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martedì 2 aprile 2019

Sciaibar,il nano scaccia invidie da: Arabia Malipiero 1°

2-4-2019
Al  tempo in cui, in Asia,  regnavano potentissimi e  ricchissimi Sultani, e le  fate intervenivano più o  meno  gentilmente nei  fatti di  casa loro, uno di  questi Sultani aveva tre  figli ed  una nipotina. I figli si  chiamavano Hussein, Alì e Ahmed, e la  nipotina, figlia di  un fratello morto del sovrano, Alifa.
Il tempo passava e i quattro  ragazzi crescevano volendosi un bene  dell'anima; ed  ecco che un  giorno il Sultano chiamò ad  udienza privatissima i tre  principi:
---Figli miei, sono  vecchio ormai, e  voi avete  raggiunto il  fiore  dell'età. Vorrei designare quello che  sarà mio  successore, e  vorrei che  foste tutti  felici...Osservando bene ho  capito che  tutti  e tre  amate  Alifa e  sareste contenti di sposarla. Come posso  decidere chi  la sposerà e sarà Sultano al suo  fianco, senza  commettere ingiustizie o errori?  Ho  deciso di  sottomettervi ad  una prova , e  colui  che  la vincerà avrà  sua  cugina e il trono. Andate a  cercare per me , nel  vasto  mondo, la  cosa più straordinaria che  potrete trovare, chi me  la porterà sarà il  prescelto.  I tre  figli s'inchinarono, andarono nelle  loro stanze, si  vestirono da  mercanti, e  partirono insieme.
Poi, il giorno dopo , giunti ad  un  crocicchio di tre  strade si  abbracciarono molto affettuosamente, e si  separarono dicendosi reciprocamente, e col cuore:
---Buona fortuna, fratello!---perché si  amavano veramente molto.
---Vogliamo  darci appuntamento qui fra  undici  mesi precisi?-- disse Hussein. E, siccome era il maggiore, e  saggio, gli  altri furono d'accordo.
--Fra undici mesi qui.
E  ognuno andò, per  la via che  aveva scelto, gettando in aria una  penna di fagiano.  Hussein era  stato diretto dalla  penna  sulla  via  che menava in India, e più precisamente al regno di Bisnagar, ricco  e stupendo. Nella  capitale di  questo regno c'erano palazzi e negozi  bellissimi, e per le vie  venditori ambulanti con  ogni sorta di  mercanzie.  Ed ecco Hussein incontrò uno di questi venditori che  portava sulle spalle  un tappeto, il  quale  non  era  proprio niente di speciale,  rispetto a tanti altri che  si  vedevano nei  negozi; il disegno era  grossolano, la  lana  con la quale era tessuto bruttaccia. Il prezzo , invece , che l'uomo ne chiedeva, era altissimo, per  niente in proporzione col  valore reale  dell'oggetto.
---Scusa--- disse  Hussein incuriosito--- vuoi dirmi perché chiedi una somma  simile per  codesto tuo  tappeto?
---Perché è magico, mio  nobile  signore-- rispose il venditore.--- Se  tu  stendi per terra  e ti ci metti  sopra, ti  trasporta a volo  dove  tu  vuoi. Hussein dovette fare una  faccia  piuttosto incredula, perché subito l'uomo aggiunse:
--Fai la  prova, se  credi , insieme  con me.
---Perbacco---pensò Hussein--se  ciò  fosse  vero , questo tappeto potrebbe  essere la cosa  straordinaria che  vuole  mio  padre.  E accettò di fare la prova:
--Andiamo al mio  albergo col  tuo  strano  mezzo di trasporto, brav'uomo, e, se ci  arriviamo veramente, ti  pagherò il prezzo che chiedi. Si mise a sedere sul tappeto e,in  quattro e quattr'otto, si trovò trasportato in  volo all'albergo insieme col  mercante.  Non  esitò a  snocciolare le buone  e molte  monete che  ne  chiedeva, e si mise a viaggiare sul  suo  acquisto, in  attesa di  tornare all'appuntamento che  aveva  con  i fratelli. Mentre  Hussein andava in India  ed  incontrava questa  bella fortuna,  il secondo fratello, Alì, seguendo anche lui  la sua  penna  di  fagiano, andava  in Persia, e  più precisamente alla  bellissima città di Shiraz.  Anche qui  vie  popolose , magnifici palazzi, bazar ricchi di  ogni ben  di Dio, mercanzie di  tutti  i  generi e qualità. Ed  ecco  che,in  uno  di  questi bazar, il  principe vide esposto un  bastoncello d'avorio lungo quanto un  palmo, e  grosso come  un pollice, con  sopra  scritto il prezzo,  favoloso per  simile  oggetto,  di tremila zecchini.
