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venerdì 30 agosto 2024

Giosue Carducci= Prose( Le cicale)

30--8--2024

Cominciano  agli ultimi  di giugno  , nelle  splendide  mattinate , quando  la   clemenza  del sole  nel suo  primo  salire  sorride  ancora  agli  odoranti vezzi  della  giovane   estate  , cominciano  ad  accordare  in lirica monotonia  le voci   argute  e squillanti  . Prima   una, due , tre, quattro, da  altrettanti  alberi  , poi  dieci , venti , cento  , mille  , non  si sa  di dove  , pazze  di sole  , come  le sentì il greco  poeta , poi  tutto  un gran  coro  che   aumenta  d'intonazione  e d'intensità co 'l calore  e co 'l luglio , e canta  ,  canta , canta,  su'  capi, d'attorno  , a' piedi de' mietitori . Finisce  la mietitura , ma non il coro . Nelle    fiere  solitudini  del solleone , pare che tutta  la pianura canti,  e tutti  i monti  cantino , e tutti  i boschi  cantino ; pure che essa  , la  terra  dalla  perenne  gioventù  , dal  suo  seno  espanda  in un  inno  immenso  il giubilo  de' suoi  sempre  nuovi  amori co' l  sole. 

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