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mercoledì 8 gennaio 2020

LETTERATURA ITALIANA DEL 900 : Sergio Corazzini

8--1--2020
Per  un  organo  di   Barberia

Elemosina  triste
di  vecchie  arie  sperdute,
vanità  di un' offerta
che  nessuno  raccoglie!
Primavera  di foglie
in  una  via  diserta!
Poveri  ritornelli
che  passano  e  ripassano
e  sono  come  uccelli
di  un  cielo  musicale!
Ariette  d'ospedale 
che  ci  sembra  domandino
un'eco  in elemosina!

Vedi :  nessuno  ascolta.
Sfogli  la  tua  tristezza
monotona davanti
alla  piccola  casa
provinciale  che  dorme;
singhiozzi  quel  tuo  brindisi
folle  di  agonizzanti
una  seconda  volta,
ritorni  su'   tuoi  pianti
ostinati  di povero
fanciullo  incontentato,
e nessuno  ti ascolta.

Desolazione  del  povero  poeta  sentimentale

Perché  tu  mi  dici:  poeta?
Io  non sono  un  poeta.
Io  non sono  che  un piccolo  fanciullo  che  piange.
Vedi:  non ho  che  le  lagrime  da  offrire  al  Silenzio,
Perché  tu mi  dici:  poeta?

Le   mie  tristezze  sono  povere  tristezze  comuni,
Le  mie  gioie  furono  semplici,
semplici  così  , che  se io  dovessi  confessarle a te  arrossirei,
Oggi  io penso a morire.

Io voglio morire , solamente, perché  sono stanco;
solamente  perché  i  grandi  angìoli
su  le vetrate  delle  catedrali
mi fanno  tremare  d'amore e di  angoscia;
solamente  perché  , io  sono , ormai,
rassegnato  come  uno  specchio,
come  un  povero  specchio  melanconico.

Vedi  che io  non  sono un  poeta.
sono  un fanciullo  triste  che  ha  voglia  di morire.


Oh,  non  maravigliarti  della  mia  tristezza!
E  non  domandarmi;
io  non saprei  dirti  che  parole  così  vane,
Dio mio,  così  vane,
che  mi  verrebbe  di  piangere  come  se  fossi  per  morire.
Le  mie  lagrime  avrebbero  l'aria
di  sgranare  un  rosario  di tristezza
davanti  alla  mia  anima  sette  volte  dolente
ma  io  non  sarei  un poeta;
sarei, semplicemente  , un dolce  e  pensoso  fanciullo
cui  avvenisse  di  pregare , così, come   canta e come  dorme.

Io  mi  comunico  del silenzio,  cotidianamente, come  di Gesù.
E i  sacerdoti  del silenzio  sono  i  romori,
poi  che  senza  di essi io  non  avrei  cercato  e  trovato  il Dio,

Questa  notte  ho  dormito  con le  mani  in croce,
Mi  sembrò  essere  un piccolo  e  dolce  fanciullo
dimenticato  da tutti  gli umani,
povera  tenera  preda  del  primo  venuto;
e  desiderai  di essere  venduto,
di essere  battuto
di essere   costretto  a  digiunare
per  potermi  mettere  a  piangere  tutto  solo,
disperatamente  triste,
in un  angolo  oscuro.

Io  amo  la  vita  semplice  delle cose.
Quante  passioni  vidi  sfogliarsi  , a poco  a poco,
per  ogni  cosa  che  se  ne  andava!
Ma  tu  non mi  comprendi  e sorridi.
E  pensi  che  io sia  malato.
Oh , io sono,  veramente  malato!
E  muoio  , un poco  , ogni  giorno.
Vedi:  come  le cose .
Non  sono  ,  dunque  , un  poeta:
io  so  che  per  esser  detto  :  poeta, conviene
viver  ben altra vita!
Io  non  so,  Dio mio, che  morire,
Amen.

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