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martedì 25 giugno 2019

LE NOVELLE DELLA NONNA di : Emma Parodi "Lo scettro del re Salomone e la corona della regina di Saba" 1°

25-6.2019
Tutte le campane  di Poppi e della valle suonavano a festa in quella  notte  chiamando i  fedeli alla  messa  di Natale, e pareva che a quell'invito rispondessero  le campane di Soci , di  Bibbiena , di  Maggiorana  e di tutti i paesi e i  castelli eretti sui  monti  brulli , che s'innalzano   fino all'eremo  di Camaldoli e al Picco della Verna, tanto era lo scampanio che  si udiva da ogni lato.
In  una casa di  Farneta, piccolo borgo sulla  via  di Camaldoli,
la famiglia  del   contadino Marcucci era  tutta  riunita  sotto  l'ampia cappa  del camino basso, che  sporgeva  fin  quasi a metà  della  stanza. Il camino , nel  quale  crepitava   un  bel  ceppo di faggio, era  grande  davvero, altrimenti  non avrebbe  potuto   contener  tanta gente,  perché i Marcucci  erano un  subisso!
Il vecchio  capoccia  era  morto , la moglie gli  sopravviveva , e intorno  a lei erano aggruppati i cinque  figliuoli maschi, i quali  avevano tutti  moglie , meno l'ultimo, Cecco, che era  tornato  da poco  dal reggimento, e  aveva sempre addosso  la  tunica d'artiglieria. I quattro fratelli  maggiori si ritrovavano  di già  la bella  caterva  di  quindici  figliuoli, fra  grandi e piccini, così  che  fra  la  vecchia Regina ,la nuore , i  figliuoli e quei  quindici  nipoti,  facevano   venticinque persone. è vero che  il  podere  era  grande, ma se  i ragazzi maggiori  non si fossero  ingegnati ad  accompagnare  col  trapelo le carrozze  che  andavano a Camaldoli, facevano  in  su e in giù  non avrebbero attecchito  il desinare con  la cena.
Quella sera  la vecchia Regina stava  seduta  sopra una  panca molto  vicina  al fuoco  crepitante, e le sue  mani operose , che  intrecciavano  di  consueto  i fili  di paglia per farne cappelli, restavano inerti  in grembo. I più piccoli fra  i nipotini le sedavano  accanto  guardando  un  grandissimo  paiuolo appeso  sopra  il fuoco, nel  quale  bollivano  le castagne. Lo scampanio  continuava, e  tutti  quei bambini, che  solevano  andare  a letto  come  i polli per  alzarsi  a giorno, non  chiedevano  di coricarsi, ne' le mamme  davano  loro  il solito imperioso  comando:" A letto!" poiché in  quella notte era  consuetudine dei Marcucci  che i giovani  andassero alla messa  notturna alla abbazia  di San  Fedele, sul  monte dove s'erge  gigante  il castello  di Poppi, con  la sua  immensa  torre che si  vede quasi  da ogni punto del Casentino, e i piccini  rimasero a casa a far  compagnia  alla nonna ,la  quale  li  teneva   desti narrando  loro fiabe  meravigliose, che ella  aveva  udito a sua  volta dalla propria  nonna e  dalle  vecchie del vicinato.
Il maggiore  dei figli  della Regina , l'austero Maso , che  faceva da capoccia  dopo la morte del padre, li comandava tutti a bacchetta; egli si alzò e , aprendo  la porta  della cucina che  guardava sull'aia , disse, rivolto  alla moglie e alle altre donne:
--La nottata è brutta e la neve è tutta ghiacciata, che vogliamo  fare?
Mentre Maso teneva ancora l'uscio  aperto strologando le nubi, che  correvano da tramontana, un soffio di  vento gelato  penetrò  nella cucina e fece  rabbrividire  grandi e piccini.
Ma  la Carola era stata pronta  a dire:
--E da  quando  in qua  il freddo e la neve ci metton  paura?  Alla  messa di Natale ci siamo sempre  andati e ci andremo  anche stanotte, se Dio vuole.
La Carola , come  moglie  del capoccia , godeva  in famiglia di una certa  autorità;  così  le altre donne annuirono con la testa , e mentre  ella  si alzava per vedere se le ballotte eran  cotte nel paiuolo, le cognate salirono al  piano  superiore a  prendere lo scialle, il rosario e i cappotti di  panno pesante foderati  di flanella  verde dei rispettivi mariti.
Quando esse riscesero , la Carola aveva già posato il paiuolo in  tavola  , dopo averne  scolato  l'acqua , e  con una  mestola di legno  distribuiva  ai bambini le castagne, Anche le  cognate se ne empirono  le tasche dei grembiuli di rigatino, e quando  Maso disse:"Dunque , vogliamo  andare?" tutte si strinsero bene sotto il mento il fazzoletto   di lana a  colori  vivaci, e su quello si misero lo scialle   di flanellone.  --E tu non  vieni?---domandò  Maso a Cecco  vedendo che s'era  seduto  di nuovo  sulla  panca nel  canto del fuoco.
