25-4-2019
Chiare fresche e dolci acque
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;
gentil ramo ove piacque,
con sospir mi rimembra,
a lei di fare al bel fianco colonna;
erba e fior che la gonna
leggiadra ricoverse
co l'angelico seno;
aere sacro sereno
ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse:
date udienzia insieme
a le dolenti mie parole estreme.
S'egli è pur mio destino,
e'l cielo in ciò s'adopra,
ch'Amor quest'occhi lacrimando chiuda,
qualche grazia il meschino
corpo fra voi ricopra
e torni l'alma al proprio albergo ignuda;
la morte fia men cruda
se questa spene porto
a quel dubbioso passo,
chè' lo spirito lasso
non poria mai in più riposato porto
ne' in più tranquilla fossa
fuggir la carne travagliata e l'ossa.
Tempo verrà ancor forse
ch'a l'usato soggiorno
torni la fera bella e mansueta
e là' 'v'ella mi scorse
nel benedetto giorno
volga la vista disiosa e lieta,
cercandomi; ed o pieta!
già terra infra le pietre
vedendo, Amor l'ispiri
in guisa che sospiri
si dolcemente che mercè m'impetre,
e faccia forza al cielo
asciugandosi gli occhi col bel velo.
Da' be' rami scenda,
dolce ne la memoria,
una pioggia di fior sovra 'l suo grembo,
ed ella si sedea
umile in tanta gloria,
coverta già de l'amoroso nembo;
qual fior cadea sul lembo,
qual su le trecce bionde,
ch'oro forbito e perle
eran quel di a vederle;
qual si posava in terra e qual su l'onde,
qual con un vago errore
girando parea dir:" Qui regna Amor".
Quante volte diss'io
allor pien di spavento:
"Costei per fermo nacque in paradiso!"
Così carco d'oblio
il divin portamento
e 'l volto e le parole e 'l dolce riso
m'aveano, e si diviso
da l'imagine vera ,
ch'i' dicea sospirando:
"Qui come venn'io o quando?"
credendo esser in ciel, non là dov'era.
Da indi in qua mi piace
quest'erba si ch' altrove non ò pace.
Se tu avessi ornamenti quant'ai voglia,
potresti arditamente
uscir del bosco e gir infra la gente.
Nessun commento:
Posta un commento