8---2---2021
Per comporre castamente le mie egloghe
voglio, come gli astrologhi , dormire accanto al cielo
e, accanto ai campanili , ascoltare sognando
i loro inni solenni trasportati dal vento.
Col mento nelle mani , dalla mia mansarda,
vedrò il laboratorio dove si canta e si ciarla ,
le ciminiere e le guglie della città ,
e i grandi cieli che fanno sognare d'eternità.
è dolce veder nascere attraverso la bruma
la stella nell'azzurro , alla finestra il lume,
i fiumi di carbone salire al firmamento
e la luna versare il chiaro incantamento.
Vedrò le primavere , le estati, gli autunni,
e quando verrà l'inverno e le sue nevi monotone,
allora chiuse le tende e le imposte serrate ,
costruirò nella notte i miei palazzi fatati.
Mi metterò a sognare orizzonti bluastri ,
parchi e zampilli piangenti dentro gli alabastri ,
baci , uccelli che cantano sera e mattina
e tutto ciò che l'Iddio ha di più infantile .
Il Tumulo , ai miei vetri tempestando invano ,
non mi farà alzare la fronte dal mio tavolo,
perché sarò profondamente immerso nel piacere
di evocare con la volontà la Primavera,
di tirar fuori un sole dal mio cuore
e di creare col fuoco dei miei pensieri il tepore.
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