13-6-2019
--Giovanni , non sono in casa per nessuno.
Lentamente, con quella sua aria di tedio infinito, la principessa Camilla si distese sul divano.
Da gran tempo già ella si annoiava indicibilmente; ma non mai, come in questa prima quindicina dell'anno, aveva sentito il peso dell'ozio, dell'ozio lento ed eguale, molto simile a un letargo.
Il principe o era alla caccia , o al club, o dall'amante, o alla passeggiata, o in qualunque altro luogo, e Camilla non aveva figliuoli. Non più amore, non più illusioni; ma lo stesso " dovere " sempre!
Fiori, dolci, ninnoli d'ogni specie si accumulavano su i mobili. I semplici biglietti da visita degli amici e i biglietti teneri e frulli delle amiche riempivano la coppa antica d'argento cesellato. Suonarono le quattro.
Camilla, ch'era tutta avvolta in una specie d'ampia tunica bianca, di crespo della China, ornata di volpe nera , ebbe uno scotimento doloroso.
"Dio , che giornata interminabile! Come par lento il tempo; e pure com'è rapido! Son passati già cinque anni dal giorno delle sue nozze col principe ch'ella credeva di tener sempre inginocchio d'innanzi alla sua strana bellezza. Ma i fiori domani saranno appassiti. Fra cent'anni dove sarà ella mai? Oh pensiero orribile! Nulla più rimarrà di quella meravigliosa carne, così candida e così soave , ch'ella profuma ogni mattina con tanta amorevole cura.
"E quel gran mazzo di fiori che la marchesa le manda da Nizza?....Forse per far dimenticare le sue malvagità recenti. Del resto , anche la marchesa è forse divorata dalla noia ed ella morde le sue amiche per non perder forse intieramente l'appetito.
"Un biglietto da visita e una scatola di dolci; due biglietti da visita e una scatola di dolci; tre biglietti da visita e una scatola di dolci. Dio mio , come sono stupidi gli uomini!
"Tieni Bab, amor mio bello , per te , tutto per te". Il cagnolino inglese, turbato nel suo sonno e ne' suoi sogni, si rivolta borbottando e mostra i denti alla nivea mano della padrona. Oh povera principessa, che , nelle ore più tristi, non ha mai potuto avere nemmeno l'amicizia d'un cane! Quella bestiola rara e preziosa a pena a pena si degna di lasciarsi amare, ma ad amare non si abbassa mai. Non è come quei poveri cani che, castigati a colpi di frusta quando non giungono a puntare la pernice, o scacciati a calci quando ardiscono di entrare nel salotto, guardano il padrone con gli umidi occhi pieni di immutabile tenerezza . Il cagnolino di Camilla costa cento bei luigi d'oro. Chi amerà dunque la dama solitaria? Forse il mendicante che ripete nella via, con la voce fioca e nasale, la sua nenia lamentevole? O forse il nobile cavallo , risplendente, come una bella donna, nella sacra perfezione della forma; il cavallo ch'ella inciterà senza misericordia contro l'alta barriera d'innanzi a cui l'animale è rimasto quasi immobile pel terrore?
Forse . Ma non certamente l'amerà il marito , il bello e gelido principe Giorgio; ne' l'ameranno i ciclisti che sussurrano all'orecchio la volgare e monotona canzone della loro cupidigia invano nascosta sotto un falso velo di passione.
Ma la principessa sa bene di non essere amata da nessuno; ed ella a punto è triste perché si sente sola sul sentiero che conduce al riposo eterno.
Il principe , in verità , ha torto .Egli preferisce quella gran ragazza biondastra che occupa il terzo posto a destra nella fila delle prime ballerine. Tutti i gusti son gusti. Egli dice che la principessa non è una donna."Ha troppo vaste ali!" Ma non si è accorto intanto che l'adorabile bionda ha troppo vasti i piedi, a sua volta.
---Una lettera per Sua Eccellenza.
Una lettera , semplice, senza un fiore : una scrittura ignota, una corona ducale sul suggello.
