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martedì 8 settembre 2020

Anche la nostra Costituzione avrà per giudice l'esperienza [ Dal discorso inaugurale della Corte costituzionale , tenuto dal suo Pres. Enrico De Nicola, il 23 aprile 1956]

8--9---2020
La  nostra  recente  Costituzione ha --come  quella  antica  degli  Stati Uniti---apologisti  e  detrattori, ma  essa   dovrà  avere  solo  un giudice  : l'esperienza   anzi, un'esperienza  longeva , e  fino  al  giorno  di una  sua  necessaria ,  parziale  revisione  dovrà  rimanere  , senza  possibilità di dubbi   e  d'incertezze , la  forza  , la guida  e  l'egida  della  Nazione. Le   varie  difficoltà  provengono più  che  dalle  sue  norme  dalle  frequenti infrazioni alla   loro  lettera  e  al  loro spirito, impedendo  che  essa  raggiunga  il  principale  suo scopo ;    di assicurare  una  garanzia  di  solidità  allo Stato  di diritto . La  normologia  --la scienza  di fare  le leggi --è  difficilissima  , ma,  come  ammonì   Demostene , fare  le leggi è  nulla  , applicarle  bene è  tutto.
......Il  culto  fervido del  dovere  , sentito  come  una  religione e  adempiuto  con  disciplina , anche  a  costo  di  sacrifici personali  di ogni  sorta , ci  inspira  e ci  infiamma  . In   esso è  riposta  la  garanzia  della  nostra  assoluta  imparzialità , collocandoci super partes  , con  la  sola  aspirazione  di  avvicinarci quanto  più  sia  possibile  alla  perfezione, senza  avere  la  pretesa  di  raggiungerla. Non  abbiamo  la  presunzione  di essere  infallibili e di  dettare  oracoli ;  ma  nessuno  dovrà  mai  dubitare  del  sentimento di  obiettività  che  ci guida , della  volontà  di  bene  operare  che  ci   domina, del  pensiero  costante  non  di  apparire  ma  di essere  giusti.
Noi  abbiamo  questo  dono  necessario  per  l'adempimento  dei  nostri  compiti ;  la fede  , accompagnata  da  un'infrangibile  fermezza , che  non  ha nulla  da  vedere  con l'arbitrio . Non  avremo bisogno  né  di sproni  né  di freni per  la  nostra  opera  non  effimera ma  duratura  attraverso  una  nuova giurisprudenza,che  avrà  uno straordinario   influsso  sulla  vita  nazionale.
Noi ci  proponiamo  un'ininterrotta  perseveranza  di  alacre lavoro , perché  è  sempre  vero  il proverbio."Giustizia lenta non è  giustizia"   memori   dell'insegnamento d'un  grande  statista  italiano:  "La  più grande  ventura  a  cui  possa  aspirare  un  cittadino  è quella  di potere  rendere  un  segnalato  servigio al  proprio paese".

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