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mercoledì 12 febbraio 2020

MULIERIS DIGNITATEM Lettera apostolica di : Giovanni Paolo 2°

12--2--2020

La  dignità  della donna  e l'ordine  dell'amore:
Il  passo  dalla Lettera  agli Efesini   (5,21--33), in cui  il rapporto  tra  Cristo  e la Chiesa  viene  presentato  come legame  tra lo  Sposo  e  la  Sposa, fa riferimento  anche  alla  istituzione  del  matrimonio  secondo  le  parole  del  Libro della  Genesi (cfr.2,24).  Esso  unisce la  verità  sul matrimonio  come  primordiale  sacramento con  la creazione  dell'uomo  e della  donna  ad  immagine  e  somiglianza  di Dio(cfr. Gen. 1,27;  5,1). Grazie  al  significativo  confronto  contenuto  nella   Lettera  agli Efesini acquista  piena  chiarezza  ciò  che  decide della  dignità  della  donna  sia  agli occhi  di Dio , Creatore  e Redentore, sia  agli occhi  dell'uomo:  dell'uomo e della  donna.  Sul fondamento  del  disegno  eterno  di Dio ,  la  donna  è colei  in  cui l'ordine  dell'amore  nel  mondo  creato  delle persone  trova  un  terreno  per  la sua  prima radice. L' ordine  dell'amore  appartiene  alla  vita  intima  di Dio stesso, alla  vita trinitaria . Nella  vita  intima di  Dio , lo Spirito  Santo  è  la  personale  ipostasi  dell'amore. Mediante  lo Spirito  , Dono  increato ,  l'amore diventa  un dono per  le  persone  create. L'amore , che  è Dio  , si comunica  alle  creature :"l'amore  di Dio è  stato  riversato  nei  nostri  cuori  per mezzo  dello Spirito Santo, che  ci  viene  dato"(Rm 5,5).
La  chiamata all' esistenza della donna  accanto  all'uomo ("un  aiuto  che  gli sia  simile": (Gen 2,18) nell'unità  dei due" offre nel  mondo  visibile  delle  creature  condizioni  particolari  affinché"l'amore  di Dio venga  riversato  nei  cuori"  degli  esseri  creati  a sua  immagine. Se  l'autore  della  Lettera  agli Efesini  chiama  Cristo  Sposo  e la  Chiesa  Sposa, egli  conferma  indirettamente  , con  tale  analogia  , la  verità   sulla  donna  come  sposa . Lo  Sposo  è  colui  che  ama.  La Sposa  viene  amata  : è colei  che  riceve l'amore, per  amare  a sua  volta.
Il passo della Genesi --riletto  alla luce  del  simbolo  sponsale  della  Lettera  agli Efesini--ci  permette  di  intuire  una verità  che  sembra  decidere  in modo  essenziale  la  questione  della  dignità  della donna  e,  in  seguito  , anche   quella  della  sua  vocazione :la   dignità  della donna  viene misurata  dall'ordine  dell'amore,  che  è  essenzialmente  ordine  di giustizia  e di carità.
Solo  la persona  può  amare  e solo  la persona  può  essere amata. Questa  è un'affermazione , anzitutto, di  natura  ontologica , dalla  quale  emerge  poi  un'affermazione  di  natura  etica. L'amore  è  un'esigenza  ontologica  ed  etica   della persona. La persona  deve  essere  amata , poiché  solo l'amore  corrisponde  a quello  che  è  la persona.   Così  si   spiega  il comandamento  dell'amore, conosciuto già  nell'Antico  Testamento(cfr.Dt 6,5; Lv 19,18) e  posto  da  Cristo  al centro stesso  dell'"ethos" evangelico(cfr.Mt 22,36-40; Mc 12,28--34). Così si spiega  anche  quel primato  dell'amore  espresso  dalle  parole  di Paolo nella Lettera ai Corinzi:"più  grande  è la carità"(cfr.1Cr 13,13).
Se  non  si  ricorre  a  quest'ordine  e  a  questo  primato,  non  si  può  dare  una  risposta  completa  e adeguata  all'interrogativo  sulla dignità della donna  e sulla  sua  vocazione. Quando  diciamo  che  la donna  è  colei  che  riceve  amore  per  amare  a sua  volta,  non intendiamo  solo  o innanzitutto  lo specifico  rapporto  sponsale  del  matrimonio . Intendiamo  qualcosa  di più  universale , fondato sul  fatto  stesso di essere  donna  nell'insieme  delle  relazioni  interpersonali , che  nei modi  più  diversi  strutturano  la  convivenza  e  la  collaborazione  tra  le persone, uomini e  donne. In  questo contesto , ampio e  diversificato  , la donna  rappresenta  un  valore  particolare  come  persona  umana  e,  nello  stesso  tempo  ,  come  quella  persona  concreta,  per  il fatto  della  sua  femminilità. Questo  riguarda  tutte  le donne  e  ciascuna  di esse  , indipendentemente  dal  contesto  culturale  in cui  ciascuna  si trova e  dalle  sue  caratteristiche spirituali , psichiche  e corporali  , come,  ad esempio , l'età, l'istruzione, la salute, il lavoro, l'essere  sposata o nubile.
Il passo  della Lettera   agli Efesini che   ci permette  di pensare  ad  una  specie  di  "profetismo" particolare  della  donna  nella sua  femminilità. L'analogia dello Sposo  e della Sposa  parla  dell'amore  con  cui ogni  uomo è amato  da Dio in Cristo, ogni  uomo  e ogni donna. Tuttavia  ,nel contesto  dell'analogia  biblica  e  in base  alla  logica  interiore  del testo , è  proprio  la donna  colei che  manifesta  a tutti  questa  verità: la sposa. Questa  caratteristica "profetica" della donna  nella  sua  femminilità trova  la più  alta  espressione  nella  Vergine  Madre di Dio.  Nei suoi  riguardi  viene  messo in rilievo , nel modo più pieno e diretto  , l'intimo  congiungersi  dell'ordine  dell'amore- che  entra  nell'ambito  del mondo  delle  persone umane  attraverso  una Donna--con  lo Spirito  Santo , Maria ode   all'annunciazione  :"Lo Spirito  Santo scenderà su di te"(Lc 1,35).

