26-6.2019
I rami degli alberi , sfrondati, battevano fra loro facendo un rumore di ossa cozzate insieme, e, un po' il buio , un po' quel mugolio del vento, e più di tutto quel rumore, gelarono il sangue a Turno; ma la curiosità fu più forte della paura ed egli si accostò alla casetta misteriosa . Quando fu lì, avvicinò l'occhio al buco della serratura, ma non vide nulla; allora vi pose l'orecchio , e sentì un tintinnio d'oro e di argento e un parlare strano, che egli non capiva. Stette così un pezzo , incerto se doveva bussare o no ,ma finalmente, vedendo il fumaiolo del camino, dal quale non usciva punto fumo, salì sul tetto per tentare di penetrare con l'occhio nella stanza. La neve alta attutiva i suoi passi, e siccome il tetto era basso , con poca fatica vi salì; ma capì subito che non era riuscito a nulla, perché dal fumaiolo si vedeva il focolare spento e basta.
Turno però, che aveva le scarpe grosse e il cervello fine, pensò:"è tardi , e prima o poi questi uomini misteriosi andranno a letto. Anche a contare i quattrini finiranno per stancarsi, e allora io, che sono secco come un fuscello, mi calo giù per la cappa del camino e mi levo da dosso questa curiosità, che non mi dà pace".
Infatti si accoccolò come meglio pote' da un lato del fumaiolo, a riparo dalla neve e dal vento, e aspettò, Ma aveva un bell'aspettare! Quelli di giù , conta che ti conto, non finivan mai di maneggiare monete e di ciarlare.
A un tratto cessò il rumore, i lumi furono spenti giù nella stanza, e tacquero tutti i discorsi. In quello stesso momento , al castello di Soci scoccò la mezzanotte.
" Ho capito, -- pensò Turno, --sono stregoni , e a quest'ora se ne vanno in giro ; tanto meglio, così vedrò senz'essere disturbato; aspettiamo."
Ma non ebbe molto da attendere perché di lì a poco fu colpito da un gran chiarore e si vide passar davanti agli occhi una figura tutta bianca e lucente , e dopo questa una seconda , una terza , e poi tante e tante . Avevano i capelli biondi e inanellati, due ali bianchissime attaccate alle spalle , e portavano in mano una cesta coperta . Appena sbucavan fuori dal fumaiolo , si dirigevano verso un casolare o un villaggio . Le più volavano alto e poi sparivano fra le macchie di faggi o d'abeti verso l'Eremo di Camaldoli, nei punti dove sono le case dei carbonai o dei mulattieri.
--Sono angioli!....-diceva fra se Turno.--E io che li avevo creduti stregoni!
E quando ne ebbe veduti uscire un centinaio , e che gli parve che non ne dovessero venir più su per la cappa del camino, Turno si legò una corda alla cintola , fermò quella fune intorno al fumaiolo e si calò giù. La cucina era grande e, a giudicare dalla sua vastità, doveva essere l'unica stanza della casa ; ma sulle due lunghe tavole e sulle panche non c'erano ne' monete ne' altro. Dirimpetto all'uscio che metteva sulla campagna , v'era una specie di volta chiusa da un sasso. Turno staccò un lumicino di ferro dal muro , e dopo aver girata la pietra , entrò in un corridoio buio .Egli camminò per un pezzo , sempre in discesa , e finalmente sboccò in una caverna bellissima che pareva una sala . La volta era tutta tempestata di ghiaccioli di cristallo di forma curiosa, e nel mezzo c'era una grandissima colonna , tanto grande che quattro uomini non l'avrebbero abbracciata . Quando si fu fermato costì a guardare , Turno riprese la via , e scendi scendi , a un tratto fu colpito da una grandissima luce. Quel chiarore veniva da una sala , molto più bella della prima, che si trovava in fondo alla discesa , proprio nelle viscere del monte. Codesta sala era illuminata a giorno, e nel mezzo c'era una cassa d'oro col coperchio di cristallo , e intorno tante casse più piccole . Sulla parete di fondo v'era poi una specie di trono , tutto d'oro , e su quello dormiva il vecchio dalla cappamagna di seta. Turno tremò tutto nel vederlo e non osò accostarsi a lui. Si avvicinò peraltro alle casse d'oro col coperchio di cristallo , e rimase a bocca aperta a guardarle. In quella dimezzo , che era la più grande , v'era uno scettro d'oro tutto tempestato di perle grosse come nocciole. Sul fondo d'ebano nel quale era posato lo scettro , stava scritto in pietre preziose:" Salomone". In un'altra cassetta c'era una corona d'oro tutta ornata di brillanti, e su quella stava scritto :"Regina Saba". Nelle altre poi vi erano alla rinfusa braccialetti, collane , pugnali , spilloni, il tutto lavorato stupendamente e tutto scintillante di gemme lucenti come tanti soli.
Turno, a veder tutta quella grazia di Dio, rimase di sasso, e il diavolo in quel momento lo tentò. Con una sola di quelle collane si sarebbe potuto comperare un podere , fabbricarsi una casa e cessare la vita di stenti che aveva fatto dacché era nato. Alzò gli occhi e vide che il vecchio dalla cappamagna dormiva come un ghiro , e il diavolo lo tentava sempre, facendogli pensare che nessuno si sarebbe accorto della mancanza di un gioiello. "Per chi possiede tanti tesori , un oggetto più o meno , non fa nulla", gli suggeriva lo spirito del male.
Turno alzò il coperchio di una di quelle cassette, ficcò la mano dentro e la rilevò piena di gioie, che si nascose subito in seno;poi, tutto guardingo e tremante , riprese il lumicino che aveva posato in terra , e rifece la via percorsa prima per uscire dalla caverna.
Giunto che fu alla seconda sala, grondava di sudore e le gambe gli si erano fatte pese come di piombo. Ogni momento si fermava , stava in ascolto perché gli pareva udir dietro a se' rumore di passi e voci. La salita che doveva fare lo sgomentava , e se non fosse stato il timore di trovare il vecchio desto , sarebbe tornato addietro per rimettere al posto i gioielli rubati, tanto se li sentiva pesare sul petto come ciottoli di torrente.
In quella seconda sala si gettò un momento a sedere,ma subito si rialzò perché aveva sentito nitrire un cavallo a poca distanza , e si die' a salire di corsa per il lungo corridoio. Egli giunse tutto trafelato in cucina , e senza concedersi un momento di riposo , si attaccò alla fune e in un momento fu sul tetto.
Appena Turno fu all'aria aperta vide venire volando da tutti i punti cardinali gli angioli bianchi e luminosi, che gli erano passati a poca distanza quando era nascosto dietro il fumaiolo. Tutta l'aria era imbiancata dalla luce che mandavano i loro corpi, e da ogni lato si sentiva cantare:"Osanna ! Osanna!...." mentre le campane delle chiese sonavano il mattutino . Turno , impaurito da quella vista e da quei canti , senza pensar nemmeno a levar la corda , spiccò un salto dal tetto, e invece di correre in direzione del paese, si nascose in una buca in mezzo alla neve e costì rimase intirizzito fino a giorno , come un ladro che ha paura si essere scoperto . Soltanto all'alba tornò a casa , e quando la madre gli domandò dov'era stato tutta la notte , rispose arrossendo:
--Sono stato a messa.
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