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martedì 18 febbraio 2020

LETTERA AI BELPASSESI di Pina Maria Speranza Raciti

18--2--2020
La  mia  famiglia, ha  sempre  vissuto  , lontano ed isolata, dalla  squallida  realtà  belpassese, e non per  superbia, ma  per evitare le scottature;  è umanamente  impossibile , condividere una vita di relazione,  con  la realtà  in cui  vivo( gli  orrori  di questi anni  ne sono una testimonianza).
Maldicenza , vomito  putrido, è  questo  ciò  che  esce dalla bocca dei belpassesi!  I   miei genitori, hanno costruito una muraglia più  alta e  spessa di  quella   cinese, in  modo  che  l'orrore belpassese, non  entrasse dentro  casa nostra,  invadendo la nostra vita.  Noi  bambini, e soprattutto  io, siamo  così  stati  protetti dalla malvagità  dell'intera comunità sociale.
Belpassesi, una realtà  brutta, un'espressione  di quella brutta  realtà  siciliana , che  purtroppo , il mondo  conosce   come "popolo siciliano"; le loro lingue  putride  hanno  distrutto la  vita di :
" uomini, donne,  famiglie; perseguitato ,sacerdoti."
Solo da adulta e  fuori  dalla mia  casa, ho  conosciuto   tanti orrori,  molte  storie  raccapriccianti, per  le quali  ho sempre nutrito  disprezzo,per questo motivo definisco"marmaglia"  questa gente.  Ma, non avrei mai  pensato  di diventare  io, e la mia famiglia, vittime. Perché  sono stata  aggredita?
Perché io  ed i miei cari  , siamo  lo specchio  vivente,  della  bruttezza  fisica  ,  psichica  , di  questa  marmaglia.
Dopo  questi  lunghi  anni di  sofferenza, sono fuori dal tunnel, e ne esco VITTORIOSA .  Il male  non  viene  sempre  per nuocere, la lotta contro esso, mi ha fortificato,, mi  ha dato  una profonda sicurezza. L'oro  si purifica al crogiolo!  Denunciando  gli orrori  di cui sono stata vittima,  denuncio la realtà  sociale in cui vivo e che mi ha  aggredito.  Sull'oro, il fango non attacca;  questo vuol dire che  l'orrore   di cui  sono  vittima non sono io, ma  i miei  assassini.(sono  talmente  ignoranti  , e arroganti  , da  non comprendere che aggredendo  me  , si sono  autodenunciati).
Nel mio cuore   non c'è e non ci sarà mai, né pietà, né  perdono . Per il momento mi basta: la gogna, ma  non  ho mai  chiuso la via  che porta ad un tribunale, dove  posso  dimostrare la mia  verità, contro la menzogna.
Nel mio cuore  rimane  una  ferita  profonda, che non  guarirà mai,  la presenza di sacerdoti, che  hanno  servito questa marmaglia, in  questo progetto  di aggressione  alla  mia persona  e alla  mia  famiglia.
Dei sacerdoti  al servizio  del male, è  una grave  realtà  immorale!.

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