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mercoledì 30 settembre 2020

2--L'OBLATO BENEDETTINO SECOLARE "C) KOINONIA DEGLI OBLATI"

 30--9---2020
=Attività    (lavoro)

Altro  momento  importante  per  rinsaldare  la  koinonia  tra gli oblati  è il lavoro, quale continuazione  dell'opera  creatrice  di Dio . Ogni  lavoratore  , ogni  lavoro   sono  graditi  a Dio; da quello  intellettuale  a quello manuale.   Importante  è  che tutto  venga  svolto  con  amore evitando malumore e  dilettantismo. 
Il  motto benedettino ora et  labora  sebbene  non  vi compaia"appartiene  "  alla  Regola, ne fa parte.
Gli oblati  sia  all'esterno  che  all'interno  del monastero  devono così  impegnarsi  affinché  il loro  lavoro  sia qualificato e sempre  per la gloria  di  Dio (cfr.  4,11); essere   cioè  coscienti  di appartenere  alla vigna  del  Signore, dove  si  aspettano sempre operai che  prendono  il posto  degli  anziani. Inoltre , l'oblato , deve  mettere  a disposizione  di tutti  i suoi  talenti  prestando  la sua  opera  come  lavoratore  e portando  il suo  operare  a  essere  , oltre  che  testimonianza evangelica , vera  e propria preghiera.

lunedì 28 settembre 2020

FRANCESCO PETRARCA "CANZONIERE"

 28---9---2020

Qual    donna  attende  a  gloriosa  fama
di   senno  , di  valor, di  cortesia,
miri  fiso  nelli  occhi  a  quella  mia
nemica  , che  mia  donna  il mondo   chiama.
    Come  s'acquista honor, come  Dio  s'ama,
come è  giunta  honestà  con  leggiadria,
ivi  s'impara , et qual  è  dritta  via
di  gir al ciel  , che  lei  aspetta  et  brama.
    Ivi  'l  parlar   che  nullo  stile  aguaglia,
e 'l bel  tacere  , et  quei   cari  costumi,
che 'ngegno  human  non  pò  spiegar  in  carte;
    infinita  bellezza  ch'altrui abbaglia,
non vi  s'impara ; ché  quei  dolci  lumi
s'acquistan  per  ventura et  non  per arte.

domenica 27 settembre 2020

TEOLOGIA DELL'OBLAZIONE BENEDETTINA SECOLARE di: Alferio Caruana "2--L'oblato benedettino secolare "

27--9--2023

c)  Koinonia  degli oblati

=  Preghiera
La    Laus  perennis  (l'ufficio divino)  è  il momento  della  preghiera , più  adatto  per  incontrarsi  insieme  nel nome  di Dio:"Dove  due  o tre  pregano insieme  , Io  sono  in mezzo a loro"(Mt. 29); pregare uniti  e "Nulla  anteporre  all'opera  di Dio "(RSB c.  43). Recitare  l'ufficio  divino in coro e  non è  poco  importante , poiché  "la  nostra  voce  concordi con  la nostra  mente"(RSB c. 19).
Ponendo  innanzitutto  l'Eucarestia  quale  momento comunitario  privilegiato  , altre forme di  preghiera nell'ambito  del  monastero  o fuori  possono  essere  i tridui  , le novene , i ritiri  annuali oltre quelli mensili . I  tempi  forti  liturgici  (Avvento, Quaresima, Pentecoste ),  ma  anche  gli  onomastici  e i  compleanni possono  offrire  degli  spunti  di riflessione.
Il  riunirsi  insieme  soprattutto  per  la preghiera deve  essere  sempre  una  festa.    L'incontro  con il Signore  nella  preghiera è  certamente  Pasqua  poiché  si risorge  dal  proprio  torpore  quotidiano ;  ma  anche  qui  bisogna  stare  in guardia  dal  maligno che  tenta  di inquinare  le cose  più  sante vestendosi "come  angelo  di luce"(2 Cor. 11,  14)  fuorviando  così  dall'attenzione  alla  preghiera. Inoltre  , per  non  essere  demotivati  nella  ricerca  di Dio la preghiera  accompagnata  con  "le lacrime  e  la  compunzione  del cuore"(RSB c.  20)  può  contribuire  ad arricchire  e a  fortificare  colui che  si  mette,  o che  è già  ,in cammino.