--Sentirò tre messe  domani ,  per ora  resto  qui; è  tanto  che non  ho più  fatto il Natale  a casa , e mi  struggo di sentir  raccontare dalla mamma  la  novella  dello scettro  del  re Salomone  e la regina  Saba.  Cecco non  diceva tutto il suo pensiero . Tornato a casa dopo tre anni passati nel reggimento , parte ad Alessandria, parte a Palermo, aveva trovato la vecchietta  molto deperita,  e il timore  di perderla  da  un  momento  all'altro  lo aveva  assalito  tanto  da inchiodarlo  a fianco  della  mamma in  tutte  le ore che non lavorava. E anche quando era nel campo , pensava  sempre :
"La troverò  viva  quando  torno a casa?
Quel pensiero angoscioso  e continuo gl'impediva  d'imbrancarsi con gli amici e di andarsene  a veglia  nei  casolari vicini, dove il bell'artigliere sarebbe  stato festosamente  accolto dalle  ragazze, curiose  di sentir parlare  della  vita di città e  delle avventure  militari.
Maso  aprì l'uscio e s'incamminò alla testa della comitiva, composta delle cognate , dei fratelli e dei tre ragazzi maggiori, ormai giovanotti anch'essi. Appena  tutta quella gente fu  uscita , Cecco andò a  sedersi accanto alla Regina , e  mettendole una  mano sulla spalla , le  disse  scherzando:
--Badate , mamma , la novella la  so  quasi a mente , e se non la raccontate  bene, vi tolgo la parola e la narro io! Vi rammentate  quante  volte sono  stato a occhi spalancati, con le gomita sulle  ginocchia , a sentirla?
--Quelli erano bei tempi!--sospirò  la vecchia .--Allora era vivo il babbo tuo, tutte le  figliuole erano in casa e io non ero  così  grinzosa.
--Nonna la novella!--dissero i piccini , che erano tutti  ansiosi  di  udire per la centesima  volta il meraviglioso racconto, che  aveva  sempre la virtù di  commuoverli.
La  vecchietta  finì di  sbucciare  una castagna , e dopo che l'ebbe data  alla  minore delle nipotine, prese  a dire con la voce dolce e il  purissimo accento ,proprio degli  abitanti delle montagne toscane:
----Dovete  sapere  che al  tempo  dei tempi arrivò un  giorno  a Montecornioli un vecchio  con  la barba  bianca, i capelli lunghi che  gli  scendevano fin  quasi alla cintola, vestito  di una  cappamagna di seta  e con un turbante in testa. Questo vecchio cavalcava  una mula  bianca e  dietro a lui veniva un carro tutto  coperto  trascinato  da  un paio di bovi , e  guidato  da  un  altro  vecchio , pure con  la barba  lunga e i capelli  lunghi , ma  vestito più miseramente. Attorno al  carro  cavalcavano  cinque uomini armati  di  lancia , e  tenevano  a distanza  chiunque  si  volesse  accostare. Ne'  l'uomo  dalla cappamagna, ne' il carro , ne' i soldati  erano  stati  veduti  passare per  il Casentino. Essi  erano  arrivati a Montecornioli senza  valicare  l'Appennino, senza  battere  le strade  maestre . La  gente li  aveva  veduti  soltanto sul  Pian del Prete, quando  salivano la vetta di Montecornioli. Poi  erano  spariti  col  carro  dentro un vano , che  mette  a  una grande  caverna . Soltanto l'uomo  dalla  cappamagna era  rimasto a guardia  di  quel  vano, e  la mattina , quando  i  montecorniolesi si  alzarono, rimasero a  bocc'aperta nel vedere  che, proprio in quel punto  , dove  prima  non  crescevano  nemmeno  le  cicerbite e i  cardi, era  sorta , come  per  incanto , una casetta con  le finestre chiuse e la porta  sbarrata. La mia  parola  sarebbe  insufficiente   se  volessi dirvi la  meraviglia che destò in tutti la comparsa in paese di  quella  comitiva, e poi il veder  sorgere quella  casetta dalla  sera  alla    mattina. Prima  accorsero   a  Montecorrnioli, per  sincerarsi del fatto , gli abitanti  di Pioppi e  di Bibbiena;   poi   quelli  di  Certamondo, di  Romena, di Protovecchio, di Stia; e finalmente  vennero  anche da  lontano. Ma   guarda  e riguarda , non  vedevano nulla, e  la casa  rimaneva chiusa come  se  dentro non ci stesse nessuno. Però  i più   curiosi  , mettendo  l'occhio contro  il buco della chiave, sentivano un  rimuginio di monete  e certe parole   che  nessuno capiva.  Venne  l'inverno, e  la casa , che era bassa ,rimase  quasi  nascosta  nella neve. Quel  mistero dei sette uomini seppelliti  in  quella  caverna, metteva in moto  tutti i cervelli e faceva dimenticare tutte  le lingue. Ci fu un montecorniolese più  curioso dei suoi  paesani, un certo Turno, che , senza   dire nulla  a nessuno, si mise in testa  di scoprire quel mistero, e, aspettata  una notte  che  non  ci  fosse  luna , s'infilò  un  coltellaccio  alla cintura , prese un'asta  più lunga  di lui , e si avviò   alla  casetta. Era buio  come in gola al lupo e  il vento  mugolava  nelle  insenature  dei  monti e spazzava  giù  una  neve fine fine  e gelata , che  tagliava  la faccia  a Turno; ed era   giusto che fosse  freddo , perché era appunto la notte di Natale.

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