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venerdì 25 dicembre 2020

IL NATALE ALESSANDRO MANZONI

 SANTO  NATALE   2020
    Qual  masso  che  dal  vertice
di   lunga  erta  montagna,
abbandonato  all'impeto
di    rumorosa  frana,
per  lo  scheggiato   calle
precipitando  a  valle,
batte  sul  fondo e  sta;
    là dove  cadde  ,  immobile
giace  in  sua  lenta  mole;
né  ,  per  mutar   di secoli ,
fia  che  riveda  il sole
della  sua  cima  antica,
se  una  virtuale  amica
in alto  nol  trarrà :
    tal si giaceva  il misero
figliol  del  fallo  primo,
dal  dì  che  un'ineffabile 
ira  promessa  all'imo
d'ogni  malor  gravollo,
donde  il superbo  collo
più  non  potea  levar.
    Qual  mai tra  i nati  all'odio,
quale  era  mai  persona
che  al  Santo  inaccessibile
potesse  dir:  perdona?
Far novo  patto eterno?
Al  vincitor  inferno
la  preda  sua   strappar ?
Ecco  ci  è  nato  un  Pargolo,
ci fu  largito  un Figlio;
le  avverse  forze  tremano
al  mover del suo  ciglio;
all'uomo  la  mano  Ei  porge,
che  si  ravviva  , e  sorge
oltre  l'antico  onor.
    Dalle  magioni eteree
sgorga  una  fonte  , e  scende ,
e nel  borron  de' triboli
vivida  si  distende :
stillano  mèle  i tronchi;
dove  copriano  i bronchi,
ivi  germoglia  il fior
    O  Figlio , o Tu  cui  genera 
l'Eterno, eterno  seco;
qual  ti  può  dir  de'  secoli;
Tu  cominciasti meco?
Tu  sei: del  vasto  empiro
non  ti  comprende  il giro:
la tua  parola  il fe'.
    E tu  degnasti  assumere 
questa  creata argilla?
Qual  merto  suo  , qual  grazia 
a  tanto  onor sortilla?
Se  in  suo  consiglio ascoso
vince  il perdon,  pietoso
immensamente  Egli  è.
    Oggi  Egli  è nato : ad  Efrata,
vaticinato  ostello,
ascese  un'alma  Vergine,
la  gloria  d'Israello,
grave di  tal  portato:
da  cui  promise  è  nato,
donde  era  atteso  uscì.
    La   mira  Madre  in  poveri
panni  il Figluol  compose ,
e  nell'umil  presepio
soavemente  il pose;
e  l'adorò , beata!
innanzi  al  Dio  prostrata,
che  il puro  sen  le aprì.
    L' Angel  del ciel  , agli  uomini
nunzio  di tanta  sorte ,
non  de'  potenti  volgersi
alle  vegliate  porte;
ma  tra  i pastor  devoti,
al duro  mondo  ignoti,
subito  in luce  appar.
    E  intorno  a lui  per  l'ampia 
notte  calati  a stuolo ,
mille  celesti  strinsero
il  fiammeggiante  volo ;  
e  ascesi  in  dolce  zelo ,
come  si canta in cielo ,
a Dio  gloria cantar.
    L'allegro  inno  seguirono,
tornando  al  firmamento:
tra  le varcate  nuvole 
allontanossi, e  lento 
il  suon  sacrato  ascese,
fin  che  più  nulla  intese
la  compagnia  fedel.
    Senza  indugiar ,  cercarono
l'albergo  poveretto
que'  fortunati, e  videro,
siccome  a lor  fu  detto,
videro  in panni avvolto,
in  un  presepe  accolto,
vagire  il Re  del Ciel.
    Dormi  , o  Fanciul   ;  non piangere;
dormi , o Fanciul   celeste;
sovra  il tuo  capo  stridere
non  osin  le tempeste,
use  sull'empia  terra ,
come  cavalli  in guerra ,
correr  davanti  a Te.
    Dormi, o Celeste : i popoli
chi  nato  sia  non  sanno ;
ma  il  dì  verrà  che  nobile
retaggio  tuo  saranno ;
che  in  quell'umil  riposo ,
che  nella  polve  ascoso,
conosceranno il Re.

=Auguri  di un  Santo Natale  di pace , nella luce di Betlemme :
Al 'Italia , in questo momento storico , all'Europa  che possa  Gesù, essere  la comunione di una unità nella riscoperta  delle  propria identità, cristiana.
Al  nostro Presidente  , al  tutto il governo italiano, alla classe politica che possa crescere in saggezza  nella gestione del potere politico , democratico, e nella responsabilità verso tutti noi cittadini.
Ai malati  di COVD-19,  e a tutti i malati, ricoverati in ospedale.
Al personale medico , e paramedico, che ha tanto fatto in questa  brutta situazione di pandemia, ed a tutti coloro che in prima linea  stanno combattendo la  dura battaglia.
Al Santo Padre  Papa Francesco, a  tutti i capi delle chiese cristiane d'Europa, orientale ed occidentale, ai nostri Fratelli cristiani della Chiesa  del medio oriente.

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