Cerca nel blog

domenica 30 giugno 2019

da:" Il posto nel mondo" S.E.I. "E l'ostia gli tremò nelle mani" di Virgilio Brocchi

30-6-2018
Venne  la domenica dell'Incoronazione. Il  piazzale  della  chiesa e i prati  vicini erano  coperti  di  baracche e di  attendamenti; le  campane   di Santa  Maria  rispondevano  cinguettando  ai  boati  del   campanone  di Dovara.  Nel  santuario   non si respirava  più, tanta  folla  vi si  stipava. Per  la porta  spalancata  si  spandeva  sul  sagrato e  per i campi  il canto  dei sacerdoti , al  quale  rispondeva il  salmodiare  rapido e netto  dei cantori.
Dentro il presbiterio Pietruccio , tutto  raccolto  in se', con  un  gran  nastro  bianco al braccio , si  piegava  sul  piccolo  inginocchiatoio ai  piedi  dell'altare; alle sue  spalle , chine  sulla  balaustrata, pregavano  la mamma , zia Teresa,il nonno. Giulia tremava  di  mistico fervore e, attraverso le  lacrime, credeva   di vedere l'aureola risplendere sulla  nuca  prona  di suo  figlio.
Ma Pietruccio non  vedeva  nulla; non sentiva  nemmeno la folla  pigiata  dietro  di lui ; appena  di  tratto  in tratto , riacquistando coscienza , scorgeva l'altare luccicante  tra  l'incenso , il vescovo con  la tiara e il  paludamento  solenne , immobile  sotto il  baldacchino avvolto  da  nuvole  odorose,  ansiosamente seguiva con  lo sguardo il  parroco  che  officiava  nella  corona  dei  sacerdoti  fulgidi di stole e  pianete.
Egli  non  sapeva  più ne'  pregare  ne' pensare ; solo  un  dolcissimo  sgomento  si dilatava dentro  di lui , anelando al  canto  sacro  che  già  poc'anzi lo  aveva  rassegnato a Dio soavemente col  sospiro  delle  quattro  voci del Respice  in me .  D'improvviso l'anima  gli  sfolgorò, all'impeto del Gloria, che  balzava  dalla  cantoria; fu tutta  un  trepidare  di luce, dissolvendosi  nella  passione  mistica  del  Credo; la musica  si  straziò nel  Mortuus et  sepoltus, si esaltò nel  Resurrexit, spaziò  solenne  nel  Venturus est  iudicare  vivos et  mortuos e  proruppe  osannante alla  santa Chiesa cattolica, alla  resurrezione  della carne , alla  vita  eterna.
Petruccio era  come  annientato. Quando  il campanello  squillò, un lungo  brivido  lo  percosse  da capo  a piedi: si  curvò  ancora di più  sull'inginocchiatoio; a occhi  chiusi , vide   folgorare  alto  l'ostensorio, e  l'aria  intorno  rutilare. Tremava  come  una foglia ;  allora  una  soavità ineffabile , da quell'abbagliante fulgore  si  diffuse  con  voce  d'angeli:
Sanctus, Sanctus  qui  venit in  nomine  Domini.....
Gli  parve di morire  nell'eccesso di  quella soavità, sentì il sacerdote scendere dai gradini  dell'altare,  avvicinarsi, fermarsi dinanzi a lui; sbigottì, l'anima  gli traboccò, alzando  il volto inondato  da  un  silenzioso prorompere di lacrime.
L'officiante vide  la faccia  estatica , mortalmente pallida,  mortalmente  felice , bagnata  di pianto , e l 'Ostia gli tremò  nelle mani; la sua  esitazione trepidò nel cuore  d'ogni  assistente; il vescovo stesso si  chinò appena a guardare , e  la sua  tiara  folgorò.  La  Particola  sacra si posò  sulle  labbra  sbiancata  del  fanciullo ; il coro  angelico, avvolto  dall'onda  trionfale  dell'organo ,  proruppe  nell'Osanna,  spalancando la volta  del  tempio  all'immensità radiosa  del cielo.
Questa descrizione, sono certa , leggendola , ci riporta , alla nostra prima comunione; ma io dedico  questo post a tutti i bambini , che hanno  fatto , o che devono, fare,  in questo periodo  , la prima comunione: auguri!

sabato 29 giugno 2019

TUTTE LE POESIE di Emily Dickinson 4°

29-6-2019
1334

Dolce questa  prigione
tenere  queste cupe  sbarre
non un tiranno ma  il re  delle piume
inventò questa  pace.

Se questa  è  la mia sorte
se  non c'è un  altro regno
una prigione  non è che un amico
una cella--la casa.
1335

Quel mio sogno perfetto  non sia mai
segnato  dalla  macchia  dell'aurora,
sia  la mia notte  quotidiana  pronta
ad  accogliere sempre il tuo  ritorno.

Ci coglie  inconsapevoli il potere -
timida , nostra  madre  aveva  indosso-
a  casa -in Paradiso-
non altra veste che la sua  sorpresa.
1336

è la natura ad assegnare il sole -
questa è astronomia-
decretare un amico  non le è lecito-
questa  è astrologia.
1337

Su un mare di lillà
scuotere  senza tregua
il suo allarme  vellutato
che via fuggendo  dalla  primavera
la primavera  spinge  per  vendetta
a  condanne di balsami-

giovedì 27 giugno 2019

LE NOVELLE DELLA NONNA di Emma Perodi "Lo scettro del Salomone e la corona della regina Saba" 3°