sabato 26 settembre 2020

LETTERE SULL'EDUCAZIONE ESTETICA DELL' UOMO Friedrich Schiller

26--9--2020

=Lettera  terza
La   natura  comincia  ad  operare  con  l'uomo non  meglio  che  con  le altre  sue  creature ;  agisce  per  lui  ,  quando  egli  non  può  ancora  agire  da  sé  come  libera  intelligenza . Ma  egli è  uomo  appunto  perché  non si  ferma  a quello  che  di lui  fece  la nuda  natura, ma  possiede  la capacità  di  percorrere  a  ritroso  mediante  la ragione  i passi  che  quella  anticipò  per lui,  di  trasformare  l'opera  della  necessità  in  un'opera  della  propria  libera  scelta e di  innalzare  la  necessità  fisica  a quella  morale.
Egli  ritorna  in sé dal torpore  dei  sensi , si  riconosce uomo,  si guarda  intorno  e si  trova  .....nello  stato  .  La  costrizione dei bisogni  ve  lo gettò  dentro  prima  che  egli  potesse  scegliere liberamente una  simile situazione ;  la necessità  organizzò  questa  secondo  le leggi  della natura , prima  che  egli  potesse  farlo secondo  le leggi  della  ragione. Ma  come  persona morale  egli  non  poteva  e non  può  essere  contento  di questo  stato,  sorto  unicamente  dalla  sua  determinazione naturale e  destinato  solamente  ad essa;  e guai  per  lui  se  lo potesse !  Egli   abbandona  dunque  , con  lo stesso  diritto con cui  è uomo , il dominio della cieca  necessità  , se  ne  separa in  tanti  altri casi  mediante  la propria  libertà , come  ,  per  dire  un  solo esempio ,  egli  cancella  con  la  moralità e  ingentilisce  con  la bellezza  il carattere  volgare  impresso dal  bisogno all'amore  sessuale. In  tal  modo  nell'età  adulta  egli  ricupera  con  l'arte  la sua infanzia , si  forma  nell'idea uno"stato di natura"  ,che non  gli è  dato  da  alcuna  esperienza  , ma  è  posto  necessariamente  dalla  determinazione della  ragione ;  in  questo  stato ideale  si  attribuisce un fine  , che'egli  non conobbe  in  quello  reale,  e una  scelta  di cui  allora  non  fu capace  , e  procede ora  non  altrimenti  che se   cominciasse dal principio e per chiara  intelligenza  e libera  decisione  sostituisce lo stato  d'indipendenza  con  lo stato  dei  contratti. Per  quanto  il cieco arbitrio  abbia  fondato  ingegnosamente  o  solidamente  l'opera  sua,  per  quanto  esso  l'affermi con  arroganza e la  circondi  di  un'apparenza  di  dignità  , l'uomo può  , in  questa  operazione  ,  considerarla  come  assolutamente  non accaduta; poiché  l'opera  di forze cieche  non ha  un'autorità  , davanti  a  cui la libertà  debba  piegarsi  , e  tutto  deve  adattarsi al fine supremo  che  la ragione  impone  alla  personalità umana  . In questo  modo  nasce  e si giustifica il  tentativo di  un  popolo divenuto  maggiorenne  , di  trasformare il suo  stato  di natura  in stato  morale.
Questo  stato  di natura  (come  può  chiamarsi  ogni  corpo politico  che  derivi  originariamente la sua organizzazione da  forze  , non  da leggi)  contraddice  veramente  all'uomo morale , cui  la pura  legalità  deve  servire da legge  ;  ma  è proprio  sufficiente  per l'uomo fisico , il quale  si dà  delle leggi  solo  per  accordarsi  con  le forze. Ora  l'uomo  fisico è  "reale " e quello  morale è solo   "problematico". Se  dunque  la ragione  annulla  lo stato  di natura , come  deve  necessariamente fare  se  vuole  sostituirlo  col  suo,  allora  essa  rischia  di perdere  l'uomo fisico  e reale  per  quello  problematico  morale  e  l'esistenza  della  società  per un  possibile  (sebbene  moralmente  necessario) ideale  della società. Essa  toglie all'uomo  qualcosa  che  egli  realmente  possiede e senza  di cui  non  possiede  nulla, e  in  luogo  di questo  , gli  indica  qualcosa che  egli  potrebbe  e  dovrebbe  possedere; e se  avesse  troppo  contato  su  di lui  ,  gli  avrebbe  tolto  , per  un'umanità  che  ancora  gli manca  e  può  mancare  senza  danno  della  sua  esistenza  , anche  i mezzi  per  l'animalità , che  pure  è  la condizione  della  sua  umanità  . Prima  che  egli  avesse  avuto il tempo  di  tenersi  saldo  con la  sua  volontà  alla legge  , essa gli  avrebbe  tolto  di  sotto  ai piedi la scala  offertagli  dalla natura.
La   grande  difficoltà  è dunque  questa :  la società  fisica  non  deve  cessare  in  nessun momento  nel tempo , mentre  quella  morale  si  forma"nell'idea"  , e  che  per  la  dignità  dell'uomo  non deve  correre  pericolo  la sua  esistenza  . Quando l'artefice  deve  riparare  un  meccanismo  di  orologio  , lascia  prima  scaricare  le ruote, ma  il meccanismo  vivente dello Stato  dev'essere  riparato  mentre funziona ; qui  si tratta  di  mutare  la ruota  che gira  senza  interrompere  il suo  movimento . Bisogna  quindi  trovare  , per  la  continuazione  della  società  , un  appoggio  che la renda  indipendente dallo stato di natura  che  si vuole  abolire.
Questo  appoggio   non si trova  nel  carattere  naturale  dell'uomo che,  egoista  e violento  , mira  piuttosto  alla  distruzione  che  non  alla  conservazione  della  società  ;  non si  trova  neppure  nel  suo  carattere morale che,  secondo  quanto  presupposto  , deve  prima  essere formato  ,  e  sul  quale,   perché  è  libero e perché  non  appare  mai, il  legislatore non potrebbe mai  agire  né  mai  contare con  sicurezza  . Si  tratterebbe  quindi  di  separare  l'arbitrio dal  carattere  fisico e la  libertà da quello morale;  di  accordare  il primo  con  le leggi , e  di rendere  il secondo  dipendente  dalle  sensazioni ,  di  allontanare un po'  quello  dalla  materia  e di avvicinarle  un po'  questo,  per  costituire  un terzo  carattere  che,  affini  a  quei  due, formasse  un  passaggio  dal dominio della  forza  bruta  a quello  delle leggi  e, senza  ostacolare  lo sviluppo del  carattere morale  , servisse  anzi  come  pegno fisico della  moralità invisibile.


=La  realtà  ancora  oggi  prevalente  è  appunto   l'eliminazione  dell'animalità , della  sensibilità  , pur  rimanendo  la  sopravvivenza  fisica ; viene  destituito  di ogni  verità  e di ogni  autorità  l'ordine  naturale del  piacere  senza  che  l'ordine  imposto  abbia  nessuna  garanzia  di  autenticità  morale . L'ordine  borghese si avvale  infatti  dell'universale tendenza  conservatrice , delle  degenerazioni  della morale  cristiana , mentre un'autentica  morale  che  ponga  esigenze  di  perfezionamento  e di  realizzazione  incondizionata  rimane emarginata  dal  contesto sociale.  L'esigenza  dell'ordine  umano  viene  quindi  impostata  in  una  prospettiva generica, storica.=

venerdì 25 settembre 2020

da riferirsi ad una posizione di Marcuse(L'uomo ad una dimensione) e gli studi psicologici (L. Borghi, Educazione e sviluppo sociale)

25--9--2020

=Solo   attraverso  la bellezza(libertà  nel fenomeno,  nella  sensibilità) si giunge  alla libertà  (morale  e politica); come dire: solo  partendo  dalle  esigenze  sensibili  realizzate  nella bellezza ,  solo liberando e realizzando  queste  , si può  impostare il problema  politico nella  sua  globalità , si  può  realizzare  la liberazione dell'uomo , ponendo  in  discussione  la  civiltà  esistente . Se  il tempo  presente sembra poco  sensibile  agli ideali  estetici, questo  è appunto  un segno  del condizionamento  storico dell'epoca industriale  borghese che  reprime  la sensibilità  e la bellezza per  esigenze  di dominio , per  lasciare  le masse  insoddisfatte,  dedite solo  al profitto .  Però  il  "reale" bisogno  del  secolo  è proprio  lo studio  e la  realizzazione  dell'ideale  estetico. 

giovedì 24 settembre 2020

Giacomo Leopardi CANTI

 24---9--2020

Il pensiero  dominante

    Dolcissimo,  possente
Dominante  di mia  profonda  mente  ;
Terribile , ma  caro
Dono  del ciel;  consorte
Ai  lùgubri  miei  giorni,
Pensier  che  innanzi  a  me  si spesso  torni.

    Di tua  natura  arcana
Chi non favella?  il suo  poter  fra  noi
Chi  non  senti? Pur  sempre
Che  in  dir  gli effetti  suoi
Le  umane  lingue  il sentir proprio  sprona,
Par  novo  ad  ascoltar  ciò  ch'ei  ragiona.

    Coma  solinga  è fatta  
La  mente  mia  d'allora
Che  tu  quivi  prendesti  a far  dimora!
Ratto  d'intorno   intorno  al  par  del  lampo
Gli  altri  pensieri  miei
Tutti  si  dileguàr . Siccome torre
In  solitario  campo,
Tu  stai  solo,  gigante, in  mezzo  a  lei.