Camilla in gran furia lacera la busta che contiene uno chèque di centomila lire e queste parole:"Pei vostri poveri, principessa." La firma è un nome illustre e glorioso, il nome d'un vecchio che Camilla ha veduto appena in qualche festa ,molto a dietro. Che mistero!
La principessa si annoia. Ella pensa , e la curiosità la invade.
--Sia pronto il legno.
Ed ecco Camilla fuor di casa . Va , senza esitazione , a trovar il vecchio duca.
Già ella sa quel che dirà. Quasi, quasi è in collera"Volete spiegarmi, signore, perché mandate centomila lire per i poveri a me che non vi conosco?
Un vecchio domestico, coperto d'una livrea scolorita, apre alla principessa la porta di un'anticamera assai malinconica, mediocremente addobbata di cose piuttosto fuor di moda che antiche.
--è in casa il duca?
--La signora viene forse per una questua? Non sa la signora che il duca sta morendo?
La principessa rabbrividisce, ma si contiene e dice:
--Può ancora leggere?
--Ha conservati tutti i sentimenti.
--Portategli questo biglietto.
Dopo dieci minuti, Camilla da una sala immensa ed austera entrò in un salotto dove il duca , pallido come se già l'anima lo avesse abbandonato, aspettava appoggiato al caminetto. Egli apparteneva ad una casa in cui gli uomini muoiono ritti quando è presente una donna. Indicò una poltrona alla principessa che aveva già rinunziato ad ogni atto d'alterigia.
--Vengo a ringraziarvi , signore , del magnifico dono che mi avete mandato per i poveri. Se avessi avuto il tempo di riunirli, ve li avrei condotti per dar loro la gioia di vedere l'uomo che consolerà tante miserie.
--Non dovete ringraziarmi, principessa. Io non vi ho fatto alcun dono , perché non si può nulla portare seco nell'altro mondo e perché io non lascio in questo mondo eredi. Sarebbe inutile riunire i vostri poveri e condurmeli. Mancherebbe il tempo. Domani io sarò partito.
--Che volete dire?
--Una cosa molto semplice , o signora. Della mia giovinezza non restava che l'amore onde io, con ridicola cecità, ardo per voi a sessant'anni; e della mia fortuna , dispersa in una vita d'uomo prodigo, senza utilità e senza piacere, non restavano che quelle centomila lire. Offrirvi l'amore non potevo. Ho avuto l'ardimento di offrirvi quel misero residuo perché voi vi degnate di distribuirlo ai poveri con le vostre nobili mani.
-Duca -esclamò Camilla , invasa da una singolar commozione --la vostra opera è quella d'un vero gentiluomo.
--Di un sincero innamorato , tutt'al più , signora , ma questo non ha importanza. Ho consultato il mio medico prima di far così. Egli è un vecchio amico e non m'inganna. In men d 'otto giorni io sarò lontano dalle speranze come dalle disillusioni umane....Addio , principessa.
Camilla uscì, muta per lo stupore , lasciando il duca spossato dallo sforzo sovrumano che egli aveva sostenuto per parlare a voce alta e per reggersi in piedi.
Il duca cadde su la poltrona dove s'era seduta Camilla , torcendosi nello spasimo della malattia di cuore, che lo conduceva alla morte.
Quando si trovò nella sua carrozza , la principessa mise un lungo sospiro; e quindi sorrise amarissimamente. "Un uomo mi ama :è vecchio e morirà domani. Mio marito preferisce a me le attrici e le ballerine. Coloro che mi fanno la corte non hanno che il solo unico scopo di sentir dire mentre passano:"Ecco l'amante della fiera principessa Camilla". E pure , mio malgrado , sento che un giorno bisognerà ch'io ami . Sia maledetto l'amore!"
La carrozza entrava nel portone del palazzo.
La principessa salì nella sua stanza e si abbigliò per il ricevimento della sera . Se bene ella fosse molto giovine ancora e se bene ella possedesse una serie meravigliosa di abiti e di gioielli, si vestì a lutto.
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