27-6-2019
E  invece di aiutare la  sua vecchia  mamma nelle faccende di  casa,  salì in camera , nascose la roba  rubata sotto un  mattone dell'impiantito, e si  coricò.  Ma il sonno , che  era il suo  compagno fedele dopo le fatiche , quella  mattina  non andò a  chiudergli le palpebre, e, dopo essersi rivoltato per  diverse ore da  una  parte e dall'altra, dovette  alzarsi.
Appena  scese  in cucina e si  affacciò sulla  porta di casa , vide  passare due  contadini  tutti lieti, che parlavano fra di loro  gesticolando. Essi  eran tanto infatuati a parlare , che  neppur si  accorsero di Turno.
---Sai ,-- diceva il più  vecchio ,--è proprio  un  miracolo . Stanotte alla  mezzanotte s'è veduto  sopra la casa mia  un  gran  chiarore e poi s'è sentito  un fruscio d'ali sul  tetto . Camillo , il  mio  bambino maggiore , che  dorme  in cucina , s'è destato e ha  veduto scendere un angiolo dalla  cappa  del camino. Quell 'angiolo si è  chinato sul letto , lo ha baciato in fronte e gli ha detto:"Eccoti  i doni che  ti  manda  il Banbin  Gesù perché   sei stato  buono. Ogni anno , se  continuerai  a essere  onesto e  timorato di  Dio, verrò  a  visitarti". Poi  l' angiolo è sparito cantando:" Osanna!" e  Camillo racconta  che tutta  la stanza era  piena  di  un odor  acutissimo  di   gigli  e di rose. Sul  letto  il ragazzo ha trovato  inoltre un sacchetto  di  monete  d'oro, vestiti  caldi per  ripararsi  dal  tramontano, e  ghiottonerie  di ogni  specie. Io  vengo  a  Montecornioli a  raccontare  il fatto al curato e a  fargli  vedere le monete.
--In casa  mia  è  avvenuto  lo stesso, --disse  l'altro  contadino, --i regali  sono  toccati  soltanto alla mia  Maria,  perché i  maschi  son tre  forche , e  l'angiolo , che  lo sapeva , lo ha detto alla bambina  mentre  l'ha  baciata.
Turno ,tutto  commosso, aveva  seguito  i due  uomini fin  davanti alla chiesa e  li vide  imbrancarsi con tanti altri , i  quali  aspettavano  che  il curato avesse detto l'Ite  missa est per  interrogarlo  al  pari  dei  due  contadini. Ora  capiva dov'erano  volati   gli  angeli! ora si  spiegava  perché  aveva  sentito  contare  tante  monete! E quello  che  egli  aveva rubato era  dunque il tesoro  dei  bimbi buoni , dei  bimbi poveri!
Ebbe  vergogna  del  suo  furto e gli  pareva  che  tutti  dovessero leggergli  in fronte  la sua  mala azione. In  quel  giorno  non pote'   entrare  in chiesa , non lo  pote' davvero!  Le  gambe non ce lo  volevano portare; si mise  a fuggire , e corri  corri  giunse in  un bosco  di castagni, dove  rimase  come  un  bandito  fino  a notte. Quando  tornò  a casa , trovò la mamma  che  piangeva davanti  alla tavola  apparecchiata. La  povera  vecchia , non vedendolo  tornare  a mezzogiorno,  s'era messa  a smaniare  e non  aveva potuto  ingoiare  neanche  un boccone del  pranzetto  preparato  per  quel giorno di grande solennità. E  ora che lo  rivedeva e le pareva così  stralunato, non si poteva consolare, perché era  sicura che qualche cosa di grosso gli  fosse accaduto. Ma a  tutte le domande che  gli rivolgeva,Turno  rispondeva sempre  che non aveva  nulla , che si era imbrancato con i compagni e per questo aveva  fatto tardi.
Madre e figlio mangiarono e, per la prima volta, andarono a letto senza dirsi:"Felice notte", tanto Turno , arrabbiato  con se stesso , se la ripigliava  con la povera  vecchia, e tanto lei era  convinta ,  convintissima , che  il figlio suo  avesse  commesso  una  cattiva  azione.
Ne' la vecchia  afflitta , ne'  Turno  perseguitato dal rimorso, dormirono; anzi, il giovane a  una  cert'ora si levò, perché   gli pareva di soffocare, alzò  il mattone , si mise  di nuovo in seno i gioielli rubati , e s'avviò  verso la casetta all'imboccatura  della  caverna. Voleva  vedere se gli riusciva di riscendere in cucina e  rimettere al posto quelle   gioie, perché  gli pesavano  sul petto come  macigni, ed era pentito, arcipentito della   sua  birbanteria.  Ma appena  fu salito sul tetto della casetta, dovette di  nuovo nascondersi,  perché  sentì  giù  nella  cucina un  gran  tramestio , e un  momento  dopo vide gli  angioli  comparire  a uno a uno , e poi ,  quando  furono  tutti usciti  dalla  cappa  del camino , prendere il volo  come  un branco  di uccelli che  vadano dal monte alla  palude.
Turno si accorse che i volti degli  angeli erano  seri e accigliati. Volavano  velocemente  , e  dalle  loro bocche non  usciva  nessun suono melodioso.  A  un tratto uno di essi si voltò e fece , sul  paese  che  abbandonavano , un gesto di maledizione. Turno si  gettò  di sotto impaurito e cadde  sulla neve. In quello stesso momento udì  un rumore tremendo , e la casetta crollò e scomparve  giù nelle  profondità  della  terra, per incanto com'era sorta . I montecorniolesi videro in quella  notte , sull'apertura  della grotta , due  diavoli  col piede  di capro, che  tramandavano un così acuto odore  di zolfo, da  soffocare  quanti si  accostavano. Quei due  diavoli  avevano in mano spade  fiammeggianti.
I montecorniolesi non solo, ma anche  gli  abitanti  delle valli più  basse  e dei  casolari  di montagna s'impaurivano  di  questo succedersi  d'incantesimi, e nessuno osava  più passare , neppur di pieno  giorno, davanti  alla bocca  della caverna. Di notte  poi  non se ne parla,  perché stavano tutti  rintanati in casa , e dopo  la prima notte nessuno volle  più esporsi a  vedere quei brutti ceffi  di diavoli  con  le spade di fuoco.
La notizia  di questo fatto  giunse fino al beato Romualdo, abate  di Camaldoli, il quale  scese con una  lunga processione  di  frati del  suo Eremo , portando in mano la croce, e si recò a  benedire la bocca della  caverna di Montecornioli.  Il santo abate però disse che sotto quel fatto ci  doveva essere un mistero, quando  gli fu assicurato da un suo frate che  dopo poche notti  che  la caverna era stata benedetta , erano ricomparsi i demoni a farvi la guardia.  L'abate Romualdo ordinò preci  e digiuni  a tutti gli abitanti del paese di Montecornioli, per impetrare  da Dio la liberazione  da  quel tremendo flagello ; ma neppur questi  valsero , e i demoni  continuavano a mostrarsi.
In  quel frattempo Turno era  ridotto al lumicino . Nella notte stessa  dalla  scomparsa degli angeli e della casa , egli , sentendosi  opprimere da quelle  gemme rubate ai poveri , invece di portarseli  a casa e nasconderle sotto il mattone del pavimento, aveva  scavato una  buca in cantina e ve li aveva rimpiattate, e poi  era  andato a letto . Ma non aveva potuto dormire in tutta la notte , e  nell'uscire la mattina per andare nel bosco a segar le legna , come faceva ogni  giorno , aveva sentito la gente  sgomenta   dall'apparizione  dei demoni e dalla scomparsa  degli angeli,che  avevano recato nella  notte di Natale  tanti doni ai bambini buoni, ai bimbi  poveri  di tutta  la contrada.Quelle  lamentazioni che  udiva gli arrivavano al cuore, perché  sapeva  che  senza la sua  curiosità  e  il suo furto , gli  angeli  avrebbero  continuato a  beneficare i poverelli   del paese.Egli  si  sentiva  un gran malessere dentro  e le braccia  cionche  come  se non potesse  fare  nessun lavoro .Tutto il giorno  vagò per  il bosco evitando d'imbattersi negli  altri  boscaiuoli, e  non si avviò a casa altro che a ora tarda. Ma  prima di oltrepassare gli ultimi alberi, sentì  uno sbatter s'ali sulla sua  testa , e a un  tratto vide un pipistrello, grosso  come  un'aquila, con gli occhi e la lingua di fuoco.
Il  pipistrello  rimase  ad  ali aperte davanti a lui , e gli disse:
--Turno, tu  hai reso al Diavolo un  gran  servigio,  scacciando gli angioli dalla  caverna . Devi sapere  che  essi  vi avevano nascosto il tesoro  della  regina di Saba  e del re Salomone, salvato  da Gerusalemme   dopo  l distruzione  di  quella  città . Si erano ridotti qui  dopo  lunghe  peregrinazioni e ad essi lo aveva  confidato il Nazareno. Se occhio umano riusciva  a mirarlo , essi ne perdevano la custodia, e  il tesoro passava  nelle mani  del nostro  signore , Belzebù. Egli ora ti  vuole ricompensare e ti permette  di  penetrare  nella caverna e di sceglier magari  lo scettro  di Salomone e la corona di Saba.
--Non voglio  nulla!--diceva Turno tremando.-- Non  voglio nulla ; è  roba   del Diavolo!--e si fece  il segno della croce. Il pipistrello  con  gli  occhi  di fuoco  cadde in terra  come  fulminato, e dove era caduto si aprì  una  buca fonda  fonda , che ancora si  chiama "Buca del Diavolo" e chi ci precipita non riesce a tornar più su.
Turno, dopo questo  fatto , tornò a casa  come  immelensito. La sua mamma  non gli  pote'  cavar di bocca neppur una parola assennata, perché vaneggiava come un matto. La sera gli  venne la febbre , una  febbre da cavalli , e  nessuno  sapeva da che derivasse. Così rimase un mese , fra la morte e la vita , Sua madre  chiamò  i medici a curarlo, ma  essi non ci  capivano nulla in quella  malattia; chiamò le donne  che sanno  togliere il mal d'occhio, ma neppure quelle riuscirono a guarirlo; finalmente chiamò il  curato a benedirlo, e allora Turno  si sentì a un tratto sollevato, cessò di gridare e volle  confessarsi. Dopo la confessione si  comunicò, e  appena si  sentì in forze , scese in cantina , prese le  gioie che vi aveva nascoste e se ne  andò col  bordone da pellegrino e  col capo coperto di  cenere, prima  alla Verna, dove rimase in preghiera tre  giorni, poi all'Eremo  di Camalddoli, e finalmente alla Madonna  di San Fedele  a Poppi. Dinanzi a quella  immagine egli  depositò  le gemme prese  nel tesoro della  caverna , e  la collana  e il diadema  che  nei  giorni di festa ornano il  collo e la testa della  Madonna , sono  ancora  formate  delle stesse perle e delle stesse gemme  donate  da Turno. Il quale , finché  visse sua  madre menò un'esistenza  laboriosa, alternando il lavoro con le preghiere; ma alla morte  della madre  vende' la casetta , distribuendone il prezzo ai poveri, e poi andò a farsi  frate a Camaldoli e per le sue  virtù fu tenuto in  concetto di santità.
I montecorniolesi non hanno più veduto i diavoli con le spade  fiammeggianti a guardia  della caverna, ma nessuno ha osato  mai di scavare il monte per impossessarsi delle ricchezze. Due  ladri soltanto una volta vennero da  lontano per  rubare quello  che  sta nascosto nella  caverna , ma sull'imboccatura furono tutti e due  colpiti da una saetta ,che   li incenerì.
Ma  neppure i bambini buoni ,i bimbi poveri dei casolari sparsi sulla  montagna  hanno avuto più i ricchi doni, e questo fa supporre che in paese gli angeli non siano più tornati.
La regina  tacque , e Cecco , il bell'artigliere, esclamò:
--Mamma , la  memoria vi regge , ma una cosa sola avete  dimenticato di raccontare a  questi bambini, che vi  stanno a sentire a bocca aperta.
--Che cosa?-- domandò la Regina.
--La storia del turbante!
--Non  l'ho dimenticata;  gliela serbo a domani sera , e  per ogni festa del Natale ne ho un'altra.
--Dunque, mamma, ne sapete tre  solamente, perché tre  son le feste di Ceppo?--esclamò l'Annina, una  bimba  vispa , che  già aiutava in casa  come una donnina.
--No, no ; intendo dire  che  ne ho in serbo  anche per la sera  di Capo d'anno, per quella della Befana e poi le domeniche di gennaio.
--Siete una   gran nonna!--disse , mettendo la testa in  grembo alla vecchia , un maschietto di capello  rosso, con una testina  sempre arruffata  e  certi occhietti furbi, nei quali si leggeva tutto quel  che gli passava  nella mente.--Peraltro la novella di  stasera non mi  capacita.
--Perché?--domandò Cecco alzando Gigino e mettendoselo a  cavalluccio sulle  ginocchia.
--Perché   gli angioli non se la dovevano prendere con  i bambini se Turno  era sceso  nella  caverna. Mi  pare che  paghi il giusto   per il peccatore, e a noi, a noi che  ci si sforza  di non far  birichinate  in tutto l'anno , quando  vien la  vigilia di Natale , non ci  tocca nulla.
---Son  novelle!--sentenziò  l'Annina,--e  si  raccontano così  per  divertire. Se ci credessi , io non  porterei mai le pecore a pascere  dalla  parte di  Montecornioli; avrei  paura.
--Però  Gigino ha  ragione , è un'ingiustizia !--dissero a mezza voce altri due piccinucci, che erano sempre del parere  del Rossino.  In quel momento si  sentì  alzare il saliscendi  dell'ascio e le mamme  tornarono con lo scialle tutto tempestato di sottilissimi cristalli di ghiaccio. Esse vuotarono sulla  tavola una    fazzolettata  di brigidini e di  confetti, sui quali i bimbi si gettarono  avidamente.
--Eccoli  i nostri  angioli!--esclamò l'Annina.
--Ecco il mio angiolo! --disse Cecco  abbracciando la sua  vecchia.
Dopo poco, grandi e piccini, tutti riposavano al podere dei Marcucci, e i bei sogni rallegravano la mente dei bimbi dormienti.

è una fiaba antica che racconta di altri tempi, io desidero dedicarla a tutti i bambini, del mondo.

mercoledì 26 giugno 2019

LE NOVELLE DELLA NONNA di Emma Perodi "Lo scettro del re Salomone e la corona della regina di Saba" 2°