    Che  divenute  son,  fuor di te solo,
Tutte l'opre  terrene,
Tutta  intera  la vita al  guardo mio!
Che  intollerabil  noia
Gli  ozi , i commerci  usati,
E  di  vano  piacer la  vana  spene,
Allato  a  quella  gioia  ,
Gioia  celeste  che  da  te  mi  viene!

    Come  da'  nudi  sassi
Dello  scabro  Apennino
A  un  campo  verde che  lontan  sorrida
Volge  gli occhi  bramoso  il pellegrino;
Tal  io  dal  secco  ed  aspro
Mondano  conversar  vogliosamente,
Quasi  in lieto  giardino  , a te  ritorno,
E  ristora  i miei  sensi  il tuo soggiorno.

    Quasi  incredibil  parmi
Che  la  vita  infelice  e il  mondo  sciocco
Già  per  gran  tempo  assai
Senza  te  sopportai;  Quasi  intender non  posso
Come  d'altri  desiri,
Fuor  ch'a  te  somiglianti, altri sospiri.

    Giammai  d'allor che  in  pria
Questa  vita  che  sia  per  prova  intesi,
Timor  di morte  non  mi  strinse  il petto.
Oggi  mi pare  un  gioco
Quella  che  il mondo inetto,
Talor  lodando , ognora abborre  e trema  ,
Necessitade estrema;
E se  periglio appar , con  un  sorriso
Le  sue  minacce a  contemplar m'affisso.

   Sempre  i  codardi , e  l'alme
Ingenerose  , abbiette
Ebbi in dispregio. Or  punge  ogni  atto indegno
Subito  i sensi miei;
Move  l'alma  ogni  esempio
Dell'umana  viltà  subito  a sdegno
Di  questa  età  supeba.
Che   di  vote  speranze  si  nutrica,
Vaga  di ciance  , e  di virtù  nemica;
Stolta  , che  l'util  chiede,
E  inutile  la vita
Quindi  più  sempre  divenir  non  vede;
Maggior  mi sento . A scherno
Ho  gli  umani  giudizi;  e  il vario volgo
A'  bei  pensier infesto,
E  degno  tuo  disprezzator, calpesto.

    A  quello  onde  tu  movi,
Quale  affetto  non cede?
Anzi  qual  altro  affetto 
Se  non quell'uno  intra  i  mortali  ha sede?
Avarizia ,  superbia, odio, disdegno,
Studio  d'onor, di  regno,
Che  sono  altro  che  voglie
Al  paragon  di  lui?  Solo  un affetto
Vive  tra  noi; quest'uno,
Prepotente  signore ,
Dieder  l'eterne leggi  all'uman  core.

    Pregio  non ha  ,  non ha  ragion la vita
Se  non  per  lui, per lui ch'all'uomo è tutto;
Sola  discolpa  al fato,
Che  noi  mortali in terra
Pose  a  tanto  patir senz'altro frutto;
Solo  per  cui  tavolta  ,
Non  alla  gente  stolta , al  cor non vile
La  vita  della  morte è più gentile.

    Per  cor  le  gioie  tue ,  dolce  pensiero,
Provar  gli umani  affanni,
E  sostener  molt'anni
Questa  vita  mortal , fu  non  indegno,
Ed  ancor  tornerei ,
Così  qual  son  de' nostri mali  esperto,
Verso  un  tal  segno  a  incominciare il corso;
Che  tra  le sabbie e tra  il  vipereo  morso,
Giammai  finor  si stanco
Per  lo mortal  deserto
Non  venni  a te,  che  queste  nostre  pene 
Vincer  non mi  paresse un  tanto  bene.

    Che  mondo  mai, che  nova
Immensità  , che  paradiso  è quello  
Là  dove  spesso  il tuo  stupendo incanto
Parmi  innalzar! dov'io,
Sott'altra  luce  che  l'usata  errando ,
Il mio terreno stato
E tutto  quanto  il ver  pongo  in obblio!
Tali  son  , credo , i sogni
Degl'immortali. Ahi finalmente   un sogno
In  molta  parte onde s'bbella  il  vero
Sei  tu,  dolce  pensiero;
Sogno  e  palese error. Ma  di  natura,
Infra  i  leggiadri  errori,
Divina  sei ; perché  si  viva e  forte,
Che  incontro  al  ver  tenacemente  dura,
E  spesso  al ver  s'adegua,
Né  si  dilegua  pria, che  in  grembo  a morte.

    E tu  per  certo , o mio pensier , tu  solo
Vitale  ai  giorni miei,
Cagion  diletta  d'infiniti  affanni,
Meco sarai   per  morte  a  un  tempo  spento;
Ch'a  vivi  segni  dentro  l'alma io  sento
Che  in  perpetuo  signor  dato  mi sei.
Altri  gentili  inganni
Soleami il  vero  aspetto
Più  sempre  infievolir. Quanto  più  torno
A  riveder  colei
Della  qual   teco  ragionando  io vivo,
Cresce  quel  gran  diletto,
Cresce  quel  gran  delirio, ond'io  respiro.
Angelica  beltade!
Parmi  ogni  più  bel  volto  , ovunque io  miro,
Quasi  una  finta  imago
Il suo  volto  imitar  .Tu  sola  fonte
D'ogni  altra  leggiadria,
Sola  vera  beltà  parmi che sia.

    Da  che  ti vidi  pria,
Di  qual  mia  seria  cura ultimo  obbietto
Non  fosti  tu?  quanto  del  giorno  è scorso,
Ch'io  di te  non  pensassi?  ai  sogni  miei
La  tua  sovrana  imago
Quante  volte  mancò?  Bella  qual sogno.
Angelica  sembianza ,
Nella  terrena  stanza ,
Nell'alte vie  dell'universo intero,
Che  chiedo  io  mai,  che  spero
Altro  che  gli occhi  tuoi  veder  più  vago?
Altro più  dolce  aver che  il tuo  pensiero?

