30-6-2018
Venne la domenica dell'Incoronazione. Il piazzale della chiesa e i prati vicini erano coperti di baracche e di attendamenti; le campane di Santa Maria rispondevano cinguettando ai boati del campanone di Dovara. Nel santuario non si respirava più, tanta folla vi si stipava. Per la porta spalancata si spandeva sul sagrato e per i campi il canto dei sacerdoti , al quale rispondeva il salmodiare rapido e netto dei cantori.
Dentro il presbiterio Pietruccio , tutto raccolto in se', con un gran nastro bianco al braccio , si piegava sul piccolo inginocchiatoio ai piedi dell'altare; alle sue spalle , chine sulla balaustrata, pregavano la mamma , zia Teresa,il nonno. Giulia tremava di mistico fervore e, attraverso le lacrime, credeva di vedere l'aureola risplendere sulla nuca prona di suo figlio.
Ma Pietruccio non vedeva nulla; non sentiva nemmeno la folla pigiata dietro di lui ; appena di tratto in tratto , riacquistando coscienza , scorgeva l'altare luccicante tra l'incenso , il vescovo con la tiara e il paludamento solenne , immobile sotto il baldacchino avvolto da nuvole odorose, ansiosamente seguiva con lo sguardo il parroco che officiava nella corona dei sacerdoti fulgidi di stole e pianete.
Egli non sapeva più ne' pregare ne' pensare ; solo un dolcissimo sgomento si dilatava dentro di lui , anelando al canto sacro che già poc'anzi lo aveva rassegnato a Dio soavemente col sospiro delle quattro voci del Respice in me . D'improvviso l'anima gli sfolgorò, all'impeto del Gloria, che balzava dalla cantoria; fu tutta un trepidare di luce, dissolvendosi nella passione mistica del Credo; la musica si straziò nel Mortuus et sepoltus, si esaltò nel Resurrexit, spaziò solenne nel Venturus est iudicare vivos et mortuos e proruppe osannante alla santa Chiesa cattolica, alla resurrezione della carne , alla vita eterna.
Petruccio era come annientato. Quando il campanello squillò, un lungo brivido lo percosse da capo a piedi: si curvò ancora di più sull'inginocchiatoio; a occhi chiusi , vide folgorare alto l'ostensorio, e l'aria intorno rutilare. Tremava come una foglia ; allora una soavità ineffabile , da quell'abbagliante fulgore si diffuse con voce d'angeli:
Sanctus, Sanctus qui venit in nomine Domini.....
Gli parve di morire nell'eccesso di quella soavità, sentì il sacerdote scendere dai gradini dell'altare, avvicinarsi, fermarsi dinanzi a lui; sbigottì, l'anima gli traboccò, alzando il volto inondato da un silenzioso prorompere di lacrime.
L'officiante vide la faccia estatica , mortalmente pallida, mortalmente felice , bagnata di pianto , e l 'Ostia gli tremò nelle mani; la sua esitazione trepidò nel cuore d'ogni assistente; il vescovo stesso si chinò appena a guardare , e la sua tiara folgorò. La Particola sacra si posò sulle labbra sbiancata del fanciullo ; il coro angelico, avvolto dall'onda trionfale dell'organo , proruppe nell'Osanna, spalancando la volta del tempio all'immensità radiosa del cielo.
Questa descrizione, sono certa , leggendola , ci riporta , alla nostra prima comunione; ma io dedico questo post a tutti i bambini , che hanno fatto , o che devono, fare, in questo periodo , la prima comunione: auguri!
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