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martedì 4 luglio 2023

Gabriele D'Annunzio "Elettra--1904"

4--7--2023
    A  uno  dei Mille 

O  vegliardo,  consunto  come  l'usto
dell'àncora che  troppe  volte  morse
con  sue  marre  i  tenaci  fondi, pregno
del sale  amaro,
splende  la gloria  sul  tuo  vòlto   adusto
quando  nelle  fortune  indaghi l'Orse
e  t'argomenti  di  campar  tuo legno
cercando  il fato?

Quando  torni  dall'isola  dei  Sardi
carico  , e  taciturno  al tuo  timone 
stai  rugumando  il tuo  masticaticcio ,
tese le  scotte,
a tratti  co' tuoi  grigi  occhi  non guardi  
per  l'ombra  se  tu  scorga  il tuo  Leone
fiammeggiare  laggiù sul  sasso  arsiccio
contro  la notte?

E  quando  poi  governi  a  prender   porto,
maggio  illustrando  la città  del  Doria,
non  cerchi  tu  quella  che  a  Quarto  eresse
magra  colonna
la   modestia  del  popolo  risorto,
per  figurarvi  in  sommo  la  Vittoria
che  sul  gran  cor  parea  ti  sorridesse
come  tua  donna?

Tu  non  rispondi  . Solo  ascolti  i  vènti 
e disputi   talor  con  la tempesta.
Hai  crudo  e breve  il  motto a  dir  tua  noia,
e  più  non  dici.
Tua  vita  va  tra  due  divini  eventi,
tra  bonaccia  e  fortuna ;  e  quella  gesta
la scrisser  già  su  le tue  vecchie  cuoia
le cicatrici.

Ond 'io ti prego che  mi  sii benigno ,
o tu  che  troppo  sai  d'amaro sale,
se  consecrati  ardii  questi  miei  carmi
tumultuanti.
In  van  chiesi  al tuo  mar  che  nel  macigno ,
nell'invitto  macigno sepolcrale ,
volesse per  l'eternità foggiarmi
strofe giganti.

Ma  tu  vi  sentirai  correre  , sopra  
al   rosso  bulicame , odor  salmastro ;
romoreggiar  v'udrai l'onda nemica
come  il  frangente ;
vi  rivedrai  quale  t'apparve  all' opra  
Colui  che  fu  buon  calafato e  mastro
d'ascia , d'ogni  arte  artiere, dell'antica 
tirrenia  gente.

Io  ne  cercai  l'imagine sicura 
entro  gli occhi  tuoi tristi  , in cor  tremando .
Eri  presso  il  cordaio per rinnovare 
tue  gomenette;
seguivi  l'arte  della  torcitura,
il  crocile  , la  pigna  , il  naspo ; quando  
su  le tue  labbra   le parole  amare
lessi  non dette.

"Il  torticcio  dell'àncora  s'è  rotto.
Rinnovarlo  non  giova . Orvia, tralascia!
Per   flagelli  e  capestri , o  cordaio  , l'acre
canape torci.
La  terra  Italia si  distende  sotto
ogni  bertone come  una  bagascia.
E  Roma all'ombra   delle  querci   sacre 
pascola  i porci."

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