mercoledì 23 settembre 2020

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E GLI ORGANI AUSILIARI

23---9---2020

1--Rapporti  fra  politica  e  amministrazione
Si  può   dire  che  gli  organi  a cui  è affidata  la funzione  politica  sono  gli organi  fondamentali  dello   Stato , quelli  da cui  partono  le decisioni supreme  che  indirizzano  tutta  la vita  del paese . Sono organi  che  chiamiamo  "  costituzionali",  perché  la loro struttura  , le  loro  funzioni  e i  loro  limiti  sono  descritti  nella Costituzione , avendo  essi  stretta  attinenza  col  principio rappresentativo  e coi   principi  della  distinzione dei poteri . Ma  fra  questi  ve  n'è uno,  il governo  , a  cui  è affidata  la funzione esecutiva ,  nel  quale  possiamo  vedere un  duplice  aspetto  , quello  che  si  manifesta  in  un'attività  politica  , con  cui  esso  imprime  un  suo  particolare  carattere  alle  grandi  linee  della  vita  statale  all'interno  e nel  campo  internazionale  , e  un'attività  amministrativa  rivolta  alla  concreta  e quotidiana  soddisfazione  dei  bisogni  collettivi  d'ogni  ordine e grado.  è questa  la ragione  per cui  la Costituzione  fa  cenno anche  a  organi che politici non sono e nemmeno  possono dirsi  costituzionali , ma  sono  destinati  a porre  in atto le  decisioni  del governo  , a  sua  volta  interprete della  volontà  del Parlamento .
Se  però  le decisioni  del  Parlamento  possono  essere  espressione  d'una  maggioranza , che  è pur  sempre   solamente  una  parte  di esso  , la  pubblica  amministrazione  deve  invece  sempre   comportarsi  con  perfetta  imparzialità , tenersi  costantemente  al  di  sopra  delle  passioni  di parte ,  esercitare  i poteri  pubblici  che  le sono   affidati  non  già  nell'interesse  d'un  partito , ma  di  tutto   il paese, applicare  a tutti  i cittadini  ugualmente  la legge.
Si  noti  poi  che,  sotto  certi  aspetti  , è  organo  amministrativo   perfino  il Presidente  della Repubblica,  quando  ad  esempio  nomina  , nei casi  indicati  dalla legge, i  funzionari  dello Stato (art. 87, 6° comma).

Il  compito  dell'amministrazione  pubblica  , che  consiste dunque  nell'applicare  , nei riguardi  dei  privati  cittadini , le  decisioni dei  poteri supremi , può  svolgersi  in due  modi:
1)o è  promosso  totalmente dal  potere centrale, sicché  i funzionari  locali non  hanno  nessuna  iniziativa ;  ed è  il sistema  accentrato;
2) oppure  dall'autorità  centrale  promanano  solamente  le grandi direttive  , essendone lasciata  alle  autorità  locali l'applicazione , secondo  le  diverse  necessità;  ed è  questo  un  sistema  decentrato.
L'amministrazione  italiana ha  una  tradizione  d'accentramento  che risale  al primo  momento  dell'unità nazionale  , e  che si  ispirò  all'amministrazione accentrata  delle  monarchie francesi. L'accentramento  da  noi  fu  giustificato  con  la necessità  di  ridare  a  popolazioni  , da  tanto  tempo  separate  , il  sentimento  dell'unità politica  , attraverso  la  comunanza  del  regime  amministrativo , il  che  non fu  senza  inconvenienti  e senza  critiche.

è  possibile  concepire  uno Stato  il quale  limiti  la  sua  azione  a  dirimere  le  controversie fra  i privati  e a  difendersi  contro  gli assalti  dei  nemici interni  ed  esterni ;   ma  questo  non è  di  certo  il caso  degli Stati  moderni , i quali  , invece  di limitare, allargano  di continuo  la loro  azione  assumendosi  innumerevoli  compiti e servizi,  non  più  soltanto  d'ordine  giuridico  , ma  economico,   sociale  ,  igienico  , culturale  , ecc.,  per  cui  ben  può  dirsi  che lo Stato , e specialmente  un  grande Stato   , è  la  più  vasta  e  complessa  organizzazione  del  mondo  moderno.
L' estensione  degli  interventi  statali può  anche  dipendere dalle  idee  politiche  che  reggono  lo Stato,  un tempo per  Stato liberale  si  intendeva  quello  che  si  asteneva  dal  compiere  tutto  ciò  che  poteva  esser  compiuto  dai  privati  cittadini , ma  oggi  si  può  ben  dirlo , non  esistono  Stati  liberali  in tal  senso, poiché  tutti  , più o meno  , si  sono  adeguati  alla  necessità  di regolare  minimamente  la  complicata  vita  delle  popolazioni  , di rispondere  a certi  bisogni un tempo  non sentiti  , o  d'attenuare  , con  le loro  disposizioni e i  loro  mezzi , certe  troppo stridenti  differenze sociali . D'altra  parte  sono  gli stessi  cittadini  che  pretendono   a loro  favore  l'intervento  dello  Stato  , salvo  poi  a  protestare quando  non  faccia  loro  comodo.
Per  queste  ragioni  , l'attività  ,  l'importanza  e,  diciamo pure, la potenza  della   pubblica  amministrazione è  oggi  straordinariamente  aumentata.

martedì 22 settembre 2020

IL NUOVO RUOLO DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE di: Antonio Lissoni presidente dell'AIFO

 22--9---2020
è difficile  pensare  che  l'emergenza  legata  al COVID-19   sia  dovuta  ad  un  evento  straordinario che  prima o poi  si dissolverà  , è  più  facile pensare  che  non  sia  un  processo  reversibile in breve  tempo  e che possa  produrre  cambiamenti  sull'organizzazione  politica ed  economica internazionale.
L' emergenza  sanitaria  e la  conseguente  crisi  economica si  è sviluppata  in un  sistema  globale già  in grave  difficoltà nei  suoi  modelli sociali , economici ed  ambientali e la  risposta a  questa  sfida  che  non conosce frontiere è stata  paradossalmente  di chiusura e  di risposte  nazionalistiche che  innescano  crescenti  tensioni geopolitiche.
Credo  che  sia  urgente  ripensare le relazioni tra  gli Stati sovrani ed il  mondo  della multilateralità. L'OMS  e  l'ONU  sono  costituiti e  gestiti  dagli  Stati  , dovranno essere  corretti errori  e difetti, ma  sono gli organismi  che  possono  gestire ed  aggregare  le informazioni  provenienti da tutti  gli Stati  ,  garantire  un minimo di concertazione e  che  rappresentano  un  determinante  fondamentale  per  lo sviluppo  di politiche  coerenti  basate  su  evidenze.
In questo contesto  quale  può  essere  il futuro  delle Ong?
Lo  scenario  di emergenza sanitaria e di crisi  economica  che  si  preannuncia  fa  prevedere  un  periodo  di  chiusure  nazionali  che  lasceranno  poco spazio  alla   cooperazione internazionale.  Nell'immediato si può  immaginare  che  si  tradurrà  in una  riduzione  dell'aiuto  pubblico  allo sviluppo  , cruciale  per  molte  Ong perché  si somma  ad  un calo del sostegno  privato, ma  nel  medio periodo  la  cooperazione  internazionale  sarà importante  per  resistere  alle  crescenti  spinte nazionalistiche e per  proporre  la  propria  visione globale.
L'emergenza  COVID-19  ha  accelerato   situazioni e processi già  in  essere , rendendo  evidente  la necessità  di una  trasformazione per  rispondere alle  sfide  globali del futuro.
Non  è semplice coniugare  sviluppo  e diritti , una  divisione storica del mondo della  cooperazione . Bene  puntare sulle  strutture  produttive e sulle  rese economiche  , ma è un bisogno  primario puntare  sul  rafforzamento  della  prevenzione  , della  medicina generale e della  protezione  sia  verso  le strutture ospedaliere  centralizzate, sia  creando strutture  agili decentrate.
Abbiamo  visto  quale  importanza rivestono i sistemi sanitari e in  questo passaggio svolgono  un ruolo  centrale  i  partenariati  con  organizzazioni  attive  nelle  periferie  globali  , che   possono  vedere  l'unità  tra  risposta   a problemi concreti  e lavoro  politico di lungo  termine . In  questo  modo  si può  pensare  di coniugare  diritti  ,  anche  per i più  deboli  , e sviluppo.
è necessario ripensare  la  cooperazione  come  un  intercambio   tra  strutture , medici  ed  università   che  siano  in grado  di  lavorare  con  i loro  colleghi in altri  Paesi, un  interscambio che  porti  ad una  crescita  comune  nella  certezza che tutto  quello  che succede  attorno  a noi  ci riguarda  e che  la relazione con i Paesi  in trasformazione non  è più  da intendere  come  un  aiuto  unilaterale  , ma  è un passo  verso  una  globalizzazione più  solidale  che  aiuta  tutti,  anche  noi.