26-6.2019

I rami  degli  alberi , sfrondati, battevano fra  loro facendo  un  rumore  di  ossa  cozzate  insieme, e, un po' il buio , un po' quel mugolio del vento, e più  di tutto quel  rumore,  gelarono  il sangue  a Turno; ma  la  curiosità  fu più  forte  della    paura ed egli si  accostò  alla  casetta  misteriosa . Quando fu  lì, avvicinò l'occhio al buco  della  serratura, ma non vide  nulla; allora  vi  pose  l'orecchio ,  e sentì  un tintinnio  d'oro  e  di argento e  un  parlare  strano,  che  egli non  capiva. Stette  così  un pezzo , incerto se  doveva  bussare  o no ,ma  finalmente, vedendo  il  fumaiolo  del camino,  dal quale  non usciva  punto  fumo, salì  sul tetto  per tentare  di  penetrare con l'occhio  nella stanza. La neve  alta attutiva  i suoi  passi, e siccome  il tetto era  basso , con poca fatica  vi salì; ma capì  subito  che non  era  riuscito  a nulla, perché  dal  fumaiolo  si  vedeva il  focolare spento  e basta.
Turno  però, che aveva le scarpe  grosse  e il cervello  fine, pensò:"è tardi , e prima  o poi  questi  uomini misteriosi andranno a  letto. Anche a contare i quattrini  finiranno  per stancarsi, e  allora io, che  sono secco come un  fuscello, mi  calo  giù  per  la cappa  del camino e  mi  levo  da  dosso  questa  curiosità, che  non  mi  dà pace".
Infatti si  accoccolò come   meglio  pote' da  un lato del  fumaiolo, a riparo  dalla  neve e dal  vento, e  aspettò, Ma  aveva  un  bell'aspettare!  Quelli  di giù , conta che ti conto, non  finivan  mai  di maneggiare monete e di  ciarlare.
A un tratto cessò  il rumore, i lumi furono  spenti  giù nella  stanza, e tacquero tutti i discorsi. In  quello  stesso  momento , al castello di Soci scoccò la mezzanotte.
" Ho  capito, -- pensò  Turno, --sono  stregoni , e a  quest'ora   se ne vanno in giro ; tanto meglio, così  vedrò senz'essere  disturbato; aspettiamo."
Ma  non  ebbe  molto da  attendere perché   di lì a poco fu colpito da un  gran  chiarore  e si  vide passar  davanti  agli occhi una  figura  tutta  bianca  e lucente , e  dopo  questa  una  seconda , una terza , e  poi  tante  e tante . Avevano i capelli  biondi  e  inanellati, due  ali  bianchissime  attaccate  alle spalle , e  portavano in  mano  una   cesta  coperta . Appena  sbucavan  fuori dal  fumaiolo , si  dirigevano  verso  un  casolare o  un villaggio . Le  più volavano  alto e poi  sparivano  fra  le  macchie  di faggi o  d'abeti  verso  l'Eremo  di Camaldoli, nei  punti  dove  sono le case dei  carbonai o dei  mulattieri.
--Sono  angioli!....-diceva fra se  Turno.--E io  che li  avevo  creduti  stregoni!
E quando  ne  ebbe  veduti  uscire  un  centinaio , e che  gli  parve che  non  ne  dovessero  venir  più  su  per la  cappa  del camino, Turno si  legò  una  corda  alla  cintola , fermò  quella   fune  intorno al  fumaiolo e si  calò giù.  La  cucina  era  grande e, a  giudicare  dalla  sua  vastità, doveva  essere l'unica  stanza  della  casa ; ma sulle  due  lunghe  tavole  e sulle  panche non  c'erano ne' monete ne' altro. Dirimpetto all'uscio  che metteva  sulla  campagna , v'era  una  specie  di  volta  chiusa  da un  sasso. Turno staccò un  lumicino di  ferro dal  muro , e  dopo aver girata  la pietra , entrò  in  un  corridoio buio .Egli  camminò per  un pezzo , sempre in  discesa , e  finalmente  sboccò  in  una  caverna  bellissima che  pareva  una  sala . La volta era  tutta   tempestata di  ghiaccioli  di  cristallo  di  forma curiosa, e  nel mezzo  c'era  una  grandissima colonna , tanto  grande  che  quattro uomini non l'avrebbero abbracciata . Quando  si  fu  fermato  costì  a guardare , Turno riprese  la via , e scendi scendi , a  un  tratto fu  colpito  da  una  grandissima  luce. Quel  chiarore   veniva  da  una  sala , molto più  bella  della  prima, che si  trovava  in fondo  alla  discesa , proprio nelle  viscere del  monte. Codesta  sala  era  illuminata  a  giorno, e  nel  mezzo c'era una  cassa  d'oro col  coperchio  di cristallo , e  intorno tante  casse  più  piccole . Sulla  parete  di fondo  v'era  poi una  specie  di trono , tutto  d'oro , e su  quello dormiva  il vecchio  dalla cappamagna di seta. Turno tremò tutto nel  vederlo e non  osò  accostarsi a lui. Si avvicinò  peraltro alle  casse  d'oro col  coperchio di cristallo , e rimase  a bocca  aperta a  guardarle.  In  quella  dimezzo , che  era  la più grande , v'era  uno scettro d'oro tutto  tempestato  di  perle  grosse  come nocciole. Sul  fondo  d'ebano  nel quale  era  posato lo  scettro , stava  scritto in  pietre  preziose:" Salomone".  In un'altra  cassetta c'era una  corona d'oro tutta  ornata di brillanti, e su quella  stava scritto :"Regina  Saba". Nelle  altre poi vi  erano alla rinfusa  braccialetti, collane , pugnali ,  spilloni, il tutto  lavorato  stupendamente e tutto  scintillante  di gemme lucenti  come  tanti  soli.
Turno, a veder  tutta  quella  grazia di Dio, rimase di sasso, e il diavolo in  quel momento lo tentò. Con  una  sola di quelle  collane  si  sarebbe  potuto  comperare  un podere , fabbricarsi una casa e cessare la vita  di stenti  che  aveva fatto dacché  era nato.  Alzò  gli occhi e vide che  il vecchio  dalla cappamagna  dormiva  come  un  ghiro , e  il diavolo lo tentava  sempre, facendogli pensare  che nessuno  si sarebbe  accorto  della  mancanza  di un gioiello. "Per  chi possiede  tanti  tesori , un  oggetto  più o meno , non fa  nulla", gli  suggeriva  lo spirito  del male.
Turno alzò il coperchio  di  una  di quelle  cassette, ficcò  la mano  dentro e  la rilevò  piena di gioie, che si nascose subito  in seno;poi, tutto  guardingo  e tremante , riprese  il lumicino che  aveva posato  in terra , e  rifece la via  percorsa  prima per uscire  dalla  caverna.
Giunto  che fu alla  seconda  sala,  grondava  di sudore  e  le gambe  gli si erano  fatte  pese come di piombo. Ogni  momento si  fermava , stava in ascolto  perché   gli pareva  udir dietro a se' rumore di passi e voci. La  salita che  doveva  fare lo  sgomentava , e  se non  fosse stato  il timore  di  trovare il vecchio desto , sarebbe tornato  addietro per  rimettere  al posto i gioielli  rubati, tanto se li sentiva  pesare  sul  petto  come  ciottoli  di torrente.
In quella seconda  sala  si  gettò un  momento  a sedere,ma  subito si rialzò  perché  aveva  sentito nitrire un cavallo a poca distanza , e si die'  a salire di corsa per il lungo  corridoio. Egli giunse  tutto  trafelato  in cucina , e senza concedersi un momento  di riposo , si  attaccò  alla fune  e  in un momento  fu sul  tetto.
Appena Turno  fu all'aria  aperta  vide  venire  volando  da tutti  i  punti cardinali  gli angioli  bianchi e luminosi, che  gli erano  passati  a poca distanza  quando  era  nascosto  dietro  il fumaiolo. Tutta  l'aria era  imbiancata  dalla  luce che  mandavano i loro  corpi, e da  ogni lato si sentiva  cantare:"Osanna !  Osanna!...."  mentre le  campane delle chiese sonavano il  mattutino . Turno , impaurito  da  quella  vista e da  quei  canti , senza pensar nemmeno  a levar la corda , spiccò  un salto dal tetto, e invece di correre in  direzione del paese, si  nascose in  una  buca  in  mezzo alla neve e  costì  rimase  intirizzito  fino a  giorno , come  un ladro che  ha  paura  si essere scoperto . Soltanto  all'alba  tornò  a casa , e quando  la madre gli  domandò dov'era  stato tutta la notte , rispose  arrossendo:
--Sono  stato a messa.

martedì 25 giugno 2019

LE NOVELLE DELLA NONNA di : Emma Parodi "Lo scettro del re Salomone e la corona della regina di Saba" 1°

