7--9--2024
Non è andata lontana , s'è fermata al margine della strada , a fianco di una bica di covoni ; grano mietuto tra un filare e l'altro d'un vigneto . Era poca cosa ; il macchinista ha fatto ben presto ad avviare il motore , la cinghia è stata subito innestata ; sotto alla trebbiatrice che già palpitava han disteso un ruvido panno a raccoglier quel poco che la macchina avrebbe lasciato perdere dagli ingranaggi ; e l'uomo è subito montato su. Il contadino porgeva un covone dopo l'altro , accanto alla tramoggia , con un falcetto un altro tagliava il legaccio , e il primo infilava il covone per il capo, nella bocca della tramoggia . Sussultando , la macchina divorava , benevolo mostro , quei covoni ; i quali sparendo nelle sue viscere , in meno d'un minuto le riuscivano dal di dietro in paglia e in pula polverosa , e da un fianco in un getto fluente di grano . S'empiva lo staio , un giovanetto lo rasava con la mano , e due uomini vi imboccavano il sacco e versavano . Un vecchio fiero e membruto sforconava nel polverone la paglia maciullata , la maglietta gli era uscita dalla cintola , e scopriva il filo della schiena . La fatica procedeva spedita, dominata con sicurezza da quelle braccia , ognuno intento al suo ufficio . Solo il macchinista se ne stava inoperoso , una gamba appoggiata al suo sussultante motore.
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