Ho sempre  creduto   nella  funzione cruciale  di  strutture  come:  OMS  e ONU,   sono loro sedi  dove è possibile affrontare  problemi gravi, che  pur avendo sede in  varie parti del pianeta , interessano tutti. Perché, tutto ciò che riguarda l'umanità è di interesse di tutti; non è possibile voltare le spalle, e non volere vedere . Le  Ong, sono le organizzazioni , che permettano di intervenire , in determinati contesti, e ci aiutano  ad essere  meno ciechi ed egoisti nei riguardi di quell'umanità, che è in serie difficoltà.

lunedì 21 settembre 2020

TEOLOGIA DELL'OBLAZIONE BENEDETTINA di: Alferio Caruana " 2---L'oblato benedettino secolare"

 21---9---2020
c)   Koinonia  degli oblati

=Incontri  fraterni  tra  gli oblati  in monastero e fuori
Proseguendo il discorso  sulla  Koinonia ci si  riferisce  ora  espressamente  a quella   de degli  oblati  .  In  forza  della  loro offerta, gli  oblati   vivono  seguendo  lo spirito  della Regola  di S. Benedetto (St. 2, 3 ,  18-20, 26 , 29, 30); e dato  che  abitano  al di fuori  del  chiostro , almeno  per quel  che  riguarda  gli oblati secolari (e consacrati),  necessita  che[...]sentono  la  obbligatorietà  tra  di loro , oltre quella  che  compongono  assieme alla  comunità  monastica (St.  1). Gli  Statuti degli oblati  al  punto 15  dicono."  Gli  oblati  dello  stesso  monastero stabiliscono tra  loro  rapporti  di amicizia  fraterna, espressione dello  spirito  di carità che  li  unisce tra  loro  e alla comunità  monastica . Questi  rapporti  potranno  trovare  la loro   espressione  in  incontri  di preghiera , di studio , di  lavoro  caritativo in  comune".  Come  appendice  di  questo  ecco  cosa  dicono  al punto  54:"    Quantunque  gli oblati  per  loro  istituzione  siano  legati  al  monastero di   affiliazione  , conviene  che  abbiano  rapporti  fraterni  e di  amicizia con  gli  oblati  di altri  monasteri , per  lo scambio di  espressione  e  l'attuazione  di  iniziative  atte  ad  approfondire  maggiormente  lo spirito  di  oblazione".
Questi  testi  sottolineano  la necessità  di riconoscere  che  l'oblazione  ha  una  componente  comunitaria  da non  sottovalutare , ma  da  comprendere e da  sviluppare  come  per  quella  puramente  personale  : l'una  include  l'altra .  Volendo  pertanto  dare  via  pratica  a questa  koinonia  degli oblati ,  bisogna  ricordare  che  essa  assume  dei  connotati  che  si  differenziano da  monastero  a  monastero eccetto che  nei  tre  momenti  :lectio  divina (studio ),  di attività  (lavoro)  e di Opus  Dei  e pratiche  di pietà(preghiera).
La frequenza  alle  attività  del monastero sono, per  gli oblati  , momento  importante  da vivere  per  la propria  edificazione spirituale ; e  al  contempo   lo stesso  monastero  diviene  luogo  privilegiato  donde  attingere  forza per  il proprio  cammino  di fede; fatto  di luce  e di speranza per avere la via illuminata e  spianata  sulla  quale   percorrere con  saggezza e  conoscenza il  cammino. La vicinanza  al  monastero è  per  loro  un obbligo a cui  assolvere con    diligenza ;  non  vi è  altro  luogo dove  si  possa  ossigenare  meglio e  vivere  la propria  vocazione nell'oblazione benedettina ;  e nello  stesso  tempo  il vivere  la Regola  in  comune con  i monaci  autorizza  gli oblati  a  guardare  al monastero  e ai monaci come  ai veri  ispiratori della propria  vita  cristiana  dove   il chiostro  diviene  luogo  di  rifugio  perenne  : cioè,  vivere all'ombra  del  monastero  spiritualmente  , ma  anche  fisicamente ,  sia  con  visite  frequenti  che  come  vero  e proprio domicilio.

JORGE LUIS BORGES le opere "La rosa profonda"

 21  --9---2020
All   our  yesterdays

Di    chi   mai  sarà  il mio passato?
Di  quale  che  già  fui?  Del  ginevrino
Che  tracciò  qualche  esametro  latino
Che  gli anni  lustrali hanno  cancellato?
Del  bambino  che  cercava  nell'intera
Biblioteca  del  padre le  puntuali
Curvature  del globo  e le  ferali
Forme  che  son  la tigre  e  la pantera?
O  dell'altro  che  spalancò una  porta
Oltre  la quale  un uomo  se ne  andava
Per  sempre  , e  che  baciò  nel  bianco  giorno
Il  viso  che  svaniva  e il  viso morto?
Sono  chi  ormai  non è  .  Inutilmente
Sono stasera una  perduta gente.

venerdì 18 settembre 2020

"DAL 1961 CON GLI ULTIMI" Una società più equa e inclusiva , che riconosca a tutti diritti e dignità . Questa è , e sarà sempre , la missione di AIFO.

