4--7--2023
Poche sono le mie passioni , pochi i miei vizi; ché le une e gli altri sono estremi. Uno mi domanda :"tu fumi?" rispondo :" ho fumato nella guerra , contro l'odore del prossimo e talvolta per utile segno di tranquillità contro al più grave dei pericoli . Ora non fumo più , perché disdegno di fumare tre o quattro o dieci sigarette al giorno ; disdegno quella meschinità , in confronto delle centoventi sigarette cotidiani che fumava , per esempio , il mio dilettissimo amico Clemente Origo . Se fumassi , io non potrei fumar meno di centocinquanta Abdulla numero Undici ." "Avete la passione del gioco?" mi chiede un altro . "Si : estrema . Non quella che arde e tace nelle sale da giuoco intorno alle tavole coperte di panno verde . La prima volta ch'io visitai Montecarlo , con Petrillo Trabia e altri , i miei compagni sconfidati di comunicarmi la febbre mi trassero a un chiromante in ozio e presentarono una delle mie mani alla sua sapienza . Egli guardò le linee semplici e rade nella mia palma leggera ; e incominciò così il suo responso :" esprit un peu lourd". Vacillò sotto uno scroscio di risa che lo percuotevano come grani di grandine . Appesantito , non volendo e non potendo essere sfrenato giocatore né dilettante al rumore delle palle e dei rastelli e dei dischi né addormentarmi alla voce stanca e infausta dei commessi di gioco , m'ingegnai di penetrare nell'animo di un gran giocatore smilzo scarnito pallido taciturno da' grandi occhi febbrili . Confessò con una sincerità indubitabile che per lui non valeva se non il rischio , e che il guadagno gli era estraneo . Il denaro avvilisce la passione , avvelena l'eroismo . La passione vera non conosce l'utilità , non conosce alcuna specie di benefizio , alcuna specie di vantaggio. Vive , come l'arte , per sé sola. L'arte per l'arte , la prodezza per la prodezza , il coraggio per il coraggio , l'amore per l'amore , l'ebrezza per l'ebrezza , il piacere per il piacere . Consentivo al giocatore magro senza riserva a riserbo . Nella mia giovinezza , quand'ero perplesso nella scelta fra due venture o sventure , quando non m'era lecito tra due offerte rispondere "tutt'e due", usavo ricorrere all'alea. Avevo sempre meco in un bossolo d'oro gemmato due dadi d'avorio . Agitavo il bossolo e gettavo i dadi senza spiare la sorte ..." Nel voltare una carta , nel seguire il giro della rota " mi confessava un amico "io provo una emozione non compatibile se non a quella dell'amore . Ma tra le due , per intensità , preferisco quella del gioco." Dunque , pur sempre , la sola cosa che valga nella vita e nella morte è il dono di sé , la dedizione dell'essere intiero . "Si, quando io gioco , sento aumentare la mia propria vita. Vivo come non mai. Tocco il limite sommo della mia forza , della mia libertà , della mia temerità . Chi disse che la vita è sogno? La vita è gioco ." Ecco che c'intendiamo . Io ho sempre vissuto contro tutto e contro tutti --non soltanto in Fiume d'Italia --affermando e confermando ed esaltando me medesimo ..Ho giocato col destino , ho giocato con gli eventi , con le sorti , con le sfingi e con le chimere . Dal tempo lontano di Montecarlo io serbo nella mia memoria certi volti di giocatori veri, senza guadagno , senza alcuna cupidigia di oro; si, certi volti che non dimenticherò mai. Li rivedo in me con tutti i loro rilievi , come se pur ora io li lavorassi con la mia acquaforte segreta . Come diversi dai volti de' miei giocatori pescaresi , di Pescara città di Gioco , come il Vesto è città di Grazia! Li vide , li cercò , li mirò la mia infanzia tormentosa . Voglio ancora svelare me a me stesso . Voglio dire come l'impronta della mia città natale sia stampata in me, e nel meglio di me, fieramente . Ricordare ricordare, voglio; e gettare la mia miseria nel gioco mortale.
Gabriele D'Annunzio
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