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giovedì 30 gennaio 2020

LETTERATURA ITALIANA 900 GUIDO GOZZANO

30--1--2020

La  signorina  Felicita

Signorina  Felicita, a   quest'ora
scende  la sera  nel  giardino  antico
della  tua  casa . Nel  mio cuore  amico
scende il ricordo. E  ti rivedo ancora,
e Ivrea  rivedo  e  la  cerulea  Dora
e  quel  dolce  paese  che  non dico.

Signorina  Felicita, è  il tuo  giorno!
A  quest'ora  che fai?  Tosti  il caffè
e il  buon  aroma  si  diffonde  intorno?
O  cuci  i  lini e canti  e pensi a  me ,
all'avvocato  che  non  fa ritorno?
E  l'avvocato  è qui.  che  pensa  a te.

Pensa  i bei  giorni  d' un  autunno  addietro,
Vill' Amarena  a  sommo  dell'ascesa
coi  suoi  ciliegi  e con  la sua  Marchesa
dannata, e  l 'orto   dal  profumo  tetro
di  busso  e  cocci  innumeri  di vetro
sulla  cinta  vetusta, alla  difesa...

Vill 'Amarena!  Dolce  la  tua casa
in  quella  grande  pace settembrina!
La  tua  casa  che  veste  una  cortina
di  granoturco  fino  alla  cimasa :
come  una  dama  secentista,  invasa
dal  Tempo , che  vestì  da  contadina.

Bell'edificio  triste  inabitato!
Grate  panciute , logore ,  contorte!
Silenzio! Fuga  delle  stanze  morte!
Odore  d'ombra !  Odore  di passato!
Odore  d'abbandono  desolato!
Fiabe  defunte  delle  sovrapporte!

Ercole  furibondo  ed  il Centauro,
le gesta  dell'eroe  navigatore ,
Fetonte  e il Po,  lo  sventurato amore
d' Arianna,  Minosse , il  Minotauro,
Dafne  rincorsa , tramutata  in  lauro
tra  le braccia  del  Nume ghermitore....

Penso  l'arredo ---che  malinconia!--
penso l' arredo  squallido  e  severo,
antico  e nuovo  :  la  pirografia
sui  divani  corinzi  dell'  Impero,
la  cartolina  della  Bella  Otero
alle  specchiere..... Che  malinconia!

Antica  suppellettile  forbita!
Armadi  immensi  pieni  di lenzuola
che  tu  rammendi  paziente...Avita
semplicità  che  l' anima  consola,
semplicità  dove  tu vivi sola
con  tuo  padre  la  tua  semplice  vita![....]
                ______
Sei  quasi  brutta, priva  di lusinga
nelle  tue  vesti   quasi  campagnole,
ma  la  tua  faccia  buona  e casalinga ,
ma  i bei  capelli  di color di sole ,
attorti  in  minutissime   trecciuole,
ti  fanno  un  tipo  di beltà  fiamminga....

E rivedo  la tua  bocca  vermiglia
così  larga  nel  ridere  e  nel  bere,
e  il volto  quadro,  senza  sopracciglia,
tutto  sparso  d' efelidi  leggiere
e  gli occhi  fermi  , l'iridi  sincere
azzurre  d'un  azzurro  di stoviglia.....

Tu   m 'hai  amato . Nei  begli occhi  fermi
rideva  una  blandizie  femminina.
Tu  civettavi   con  sottili  schermi,
tu  volevi  piacermi ,  Signorina:
e  più  d'ogni  conquista  cittadina
mi lusingò  quel  tuo  voler  piacermi!

Ogni  giorno  salivo  alla  tua  volta
pel  soleggiato ripido  sentiero.
Il  farmacista   non  pensò  davvero
un'amicizia  così  bene  accolta,
quando  ti  presentò  la  prima volta
l'ignoto  villeggiante  forestiero.