 18--9---2020
è  insolito  iniziare   un editoriale  dai ringraziamenti ,  ma mi  sento  di farlo  alla luce  degli  importanti  progetti  che sono  partiti  tra   fine maggio  e inizio  giugno  . Come  quello  in  Guinea  Bissau, destinato  ai giovani  per rafforzare l'economia  locale e  assicurare  loro  un futuro  dignitoso nelle  proprie  comunità.  Come quello  in Brasile  , per  ridare  voce  alle donne  con disabilità, spesso  vittime   di violenza  e messe  ai margini  .   Come  quello  nato  in collaborazione   con la regione  Emilia-Romagna, sempre  in Brasile , attraverso  cui miglioreremo la  configurazione  sanitaria  delle cure  intermedie  mediante  l'utilizzo  di tecnologie  lievi.
Grazie  ai nostri  partner  e finanziatori .
Riunendo  le nostre  forze , perché  solo così  potremo  diventare  motori  e protagonisti   di un cambiamento .
Non sono tempi facili , ma   proprio  per questo  non  vogliamo  smettere  di sognare  un mondo  con  più  dignità e diritti  per tutti  , soprattutto per  gli  "ultimi", per  quelli  che  a causa  di povertà , malattia , disabilità  , vulnerabilità e pregiudizio , vengono  costantemente  lasciati  indietro. Un sogno per cui noi  di AIFO  lottiamo    dal 1961.
è  un percorso  impervio , una  missione  complessa ma  non  lo sarà  se  cammineremo  insieme , se  i progetti  di  cooperazione sanitaria  di AIFO   diventeranno un  impegno comune.
Anche perché  oggi  abbiamo  una  grande  opportunità ;  abbiamo  la possibilità  di utilizzare  gli strumenti più  efficaci  e le  metodologie più  innovative per favorire  l'inclusione  sociale a  beneficio  di tutti.      Antonio  Lissoni     Presidente  AIFO
   

seguo  AIFO  da  moltissimi anni, credo profondamente  nel fatto  che solo mediante  un impegno serio , sul territorio , il mondo del nord, può  aiutare il mondo  del sud  a riscattarsi. Importante  è comprendere come il rispetto della persona passa anche con l'aiuto  ad emanciparsi nella propria terra , senza costringerla  a   traumatiche abbandoni del proprio mondo.
Molto  c'è  da fare anche con la politica  delle grande potenze, non più una politica da squali, ed uno  sviluppo a dimensione d'uomo nel rispetto della natura. 
Uscire dall'incubo della pandemia , non è facile , ma questa nuova avventura  fa  parte della  storia di questo inizio di secolo.

mercoledì 16 settembre 2020

L'ARTICOLO 21 DELLA COSTITUZIONE E L'ARTICOLO 113 DELLA LEGGE DI PUBBLICA SICUREZZA

16--9--2020

Lo  svolgimento  d'un  giudizio  di legittimità  costituzionale  dinanzi  alla  Corte  può  aversi  soltanto  quando  in un  giudizio  dinanzi  a  un  giudice  ordinario  sia  stata  sollevata  , di  solito  da  una  delle  parti  , una  questione  "  non  manifestamente  infondata".  Quando  la  Corte  incominciò  a  funzionare  , trovò  già  molte  richieste  di giudizio  precedentemente  inviatele, molte  delle quali  vertevano  sulla  legittimità  del  precetto  dell'art. 113   della  legge  di pubblica  sicurezza  ,  emanata  dal  regime  fascista  e  ancora in vigore. In  sostanza  si chiedeva  se  quell'articolo che   prescriveva  l'autorizzazione  dell'autorità  di  p.s.  per  la  distribuzione  di avvisi  o  stampanti  sulla  pubblica  strada   o  affissioni  di manifesti  e  giornali  o comunicazioni con  altoparlante  , non fosse in  contrasto  con  l'art.  21  della Costituzione,  il quale  dichiara  che  " tutti  hanno  il diritto  di  manifestare  liberamente  il proprio  pensiero  con la  parola  , lo scritto  ed  ogni altro  mezzo  di diffusione". 
" è   evidentemente   da escludere  ---così  è detto  nella  sentenza  della Corte --- che  con  la  enunciazione  del  diritto  di  libera    manifestazione  del  pensiero  la   Costituzione  abbia  consentite  attività  le quali  turbino  la tranquillità  pubblica  , ovvero abbia  sottratta  alla  polizia  di sicurezza  la  funzione  di  prevenzione dei  reati.
Ma  è  innegabile  che  detto  articolo  , col  prescrivere  l' autorizzazione  , sembra far  dipendere  quasi  da  una   concessione dell'autorità    di pubblica  sicurezza il  diritto  che  l'art. 21  della  Costituzione conferisce  a  tutti  , attribuendo  alla  detta  autorità  poteri  discrezionali illimitati  , tali cioè , che , indipendentemente  dal  fine  specifico  di  tutela della  tranquillità e  di  prevenzione   di reati  , il  concedere o  il  negare l'autorizzazione  può  significare  praticamente  consentire  o impedire   caso per caso la  manifestazione  del pensiero .
La  Corte  costituzionale  deve  perciò  dichiarare   l'illegittimità   costituzionale  dell'art.  113 del  Testo  Unico  delle leggi  di  p. s. , fatta  eccezione  per  il   comma   5,  dove  è  disposto  che  le "affissioni  non  possono   farsi  fuori  dei  luoghi   destinati  dall'autorità  competente "  la quale  ultima  disposizione  non  è  comunque  in  contrasto  con  alcuna  norma   costituzionale  e può  mantenere  la sua efficacia".

CANTI Giacomo Leopardi

 16--9---2020

A  se  stesso

    Or  poserai  per sempre,
Stanco  mio  cor.  Perì  l'inganno estremo,
Ch'eterno  io  mi credei. Perì . Ben  sento,
In  noi  di cari  inganni,
Non  che   la  speme , il  desiderio  è spento.
Posa  per sempre  . Assai
Palpitasti  . Non  val  cosa  nessuna
I moti  tuoi , né di sospiri  è degna 
La  terra  . Amaro e noia
La  vita, altro mai  nulla  ; e   fango  è il mondo.
T'acqueta  ormai . Dispera
L'ultima  volta . Al  gener nostro il fato 
Non  donò che  il morire . Ormai disprezza
Te,  la natura , il brutto
Poter  che,  ascoso  , a  comun  danno impera,
E  l'infinita  vanità  del tutto.

lunedì 14 settembre 2020

TEOLOGIA DELL'OBLAZIONE BENEDETTINA di: Alferio Caruana "2----L'oblato benedettino secolare"

