  vano  error  de'  venti,
Ma  di ninfa  abitò  misero  spirito,
Cui  grave  amor  , cui  duro  fato  escluse 
Delle  tenere  membra  . Ella  per grotte,
Per  nudi  scogli  e desolati  alberghi ,
Le  non  ignote  ambasce e  l'alte e rotte
Nostre  querele  al curvo
Etra  insegnava.  E  te  d'umani  eventi
Disse  la fama  esperto,
Musico  augel  che  tra  chiomato  bosco
Or  vieni  il  rinascente anno  cantando,
E  lamentar  nell'alto
Ozio de'  campi , all'aer muto  e fosco,
Antichi  danni  e scellerato scorno ,
E  d'ira  e di pietà  pallido  il giorno.

            Ma  non  cognato  al nostro
Il  gener  tuo;  quelle tue  varie note
Dolor  non forma  , e  te  di colpa  ignudo,
Men  caro  assai la bruna  valle asconde.
Ahi  ahi,, poscia che vote
Son  le stanze  d'Olimpo  , e  cieco  il tuono 
Per  l'atre  nubi e le  montagne errando ,
Gl' iniqui petti  e  gli'innocenti  a  paro
In freddo  orror  dissolve  ; e  di sua  prole  ignaro 
Le  meste anime educa;
Tu  le cure  infelici  e fati  indegni
Tu  de'  mortali ascolta,
Vaga  natura , e  la  favilla  antica
Rendi  allo  spirito  mio ; se tu  pur  vivi,
E  se  de' nostri  affanni
Cosa  veruna in ciel  , se  nell'aprica
Terra  s'alberga o nell'equoreo seno,
Pietosa  no, ma  spettatrice almeno.

lunedì 5 ottobre 2020

KOINONIA DEGLI OBLATI "LECTIO DIVINA (STUDIO)

 5--10--2020
Dopo  la  preghiera  e  il lavoro l'oblato,  che segue  la  Regola  , sa  che  S. Benedetto  assegna  al monaco  alcune  ore  da dedicare  allo studio  delle  Scritture , delle  vite  dei Padri  della  Chiesa(cfr. RSBcc.  8,  9,  42,  48) e ,  oggi ,  ovviamente della Regola  e degli Statuti.  Nel prologo  alla  Regola  si  parla  di una  scuola del  servizio divino per  apprendere la scienza  di Dio dalle   fonti  da lui indicate,  una scuola dove si  impara come  servire il Signore  con retta  intenzione . Quindi  non  deve  mancare all'oblato il  tempo necessario .

Ad  ogni  tipo  di studio  bisogna  accedere per gradi  , iniziando  dalle basi ;  con  criterio  e grande  costanza  , acquistando  così  la capacità di  comprendere  ed  interessandosi  sempre  più  alla propria  vocazione  incrementandola  per  la gloria  di Dio e  delle  anime. Si  possono anche  qui  apprendere dei  punti  di raccordo  di un  lavoro  comune , dei  punti  di  ascolto e di  studio  tra  gli  oblati  ; nel  monastero  , in primo  luogo , dove  s'impartisce la  lezione  da  apprendere  ; poi  nelle  proprie  case per  le riflessioni e  lo  studio , da soli o in gruppo . Lo  scambio  di idee , esperienza è  molto utile ai fini  di  apprendere  bene  il ruolo che  ciascuno ha  nel disegno  di Dio .   Aiutare  anche  gli  altri  oblati,  che  forse  non  hanno  le stesse possibilità di  tempo  e di  profondo  impegno necessari  per  approfondire la spiritualità  benedettina. Un aiuto  verso  i fratelli nella  fede (cfr.  Gal. 6, 10) "eliminando  ogni malizia  e ogni inganno , le  ipocrisie e le  invidie, e  tutte  le maldicenze "(1 Pt. 2, 1),  attraendo  così gli uomini a  Cristo(cfr. AA  4).

Punto di partenza  per l'oblato  benedettino  che  vuole  costruire una cultura  teologico-monastica  è  il conoscere in  profondità  la Regola di  S. Benedetto.  Uno  studio  fatto  personalmente  ma  anche  comunitariamente  con  incontri  che  aiutano  a riflettere sui  vari  capitoli.
Oltre la  Regola  vi sono  anche gli Statuti  degli oblati che  devono essere  letti  e poi  studiati  per avere  un  punto  di riferimento  sull'attuazione  della Regola oggi. Essi rendono  inoltre  possibile  una  lettura  moderna  della Regola  e un  suo  uso  non  solo  teorico  ma  anche  pratico
In  questi   studi  dall'oblato non ci si aspetta  il compito  di Magister , ma  di acquisire  una  buona  conoscenza  di tutto  questo  patrimonio di fede  cattolica  e ortodossa necessario  al suo  cammino e a  quello dei fratelli in Cristo.
Infatti  , non  si va  cercando  eruditi  ma  operatori  per il bene  del  prossimo;   come  nel lavoro  così  anche  nello studio  S. Benedetto  non  vuole  la troppa  scienza  che  gonfia (1Cor. 8,1), ma  competenza  e  professionalità.   Ecco  che l'oblato  deve  ricordare  che  ciò  che  fa  è per  la gloria di Dio e  per  il servizio  a cui  si è  votato  con  la promessa dell'oblazione(RSBc. 5; St.6).