Talora----già  la  mensa  era  imbandita---
mi  trattenevi  a cena . Era  una  cena
d'altri tempi, col  gatto  e la  falena
e  la  stoviglia  semplice  e fiorita
e  il  commento  dei  cibi  a  Maddalena
decrepita, e  la  siesta  e la  partita....

Per  la  partita  , verso  ventun'ore
giungeva  tutto  l'inclito  collegio
politico  locale: il molto Regio
Notaio, il  signor  Sindaco, il Dottore;
quei signori m'avevano  in  dispregio.....

M'era  più  dolce  starmene in cucina
tra  le stoviglie  a  vividi colori:
tu  tacevi , tacevo , Signorina:
godevo  quel  silenzio  e quegli  odori
tanto  per me consolatori,
di basilico  d'aglio  di cedrina.....

Maddalena  con  sordo  brontolio
disponeva  gli arredi  ben  detersi,
già  smarrito nei  sogni più diversi,
rigovernava  lentamente  ed io,
accordavo  le sillabe  dei versi
sul  ritmo  eguale  dell'acciotolio.

Sotto  l'immensa  cappa  del camino
(in  me  rivive  l'anima  d'un cuoco
forse..) godevo  il  sibilo  del fuoco;
la  canzone  d'un  grillo canterino
mi  diceva  parole  , a poco  a poco,
e vedevo Pinocchio  e il mio destino...

Vedevo  questa  vita  che  m'avanza :
chiudevo  gli occhi  nei  presagi  grevi;
aprivo  gli occhi: tu  mi sorridevi,
ed ecco  rifioriva  la speranza!

Giungevano  le risa  ,i motti  brevi
dei giocatori,  da  quell'altra  stanza.
             ______________
Bellezza  riposata  dei  solai
dove  il  rifiuto  secolare  dorme!
In  quella  tomba , tra  le vaste  forme
di  ciò  ch'è  stato e  non  sarà  più  mai,
bianca  bella  così  che  sussultai,
la  Dama   apparve nella  tela  enorme:

"è  quella  che  lasciò  , per  infortuni,
la casa  al nonno  di mio nonno....E noi
la  confinammo  nel solaio, poi
che  porta   pena ...L 'han  veduta  alcuni
lasciare  il quadro ;  in certi noviluni
s'ode  il  suo  passo lungo i corridoi...".

Il nostro  passo  diffondeva  l'eco
tra  quei  rottami  del passato  vano,
e la  Marchesa  dal profilo  greco,
altocinta  , l'un  piede  ignudo  in  mano,
si riposava   all'ombra  d'uno  speco
arcade,  sotto  un  bel cielo  pagano.

Intorno  a  quella  che  rideva  illusa
nel  ricco peplo  ,  e che  morì di fame,
v'era  una  stirpe  logora  e confusa:
topaie, materassi, vasellame,
lucerne, ceste,mobili: ciarpame
reietto, così  caro  alla  mia  Musa!

Tra  i  materassi logori  e  le ceste
v'erano  stampe  di  persone  egregie;
incoronato  delle  frondi regie
v'era  Torquato  nei  giardini  d'Este.
"Avvocato  , perché  su  quelle  teste
buffe  si vede  un ramo di ciliegio?"

Io risi, tanto  che  fermammo  il passo,
e  ridendo  pensai  questo  pensiero:
Ohimè  La  Gloria !  un  corridoio  basso,
tre  ceste, un canterano  dell' Impero,
la  brutta  effige  incorniciata  in nero
e sotto il nome  di Torquato  Tasso!

Allora  , quasi  a  voce  che  richiama,
esplorai  la  pianura  autunnale
dall'abbaino  secentista  ,ovale,
a  telaietti  fitti , ove  la trama
del  vetro  deformava  il panorama
come  un  antico  smalto  innaturale.

Non  vero  (e bello)  come  in uno smalto
a zone  quadre . appare  il  Canavese:
Ivrea  turrita, i colli  di  Montalto,
la Serra  dritta  , gli  alberi, le  chiese;
e il  mio sogno di pace si  protese
da  quel  rifugio  luminoso  ed   alto.

