27-4-2019
La regola benedettina, frutto del felice incontro della spiritualità cristiana con il senso dell'equilibrio e l'acuto senso giuridico propri dell'antico popolo romano( da cui proveniva la famiglia di Benedetto) può considerarsi dopo i Libri Sacri ispirati, il più fecondo testo di dottrina e di leggi che abbia generato santi, educato popoli, esposto norme di governo, irradiato nel mondo il messaggio di Cristo.-----------------------
Con ,la Santa Regola, Benedetto diede prova di essere anche sommo legislatore. E ciò non deve destare meraviglia perché Benedetto attraverso i suoi genitori, educati secondo la più elevata etica romana e profondamente cristiani, affonda le sue radici nell'antico popolo romano di cui porta nel sangue l'acuto senso giuridico universalmente riconosciuto a questo popolo.
Nella regola benedettina troviamo richiamati anche i valori necessari al buon andamento di un'impresa di oggi, La Regola infatti ,dopo avere esaltato l'importanza essenziale del lavoro (manuale, intellettuale, artistico, artigianale) prescrive che esso si faccia bene, senza tristezza, senza mormorazione; inoltre mette in risalto i moderni valori di ordine , gerarchia,regolarità, puntualità.----------------------------------
Nel campo della tecnica di governo all'Ordine benedettino si deve lo strumento di governo più pratico che si conosca:"Capitolo generale", che è in sostanza la prima assemblea sopranazionale europea, essendovi rappresentati i monasteri di tutto il continente, come dire il parlamento europeo.-----è in particolare l'ordine benedettino a stabilire il principio democratico dell'assemblea come fonte di ogni potere e il principio elettivo per nominare chi governi la Comunità e l'obbligo del capo ( l'Abate anch'egli soggetto alla Regola ) di discutere con i suoi monaci tutti i problemi che li riguardassero.
Quando nell'anno 547 Benedetto moriva, già erano state gettate le basi, di solidità davvero eccezionale, del monachesimo occidentale che attraverso le abbazie e le altre case benedettine (diffuse per ogni dove) , costituì sulle fondamenta della civiltà cristiana la struttura della nuova Europa; a pieno titolo San Benedetto è stato proclamato Padre d'Europa.
Vero è che fu Roma a realizzare l'Europa unita economicamente, politicamente, intellettualmente in quanto , qualificandosi caput mundi e volendo per se' l'impero del mondo , ridusse a unità quanto era il mondo conosciuto. Infatti ogni persona cui era stata conferita la cittadinanza romana , in qualsiasi località vivesse ,era consapevole di far parte del medesimo impero nel quale tutti condividevano e rispettavano ( o dovevano condividere e rispettare) gli stessi principi. E l'editto di Caracalla conferendo nell'anno 213 la cittadinanza romana a tutti gli uomini liberi delle provincie realizzò giuridicamente l'unità dell'impero,.................
Tale situazione politica e giuridica favorendo indubbiamente il diffondersi del Cristianesimo agevolò l'opera di Benedetto. Ma fu per l'azione evangelizzatrice sua e dei suoi discepoli che l'Europa divenne unita nello spirito cristiano, ed è questo che più conta. Fu lo spirito che infiammò il cuore di Benedetto e dei suoi discepoli, che diede loro la forza per far nascere nel continente europeo , mediante la costituzione di numerosi centri di spiritualità e di cultura, una nuova civiltà
quella dell'amore annunciato e portato da Cristo; in questa nuova civiltà venne riscoperta la personalità dell'uomo con le sue inalienabili prerogative e con la sua particolare dignità di figlio di Dio. L'Europa di oggi , anche se notevolmente progredita nel campo tecnologico e scientifico, sta diventando sempre più povera di valori spirituali e rischia di soffocare nella stretta dei tentacoli della secolarizzazione, dell'ateismo, della indifferenza religiosa e nella perversa spirale de consumismo.--------------
Invero l'unità dell'Europa non è un progetto di oggi ; esso infatti era stato già accarezzato da politici come Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, Robert Schuman, ma fu lentamente , progressivamente affossato dagli interessi divergenti delle politiche succedutasi.
La verità è che l'Europa non ha ancora un'anima; occorre quindi che attraverso le sue gloriose radici ritrovi la sua anima, ma potrà ritrovarla soltanto se---memore delle parole di San Paolo:"Non c'è salvezza sotto il cielo se non nell'incontro con Cristo"---tornerà a scoprire il cristianesimo come la sua vera identità e con il Cristianesimo gli autentici valori della vita, quei valori spirituali senza i quali ogni tentativo di unità europea non potrà essere che vano. A san Benedetto , alla sua Santa Regola, al messaggio di cristianità, di sapienza e di saggezza in essa contenuto dovranno ispirarsi i popoli di oggi per ritrovare con abbraccio fraterno la gioia e la pace , non soltanto quella delle armi ma anche e soprattutto quella del cuore, in una Europa unita , fedele alle sue origini cristiane quando Europa e cristianità erano una cosa sola , un'Europa in cui sia ristabilito il primato dell'"essere" sull' "avere", libera dall'ipoteca del materialismo consumista, un'Europa fraterna e giusta , aliena dalle false ideologie del predominio.
è ben augurante che l'inno dell'Europa unita è proprio l'"Inno alla gioia", composto dal grande Ludwig van Beethoven musicando la mirabile ode Alla gioia , scritta nell'anno 1786 dal grande poeta tedesco Friedrich von Schiller che la concepì come un grande abbraccio di fratellanza nella comune , irresistibile aspirazione di tutti gli uomini verso la gioia conquistata dall'uomo quando riesce a versare (per così dire) la propria anima nell'anima degli altri godendo e soffrendo con loro.
Ecco---infine---alcune fra le più significative parole dell'ode Alla gioia:
Gioa ,bella scintilla divina!
Abbracciatevi milioni di esseri!
Tutti gli uomini divengano fratelli.
Fratelli! Al di sopra della volta stellata
un Padre amorevole abita di certo!
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