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martedì 4 luglio 2023

da: "Cento ...e cento pagine del libro segreto Gabriele D'Annunzio

4--7--2023
Poche  sono  le mie  passioni , pochi  i miei  vizi;  ché  le une   e gli altri  sono  estremi. Uno  mi  domanda :"tu  fumi?"  rispondo :" ho  fumato  nella  guerra , contro  l'odore  del  prossimo e  talvolta  per   utile  segno  di tranquillità  contro  al  più  grave  dei   pericoli . Ora  non  fumo  più , perché  disdegno di   fumare  tre  o quattro  o dieci  sigarette  al giorno ; disdegno  quella  meschinità  , in confronto delle   centoventi  sigarette  cotidiani  che fumava  ,  per   esempio  , il mio dilettissimo  amico  Clemente  Origo . Se  fumassi  , io non  potrei  fumar  meno   di centocinquanta  Abdulla  numero  Undici ." "Avete  la passione  del gioco?"  mi  chiede  un   altro . "Si : estrema . Non  quella  che arde  e tace  nelle sale  da giuoco  intorno  alle  tavole  coperte  di panno  verde . La  prima  volta  ch'io  visitai  Montecarlo  , con  Petrillo Trabia  e altri , i miei   compagni  sconfidati  di  comunicarmi  la febbre  mi   trassero  a un  chiromante  in ozio e  presentarono   una delle  mie mani  alla  sua sapienza . Egli   guardò  le linee  semplici  e rade  nella  mia palma   leggera ; e  incominciò  così il suo  responso  :" esprit  un  peu lourd". Vacillò  sotto  uno  scroscio  di   risa  che  lo percuotevano  come  grani  di grandine .  Appesantito  , non  volendo  e non  potendo  essere sfrenato  giocatore  né  dilettante  al  rumore  delle  palle  e dei  rastelli  e dei  dischi  né  addormentarmi  alla  voce  stanca  e  infausta  dei   commessi  di gioco  , m'ingegnai  di  penetrare nell'animo  di un  gran  giocatore  smilzo  scarnito  pallido taciturno  da'  grandi occhi  febbrili  . Confessò   con   una sincerità  indubitabile  che  per lui  non  valeva se  non  il rischio , e che  il   guadagno  gli  era  estraneo . Il  denaro  avvilisce  la passione , avvelena  l'eroismo . La  passione  vera  non  conosce  l'utilità  , non  conosce  alcuna   specie  di  benefizio , alcuna  specie  di vantaggio. Vive  , come  l'arte  , per sé  sola.  L'arte  per l'arte ,  la  prodezza  per la prodezza , il coraggio  per il   coraggio , l'amore  per l'amore , l'ebrezza  per l'ebrezza , il piacere  per il piacere . Consentivo  al  giocatore  magro  senza  riserva   a  riserbo . Nella  mia giovinezza , quand'ero   perplesso  nella   scelta  fra  due  venture  o sventure , quando  non  m'era  lecito  tra due  offerte  rispondere "tutt'e due", usavo  ricorrere  all'alea. Avevo sempre  meco  in un bossolo  d'oro  gemmato due  dadi  d'avorio . Agitavo  il bossolo  e gettavo  i dadi senza  spiare la sorte ..." Nel  voltare  una carta ,  nel  seguire il  giro della  rota "  mi  confessava  un   amico "io  provo  una  emozione  non  compatibile  se  non  a quella  dell'amore . Ma  tra  le due  , per  intensità , preferisco  quella   del gioco."  Dunque , pur  sempre  , la  sola  cosa  che  valga  nella  vita  e   nella morte è  il dono  di sé , la  dedizione  dell'essere  intiero . "Si, quando  io  gioco  , sento   aumentare  la mia propria  vita.  Vivo  come  non  mai. Tocco il limite  sommo  della  mia  forza , della  mia libertà , della mia   temerità . Chi  disse  che   la vita  è sogno?  La vita  è gioco ." Ecco  che  c'intendiamo . Io  ho  sempre  vissuto  contro  tutto   e contro  tutti --non  soltanto  in Fiume  d'Italia --affermando  e  confermando ed  esaltando  me   medesimo ..Ho  giocato  col  destino , ho  giocato   con gli eventi , con  le sorti , con  le sfingi e   con le chimere . Dal  tempo  lontano  di Montecarlo io  serbo  nella  mia  memoria  certi  volti  di giocatori  veri,  senza  guadagno , senza  alcuna  cupidigia  di oro; si,  certi  volti  che  non dimenticherò  mai.  Li   rivedo  in me  con tutti  i loro  rilievi , come   se  pur  ora  io  li  lavorassi con  la mia  acquaforte segreta . Come  diversi  dai  volti  de' miei  giocatori  pescaresi , di Pescara  città  di Gioco , come   il  Vesto  è città  di Grazia!  Li    vide  , li  cercò  , li  mirò la mia infanzia tormentosa . Voglio  ancora   svelare  me  a me stesso . Voglio  dire  come  l'impronta  della  mia città  natale   sia  stampata  in  me,  e nel  meglio di me,  fieramente . Ricordare  ricordare,  voglio;  e gettare  la mia  miseria  nel  gioco  mortale.
            Gabriele  D'Annunzio
  

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