Ecco---pensavo---questa  è  l'Amarena,
ma  laggiù  , oltre i colli  dilettosi,
c'è  il Mondo: quella  cosa tutta  piena
di lotte e  di commerci turbinosi,
la  cosa  tutta  piena  di quei  "cosi 
con due  gambe "  che  fanno tanta pena.....

L' Eguagliatrice  numera  le fosse,
ma  quelli  vanno, spinti  da chimere
vane,  divisi  e suddivisi  a schiere
opposte  , intesi  all'odio  e  alle  percosse:
così  come  ci son  formiche  rosse,
così  come  ci son  formiche  nere....

Schierati al sole  o  all'ombra  della Croce,
tutti  travolge  il turbine  dell'oro;
o  Musa  ---oimè !  ---che  può  giovare  loro
il ritmo  della  mia  piccola voce?
Meglio  fuggire  dalla  guerra  atroce
del piacere , dell'oro, dell'alloro......

L'alloro...Oh!  Bimbo semplice  che fui,
dal  cuore   in mano e  dalla  fronte  alta!
Oggi  l'alloro  è  premio  di colui
che  tra  clangor  di  buccine  s'esalta,
che  sale  cerretano  alla  ribalta
per  far  di sé  favoreggiar  altrui....

"Avvocato  , non parla: che  cos'ha?",
"Oh!  Signorina!  Penso  ai  casi miei,
a piccole  miserie, alla città....
Sarebbe  dolce restar qui, con Lei!...",----
"Qui  , nel  solaio?..."."Per  l'eternità!".---
"Per  sempre?  Accetterebbe?...".----"Accetterei!".

Tacqui.  Scorgevo  un  atropo  soletto
e  prigioniero. Stavasi  in riposo
alla  parete: il segno spaventoso
chiuso  tra  l'ali ripiegate  a  tetto.
Come  lo  vellicai  sul  corsaletto
si  librò  con  un  ronzo lamentoso.

"Che  ronzo  triste!".----"è  la  Marchesa in pianto....
La  Dannata  sarà  che  porta  pena...".
Nulla  s'udiva  che  la  sfinge  in pena
e  dalle  vigne  , ad  ora  ora , un  canto:
O mio  carino  tu mi piaci tanto,
siccome  piace  al mar  una  sirena....

Un richiamo  s'alzò ,  querulo e  roco:
"è  Maddalena  inqueta  che  si tardi;
scendiamo; è l'ora  della cena!".---"Guardi,
guardi  il tramonto,  là....Com'è  di fuoco!...
Restiamo  ancora  un poco!".---Andiamo  , è  tardi!".
"Signorina, restiamo  ancora  un poco!....".

Le  fronti  al vetro, chini  sulla  piana,
seguimmo  i neri  pipistrelli , a  frotte;
giunse  col  vento  un ritmo  di campana,
disparve  il sole  fra  le nubi rotte ;
a  poco a poco s'annunciò  la  notte
sulla  serenità  canavesana .......

"Una  stella!....".----"tre  stelle!....",----"Quattro  stelle!...".
"Cinque  stelle !"----"Non  sembra  di sognare?....".
Ma  ti  levasti  su  quasi  ribelle
alla  perplessità  crepuscolare:
"Scendiamo!  è tardi: possono  pensare
che  noi  si faccia  cose poco  belle...".[...]
                  _________________
Tu  m 'hai amato.  Nei  begli occhi  fermi
luceva  una  blandizie  femminina;
tu  civettavi  con  sottili  schermi,
tu  volevi  piacermi, Signorina;
e  più  d'ogni  conquista  cittadina
mi lusingò  quel  tuo  voler  piacermi!

Unire  la  mia  sorte alla tua  sorte
per  sempre , nella  casa  centenaria!
Ah!  Con  te,  forse,  piccola  consorte
vivace , trasparente  come  l'aria,
rinnegherei  la fede  letteraria
che  fa  la  vita  simile alla morte....