Consapevolezza  di una  missione:
La dignità della donna  si  collega  intimamente  con  l'amore  che  ella  riceve  a  motivo  stesso della  sua  femminilità  ed  altresì  con  l'amore  che  a sua  volta  dona. Viene così  confermata  la verità  sulla  persona  e  sull'amore.  Circa  la verità  sulla  persona ,  si deve ancora  una volta  ricorrere  al Concilio Vaticano 2°:"L' uomo , il quale  in terra   è  la sola  creatura  che Iddio  abbia  voluto per se stessa ,non può  ritrovarsi  pienamente  se  non mediante  un dono  sincero  di sé".  Questo  riguarda  ogni  uomo , come persona  creata  ad immagine  di Dio, sia  uomo  che donna . L'affermazione  di natura  ontologica  qui  contenuta  indica  anche  la dimensione  etica  della  vocazione  della  persona . La  donna  non  può  ritrovare  se  stessa se  non donando  l'amore  agli altri.
Sin  dal "principio" la donna  --come  l'uomo --è stata  creata e "posta" da Dio  proprio  in  questo  ordine  dell'amore. Il peccato  delle origini   non ha  annullato questo  ordine , non  lo ha  cancellato  in modo irreversibile. Lo  provano  le parole  bibliche del  Protovangelo (cfr. Gen 3,15). Nelle  presenti  riflessioni  abbiamo  osservato  il  posto  singolare  della  "donna" in questo  testo  chiave  della  Rivelazione. Occorre, inoltre , rilevare  come  la stessa   donna,  che  giunge  ad essere  "paradigma"  biblico, si  trovi anche  nella  prospettiva  escatologica  del mondo e  dell' uomo, espressa  dall'Apocalisse.  è  "una donna  vestita  di sole", con  la luna sotto i piedi  e una corona  di  stelle  sopra  il capo (cfr.Ap 12,1). Si  può  dire: una "donna" a misura  del  cosmo , a misura  di tutta l'opera della creazione. Nello  stesso  tempo essa  soffre "le doglie e il travaglio  del parto ",(Ap 12,2), come Eva "madre  di tutti i viventi"(Gen. 3,20). Soffre anche  perché "davanti alla donna  che sta  per partorire  "(cfr. Ap 12,4) si pone "il grande drago, il serpente  antico"(Ap 12,9), conosciuto già  dal Protovangelo; il Maligno , "padre della  menzogna" e  del peccato (cfr. Gv 8,44). Ecco  : il "serpente antico" vuole  divorare  "il bambino". Se  vediamo  in  questo  testo  il riflesso  del  vangelo dell'infanzia, (cfr. Mt 2,13,16), possiamo pensare  che  ,nel  paradigma  biblico della "donna", viene  inscritta  , dall'inizio sino  al termine  della  storia ,  la lotta  contro il male  e il maligno. Questa  è  anche  la lotta  per l'uomo , per  il suo  vero bene , per  la sua  salvezza. La  Bibbia  non  vuole  dirci  che  proprio  nella  "donna",Eva . Maria , la storia  registra  una  drammatica lotta  per  ogni uomo , la  lotta  per  il suo  fondamentale "si"  o "no" a Dio e al  suo eterno disegno sull'uomo?
Se  la dignità della donna testimonia  l'amore, che  essa riceve  per  amare  a sua volta  , il paradigma  biblico  della  "donna"  sembra  anche  svelare quale  sia  il vero  ordine dell'amore  che  costituisce  la vocazione  della  donna stessa .  Si tratta  qui  della  vocazione  nel  suo  significato  fondamentale , si  può  dire  universale , che  poi  si  concretizza e si  esprime  nelle  molteplici  "vocazioni"della donna nella  Chiesa  e nel mondo.
