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venerdì 14 giugno 2024

Giosue Carducci=Odi barbare

 14--6--2024
    Canto  di marzo

    Quale  una incinta , su  cui  scende  languida
    languida l'ombra del  sopore e  l'occupa ,
    disciolta giace  e palpita su 'l talamo ,
    sospiri al labbro e rotti accenti vengono 
    e  subiti rossor la faccia  corrono;

tale  è la  terra :  l'ombra  de le  nuvole
passa a sprazzi su 'l verde tra  il sol  pallido;
umido vento scuote i peschi e i  mandorli 
bianco  e rosso fioriti , ed  i fior  cadono ;
spira  da i  pori  de le  glebe un  cantico.

    O  salienti  da' marini pascoli 
    vacche  del  cielo  , grige   e bianche nuvole ,
    versate il latte da le  mamme  tumide
    al  piano e al  colle che  sorride  e  verzica,
    a  la selva  che  mette  i primi  palpiti.-

Così  cantano i fior che  si  risvegliano;
così  cantano  i  germi che  si  movono 
e le  radici  che  bramose stendendosi :
così  da l'ossa de  i sepolti  cantano 
i germi  de  la vita  e de  gli  spiriti.

    Ecco  l'acqua  che  scroscia  e  il  tuon  che  brontola ;
    porge  il capo  il vitel  da  la stalla umida,
    la gallina  scotendo l'ali strepita,
    profondo  nel  verzier  sospira  il  cuculo
    ed  i  bambini  sopra  l'aia saltano.

Chinatevi al lavoro  , o validi  omeri;
schiudetevi  a gli  amori  , o  cuori  giovani ;
impennatevi a i sogni  , ali  de  l'anime; 
irrompete  a la guerra  , o desii torbidi:
ciò  che  fu  torna  e tornerà  ne  i secoli.

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