4--7--2023
Clivo
Viene un suono di buccine
dal greppo che scoscende,
discende verso il mare
che tremola e si fende per accoglierlo.
Cala nella ventosa gola
con l'ombra la parola
che la terra dissolve sui frangenti;
si dismemora il mondo e può rinascere .
Con le barche dell'alba
spiega la luce le sue grandi vele
e trova stanza in cuore la speranza .
Ma ora lungi è il mattino ,
sfugge il chiarore e s'aduna
sovra eminenze e frondi ,
e tutto è più raccolto e più vicino
come visto a traverso di una cruna;
ora è certa la fine,
e s'anche il vento tace
senti la lima che sega
assidua la catena che ci lega.
Come una musicale frana
divalla il suono , s'allontana .
Con questo si disperdono le accolte
voci dalle volute
aride dei crepacci ;
il gemito delle pendie ,
là tra le viti che i lacci
delle radici stringono .
Il clivo non ha più vie,
le mani s'afferrano ai rami
dei pini nani; poi trema
e scema il bagliore del giorno;
e un ordine discende che districa
dai confini
le cose che non chiedono
ormai che di durare , di persistere
contente dell'infinita fatica;
un crollo di pietrame che dal cielo
s'inabissa alle prode...
Nella sera distesa appena , s'ode
un ululo di corni, uno sfacelo.
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