14---9---2020

c)   Koinonia  degli oblati

= Famiglia degli oblati  come  la  comunità  di Gerusalemme
La  comunità  chiede e richiede  dai  suoi  membri  attenzione,  dedizione  e  disponibilità a  cooperare  al bene  comune , ognuno  ha  un  ruolo dentro  di essa  , una  parte  da  svolgere . E  qui  entrano  in gioco  anche  altri  fattori  quali  l'onestà  , la  lealtà , la  mutua  comprensione ;  e la  frode e  condanna  di  Ananìa   e  Saffìra  (At.  5)   sono  un esempio  e  un  aiuto  nella  formazione e  nel  cammino  della  comunità.
Anche  l'amicizia  ha  un  ruolo  importante  nell'affermazione di sé  e del   gruppo  al quale  si appartiene;   ma  qui  non  si tratta  di amicizia del  dare  e  avere  ma  di Amicizia slegata  da  compromessi  e piena  , invece, di  quell'Amore che  poterebbe  ogni  uomo  a  "dare  la  vita  per i  propri  amici"(Gv.  15, 13 ss.)  
Per  colui  che cerca  Dio , tutto  il creato , in modo  speciale l'uomo , è  uno  strumento  divino e la vera  amicizia può  contribuire a questa   koinonia  di anime.
Basti  pensare  all'amicizia  tra  S. Basilio  e  S. Gregorio  Nazianzeno.   O, ancora  , a quello  che si legge  in  uno  degli  apoftegmi dei  Padri del deserto  su  Cassiano  e  Germano .  è  infatti  in questa   specie  di amicizia  ---perpetua , ininterrotta---che  si  intravede la vera meta  ;   la ricerca  di Dio.
Quindi non solo  nella singolarità  , nelle  azioni  personali , ma nell'universale    risiede  la  forza , nell'amore  verso il prossimo e nel  costante  abbraccio fraterno ;    nel  continuo  confronto con  l'Altro che  aiuta a  correggere  i passi  ; nei  punti  di riferimento  che  si è  per  i fratelli e che  loro sono per noi;  un  mutuo   soccorso  dove,  tuttavia  , all'aspetto comunitario ,  cenobitico  si può  affiancare  quello  eremitico  sebbene  S. Benedetto al  capitolo  1  della  Regola  , dopo  aver  esposto  le varie  specie  monastiche dice:  "Lasciandoli  quindi  da parte  [   eremiti ,  sarabaiti , girovaghi],  veniamo  con  l' aiuto  del Signore  ad  ordinare  la specie  migliore , che  è quella  dei  cenobiti".
Dunque  il  vivere  comune  , quel  lottare  quotidiano  contro il male , il demonio che  alberga  in noi e tra  noi, per  la costruzione  di una  comunità simile  a  quella  di Gerusalemme "punto  di arrivo  del Vangelo "  e  ora     punto di partenza  (cfr.  At.  1;  2,  42--47 ;  4,  32--35).  Ma   anche  punto  di  riferimento  oggi  per coloro  che  sono  desiderosi  di formare  una  comunità cristiana  al servizio  di Dio  e dei fratelli.
In  questo  servizio  si eleva  quell'Intima  unione  della  Chiesa  con  l'intera  famiglia  umana  che,  non  a  caso  , è  il primo  punto  , l'apertura  della  Gaudium  et  Spes :" Le  gioie  e le  speranze  , le  tristezze  e le  angosce degli  uomini  d'oggi  , dei  poveri  soprattutto  e di  tutti coloro  che  soffrono  , sono  pure  le gioie  e le speranze  , le tristezze  e le   angosce  dei  discepoli  di Cristo , e  nulla  vi è  di genuinamente   umano  che  non trovi  eco  nel  loro  cuore  . La  loro  comunità  , infatti, è  composta  di uomini   i quali  , riuniti insieme  nel Cristo  , sono guidati  dallo Spirito  Santo nel  loro  pellegrinaggio verso  il regno  del Padre , ed  hanno  ricevuto  un  messaggio di salvezza da  proporre  a  tutti . Perciò  la  comunità  dei  cristiani  si  sente  realmente  e  intimamente  solidale  con  il genere  umano  e con  la sua storia".  Da  qui  dovrebbero  orientarsi  e  partire  le  neo-comunità  cristiane  nel loro  fraterno  cammino  verso la Trinità.

domenica 13 settembre 2020

AMLETO WILLIAM SHAKESPEARE

 13---9---2020

Essere  o non essere; qui  è il  punto; se sia  più  nobile  per  l'animo  subire  i  sassi  e  i  dardi  della  oltraggiosa    Fortuna, o  prender  l'armi  contro  un  mare  di triboli e  affrontandoli  chiudere  la  partita.
Morire ---dormire --nulla  più  ;  E  con  un sonno dire  che mettiamo  fine  ai cordogli e alle   mille  miserie che sono il natural  retaggio della carne, è  soluzione  da  augurarsi a  mani giunte.
Morire---dormire--
Dormire ;  sognare , forse  ;  e  qui  è l'intoppo. Perché in quel  sonno  della morte quali  sogni potranno  sopravvenire quando  siamo  già  sgrovigliati  dal tumulto  della  vita mortale , deve farci perplessi  . E  qui è  appunto  la  remora che  tanto  prolunga   la  vita  alla  tribolazione . Chi  ,  altrimenti  , vorrebbe  sopportare le frustate e le  umiliazioni del mondo ; le angherie degli  oppressori ;  le  contumelie  degli spavaldi; e  le  pene  del  respinto amore;  le  more defatigatorie  della  giustizia;  l'oltracotanza  degli  altolocati; i calci  in faccia  che  il merito  paziente riceve dai mediocri-- quando  di mano  propria  si  possono  saldare tutti  i conti con  la semplice lama di un pugnale?  Chi  vorrebbe  caricarsi  le spalle di  fardelli anfanando e  sudando  sotto  la grave mora  della vita , se  non  fosse  il terrore  di un quid dopo  la morte --terra  inesplorata dai  cui lidi mai nessun  viaggiatore  non fece  ritorno--a  intralciare  la nostra  volontà  e a  consigliare di tenerci  i  malanni  che conosciamo, piuttosto  che  volare in  cerca d'altri  e  nuovi di cui  nulla  si sa?
Così  ci fa  codardi  la coscienza ;  così  anche  il  natural  colore dell'azione sbiadisce si  gracili riflessi  del pensiero ; e  imprese  di gran   momento e d'alta  levatura , deviate appunto  da  questi  complessi , dell'azione  smarriscono anche  il nome.
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venerdì 11 settembre 2020

ELEVAZIONE "I FIORI DEL MALE" di: Chales Baudelaire

 11--9   2020
In alto, sugli  stagni  , sulle valli,
sopra  i boschi , oltre i monti , sulle nubi
e  sui  mari, oltre il sole e oltre  l'etere,
al di là  dei  confini delle sfere
stellate , tu,  mio  spirito , ti  muovi
agilmente ;  dividi la profonda 
immensità , come  un  buon  nuotatore 
che  gode  in mezzo alle  onde , gaiamente,
con  virile e  indicibile  piacere.
Fuggi  lontano  da  questi  miasmi
ammorbanti,  e  nell'aria  superiore
vola  a  purificarti  e bevi  come
un liquido  divino e puro il fuoco
che colma  , chiaro  , le  regioni limpide .
Fortunato  colui che  può  con  ala 
vigorosa  slanciarsi verso campi
sereni  e luminosi ,  abbandonando
i  vasti  affanni ed i  dolori ,  peso
gravante sopra la nebbiosa vita;
colui  che  lascia  andare  i suoi pensieri
come  le  lodolette  verso  i cieli,
nel mattino  ;  colui  che  sulla  vita
plana  e,  sicuro, intende  la segreta
lingua  dei  fiori e delle  cose  mute.