La  forza  morale  della donna, la  sua  forza  spirituale  si unisce  con  la  consapevolezza  che Dio  le affida  in un  modo  speciale  l'uomo, l'essere  umano. Naturalmente, Dio  affida  ogni uomo  a tutti  e a  ciascuno . Tuttavia  , questo  affidamento  riguarda  in  modo  speciale  la donna --proprio  a motivo della  sua  femminilità --ed  esso  decide  in particolare  della  sua vocazione.
Attingiamo a questa  consapevolezza  e a  questo  affidamento  ,la forza morale  della  donna   se esprime  in numerosissime  figure  femminili  dell'Antico  Testamento, dei  tempi  di Cristo, delle  epoche  successive  fino ai nostri giorni.
La  donna  è  forte  per  la  consapevolezza  dell'affidamento , forte  per  il fatto che  Dio "le  affida  l'uomo" , sempre e  comunque , persino nelle  condizioni di  discriminazione sociale in cui  essa  può trovarsi. Questa  consapevolezza  e  questa   fondamentale  vocazione  parlano  alla donna  della  dignità  che riceve  da Dio stesso, e  ciò  la rende  "forte"e consolida  la sua vocazione  . In  questo  modo, la  "donna perfetta"(cfr.  Prv.31,10)  diventa un  insostituibile  sostegno e una  fonte  di forza spirituale  per  gli  altri, che  percepiscono  le grandi  energie  del  suo spirito. A  queste  "donne  perfette"  devono  molto  le loro  famiglie  e talvolta intere Nazioni.
Nella  nostra  epoca  i successi  della  scienza  e della tecnica  permettono  di  raggiungere  in  grado finora  sconosciuto un  benessere  materiale  che,  mentre  favorisce  alcuni , conduce  altri  all'emarginazione . In  tal modo , questo progresso  unilaterale può  comportare  anche  una  graduale  scomparsa  della  sensibilità per l'uomo , per  ciò  che  è  essenzialmente  umano . In  questo  senso  , soprattutto  i  nostri  giorni  attendono la  manifestazione  di quel  "genio"  della  donna  che  assicuri  la  sensibilità  per l'uomo  in ogni  circostanza: per il fatto che  è uomo! E perché  "più  grande  è la carità"(1Cor 13,13).
Pertanto  , un'attenta lettura  del  paradigma  biblico  della "donna"--dal Libro  della  Genesi sino all'Apocalisse--conferma  in  che  consistono  la dignità  e  la  vocazione della  donna  e  ciò  che  in essa  è  immutabile  e  non perde  attualità, avendo  il suo  "ultimo fondamento in Cristo ,  che è  sempre  lo stesso  : ieri ,  oggi  e nei secoli". Se  l'uomo è affidato  in modo  speciale  da Dio alla donna , questo  non significa  forse  che  da lei  Cristo si attende  il  compiersi  di quel  "sacerdozio  regale"  (1Pt 2,9) , che  è la  ricchezza  da lui  data  agli uomini?  Questa  stessa eredità   Cristo  , sommo ed  unico sacerdote della  nuova  ed  eterna  Alleanza  e Sposo  della Chiesa , non cessa  di sottomettere al Padre mediante lo  Spirito Santo, affinché  Dio  sia "tutto  n tutti"(1 Cr  15,28). Allora  avrà  compimento definitivo la verità  che "più grande  è la carità"(1Cr13,13)

Credo profondamente nell'emancipazione della donna, che nella società occidentale , ha raggiunto grandi livelli, mentre la donna ancora oggi, in molte parti del mondo, vive in una condizione di "schiavitù".  Sono inoltre del parere che la donna  deve entrare nella società in modo attivo, mediante  e con la sua "femminilità" , un termine che una volta mi è stato contestato da un sacerdote, perché ,per la sua tremenda ignoranza, era sinonimo di "sex appeal". Lo squallore dell'ignoranza!

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