---Buon uomo---domandò incuriosito al mercante---perché pretendete tanto per quel vostro bastoncello?
---Perché è magico, mio nobile signore. Ad ogni estremità c'è una lente nella quale tu puoi vedere, in qualsiasi momento, quello che più ti aggrada.Vuoi farne la prova?
--E  perché no?---disse Alì che  aveva una  gran voglia di  rivedere il  dolce viso della  cuginetta Alifa, e si mise l'occhio ad uno dei  capi del  bastoncello.
--Perbacco--- esclamò sbalordito-- mi  sembra proprio di avere  Alifa davanti a me  in carne ed ossa! E, senza  tanti  complimenti, pagò i tremila  zecchini e si  avviò per   tornare in patria col  bastoncello stretto  al cuore,  dicendosi tutto  allegro:
---Questa è certamente la cosa  straordinaria che  può  fare contento mio padre....
Il terzo  fratello, Ahmed, partì anche lui  dietro, la  sua penna  di fagiano, e s'avviò verso la bella e fiorente città di Samarcanda. Anche qui vie popolose, palazzi stupendi, bazar pieni di  tutto il  desiderabile. Fra quella  folla  multicolore per  le  vesti e le razze, lo colpì un venditore ambulante che girava gridando:
---Chi vuole la mia mela per  quattromila zecchini?
---Mi  sembra, amico---disse il principe divertito---che  tu non  chieda poco per una mela...
---è  artificiale, signore.
---Peggio ancora, chi  la compra non  può neanche levarsi la fame.....
---Si, ma la mia  è magica. Se la  accosterai al naso di  un malato,  anche  se  moribondo, guarirà di colpo.
----Ciò che tu  dici è molto bello, ed io  comprerei volentieri simile  frutto, ma come  faccio a sapere se  dici la verità?
--Facciamoci indicare un malato grave, e  andiamo insieme al  suo  capezzale, signore.  E così fecero. Non fu difficile trovare nei  pressi un poveretto in  tale condizione, malato nientemeno che di  peste. Ma ,  appena ebbe  fiutato la mela, eccolo svelto e sano come  un pesce. Ahmed non mise tempo in mezzo, comprò la mela e si  avviò  verso la  patria lontana. Ed ecco che i tre  fratelli si  ritrovarono all'appuntamento fissato.
--Che cos'hai portato tu ?
--E tu?
--E tu?
Si  divertivano  un mondo a  mostrarsi reciprocamente le loro meraviglie. Ma,  avvicinando l'occhio al bastoncino  magico di Alì, Hussein vide  Alifa morente nella sua  stanza.
---Presto, presto, venite sul mio  tappeto, andiamo  con  la tua  mela  a salvarla, Ahmed....  Infatti arrivarono di  volo in  un baleno al palazzo, e al  solo odorino del frutto magico Alifa guarì, mentre era  proprio gravissima, e  la gioia tornò nella  reggia che era  già quasi in lutto.  Immaginarsi  la felicità del  Sultano! Però, in  tanta  felicità, si trovava anche in  grande  imbarazzo.
---Figli miei, i vostri  doni hanno  salvato Alifa. Però non  sarebbe bastato il solo  bastoncello di Alì,  ne' il solo  tappeto di Hussein, ne' la  sola mela  di Ahmed a  raggiungere ciò. Quindi mi  trovo in  grande  difficoltà di scelta tra voi. Per  cui vi  sottoporrò ad  un'altra  prova.  Domattina  vi  troverete tutti  e tre  i  quel  prato in  faccia a noi. Ognuno di voi  scaglierà una  freccia , e  quello  che  saprà lanciarla  più  lontana avrà Alifa e il trono.
I ragazzi accettarono la gara.   (continua)



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