25-6.2019
Tutte le campane  di Poppi e della valle suonavano a festa in quella  notte  chiamando i  fedeli alla  messa  di Natale, e pareva che a quell'invito rispondessero  le campane di Soci , di  Bibbiena , di  Maggiorana  e di tutti i paesi e i  castelli eretti sui  monti  brulli , che s'innalzano   fino all'eremo  di Camaldoli e al Picco della Verna, tanto era lo scampanio che  si udiva da ogni lato.
In  una casa di  Farneta, piccolo borgo sulla  via  di Camaldoli,
la famiglia  del   contadino Marcucci era  tutta  riunita  sotto  l'ampia cappa  del camino basso, che  sporgeva  fin  quasi a metà  della  stanza. Il camino , nel  quale  crepitava   un  bel  ceppo di faggio, era  grande  davvero, altrimenti  non avrebbe  potuto   contener  tanta gente,  perché i Marcucci  erano un  subisso!
Il vecchio  capoccia  era  morto , la moglie gli  sopravviveva , e intorno  a lei erano aggruppati i cinque  figliuoli maschi, i quali  avevano tutti  moglie , meno l'ultimo, Cecco, che era  tornato  da poco  dal reggimento, e  aveva sempre addosso  la  tunica d'artiglieria. I quattro fratelli  maggiori si ritrovavano  di già  la bella  caterva  di  quindici  figliuoli, fra  grandi e piccini, così  che  fra  la  vecchia Regina ,la nuore , i  figliuoli e quei  quindici  nipoti,  facevano   venticinque persone. è vero che  il  podere  era  grande, ma se  i ragazzi maggiori  non si fossero  ingegnati ad  accompagnare  col  trapelo le carrozze  che  andavano a Camaldoli, facevano  in  su e in giù  non avrebbero attecchito  il desinare con  la cena.
Quella sera  la vecchia Regina stava  seduta  sopra una  panca molto  vicina  al fuoco  crepitante, e le sue  mani operose , che  intrecciavano  di  consueto  i fili  di paglia per farne cappelli, restavano inerti  in grembo. I più piccoli fra  i nipotini le sedavano  accanto  guardando  un  grandissimo  paiuolo appeso  sopra  il fuoco, nel  quale  bollivano  le castagne. Lo scampanio  continuava, e  tutti  quei bambini, che  solevano  andare  a letto  come  i polli per  alzarsi  a giorno, non  chiedevano  di coricarsi, ne' le mamme  davano  loro  il solito imperioso  comando:" A letto!" poiché in  quella notte era  consuetudine dei Marcucci  che i giovani  andassero alla messa  notturna alla abbazia  di San  Fedele, sul  monte dove s'erge  gigante  il castello  di Poppi, con  la sua  immensa  torre che si  vede quasi  da ogni punto del Casentino, e i piccini  rimasero a casa a far  compagnia  alla nonna ,la  quale  li  teneva   desti narrando  loro fiabe  meravigliose, che ella  aveva  udito a sua  volta dalla propria  nonna e  dalle  vecchie del vicinato.
Il maggiore  dei figli  della Regina , l'austero Maso , che  faceva da capoccia  dopo la morte del padre, li comandava tutti a bacchetta; egli si alzò e , aprendo  la porta  della cucina che  guardava sull'aia , disse, rivolto  alla moglie e alle altre donne:
--La nottata è brutta e la neve è tutta ghiacciata, che vogliamo  fare?
Mentre Maso teneva ancora l'uscio  aperto strologando le nubi, che  correvano da tramontana, un soffio di  vento gelato  penetrò  nella cucina e fece  rabbrividire  grandi e piccini.
Ma  la Carola era stata pronta  a dire:
--E da  quando  in qua  il freddo e la neve ci metton  paura?  Alla  messa di Natale ci siamo sempre  andati e ci andremo  anche stanotte, se Dio vuole.
La Carola , come  moglie  del capoccia , godeva  in famiglia di una certa  autorità;  così  le altre donne annuirono con la testa , e mentre  ella  si alzava per vedere se le ballotte eran  cotte nel paiuolo, le cognate salirono al  piano  superiore a  prendere lo scialle, il rosario e i cappotti di  panno pesante foderati  di flanella  verde dei rispettivi mariti.
Quando esse riscesero , la Carola aveva già posato il paiuolo in  tavola  , dopo averne  scolato  l'acqua , e  con una  mestola di legno  distribuiva  ai bambini le castagne, Anche le  cognate se ne empirono  le tasche dei grembiuli di rigatino, e quando  Maso disse:"Dunque , vogliamo  andare?" tutte si strinsero bene sotto il mento il fazzoletto   di lana a  colori  vivaci, e su quello si misero lo scialle   di flanellone.  --E tu non  vieni?---domandò  Maso a Cecco  vedendo che s'era  seduto  di nuovo  sulla  panca nel  canto del fuoco.
--Sentirò tre messe  domani ,  per ora  resto  qui; è  tanto  che non  ho più  fatto il Natale  a casa , e mi  struggo di sentir  raccontare dalla mamma  la  novella  dello scettro  del  re Salomone  e la regina  Saba.  Cecco non  diceva tutto il suo pensiero . Tornato a casa dopo tre anni passati nel reggimento , parte ad Alessandria, parte a Palermo, aveva trovato la vecchietta  molto deperita,  e il timore  di perderla  da  un  momento  all'altro  lo aveva  assalito  tanto  da inchiodarlo  a fianco  della  mamma in  tutte  le ore che non lavorava. E anche quando era nel campo , pensava  sempre :
"La troverò  viva  quando  torno a casa?
Quel pensiero angoscioso  e continuo gl'impediva  d'imbrancarsi con gli amici e di andarsene  a veglia  nei  casolari vicini, dove il bell'artigliere sarebbe  stato festosamente  accolto dalle  ragazze, curiose  di sentir parlare  della  vita di città e  delle avventure  militari.
Maso  aprì l'uscio e s'incamminò alla testa della comitiva, composta delle cognate , dei fratelli e dei tre ragazzi maggiori, ormai giovanotti anch'essi. Appena  tutta quella gente fu  uscita , Cecco andò a  sedersi accanto alla Regina , e  mettendole una  mano sulla spalla , le  disse  scherzando:
--Badate , mamma , la novella la  so  quasi a mente , e se non la raccontate  bene, vi tolgo la parola e la narro io! Vi rammentate  quante  volte sono  stato a occhi spalancati, con le gomita sulle  ginocchia , a sentirla?
--Quelli erano bei tempi!--sospirò  la vecchia .--Allora era vivo il babbo tuo, tutte le  figliuole erano in casa e io non ero  così  grinzosa.
--Nonna la novella!--dissero i piccini , che erano tutti  ansiosi  di  udire per la centesima  volta il meraviglioso racconto, che  aveva  sempre la virtù di  commuoverli.
La  vecchietta  finì di  sbucciare  una castagna , e dopo che l'ebbe data  alla  minore delle nipotine, prese  a dire con la voce dolce e il  purissimo accento ,proprio degli  abitanti delle montagne toscane:
----Dovete  sapere  che al  tempo  dei tempi arrivò un  giorno  a Montecornioli un vecchio  con  la barba  bianca, i capelli lunghi che  gli  scendevano fin  quasi alla cintola, vestito  di una  cappamagna di seta  e con un turbante in testa. Questo vecchio cavalcava  una mula  bianca e  dietro a lui veniva un carro tutto  coperto  trascinato  da  un paio di bovi , e  guidato  da  un  altro  vecchio , pure con  la barba  lunga e i capelli  lunghi , ma  vestito più miseramente. Attorno al  carro  cavalcavano  cinque uomini armati  di  lancia , e  tenevano  a distanza  chiunque  si  volesse  accostare. Ne'  l'uomo  dalla cappamagna, ne' il carro , ne' i soldati  erano  stati  veduti  passare per  il Casentino. Essi  erano  arrivati a Montecornioli senza  valicare  l'Appennino, senza  battere  le strade  maestre . La  gente li  aveva  veduti  soltanto sul  Pian del Prete, quando  salivano la vetta di Montecornioli. Poi  erano  spariti  col  carro  dentro un vano , che  mette  a  una grande  caverna . Soltanto l'uomo  dalla  cappamagna era  rimasto a guardia  di  quel  vano, e  la mattina , quando  i  montecorniolesi si  alzarono, rimasero a  bocc'aperta nel vedere  che, proprio in quel punto  , dove  prima  non  crescevano  nemmeno  le  cicerbite e i  cardi, era  sorta , come  per  incanto , una casetta con  le finestre chiuse e la porta  sbarrata. La mia  parola  sarebbe  insufficiente   se  volessi dirvi la  meraviglia che destò in tutti la comparsa in paese di  quella  comitiva, e poi il veder  sorgere quella  casetta dalla  sera  alla    mattina. Prima  accorsero   a  Montecorrnioli, per  sincerarsi del fatto , gli abitanti  di Pioppi e  di Bibbiena;   poi   quelli  di  Certamondo, di  Romena, di Protovecchio, di Stia; e finalmente  vennero  anche da  lontano. Ma   guarda  e riguarda , non  vedevano nulla, e  la casa  rimaneva chiusa come  se  dentro non ci stesse nessuno. Però  i più   curiosi  , mettendo  l'occhio contro  il buco della chiave, sentivano un  rimuginio di monete  e certe parole   che  nessuno capiva.  Venne  l'inverno, e  la casa , che era bassa ,rimase  quasi  nascosta  nella neve. Quel  mistero dei sette uomini seppelliti  in  quella  caverna, metteva in moto  tutti i cervelli e faceva dimenticare tutte  le lingue. Ci fu un montecorniolese più  curioso dei suoi  paesani, un certo Turno, che , senza   dire nulla  a nessuno, si mise in testa  di scoprire quel mistero, e, aspettata  una notte  che  non  ci  fosse  luna , s'infilò  un  coltellaccio  alla cintura , prese un'asta  più lunga  di lui , e si avviò   alla  casetta. Era buio  come in gola al lupo e  il vento  mugolava  nelle  insenature  dei  monti e spazzava  giù  una  neve fine fine  e gelata , che  tagliava  la faccia  a Turno; ed era   giusto che fosse  freddo , perché era appunto la notte di Natale.

lunedì 24 giugno 2019

Nessun uomo è un'isola di Thomas Merton 4°

24-6-2019
---La verità è la vita della nostra intelligenza. La mente non vive pienamente se  non  pensa    con rettitudine. E se  la mente  non  vede quello  che  debba  fare , come  può la volontà  far  buon  uso della  libertà?Ma  dal momento che la  nostra  libertà è in realtà  immersa in un  ordine  soprannaturale e tende ad un fine  soprannaturale che  non può neppure  conoscere con i mezzi naturali, la piena  vita dell'anima  deve essere una  luce  e  una  forza  infusa  soprannaturale  in essa  da Dio. Questa  è la  vita della  grazia  santificante, insieme  con  le  virtù infuse della  fede , della speranza, della carità------------------.
La sincerità  nel  senso più  pieno è un  dono divino, una  chiarezza  di spirito che  viene soltanto  dalla grazia. Se  non siamo divenuti  "uomini nuovi" creati  secondo Dio"nella  giustizia e nella santità della verità" non  possiamo evitare alcune  bugie e  doppiezza che  sono  divenute istintive nella nostra natura corrotta,---------------
Una delle conseguenze del peccato originale è un  pregiudizio istintivo in favore dei nostri desideri egoistici. Vediamo le  cose come  non  sono perché le  vediamo con  noi  al centro. Timore, ansietà, avarizia,  ambizione e il  disperato bisogno che abbiamo di piacere, tutto  deforma  l'immagine della  realtà  riflessa nelle anime nostre.  La grazia non corregge subito in una volta  questa  deformazione; ma ci  fornisce i mezzi di riconoscerla e di  tenerne conto. E ci dice  quello che dobbiamo fare per  correggerla .  La sincerità va  comprata  ad un prezzo: l'umiltà di  riconoscere i nostri innumerevoli errori e la fedeltà  a  ripararli instancabilmente.  L'uomo sincero è uno che  ha la grazia  di  conoscere che può essere istintivamente non  sincero , e che perfino la  sua sincerità  naturale  può divenire  una maschera  della irresponsabilità e della codardia  morale.....

------Dobbiamo perdonare ad essi nelle fiamme  del loro  stesso inferno perché Cristo nel  nostro perdono  discende ancora una volta  a  estinguere la fiamma  vendicatrice. Egli  non può farlo se  non perdoniamo agli altri con la Sua stessa  compassione---------------Il suo amore è del pari  umano e divino, e la  nostra carità sarebbe  caricatura del Suo  Amore se  pretendesse di essere soltanto divina e non  consentisse ad essere umana. Quando amiamo gli altri con il Suo amore non  conosciamo  più il bene e il male( ossia quello  che il serpente  promise) ma soltanto il bene . Vinciamo il male del mondo con la carità e la  compassione di Dio e così  facendo gettiamo  via  dal nostro cuore tutto il male.---------------------------------------------------------------------
-------------Dio che è infinitamente ricco  si fece  uomo  per  sperimentare la povertà e la  miseria  dell'uomo caduto , non  perché  aveva bisogno di  questa esperienza, ma  perché noi  avevamo  bisogno  del Suo  esempio. Ora  che abbiamo  visto  il Suo  amore , amiamoci l'un  l'altro come Egli  ci ha amato . Così il Suo  amore opererà nel  nostro  cuore e ci trasformerà in LUI

sabato 22 giugno 2019

SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO

23-6-20
La  tua  tenerezza mi salva
Come  il vasaio che  modella
l'argilla,
tu  mi  hai donato,
mio Creatore,
carne  e ossa, spirito  e vita.
Signore  che  mi  hai creato,
mio  Giudice e Salvatore,
attirami  oggi  verso  di te.

Io  ho  peccato, o mio Salvatore
ma io sono  l'uomo che ci
prova,
è la Tua  misericordia  che  ci
purifica.
Tu  vedi  le mie lacrime e mi
vieni  incontro
come  il Padre  accoglie  il figliuol
prodigo.
Nel  nulla  ho  dissipato
il   patrimonio  della  mia  anima.
Non  ho  più nulla  della  mia
eredità,
e soffro  la fame.
Io  grido:
Padre , pieno  di tenerezza,
vieni a me;
accoglimi nella tua misericordia.
Dalla  liturgia  Bizantina

venerdì 21 giugno 2019

Bomba atomica o carità? di Roul Follereau

21-6-2019
Oggi  bisogna  scegliere,
subito,
e per  sempre.
O  gli uomini imparano ad
amarsi,
a  comprendersi,
o l'uomo, finalmente, impara
a vivere per  l'uomo,
o gli  uomini  spariranno
tutti,
e  tutti  insieme.

....Dio ha permesso  che l'uomo
imparasse a distinguere
l'atomo,
e l'ha  lasciato  libero di  fare
ciò  che  suggeriva  il cuore.
Se  l'uomo  vuole, ecco al suo
servizio  una sorgente inesauribile
di energia  e di calore.
Nessuno avrà  freddo.
Nessuno  avrà più  fame.
Ma se l'uomo  vuole  diversamente,
è  la distruzione  della terra,
la  scomparsa  del genere  umano.
Sull'albero  della  Scienza  del 
Bene e Male,
che frutto sta  per  cogliere l'uomo?

La Carità  contro  la bomba  atomica:
ecco  la  guerra   che  comincia,
Ed  è una lotta  estrema.
.....Bomba  atomica  o carità?
Catena  di morte  o catena
d'amore?
Bisogna  scegliere.
E subito.
E per sempre
.
....Allora  una  crociata?
E  perché no?
Tu  pensi  di salvare  il mondo
con i discorsi degli  uomini di stato
o i voti  delle assemblee?
Perché   si  tratta  di salvare il
mondo da se  stesso,
e dalla sua  bomba  atomica.
Un mondo  che  non  osa  credere
più  in nulla , perché  gli hanno
insegnato  a  rinnegare
tutto , che non si  aspetta più nulla,
perché gli  hanno promesso
tutto.
Salvare  il mondo.
Insegnarli  nuovamente a
guardare  la vita
da  un  angolo  di  gioiosa e  vigile  fraternità.

