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martedì 25 febbraio 2020

LETTERATURA DEL 900 DINO CAMPANA

25--2--2020

La  chimera
Non  so  se  tra  rocce  il tuo  pallido
viso  m'appare, o  sorriso
di  lontananze  ignote
fosti , la  china eburnea
fronte  fulgente o  giovine
suora  de la  Gioconda:
o delle  primavere
spente, per  i tuoi  mitici  pallori
o Regina o Regina adolescente:
ma  per  il  tuo  ignoto  poema
di volontà  e di  dolore
musica fanciulla  esangue,
segnato  di  linea  di sangue
nel  cerchio  delle  labbra sinuose,
Regina de la  melodia:
ma  per  il  vergine  capo
reclino ,io  poeta notturno
vegliai  le stelle vivide  nei  pelaghi  del  cielo,
io  per  il tuo  dolce mistero
io  per  il tuo  divenir taciturno.
Non  so  se  la fiamma  pallida
fu  dei  capelli  il vivente
segno  del  suo  pallore,
dolce  sul  mio dolore,
sorriso  di un  volto notturno;
guardo  le  bianche  rocce le  mute  fonti  dei  venti
e  l'immobilità  dei  firmamenti
e  i gonfii rivi  che  vanno  piangenti
e  l' ombre  del  lavoro umano curve là  sui  poggi  algenti
e  ancora  per  teneri  cieli lontane chiare ombre  correnti
e  ancora  ti  chiamo   Chimera.

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