1--8--2024
Canto l'armi pietose e 'l Capitano
che 'l gran sepolcro liberò di Cristo:
molto egli oprò co 'l senno e con la mano ,
molto soffrì nel glorioso acquisto:
e invan l'inferno a lui s'oppose , e in vano
s'armò d'Asia e di Libia il popol misto.
Che il Ciel gli diè, e sotto ai santi
segni ridusse i suoi compagni erranti.
O Musa , tu che di caduchi allori
non circondi la fronte in Elicona,
ma, su nel ciel in fra i beati cori,
hai di stelle immortali aurea corona,
tu spira al petto mio celesti ardori ,
tu rischiara il mio canto e tu perdona
se intesso fregi al ver , se adorno in parte
d'altri diletti , che de' tuoi , le carte.
Tu magnanimo Alfonso , il qual ritogli
al furor di fortuna e guidi in porto
me peregrino errante , e fra gli scogli
e fra l'onde agitato e quasi assorto,
queste mie carte in lieta fronte accogli,
che quasi in voto a te sacrate i' porto.
Forse un di fia che la presaga penna
osi scrivere di te quel ch'or n'accenna.
= Con queste ottave Torquato Tasso inizia il famoso poema che narra la liberazione del sepolcro di Cristo ad opera dei Crociati . Il poeta scelse un argomento che , più di altri , testimonia la fede religiosa dell'età medioevale , e lo sviluppò unitariamente in senso soprannaturale , anche se è evidente l'accostamento all'Iliade . Infatti , come da tutta la Grecia erano partiti i guerrieri a conquistare Troia , una città difesa dalle popolazione dell'Asia , così i cristiani muovono da tutto l'occidente per liberare Gerusalemme , possesso di musulmani asiatici ed africani . Dio , naturalmente , protegge e favorisce l'impresa dei crociati , osteggiati da forze demoniache le quali niente possono contro la fede religiosa e la saggezza umana di Goffredo di Buglione . In tal modo, divino e umano si uniscono in una grandiosa sintesi e gloria di Dio e ad esaltazione dei popoli cristiani.
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