....Se  tutti, ciascuno  di noi,
tutti  insieme  e subito,
tenteremo  quello  che  ci  è
 possibile,
qualcuno  sarà  salvato.
Allora, trascinati dal  nostro
esempio,
altri  faranno  come  noi,
cioè  meglio  di noi.
E  saranno  a  loro  volta imitati.
E altri  faranno  come  loro,
cioè  meglio  di loro.

Allora  uni'immensa   catena
d'amore
s'annoderà   tutt'intorno al
mondo.
Catena  d'amore o  catena  di   morte?
-----rileggere Follereau, oggi  ci fa riflettere sulla realtà mondiale odierna , dove nuove, bombe atomiche si stanno costruendo, per la distruzione del nostro pianeta.

giovedì 20 giugno 2019

TUTTE LE POESIE di Emily Dickinsson 3°

20-6-2019
557
è l'ultima a  nascondersi--
ed  è la prima  a sorgere-
a stento  la sua notte ricompensa
il  chiudersi  degli occhi per il sonno-
-
Completano  il purpureo  suo lavoro ,
si ritira con  tutta  dignità
in sotterranei appartamenti--proprio
come faremmo  noi.

Vivere  come lei non ci è concesso--
sarebbe  come cercar  di  produrre
con le nostre  fabbriche  imperfette
il giubilar  dell'ape--
560
Non  conobbe  languore, o   cedimento--
ma  solenne--sereno--
arse  fino a dissolversi--
si  dileguò dagli uomini-

Simil  forze  planetarie mai
pensai  annullate-
piuttosto , avranno subito uno scambio
di territori--o mondi--
561
Ogni  dolore  che  incontro , misuro
con uno  sguardo critico;
e mi  chiedo  se pesa quanto il mio,
o  ha   una  forma  più  agevole.

Mi  chiedo se  lo avran portato  a lungo,
o appena  incominciato.
Non saprei   dire la  data  del mio:
sembra una pena   così  antica.

E mi chiedo se  loro duole  vivere,
se  devono  tentare,
e se (fossero liberi di  scegliere)
preferirebbero  morire.

Noto  che  alcuni , dopo tanta  pazienza
alla  fine  ritrovano un sorriso
a somiglianza  di  un lume
che alimentino poche  gocce  d'olio.

Mi   chiedo se, quando un  cumulo d'anni--
qualche  migliaio--coprisse la  causa
dell'antica  ferita, tanto tempo
potrebbe  loro dar  qualche  ristoro,

o se continuerebbero a soffrire,
nel  passaggio  dei  secoli,
illuminati  a  una  più  grande  pena
per  il  contrasto  con  l'amore.

Molti, si dice, son quelli  che  soffrono;
e il  motivo ne  è  vario.
La morte è  una  e  vien solo una volta,
e solo inchioda gli occhi.

V'è  chi  soffre indigenza, e  v'è chi  soffre il freddo--
v'è la  disperazione;
e v'è  l'esilio da  volti nativi,
sotto  un'aria  nativa.

Ed anche  quando  non   capisco bene
ogni  specie, è per me
uno  struggente  conforto, passando
per il Calvario,

notare  come  son  fatte  le croci,
come  gli altri  le portano,
affascinata  tanto  da  presumere
che qualcuna  sia  simile alla mia.

martedì 18 giugno 2019

"Nessun uomo è un'isola" di Thomas Merton 3°

18-6-2019
-----Proprio come  l'anima  è il principio  vitale  da cui  dipende l'unità  e  l'azione   di  un  organismo  fisico, così  lo Spirito  Santo è il principio di vita di  unità  e    di azione  che  attira  insieme  le anime  degli  uomini  a vivere  come  una  sola  nel "Cristo  totale".  Ma  lo Spirito Santo non agisce  indipendentemente  dalla volontà   stessa  di Gesù. Al  contrario: riversato  in Cristo  senza  misura ,lo  Spirito  Santo viene  dato a ciascuno  di noi "secondo la  misura  del  dono  di Cristo".
Ciascuno di noi ha nel  cuore  la  carità che  Cristo  gli  conferisce, secondo i suoi  meriti, e lo Spirito  dimora in  noi in  obbedienza  al volere  di Cristo,Capo e santificatore   del Corpo Mistico.-----------------" Non  è  soltanto   il nostro  desiderio, ma  quello  di Cristo nel  suo  Spirito che ci attira  a  crescere  nell'amore .Quelli  che  soltanto di rado e mai sentono  nel cuore il  desiderio di  amare Dio e   gli  uomini e non  hanno sete  delle limpide  acque del  desiderio  che viene infuso  in noi dal  Dio forte e  vivente, sono di  solito coloro che hanno bevuto ad altre correnti o  si  sono scavate per se delle  cisterne screpolate. Non  è che  lo Spirito di Dio non  voglia muoverli con il Suo  amore :ma essi non sentono  nessuna attrattiva  per il  movimento interiore spirituale di una  carità pura e  disinteressata.-------------
--Il mondo  non è capace  di  ricevere lo Spirito  di Dio  perché non  può  conoscerlo e non Lo può  conoscere perché non  sa come  gustare e vedere  che il Signore è pieno  di  delizie per l'anima  dell'uomo che  a Lui  obbedisce.------

domenica 16 giugno 2019

"------NON HO DETTO NIENTE---------" DI Martin Niemoller 1942

17-6-2019
"----non ho detto niente----"
Quando  i  nazisti sono venuti
a  prelevare  i comunisti,
non  ho detto niente,
non ero comunista.

Quando  sono venuti
a prelevare
i sindacalisti,
non  ho  detto  niente,
non ero  sindacalista
.
Quando  sono venuti
a prelevare
gli ebrei
non  ho  detto niente,
non  ero ebreo.

Quando  sono  venuti
a prelevare
i cattolici,
non ero  cattolico.

Poi  sono venuti a prelevare me,
Ma  non rimaneva  più nessuno
per dire  qualcosa.

Santissima Trinità solennità anno

16-6-2019
Santa Caterina  da Siena
O eterna Trinità, immensa  come un  mare profondo, in cui  più  cresce e più  trovo, e quanto  più  trovo, più cresce la sete  di cercarti.  Tu sei insaziabile, e l'anima , saziandosi  nel  tuo  abisso, non si sazia, perché  permane  nella   fame  di te, sempre  più  te brama, o Trinità eterna,  desiderando  di vederti  con  la luce  della  tua  luce.

Tertulliano
Vi  sono  in Dio   tre  Persone, non per lo  stato, ma  per  il grado; non  nella  sostanza, ma  nella  forma; ed  esse  hanno  una  medesima  età, una  medesima  sostanza, una medesima  potenza, perché  vi è  un solo Dio  nel quale  si trovano  questi  gradi, questa forma , questa  potenza, sotto  il  nome  del  Padre, del  Figlio, e dello Spirito Santo
.
"Santissima  Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, col  santo  battesimo  hai  posto  la tua dimora nel  mio  cuore, così  che  io ti possa  adorare in ogni istante e vivere in  piena  comunione con  te. Padre , con  la tua  parola   mi  hai  creato, perché la tua  sapienza mi  ha  voluto  fin  dall'eternità. Figlio , con  il tuo  amore sulla  croce, mi  hai  riscattato  dal potere  delle tenebre  donandomi il tuo  regno. Spirito  Santo , amore del  Padre e  del  Figlio  effuso  su  di me , mi  hai  trasformato  in  una  nuova   creatura, donandomi  un  cuore  nuovo per  amare  ogni  creatura in te . Ti rendano  gloria  e ti servano  tutti  i popoli  della  terra. Per  tutti  i secoli dei secoli .Amen!

sabato 15 giugno 2019

SALMO 113(112) *Midrash Hallel(88,89 e 93ss), **Midrash Vajosha(47--49) e ***Seder Eliahu Rabba(v) in Alleluia, Interpretazioni ebraiche dell'Hallel di Pasqua( Salmi 113-118)

15-6-2019
Lodate, servi del Signore,
lodate  il  nome del Signore.
Sia  benedetto  il nome del Signore,
        ora e sempre.
Dal sorgere  del sole  al suo  tramonto
sia  lodato  il nome  del Signore.
Su  tutti  i popoli eccelso  è il Signore,
   più alta  dei  cieli è la sua  gloria.
Chi  è pari al Signore  nostro Dio  che siede nell'alto
      e si china a guardare dalla  polvere,
      dall'immondizia rialza il povero,
   per farlo  sedere tra i principi,
   tra i principi del suo  popolo.
Fa abitare la sterile nella  sua casa
  quale  madre  gioiosa di figli.
                      LODATE  SERVI DEL SIGNORE.....
*Un  esempio. Quale  paragone  si può fare?
Un re  uscì  da  oriente  a occidente e da  occidente  a oriente, ma  nessuno conosceva  la sua lingua, per  poterlo lodare---quella  lingua  nella  quale  gli piaceva  d'essere lodato.
Ora , chi conosce la sua lingua, nella  quale  vuole essere lodato? I suoi servi, e  quelli  del suo palazzo.  E chi sono questi servi del Santo,  benedetto Egli  sia? I figli  d'Israele, che  studiano  la Torah e la  Mishna davanti a lui.
** Quando furono uccisi  i primogeniti, il  faraone  si  alzò e, di notte  , andò  da Mosè e da Aronne, come sta scritto: E il  faraone chiamò  Mosè  e Aronne nella notte.E il faraone  bussava  alle  porte di Mosè e  di Aronne, in quella notte; e diceva loro: Alzatevi, uscite di mezzo   al mio  popolo! Ma essi  gli  dissero: Alzarci  di notte? Siamo  forse  dei  ladri,   da alzarci di notte? Usciremo di mattina; poiché così ci ha  detto il Santo, benedetto Egli sia: Quanto a voi , nessuno esca  dalla soglia di casa sua fino al mattino.
Egli  disse loro: Sono  ormai morti tutti gli Egiziani. Come  sta  scritto: Dicevano: Moriamo  tutti! Gli dissero:  Vuoi che cessi questa piaga? Di' allora :  Eccovi liberi! Eccovi  padroni di voi stessi!  Voi non siete servi miei, ma servi del Signore.
E il  faraone  cominciò  a gridare : In  passato  foste  miei  servi,  adesso  invece , ecco liberi, eccovi padroni  di voi stessi! Ecco : siete sevi  del Signore, e  dovete perciò  lodarlo, poiché siete suoi servi.
Come  sta  scritto: Alleluia lodate  servi  del Signore. Ed Egli  dice: I figli d'Israele sono servi  miei; e ancora : Il canto sarà  per  voi  come la notte in cui si  celebra  la festa.
*Un esempio . Quale  paragone si può  fare?
Un re mandò  i servi  alla  guerra , diede loro le sue  insegne, e  disse loro: Ogni volta  che  vincerete, loderete le mie insegne: e sarà come  se lodaste me.
In questo senso sta scritto : Lodate il nome del Signore.
                       DAL SORGERE  DEL SOLE AL  SUO  TRAMONTO.......
*Secondo la consuetudine del mondo, quando  uno  accende una lampada  davanti ai  suoi  vicini, essi  esprimono la loro gratitudine; in altri luoghi, però , nessuno può ringraziarlo.
Invece il Santo, benedetto  Egli  sia, illumina tutto  quanto il mondo; perciò  sta scritto: Dal  sorgere del sole  al suo tramonto è  lodato il nome  del Signore.
Di  giorno  lo si loda  dicendo:"Benedetto sei tu, Signore , creatore  degli astri!".E  alla  sera , quando il sole è tramontato, lo si loda dicendo:"Benedetto sei tu, Signore, che fai venire le sere!".
                     MADRE   DI FIGLI  GIOIOSA.
***Se i figli d'Israele  in questo  secolo  fanno penitenza e osservano la Torah e ne  gioiscono, la Torah gioirà  di loro nel secolo  futuro; come sta scritto:Madre  di figli  gioiosa.
*Sono i figli  di Sion, che  gioiscano  della  loro madre, e la  loro  madre gioisce di loro.
Un esempio . Quale paragone  si  può fare?
Un re  sposò una donna; gli generò  il primo figlio, e  il re lo diede  da allevare al  primo generale; gli generò  il secondo  figlio , e  il re lo diede da allevare  al  prefetto; gli generò  il terzo, e  il re lo diede da  allevare  a  un governatore.
Sion , che ha  cessato  di generare,  comincia ad affliggersi riguardo ai  suoi  figli, e dice al re ; Dove  sono i miei figli?
Subito allora il Santo , benedetto Egli  sia, dà fiato alla  grande tromba, e li fa salire a Gerusalemme.   Come sta  scritto: Voi  tutti ,   abitanti del mondo e  abitatori  della  terra, quando  alzerà  lo  stendardo sui monti  guardate ,  e quando  suonerà la tromba ascoltate;  e ancora:  E  sarà, in  quel giorno : suonerà la grande tromba, e verranno quelli che  sono dispersi nella terra  Assur e  quelli  che  sono esuli nella terra d'Egitto, e adoreranno il Signore sul  monte  santo , in Gerusalemme.
Allora, Sion  gioirà  dei suoi  figli, e  i suoi figli  gioiranno   della loro madre; come  sta  scritto:
E i figli  di Sion  esulteranno  e gioiranno  nel Signore loro Dio.

