8-6-2019
--Ricordando la comunità dei beni fra i primi cristiani di Gerusalemme, di certo non vogliamo accennare ai beni materiali, ma piuttosto a quelli spirituali, e il famoso brano---dagli Atti degli apostoli ci sembra, nel contesto ecumenico, un richiamo indirizzato alle varie confessioni cristiane perché mettino in comune le ricchezze delle proprie tradizioni.
Quando Abramo lasciò la sua eredità ai dodici patriarchi, essi ebbero in comune l'Alleanza con Dio , ma si dividettero i beni materiali del padre. E quando le dodici tribù d'Israele entrarono nella terra promessa, se ne dividettero il territorio, pur rimanendo un solo popolo e i depositari di un solo libro, la Legge di Mosè. Ma quando Gesù chiamò a se i dodici Apostoli, dividette con loro la sua povertà evangelica e le beatitudini del regno celeste. Perciò, quando la morte e risurrezione di Cristo ebbe riunito i primi fedeli attorno agli Apostoli, non c'è da stupirsi che abbiano rinunciato ai propri beni per conseguire le ricchezze del regno venturo, che abbiano rinunciato alla propria terra e alla Legge di Mosè per annunziare dovunque nel mondo il Vangelo della salvezza.
Hanno condiviso i loro beni spirituali non solo con ebrei della Dispersione, ma soprattutto con i fedeli venuti dal paganesimo. A questo hanno contribuito non poco le numerosi persecuzioni di popoli causate dalle guerre e, più tardi , dalle invasioni barbariche.----------noi dobbiamo sempre rendere grazie a Cristo, è lui che , mediante lo Spirito,cerca sin dalla Pentecoste di rimettere insieme con il soffio divino le nazioni disperse al tempo della torre di Babele per formare man mano, di tante genti e nazioni, un solo popolo , il suo.
Così, per esempio, tanti fedeli ortodossi,cacciati via dalla Russia a causa della persecuzione atea, e tanti Greci o Armeni scampati al genocidio, hanno trovato rifugio presso le nostre nazioni occidentali , tradizionalmente cattoliche, come l'Italia , la Francia ,il Belgio, l'Austria , o protestanti come la Svizzera, la Germania, l'Olanda, l 'Inghilterra. Vi hanno formato le loro comunità ecclesiali e costituito le loro chiese.---------------------------------------------------------
Ma, all'esotismo culturale di una società di stranieri ricchi e benestanti è succeduto un cristianesimo più vero, un cristianesimo di poveri e bisognosi , che per unica e vera ricchezza avevano ormai le icone sacre della Trinità, del Salvatore, della Madre di Dio e dei Santi, la divina Liturgia come luogo d'incontro del cielo e della terra, la loro fede ricevuta dagli Apostoli e definita dai Concili, la loro ecclesiologia fondata non sull' autorità che scende dall'alto in basso ma sull'orizontale comunione tra le varie Chiese, il loro sacerdozio di monaci e di uomini sposati, soprattutto i loro teologi, come Bulgakov, Florovsky, Evdokimov, Lossky, Meyendorff, Schmemann e Leonid Uspiensky..
Il loro insegnamento, tradotto nelle varie lingue occidentali, ebbe una diffusione importante, tra le due guerre e dopo la Liberazione, presso gli ambienti religiosi cattolici che cercavano di rinnovare la Chiesa Romana. E così, una parte del bene ortodosso è stato messo in comune e ha prodotto i frutti migliori del Rinnovo liturgico in Occidente e del Concilio Vaticano 2°, tra i quali vogliamo elencare: il restauro della Pasqua come festa delle feste nell'anno liturgico, la concelebrazione dei sacerdoti intorno all'altare, la possibilità di dare ai laici la comunione sotto le due specie , la rivalutazione dell'episcopato come centro della comunione ecclesiale, la creazione delle conferenze episcopali nazionali sull'esempio dei patriarcati ortodossi, il sinodo permanente dei vescovi e delle diocesi , soprattutto la definizione della collegialità episcopale quale rettificazione del criticato dogma di Vaticano1°.
