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domenica 31 marzo 2019

.....il mio tempio si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli. (Isaia 56,7)

31-3-2019
" Non  formare dentro  di te  immagini della Divinità quando preghi e  non  permettere che  la tua  intelligenza accetti l'impronta di  una  forma qualsiasi. Mantieniti come immateriale davanti all'Immateriale, e allora comprenderai."  Evagrio Pontico
--La  preghiera si  dilata ed  esce dallo stretto senso a cui  molti pensano: si  spezza quel  sistemare in categorie, momenti ed  elementi che  vanno  al di là della  ristretta intelligenza; che  sfuggono dalla  onnipresente ragione, che a ogni costo vuol classificare ogni attimo e  ogni esperienza nella  vita  dell'essere.
---"-Pregare è un atto  di fede...Pregare è  ammettere che  noi  viviamo nel  mistero di Dio , che  vi  siamo immersi[....] è  prendere coscienza che  il mistero di Dio nella  sua  infinita pienezza è  contemporaneamente in  noi e  fuori di noi [...]Ogni avvenimento della nostra  vita è  destinato a  far  nascere in noi  un  atto  di fede  e  a  culminare in  preghiera e   contemplazione"(p.H. Le  Saux)
Per ogni credente l'insolito, il Mistero, dovrebbero essere la  "normalità", la "realtà"...la "chiave" che  spiega il proprio pellegrinaggio in  questo  mondo; ciò che  lo  fa  differire da  un oggetto o  animale e che  lo pone al  di sopra delle  cose, ma  soprattutto lo fa  guardare oltre le  piccolezze della  quotidianità per  spaziare in  quell'universo nel  quale  approderà,  prima o poi . Un universo che  è il " mondo nuovo", quello  vero , paradiso o  nirvana o altro, a seconda del  proprio credo ,  della  propria realtà religiosa,  luogo che  è il Luogo per eccellenza dove  l'incontro con  il divino darà luce  e  sapienza, pace e  amore.... dove la preghiera ---mezzo umano di  dialogo con  il Creatore-Dio-Padre---diviene contemplatio, anche oltre le  sole categorie semitico-greche del  cristianesimo.  E nell'oggi già si può cercare di raggiungere attraverso l'orazione la contemplazione.-------------
Il  solo pensiero dell'Altissimo,  dell'Uno,  dell'Onnipotente....dovrebbe  essere stimolo a questa sorta di "dialogo"  giocato a due , dove il  breve dialogo, intervallato da lunghi silenzi, affronta i problemi, le  emotività, i  desideri,le  paure e  altro dell'essere, e   dall'altro le  silenti risposte del Padre  ridanno giustificazione,ri-confermano il  bisogno del sacro. Ma  preghiera è  anche quella  necessità di  aprirsi verso l'ignoto, il "nulla"; quel fare attorno e dentro di se'il deserto, annientando gli ostacoli che  intralciano il cammino. Prendere possesso di  se  stessi; essere consapevoli del  proprio stato, della propria umanità, sempre in lotta con  barriere di ogni  genere; cercare così di fare il "vuoto", o  come  diceva  p.Bede Griffiths"  il  ritorno al  centro" di noi stessi( guardando ad Agostino:"in  Te  ipsum redi: in  interiore homine habitat Veritas") 
E in questo momento ascoltare quello che  ci  viene detto; tacere, e  attendere quelle risposte che  le  nostre domande hanno  richiesto. Isolamento, separazione che recano   buon frutto:  la grazia.
Con la grazia dello Spirito ecco che  quello che  può apparire come un "rito" assume un  diverso aspetto, si arricchisce della  munificenza e  grandezza del  divino; diviene  a tal  punto avvicinamento con l'Assoluto; la  creatura perde la  sua corporeità per  immergersi e "confondersi" con il suo stesso  Creatore.---------------Per  dirla ancora con  p.Le Saux:" Pregare sempre non  è tanto pensare continuamente a  Dio, quanto agire sempre sotto la  direzione del suo Spirito".

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