giovedì 13 giugno 2019

"ULTIME STRENNE" NOVELLE E SCRITTI NARRATIVI SPARSI di Gabriele D'Annunzio

13-6-2019
--Giovanni , non sono  in casa per nessuno.
Lentamente, con  quella  sua  aria  di  tedio infinito, la principessa  Camilla  si  distese  sul divano.
Da  gran  tempo già  ella  si  annoiava  indicibilmente; ma  non  mai, come  in  questa  prima  quindicina  dell'anno, aveva  sentito il peso  dell'ozio, dell'ozio  lento ed  eguale, molto  simile a  un letargo.
Il principe  o era  alla  caccia , o al  club, o dall'amante, o alla passeggiata, o in  qualunque  altro luogo, e Camilla  non  aveva   figliuoli. Non  più  amore, non  più illusioni;  ma  lo  stesso  " dovere "  sempre!
Fiori, dolci, ninnoli d'ogni  specie  si  accumulavano  su  i mobili. I semplici  biglietti  da  visita  degli  amici e i biglietti teneri  e frulli  delle amiche riempivano la coppa  antica  d'argento cesellato. Suonarono le quattro.
Camilla, ch'era tutta  avvolta in una  specie  d'ampia  tunica  bianca, di  crespo  della  China, ornata  di volpe  nera , ebbe  uno scotimento doloroso.
"Dio , che  giornata  interminabile! Come  par  lento il  tempo; e  pure  com'è  rapido!  Son  passati  già cinque  anni  dal giorno  delle sue   nozze col principe  ch'ella  credeva  di tener  sempre  inginocchio  d'innanzi  alla  sua  strana bellezza. Ma  i fiori  domani  saranno  appassiti. Fra  cent'anni  dove  sarà  ella  mai? Oh pensiero  orribile! Nulla  più rimarrà  di  quella  meravigliosa  carne, così  candida e così  soave , ch'ella  profuma   ogni  mattina con tanta  amorevole cura.
"E  quel  gran  mazzo  di fiori  che  la  marchesa  le  manda da Nizza?....Forse  per  far  dimenticare  le sue  malvagità recenti. Del resto , anche  la marchesa  è forse  divorata dalla noia ed ella morde le  sue  amiche per  non perder forse intieramente l'appetito.
"Un biglietto  da visita  e  una  scatola  di  dolci; due  biglietti  da visita  e una scatola   di dolci; tre biglietti da visita  e una  scatola di dolci. Dio mio , come  sono stupidi  gli uomini!
"Tieni  Bab, amor mio  bello , per te , tutto per te".  Il cagnolino inglese, turbato  nel  suo  sonno e ne' suoi  sogni, si  rivolta  borbottando e mostra i denti alla nivea  mano  della padrona. Oh povera  principessa, che  , nelle  ore  più  tristi, non ha  mai  potuto  avere nemmeno l'amicizia  d'un cane! Quella  bestiola  rara  e  preziosa a  pena a pena  si degna  di lasciarsi amare, ma  ad amare non si  abbassa  mai. Non  è come  quei  poveri  cani che, castigati a colpi  di frusta  quando  non  giungono  a puntare  la pernice, o scacciati  a calci  quando  ardiscono  di entrare  nel salotto, guardano  il padrone con  gli  umidi occhi pieni  di immutabile  tenerezza . Il  cagnolino di Camilla  costa  cento  bei luigi  d'oro.  Chi  amerà  dunque  la dama solitaria? Forse il  mendicante  che  ripete  nella   via, con la  voce   fioca e nasale, la sua  nenia  lamentevole? O forse il nobile   cavallo , risplendente, come  una  bella  donna, nella  sacra  perfezione della forma; il cavallo  ch'ella  inciterà  senza  misericordia contro  l'alta barriera d'innanzi  a cui  l'animale  è  rimasto  quasi  immobile  pel  terrore?
Forse . Ma non  certamente l'amerà il marito , il bello  e gelido  principe  Giorgio; ne' l'ameranno i ciclisti  che  sussurrano all'orecchio la volgare  e monotona canzone della  loro cupidigia invano  nascosta  sotto  un falso velo di passione.
Ma  la principessa   sa  bene  di  non essere  amata  da nessuno; ed  ella  a  punto  è triste  perché  si  sente sola  sul sentiero  che  conduce  al riposo eterno.
Il principe , in verità , ha torto .Egli  preferisce  quella  gran  ragazza  biondastra che occupa il terzo posto a  destra  nella fila delle prime ballerine. Tutti  i gusti  son  gusti. Egli dice che la principessa non è una donna."Ha troppo  vaste   ali!" Ma  non  si è accorto intanto che l'adorabile  bionda  ha troppo  vasti  i piedi, a sua volta.
---Una  lettera per  Sua  Eccellenza.
Una lettera , semplice, senza  un fiore : una scrittura  ignota, una  corona ducale sul  suggello.
Camilla in gran furia  lacera la busta che  contiene  uno  chèque di centomila lire e queste  parole:"Pei  vostri poveri, principessa." La firma  è un nome  illustre e glorioso, il nome d'un  vecchio  che Camilla  ha  veduto  appena  in  qualche  festa  ,molto  a  dietro. Che  mistero!
La principessa  si  annoia. Ella  pensa , e la curiosità  la invade.
--Sia pronto il legno.
Ed ecco  Camilla  fuor  di casa . Va , senza  esitazione , a trovar il vecchio duca.
Già  ella  sa  quel che  dirà. Quasi, quasi è in collera"Volete  spiegarmi, signore, perché mandate  centomila lire per i poveri  a me  che  non vi  conosco?
Un vecchio  domestico, coperto  d'una  livrea scolorita,  apre alla principessa la porta  di  un'anticamera assai malinconica, mediocremente  addobbata  di  cose  piuttosto  fuor   di moda che antiche.
--è in casa  il duca?
--La  signora  viene  forse per una  questua? Non  sa  la signora che il duca  sta  morendo?
La principessa  rabbrividisce, ma si  contiene  e dice:
--Può  ancora leggere?
--Ha  conservati tutti  i sentimenti.
--Portategli  questo  biglietto.
Dopo dieci minuti, Camilla da  una  sala  immensa ed  austera  entrò  in un  salotto  dove il duca , pallido  come  se già  l'anima  lo avesse abbandonato, aspettava  appoggiato  al  caminetto. Egli  apparteneva  ad  una casa  in cui  gli uomini muoiono ritti  quando  è  presente  una donna. Indicò una poltrona alla principessa  che  aveva  già  rinunziato  ad ogni  atto d'alterigia.
--Vengo a  ringraziarvi ,  signore , del magnifico  dono  che  mi  avete  mandato per i poveri. Se   avessi avuto  il tempo  di riunirli, ve li  avrei  condotti per  dar loro la gioia  di  vedere  l'uomo  che  consolerà  tante miserie.
--Non dovete ringraziarmi, principessa. Io non vi  ho  fatto  alcun  dono , perché non si può nulla  portare  seco nell'altro  mondo e  perché  io  non  lascio in questo  mondo eredi.  Sarebbe  inutile  riunire i vostri poveri e  condurmeli. Mancherebbe il tempo. Domani io sarò partito.
--Che  volete  dire?
--Una  cosa  molto  semplice , o signora. Della  mia  giovinezza non  restava  che l'amore onde io, con ridicola cecità, ardo per voi a sessant'anni; e della  mia  fortuna , dispersa in una vita  d'uomo prodigo, senza  utilità e senza  piacere, non  restavano che quelle  centomila lire. Offrirvi  l'amore  non potevo. Ho  avuto  l'ardimento di offrirvi  quel misero  residuo  perché voi vi  degnate di  distribuirlo  ai poveri con le vostre  nobili  mani.
-Duca -esclamò  Camilla , invasa  da  una  singolar  commozione --la vostra  opera è  quella d'un  vero  gentiluomo.
--Di  un sincero  innamorato , tutt'al più  , signora , ma  questo  non ha  importanza. Ho consultato il mio  medico prima  di far così. Egli è  un vecchio  amico e non  m'inganna. In  men d 'otto  giorni  io sarò lontano  dalle  speranze  come  dalle  disillusioni umane....Addio , principessa.
Camilla uscì, muta  per lo  stupore , lasciando  il duca  spossato  dallo sforzo  sovrumano  che egli  aveva  sostenuto per  parlare  a  voce  alta e per reggersi  in piedi.
Il  duca  cadde  su  la poltrona dove  s'era  seduta Camilla , torcendosi  nello  spasimo  della  malattia di  cuore, che lo  conduceva  alla morte.
Quando  si  trovò  nella sua  carrozza , la principessa mise  un lungo sospiro; e quindi sorrise  amarissimamente. "Un uomo  mi ama  :è vecchio e morirà domani. Mio  marito preferisce  a me  le attrici e le ballerine. Coloro che  mi fanno  la corte non hanno   che  il solo unico scopo  di sentir dire mentre passano:"Ecco  l'amante della fiera  principessa  Camilla".  E  pure , mio malgrado , sento che  un giorno  bisognerà ch'io ami . Sia maledetto l'amore!"
La  carrozza  entrava  nel portone  del palazzo.
La principessa  salì nella  sua  stanza e si abbigliò per il  ricevimento  della  sera . Se bene  ella  fosse molto giovine ancora e se bene ella possedesse una serie meravigliosa  di abiti e di gioielli, si vestì a lutto.

