23--10--2020
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Noi fummo tutti già per forza morti,
e peccatori infino a l'ultima ora;
quivi lume del ciel ne fece accorti,
si che, pentendo e perdonando, fora
di vita uscimmo a Dio pacificati,
che del disio di sé veder n'accora".
E io:"Perché ne'vostri visi guati,
non riconosco alcun; ma s'a voi piace
cosa ch'io possa, spiriti ben nati,
voi dite, e io farò per quella pace
che, dietro a' piedi di si fatta guida
di mondo in mondo cercar mi si face".
E uno incominciò :" Ciascun si fida
del beneficio tuo sanza giurarlo,
pur che 'l voler nonpossa non ricida.
Ond'io , che solo innanzi a li altri parlo,
ti priego , se mai vedi quel paese
che siede tra Romagna e quel di Carlo,
che tu mi sie di tuoi prieghi cortese
in Fano , si che ben per me s'adori,
pur ch' i possa purgar le gravi offese.
Quivi fu' io, ma li profondi fòri
ond' uscì 'l sangue in sul quale io sedea,
fatti mi fuoro in grembo a li Antenòri,
là dov'io più sicuro esser credea:
quel da Esti il fé far , che m'avea in ira
assai più là che dritto non volea.
Ma s'io fosse fuggito inver' la Mira,
quando fu' sovragiunto ad Oriaco,
ancor sarei di là dove si spira.
Corsi al palude, e le cannucce e 'l braco
m'impigliar si ch'i' caddi, e lì vid'io
de le mie vene farsi in terra laco".
Poi disse un altro:" Deh , se quel disio
si compia che ti tragge a l'alto monte,
con buona pietate aiuta il mio!
Io fui di Montefeltro, io son Bonconte;
Giovanna o altri non ha di me cura;
per ch'io vo tra costor con bassa fronte".
E io a lui "Qual forza o qual ventura
ti traviò si fuor di Campaldino,
che non si seppe mai tua sepoltura?".
"Oh!", rispuos'elli, " a piè del Casentino
traversa un' acqua c'ha nome l'Archiano,
che sovra l'Ermo nasce in Apennino.
Là 've 'l vocabol suo diventa vano,
arriva' io forato ne la gola,
fuggendo a piede e sanguinando il piano.
Quivi perdei la vista e la parola;
nel nome di Maria fini' , e quivi
caddi , e rimase la mia carne sola.
Io dirò vero , e tu 'l ridì tra ' vivi:
l'angel di Dio mi prese, e quel d'inferno
gridava :"O tu del ciel , perché mi privi?
Tu te ne porti di costui l'eterno
per una lagrimetta che 'l mi toglie;
ma io farò de l'altro altro governo!".
Ben sai come ne l'aere si raccoglie
quell'umido vapor che in acqua riede.
tosto che sale dove 'l freddo il coglie.
Giunse quel mal voler che pur mal chiede
con lo ' ntelletto , e mosse il fummo e 'l vento
per la virtù che sua natura diede.
Indi la valle , come 'l dì fu spento,
da Pratomagno al gran giogo coperse
di nebbia, e 'l ciel di sopra fece intento,
sì che 'l pregno aere in acqua si converse;
la pioggia cadde , e a' fossati venne
di lei ciò che la terra non sofferse;
e come si rivi grandi si convenne,
ver' lo fiume real tanto veloce
si ruinò, che nulla la ritenne.
Lo corpo mio gelato in su la foce
trovò l' Archian rubesto , e quel sospinse
ne l'Arno, e scolse al mio petto la croce
ch'i' fe' di me quando 'l dolor mi vinse;
voltòmmi per le ripe e per lo fondo,
poi di sua preda mi coperse e cinse".
"Deh, quando tu sarai tornato al mondo
e riposato de la lunga via",
seguitò 'l terzo spirito al secondo,
"ricordati di me, che son la Pia ;
Siena mi fè , disfecemi Maremma;
salsi colui che ' nnanellata pria
disposando m'avea con la sua gemma".