Oh!  questa  vita  sterile , di sogno !
Meglio  la vita  ruvida  concreta
del  buon  mercante  inteso  alla  moneta,
meglio andare  sferzati  dal bisogno,
ma  vivere  di vita! Io  mi vergogno,
si, mi vergogno d'essere  un poeta!

Tu non fai versi!  Tagli  le camicie
per tuo  padre. Hai  fatta  la seconda
classe  , t'han detto  che  la Terra  è tonda,
ma  tu  non credi ....E  non mediti  Nietzsche....
Mi piaci.  Mi  faresti  più felice
d'un  intellettuale  gemebonda....

Tu  ignori  questo  male  che  s'apprende
in noi. Tu  vivi i tuoi  giorni  modesti,
tutta  beata  nelle  tue  faccende.
Mi piaci.  Penso che  leggendo  questi
miei  versi  tuoi, non mi comprenderesti,
ed  a me  piace  chi  non mi comprende.

Ed io  non voglio  essere io!
Non  più  l'esteta  gelido, il  sofista,
ma  vivere  nel  tuo  borgo natio,
ma  vivere  alla  piccola  conquista
mercanteggiando  placido , in oblio
come  tuo  padre , come il farmacista......

Ed  io  non  voglio  più essere  io![...]
           __________________
Nel  mestissimo  giorno  degli  addii
mi piacque  rivedere  la  tua  villa.
La  morte  dell'estate  era  tranquilla
in  quel  mattino  chiaro  che  salii
tra  i vigneti  già spogli, tra  i  pendii
già  trapunti  di  bei  colchici lilla.

Forse  vedendo  il bel  fiore  malvagio
che  i fiori  uccide e semina  le  brume,
le rondini  addestravano  le  piume
al  primo  volo, timido, randagio;
e  a  me  randagio  parve  buon  presagio
accompagnarmi  loro  nel  costume.

"Viaggio  con  le rondini  stamane...".
"Dove  andrà ?".---"Dove  andrò? non so ....Viaggio,
viaggio  per  fuggire  altro  viaggio...
Oltre  Marocco, ad  isolette  strane,
ricche  in essenze , in datteri  , in banane,
perdute  nell' Atlantico selvaggio...

Signorina, s'io  torni  d'oltremare,
non  sarà  d'altri  già? Sono  sicuro
di  ritrovarla  ancora? Questo  puro
amore  nostro  salirà  l'altare?".
E vidi  la  tua bocca   sillabare
a  poco  a poco  le sillabe:giuro .

Giurasti  e disegnasti  una  ghirlanda
sul   muro  , di  viole  e di  saette,
coi nomi  e  con la data  memoranda:
trenta  settembre  novecentosette...
Io non sorrisi . L'animo  godette
quel  romantico  gesto  d'educanda.

Le  rondini  garrivano  assordanti,
garrivano  garrivano parole
d'addio , guizzando  ratte  come  spole,
incitando  le piccole  migranti...
Tu  seguivi  gli  stormi  lontananti
ad  uno  ad  uno per  le vie  del sole....

"Un  altro  stormo  s'alza!..."  .---"Ecco s'avvia!".---
"Sono  partite..".--"E  non le  salutò!...".--
"Lei  devo  salutare , quelle  no:
quelle  terranno  la mia  stessa  via:
in  un palmeto  della  Barberia
tra  pochi  giorni  le ritroverò...".

Giunse  il distacco , amaro  senza fine,
e fu  il distacco  d'altri  tempi, quando
le  amate  in bande  lisce  e in crinoline,
protese  da  un  giardino venerando,
singhiozzavano  forte, salutando
diligenze  che  andavano  al confine....

M'apparisti  così  come  in  un  cantico
del Prati,   lacrimante l'abbandono
per  l'isole  perdute  nell'Atlantico;
ed io  fui  l'uomo  d'altri  tempi  , un  buono
sentimentale  giovine  romantico...

Quello  che fingo  d'essere  e non sono!

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