mercoledì 12 giugno 2019

L'AMORE di: Gibran

12--6--2019
Quando  l'amore  vi  chiama, seguitelo
anche  se  ha  vie  sassose e ripide.
E  quando vi  parla  credete  in lui
benché   la sua  voce  possa   disperdere  i vostri  sogni
come  il vento  del  nord  devasta  il giardino.
Poiché  come l'amore  vi  esalta  così  vi crocifigge
e come  vi  matura  così  vi poterà.
E   vi  consegna al  suo  sacro  fuoco
perché  voi  siate  il pane  santo  della mensa di Dio.
Tutto  ciò  compie  l'amore  in voi
affinché  conosciate  il segreto  del vostro  cuore
e  possiate  diventare  un frammento
del cuore   della Vita.
L'amore  non  dà nulla  fuorché  se stesso
e  non  coglie  nulla   se  non  in  se stesso.
L'amore  non  possiede ne'  vorrebbe essere  posseduto
perché l'amore  è sufficiente  all'amore.
E  non  pensate  di poter  dirigere  l'amore
perché  se  vi  trova   degni  è  lui  che   vi  conduce.
L' amore  non  desidera  che consumarsi!
Se  amate  davvero  siano  questi  i vostri  desideri:
destarsi all'alba  con  un  cuore  alato
e  ringraziare  per  un  altro  giorno  d'amore;
addormentarsi a sera
con  una preghiera per  l'amato nel cuore
e un canto  di lode sulle labbra.

martedì 11 giugno 2019

TUTTE LE POESIE di : Emily Dickinson 2°

11-6-2019
553
Una  Crocifissione  si  ricorda--
quante  davvero  ce ne  siano  state
non lo attestano  numeri
ne'  storia--

Un  Calvario è  indicato  allo straniero-
ma  tanti  ce  ne  sono
quante  creature  viventi o penisole--
Getsemani  non è  che  una  provincia--

epicentro  dell'essere--
Giudea
per  viaggi  o  per  crociate
troppo  vicina meta---

Nostro  Signore  certamente  ha  dato
una  testimonianza universale--
pure -c'è una crocifissione
nuova--più vicina  di quella--
554
Il rovo   porta   una  spina  sul  fianco--
ma  nessuno  lo  udì gemere  mai--
offre  il suo  frutto  , senza preferenze
alla  pernice  o al  bimbo--

Può  talvolta  appoggiarsi  sulla  siepe
o  appigliarsi  ad  un  albero--
con  le  mani  s'avvinghia  ad   una  roccia--
ma non  chiede  pietà-

Noi-  dichiariamo  il male-  per  alleviarlo-
con  il lamento- tende invece al cielo
quanto più  soffre
il rovo  coraggioso-

555
Fede  nell'inatteso!
Per essa William  Kidd
credette  all'oro sepolto
di cui  gli  fu parlato.

Per  essa  il vecchio  filosofo
la pietra  talismano
distinse--ancor   negata
ad  ogni  sforzo  umano.

Essa  stregò  Colombo
quando  Genova  sparve 
dinanzi  ad  un  fantasma
chiamato  America.

Essa  afflisse  Tommaso
quando Dio assicurò
che  meglio  era  non vedere
purché vi fosse  la fede!

lunedì 10 giugno 2019

"Nessun uomo è un'isola" di Thomas Merton 2°

10-6-2019
"----Le opere di misericordia  corporali mirano al  disopra  della  carne  allo spirito stesso,è quando  sono  veramente  cristiane  non  solo alleviano  la sofferenza , ma portino anche  una  grazia:quella   di colpire  il peccato.-----------------------------
Qual'è  la differenza  tra  male  fisico--la  sofferenza , e male  morale---il peccato?
Il  male  fisico non  ha  alcun potere  di penetrare al  di  sotto  della  superficie  del  nostro  essere. Può  danneggiare  la nostra carne; la mente,  la  sensibilità, ma  non può nuocere  allo  spirito senza l'opera  dell'altro male,  che è il peccato.----------------------------
Il peccato  , colpisce  fino la profondità   della nostra personalità,  distrugge l'unica  realtà  da cui  dipendono il nostro  vero  carattere, la nostra  personalità e  la felicità, il nostro  orientamento  fondamentale verso  Dio.------------------------------
La convinzione  che  portiamo  nei  cuori, l'incrollabile  speranza  di  una   comunione  con  i nostri  morti  in Cristo, ci  dice  di  continuo che  essi  vivono, che  Egli  vive  e  che noi  viviamo.---------Questo   amore , questa  vita  , questa  presenza  testimoniano  che  lo Spirito di Cristo vive  in  noi , che  noi Gli  apparteniamo e che il Padre ci ha dato  a Lui e che nessuno ci stapperà dalle  Sue Mani.-----------------Prima  di tutto  la forza  che  viene  da Dio non ci è generalmente   data  fino a che non  siamo  convinti  fino  in fondo  della nostra  debolezza e  sappiamo  bene  che  la forza  che  riceviamo  è  davvero  ricevuta: che è un dono.  Allora la forza  che  viene  da Dio  è la Sua  forza, che  è al disopra  di  ogni  paragone.  E l'orgoglio nasce  dal paragone.----------------
Il sacerdote non  ha  alcuno scopo  nel  mondo che quello  di perpetuare in esso  il sacrificio della  Croce, e di morire  con  Cristo  sulla  Croce per  amore di quelli  che Dio  vuole  salvare per suo mezzo.-------------------------------------
L'unica  cosa  che dà  veramente al  monaco il suo  carattere  inconfondibile, è l'irrevocabile  rottura  col  mondo e  con  tutto ciò  che  è  in esso, per  cercare  Dio nella solitudine.----------------------
Non  vi è  vera  vocazione  monastica che  non implichi  in pari  tempo una  completa conversione  interiore.-----------------
Caratteristica  essenziale  di una  vocazione  monastica  è  che  essa  attrae il monaco  nella  solitudine ad  una vita di  abnegazione e  di  preghiera , per poter cercare  solo Dio.-----------------------

domenica 9 giugno 2019

DOMENICA DI PENTECOSTE anno C Auguri di Pentecoste Pina Maria Speranza Raciti

9--6--2019
Il dialogo  fra  le chiese cristiane, ai vertici, non è mia competenza,
ma posso esprimere  il mio pensiero, i miei sentimenti.  Per me  il termine :"Ecumenico", vuol dire  dialogo, conoscenza reciproca, arricchimento  reciproco.
Il  giorno  di Pentecoste  , ricorda  la discesa dello Spirito Santo sugli  apostoli  e Maria in preghiera  nel cenacolo;  e l'inizio  della chiesa cristiana.
La  chiesa  cristiana  è  una  , ma  dato  che noi esseri umani,  abbiamo un cervello così  complesso, da  complicarci la vita, ci siamo  diversificati  in mille  realtà.  Ma tutti  i cristiani, abbiamo  una  unica  madre: Maria,un unico  Padre : Dio--Padre, e siamo tutti  fratelli in Cristo.
Mi  auguro  che il terzo  millennio, diventi un nuovo  cammino  per  tutte  le chiese cristiane  , un cammino  di amore e condivisione.
I miei auguri   di  Pentecoste  a tutti i cristiani.

sabato 8 giugno 2019

Vigilia di PENTECOSTE .....UN CUORE SOLO UN'ANIMA SOLA...(Atti 4,32) di:p. Denis Guillaume

