14--1--2019
La domenica dei cani randagi
Chinar la testa che vale?
e che val nova fermezza ?
Io sento in me la stanchezza
del giorno domenicale,
lentamente camminando
per la città sconosciuta
dove nessun mi saluta
fuor che un cane a quando a quando.
Nessuno pensa ch'io posso
essere il triste mendico
che chiede , invece che un tozzo
di pane , un palpito amico;
nessuno sa che io mi lagno
e vago senza perché ,
nessuno forse fuorché
tu, mio raccolto compagno!
Tu che hai sul ciglio due buone
lacrime ancor da seccare;
che forse cerchi un padrone
come io cerco un focolare;
tu che mi segui sperando
ch'io possa darti l'avanzo
d'un malinconico pranzo
o una carezza o un comando;
tu che hai l'aspetto burlone
d'un tale che mi ammonì
e fosti il mite Leone,
o fosti il molle Jolì ;
tu che avesti per amico
l'organo di Barberia
che dona al cuore mendico
un soldo di nostalgia;
tu che dimeni la coda
alle mie lorde calcagna
quasi ch'io fossi una cagna,
una cagnetta alla moda;
tu che cerchi d'annusare
le mie scarpe tratto tratto
perché vuoi lor dimandare
quanti chilometri han fatto.
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