Così abbiamo visto Giovanni 23° rinunciare all'infallibilità per ascoltare il Concilio, Paolo 6° deporre il triregno per tornare a essere il vescovo di Roma, Giovanni Paolo 2° paragonare le due Chiese sorelle, l'ortodossa e la cattolica, ai due polmoni dello stesso organismo vivente, la nostra fede in Cristo. Dal canto loro, le Chiese ortodosse hanno potuto e potrebbero ancora maggiormente usufruire di certi beni delle chiese cattoliche o protestanti, per esempio nel campo dell'esegesi e della scienza biblica, nelle opere assistenziali e caritatevoli, nell'organizzazione interna della diocesi, nell'aggiornamento di certe strutture arcaiche, nella ricerca di una pastorale più dinamica, nei seminari e università,nella formazione del clero. Un secondo modo di vivere la comunità dei beni tra le varie chiese o confessioni cristiane ci viene insegnato da quello stesso brano apostolico, quando leggiamo negli Atti che nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva.-----------------------------------------------------------------
L'ecumenismo non è una devozione come quella a San Giuseppe che finisce col mese di giugno , quella a Maria che termina a fine maggio,---------------------------------L'ecumenismo non deve essere una devozione saltuaria, ma una dimensione perenne della nostra fede, perché coinvolge la nostra appartenenza alla Chiesa, all'Una Sancta che tutti proclamiamo nel nostro credo.----------------------------La cosa più importante, per noi credenti che vogliamo ritrovare la dimensione unitaria della Chiesa, è dunque di mettere in comune non soltanto i beni spirituali delle varie tradizioni, ma soprattutto il nostro cuore e la nostra anima. Perché, se da tante genti e famiglie formiamo in Cristo un solo corpo , abbiamo diritto alla diversità delle nostre membra, per l'armonioso funzionamento del tutto, visto che l'unità non vuol dire uniformità. Ma dobbiamo avere un cuore solo e un'anima sola , perché solo attraverso il cuore e l'anima possiamo collegarci con il capo , che è Cristo, come nel corpo le diverse membra sono unite al cervello , alla testa, tramite i vasi sanguigni e il sistema nervoso. E solo così, essendo consci di appartenere a un solo corpo, possiamo rispettarci vicendevolmente, da membro a membro, nella necessaria diversità.
Se avremo un cuore solo e un'anima sola, saremo collegati veramente con Cristo, collegati gli uni con gli altri nel corpo unico della Chiesa santa, che non esiste sulla terra così perfettamente una e santa, ma alla quale crediamo , con speranza e fiducia, come crediamo alla risurrezione dei morti. E come non si passa dalla vita terrena a quella celeste senza aver purificato il nostro essere, senza averlo reso totalmente libero per l'amore divino, così se vogliamo far progredire le nostre Chiese verso la totale Unità dobbiamo liberarci di quello che diciamo ancora nostro, deporre ai piedi degli apostoli le nostre arroganze di cattolici, ortodossi e protestanti, per sentirci finalmente più cristiani, perché non è l'appartenenza a una determinata Chiesa che ci salverà, ma la nostra adesione rinnovata a Cristo nell'Una Sancta che è il suo vero corpo; l'Una Sancta che oggi ci sembra un sogno , ma nella quale domani forse ci sveglieremo dicendo: Eravamo uniti lo sapevamo!
Carissimi ,quando la domenica, nei propri luoghi di culto, celebriamo il giorno del Signore, il memoriale della sua Risurrezione, ci pare di lasciare un momento la condizione terrena e di entrare per anticipazione nella Parusia, nella gloria di Cristo. Nello stesso modo oggi , noi che celebriamo l'Una Sancta, entriamo per anticipazione nella Chiesa Unica e glorifichiamo con un solo cuore l'unica Trinità del Padre , del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
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