8-6-2019
--Ricordando la comunità  dei beni fra i  primi  cristiani di Gerusalemme, di  certo  non  vogliamo  accennare  ai beni  materiali, ma  piuttosto  a  quelli  spirituali, e il  famoso brano---dagli Atti  degli apostoli ci sembra, nel contesto  ecumenico, un  richiamo  indirizzato  alle  varie   confessioni  cristiane  perché  mettino in comune  le ricchezze  delle  proprie  tradizioni.
Quando Abramo  lasciò  la sua  eredità  ai  dodici  patriarchi,  essi  ebbero in  comune  l'Alleanza con Dio , ma  si dividettero i beni materiali  del padre.  E  quando  le dodici  tribù  d'Israele  entrarono  nella  terra promessa,  se  ne  dividettero il territorio, pur  rimanendo un solo  popolo  e i  depositari di un solo libro, la Legge di Mosè.  Ma  quando  Gesù  chiamò a se i  dodici Apostoli,  dividette con loro  la sua  povertà  evangelica e le   beatitudini del regno celeste.  Perciò, quando la morte  e risurrezione  di Cristo  ebbe riunito i  primi  fedeli attorno  agli  Apostoli, non  c'è  da  stupirsi  che  abbiano rinunciato  ai  propri  beni per  conseguire   le ricchezze  del regno venturo, che  abbiano  rinunciato alla  propria  terra  e  alla  Legge  di  Mosè per annunziare  dovunque  nel mondo  il Vangelo  della  salvezza.
Hanno  condiviso  i loro beni  spirituali   non solo con  ebrei  della  Dispersione, ma  soprattutto  con i  fedeli  venuti  dal paganesimo.  A questo  hanno  contribuito  non  poco le  numerosi persecuzioni di  popoli  causate  dalle  guerre  e, più  tardi ,   dalle invasioni  barbariche.----------noi dobbiamo  sempre rendere  grazie  a Cristo, è lui che , mediante lo Spirito,cerca sin dalla  Pentecoste di rimettere  insieme  con il soffio  divino le nazioni  disperse al tempo  della torre di Babele per formare  man mano, di  tante  genti  e nazioni, un solo popolo , il suo.
Così, per  esempio, tanti  fedeli ortodossi,cacciati via  dalla  Russia a causa della  persecuzione atea, e tanti  Greci o Armeni scampati  al genocidio, hanno trovato rifugio  presso  le nostre  nazioni occidentali , tradizionalmente  cattoliche,  come l'Italia , la Francia ,il Belgio, l'Austria , o protestanti  come la Svizzera, la  Germania, l'Olanda, l 'Inghilterra.  Vi hanno formato  le loro comunità  ecclesiali e  costituito le loro chiese.---------------------------------------------------------
Ma, all'esotismo  culturale   di una  società  di stranieri  ricchi e  benestanti è  succeduto un  cristianesimo più  vero, un  cristianesimo di poveri e bisognosi , che  per   unica  e vera  ricchezza  avevano  ormai  le icone  sacre  della Trinità, del Salvatore,  della Madre di Dio e dei Santi, la divina  Liturgia  come  luogo d'incontro del  cielo e della terra, la loro  fede  ricevuta  dagli Apostoli e  definita  dai  Concili, la  loro  ecclesiologia fondata non sull' autorità che  scende  dall'alto  in basso  ma  sull'orizontale  comunione  tra  le  varie   Chiese, il loro sacerdozio  di monaci e  di uomini sposati,  soprattutto i loro  teologi, come Bulgakov, Florovsky, Evdokimov, Lossky, Meyendorff, Schmemann e  Leonid Uspiensky..
Il loro  insegnamento, tradotto  nelle  varie lingue  occidentali, ebbe una   diffusione  importante,  tra  le due  guerre  e dopo la Liberazione, presso gli  ambienti  religiosi  cattolici che  cercavano di rinnovare   la Chiesa  Romana. E  così, una  parte  del bene  ortodosso  è stato  messo  in  comune e  ha  prodotto i frutti  migliori del  Rinnovo liturgico in Occidente e  del  Concilio  Vaticano 2°, tra i quali   vogliamo elencare: il restauro  della Pasqua  come  festa  delle feste nell'anno liturgico, la  concelebrazione dei  sacerdoti intorno all'altare, la possibilità di dare  ai laici la comunione sotto le due specie , la  rivalutazione dell'episcopato  come  centro della  comunione ecclesiale, la  creazione delle  conferenze episcopali nazionali sull'esempio  dei  patriarcati  ortodossi, il sinodo  permanente dei  vescovi e  delle  diocesi , soprattutto la definizione  della   collegialità  episcopale quale  rettificazione  del  criticato  dogma  di Vaticano1°.
Così abbiamo visto Giovanni 23° rinunciare  all'infallibilità  per  ascoltare  il Concilio, Paolo 6°  deporre il  triregno per  tornare  a essere  il vescovo  di Roma, Giovanni Paolo 2° paragonare le due Chiese  sorelle, l'ortodossa e la cattolica, ai  due polmoni dello stesso organismo vivente, la  nostra  fede in Cristo. Dal canto  loro, le Chiese ortodosse hanno potuto e potrebbero  ancora  maggiormente  usufruire di  certi beni  delle chiese cattoliche o protestanti, per esempio nel  campo  dell'esegesi e  della  scienza  biblica, nelle  opere assistenziali e caritatevoli, nell'organizzazione interna  della diocesi, nell'aggiornamento  di certe strutture  arcaiche, nella  ricerca di una pastorale più  dinamica, nei  seminari  e  università,nella  formazione del clero.  Un secondo  modo  di vivere la comunità  dei beni  tra  le  varie chiese o confessioni cristiane  ci  viene  insegnato  da  quello stesso brano apostolico, quando  leggiamo  negli Atti che  nessuno  diceva  sua  proprietà quello  che gli apparteneva.-----------------------------------------------------------------
L'ecumenismo non è  una devozione  come  quella  a San Giuseppe  che  finisce  col  mese  di giugno , quella  a Maria  che termina a fine maggio,---------------------------------L'ecumenismo non  deve  essere una   devozione  saltuaria, ma una  dimensione perenne  della  nostra  fede, perché  coinvolge  la nostra appartenenza alla Chiesa, all'Una  Sancta che  tutti proclamiamo nel nostro credo.----------------------------La cosa  più importante, per  noi  credenti  che  vogliamo ritrovare  la  dimensione  unitaria  della Chiesa, è dunque di  mettere  in  comune non soltanto  i beni spirituali delle  varie tradizioni, ma soprattutto il nostro cuore e la nostra anima. Perché, se da tante  genti e famiglie  formiamo in Cristo un solo corpo , abbiamo  diritto  alla  diversità  delle  nostre  membra, per  l'armonioso  funzionamento  del tutto, visto  che  l'unità  non  vuol  dire  uniformità. Ma dobbiamo  avere  un cuore solo e un'anima sola , perché solo attraverso il  cuore e l'anima possiamo collegarci con  il capo , che è Cristo, come  nel  corpo le  diverse  membra  sono  unite al cervello , alla testa, tramite i vasi sanguigni e il sistema  nervoso.  E solo  così, essendo  consci di appartenere a  un solo corpo, possiamo  rispettarci vicendevolmente, da  membro a membro, nella  necessaria diversità.
Se  avremo  un cuore  solo e un'anima  sola, saremo collegati veramente  con Cristo, collegati  gli uni con gli altri nel corpo unico della Chiesa santa, che non esiste  sulla terra così perfettamente una  e santa, ma  alla quale  crediamo , con speranza e  fiducia,  come  crediamo alla  risurrezione dei morti. E  come  non si passa  dalla  vita  terrena a quella  celeste  senza  aver purificato il nostro essere, senza  averlo  reso totalmente libero per l'amore  divino, così  se  vogliamo far  progredire le  nostre Chiese  verso  la totale  Unità   dobbiamo  liberarci di  quello  che  diciamo  ancora  nostro, deporre    ai piedi  degli apostoli   le nostre arroganze di  cattolici, ortodossi e protestanti, per  sentirci  finalmente  più cristiani, perché non è l'appartenenza  a  una determinata  Chiesa  che ci  salverà, ma la nostra  adesione rinnovata  a Cristo nell'Una  Sancta che  è il suo  vero corpo;  l'Una Sancta che  oggi  ci  sembra  un sogno , ma  nella  quale  domani  forse ci  sveglieremo dicendo: Eravamo uniti lo sapevamo!
Carissimi ,quando la domenica, nei  propri luoghi  di culto, celebriamo il giorno del Signore, il memoriale  della  sua Risurrezione, ci pare di lasciare  un momento la  condizione  terrena e  di entrare per  anticipazione nella  Parusia, nella  gloria di Cristo. Nello stesso modo oggi , noi  che celebriamo l'Una Sancta, entriamo  per anticipazione nella  Chiesa Unica  e  glorifichiamo con un solo  cuore l'unica Trinità del Padre , del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

giovedì 6 giugno 2019

Perdono Signore------di Roul Follereau

6-6-2019
Predono, Signore,
tu  che  cammini in questo
giardino,
leggero,
tenendo  il bambino per  mano,
non  ci  hai pensato mai?---
Stasera,
stasera come  tutte  le sere,
dopo  aver  cenato,
entrerai  dolcemente nella  piccola
camera,
dove  dorme, tra  le  lenzuola
bianche,
il  sorriso vivente
della  tua  vita.
Dolcemente,  soavemente, come
carezza  d'angelo,
sfiorerai col dito,
poi  con  le labbra,
la piccola  fronte
sprofondata nel  guanciale,
dolcemente,
per  non  svegliare,
il piccolo felice.
Stasera, stasera, signora,
e  d'or innanzi  tutte le sere,
stasera  e  per sempre,
abbracciando il tuo bambino,
il  tuo bene, il tuo  amore,
tu  penserai
che  c'è  sulla  terra
un  altro  bambino,
bello  come  il tuo ,
innocente  come il tuo,
che   non  riesce a dormire.
Non  riesce  a dormire
perché  ha fame.
E  piange  perché   ha fame.
E  avrà  fame  domani,
le settimana ventura,
e  ogni  giorno,
sempre
Avrà  fame
con  400 milioni  di  ragazzi
che  hanno  fame.
E  perché  non  il tuo?
Perché il tuo  è  nutrito,
Riposato
amato?
Perché il tuo  si, e gli  altri no?
Signora, non  ci hai pensato mai?
Perdono, Signore
per la  natura  calpestata,
per le foreste  assassinate,
per  i fiumi  inquinati-----
Perdono, per  la bomba atomica,
il lavoro a catena,
la macchina  che  divora  l'uomo
e  le bestemmie  contro  l'amore----
Fà  che  ogni  giorno
e  per  tutta  la vita
nella  gioia  e nel dolore
noi  siamo  fratelli,
fratelli  senza  frontiere

mercoledì 5 giugno 2019

"Nessun uomo è un'isola" di Thomas Merton 1°

5-6-2019
Introduzione:
-------vita  spirituale,  che  io  considero  quale  vita  della  vera  essenza  dell'uomo, vita  di  quell'essenza interiore,la cui  fiamma  tanto  spesso si  lascia  soffocare dalla cenere  dell'inquietudine  e dalle  occupazioni inutili.  La vita spirituale  è orientata  verso Dio,  piuttosto che  verso la soddisfazione immediata delle  necessità materiali  della vita, ma  non per questo è  una vita  irreale o di sogno. Al contrario, senza  una  vita  dello spirito  tutta  la nostra  esistenza  diviene  inconsistente ed  illusoria.  La  vita  dello spirito   reintegrandoci  nel  vero  ordine  stabilito  da Dio ci pone nel  più  stretto  contatto  possibile  con  la realtà,  non  quale  noi  la  immaginiamo, ma  quale  è  davvero, e  lo fa  dandoci la  consapevolezza  del  nostro  vero essere e  ponendolo alla  presenza  di Dio--------------------------
-------La libertà  del mio  volere  è  una  grande  cosa; ma  non è  completamente, autosufficiente.----------La mia libera volontà    consolida e perfeziona   la  sua autonomia  coordinando spontaneamente  il suo  agire  con  la  volontà  altrui.------------------------------------
La  mia libertà   non  è libertà  se  lasciata  a se  stessa;  lo diviene  quando viene   messa  nella giusta  relazione con  quella  di  un altro.------
La  coscienza è l'anima della  libertà,ne  è  l'occhio, la forza , la vita. Senza  di essa  la mia libertà  non  sa mai  che cosa  far  di  se stessa. Ed  una  creatura  ragionevole che  non  sa  che  cosa  fare  di se, trova insopportabile il tedio della vita.------------la libertà, si  perde  se si limita ad  "agire liberamente" senza avere  in vista  un fine  determinato.-------------------Non  sono  in  grado di fare una  buona  scelta  se  non  dispiego  una  coscienza  matura  e   prudente che mi   fornisce  un'analisi  accurata   dei   motivi, delle  intenzioni e  dei miei atti  morali.-----------------------
Coscienza  immatura  è quella  che   basa  i suoi  giudizi in  parte, o anche  interamente,  sull'atteggiamento che gli altri sembrano  assumere  nei  riguardi delle  sue  decisioni. Il  bene  è quello  che  è  ammirato o accettato  dalle persone con  le quali  si vive; il male  è  quanto l'irrita o le turba.---------La coscienza  immatura  non è padrona  di se, ma  semplicemente delegata di quella  di  un'altra persona, o di  un gruppo o di  un partito, o di una  classe  sociale, o di una  nazione, o di una  razza.----------
--In  una  esperienza estetica, nella  creazione o  nella  contemplazione  di un'opera d'arte, la coscienza psicologica  è  in grado di  raggiungere  qualcuna  delle  sue  realizzazioni più   alte  e  più  perfette .  L'arte  ci  rende capaci  di ritrovarci e  di perderci allo  stesso tempo.  L'animo  che  risponde  ai valori intellettuali e  spirituali  nascosti in una  poesia, in  un  dipinto  o  in  un  brano di  musica, scopre  una  vitalità  spirituale  che lo  innalza al disopra  di se', lo trae fuori  di se' e lo  rende  presente a se' stesso in  un  livello  dell'essere che  prima  non  sapeva  di poter raggiungere.