martedì 8 settembre 2020

Anche la nostra Costituzione avrà per giudice l'esperienza [ Dal discorso inaugurale della Corte costituzionale , tenuto dal suo Pres. Enrico De Nicola, il 23 aprile 1956]

8--9---2020
La  nostra  recente  Costituzione ha --come  quella  antica  degli  Stati Uniti---apologisti  e  detrattori, ma  essa   dovrà  avere  solo  un giudice  : l'esperienza   anzi, un'esperienza  longeva , e  fino  al  giorno  di una  sua  necessaria ,  parziale  revisione  dovrà  rimanere  , senza  possibilità di dubbi   e  d'incertezze , la  forza  , la guida  e  l'egida  della  Nazione. Le   varie  difficoltà  provengono più  che  dalle  sue  norme  dalle  frequenti infrazioni alla   loro  lettera  e  al  loro spirito, impedendo  che  essa  raggiunga  il  principale  suo scopo ;    di assicurare  una  garanzia  di  solidità  allo Stato  di diritto . La  normologia  --la scienza  di fare  le leggi --è  difficilissima  , ma,  come  ammonì   Demostene , fare  le leggi è  nulla  , applicarle  bene è  tutto.
......Il  culto  fervido del  dovere  , sentito  come  una  religione e  adempiuto  con  disciplina , anche  a  costo  di  sacrifici personali  di ogni  sorta , ci  inspira  e ci  infiamma  . In   esso è  riposta  la  garanzia  della  nostra  assoluta  imparzialità , collocandoci super partes  , con  la  sola  aspirazione  di  avvicinarci quanto  più  sia  possibile  alla  perfezione, senza  avere  la  pretesa  di  raggiungerla. Non  abbiamo  la  presunzione  di essere  infallibili e di  dettare  oracoli ;  ma  nessuno  dovrà  mai  dubitare  del  sentimento di  obiettività  che  ci guida , della  volontà  di  bene  operare  che  ci   domina, del  pensiero  costante  non  di  apparire  ma  di essere  giusti.
Noi  abbiamo  questo  dono  necessario  per  l'adempimento  dei  nostri  compiti ;  la fede  , accompagnata  da  un'infrangibile  fermezza , che  non  ha nulla  da  vedere  con l'arbitrio . Non  avremo bisogno  né  di sproni  né  di freni per  la  nostra  opera  non  effimera ma  duratura  attraverso  una  nuova giurisprudenza,che  avrà  uno straordinario   influsso  sulla  vita  nazionale.
Noi ci  proponiamo  un'ininterrotta  perseveranza  di  alacre lavoro , perché  è  sempre  vero  il proverbio."Giustizia lenta non è  giustizia"   memori   dell'insegnamento d'un  grande  statista  italiano:  "La  più grande  ventura  a  cui  possa  aspirare  un  cittadino  è quella  di potere  rendere  un  segnalato  servigio al  proprio paese".

lunedì 7 settembre 2020

TEOLOGIA DELL'OBLAZIONE BENEDETTINA di: Alferio Caruana "2---L' OBLATO BENEDETTINO SECOLARE"

 7---9---2020

c)  Koinonia  degli oblati

Comunità  , non  ammasso di  persone
Il  problema  comunità  riporta  l'uomo agli  albori  dell'umanità , alle  sue  radici  comunitarie , alla  prima  famiglia (Adamo , Eva e figli)  creata  da Dio.  Nella  mente   di Dio la famiglia doveva  rispecchiarsi  nella  pace , tranquillità ed intimità  della S. S.  Trinità ;  Egli ha  voluto che  gli uomini gli  rassomigliassero  anche  in questo  . L'individuo  , sin  dal suo  primo  vagito , viene  posto  in  una  piccola  comunità  , la famiglia , facendo  di lui  un  essere  sociale ("animale  politico" di Aristotele ).  Così l'uomo è  destinato  ad  una  comunità  di uomini simili in tutto a lui  nei  problemi , nelle  ansie e nelle  speranze (GS 1)  . Nessuno  può  quindi  sentirsi estraneo a una  qualsiasi  comunità  di persone , è  essa, infatti, una  realtà  sempre  presente con  cui  bisogna  misurarsi  giorno  per giorno.
Un  punto  molto  importante  da  non  trascurare , è  il fatto  che  quando si parla  di comunità  non  si intende mai  una  livellatrice di  personalità ,  mortificando  così  l'essere, ma  una fucina  in progress  dove   il  contributo  personale  è  di aiuto  alla crescita  dell'insieme  delle persone in essa  radunate .  Non  è pertanto   l'assemblearismo  che conta , ma  il  conoscersi  profondamente  nella  comunità ;  non si  tratta  di  massificarsi  , di  perdersi nella folla, ma  di  conservare la propria  identità  a  beneficio  degli altri.
Il segreto  della riuscita  di una  comunità  è il  lavoro  di ogni  membro per  migliorare  prima  se stesso e poi  l'intera  comunità . Per  dirla  con  le  parole  di  John   Kennedy  nel suo  discorso   d'insediamento  alla  Casa  Bianca :
" Non  vi  chiedete  che  cosa  possa  fare  per voi  l'America  , ma  cosa potete fare  voi  per l'America";
tale   sentenza  è  un programma  di vita , è  il  leit  motiv  di ogni  comunità ;  e  al  contempo  la negazione  di ogni forma  di  anonimato  o individualismo  o,  ancora  , conformismo  fine  a se stesso;  poiché  :  fare  tutto  come  fanno  gli altri ,  comunque lo facciano , è  micidiale.
Altro    punto  è il  rispetto  nei  confronti   dei  fratelli  e quindi  la lotta  continua  contro  il proprio  egoismo , l'invadenza  , la manipolazione.   In  questa  continua  lotta  fuoriesce  il proprio  grado  di maturazione  alla  vita  comunitaria.
In  un   contesto cristiano  il termine  comunità  assume  un  significato   e  un  valore maggiori  poiché  più  intenso  e profondo  è il  donarsi  in modo  completo  senza  fini  ultimi  e senza  un termine  , una  scadenza  che  spesso sono  segno  di  frettolosità  o di  "umanitarismo"   modaiolo e snob; luoghi   che, come  durante  la  rivoluzione  francese , possono  far dire:"[i religiosi]  s'incontrano  senza conoscersi, vivono  senza  amarsi e muoiono  senza  piangersi"
Frase  quest'ultima  tanto pericolosa  quanto  esatta  in  molte  situazioni e  maggiormente  in  comunità  disgregate  e stanche  e dove  si è perso  l'ideale  della  prima  comunità  cristiana dove   tutti "Erano  un cuor  solo  ed  un'anima  sola"(At.  4, 32); frase  che  è  un programma  da attuare  , un  modello.
Viene  da chiedere  se ciò possa  essere  attualizzato  anche  oggi. Il fatto  stesso  che  questo  si è  verificato  è chiaro  segno  che  "l'esperimento"  è  ripetibile . Tale  fatto  lasciò  di stucco  i pagani   contemporanei  della  prima   koinonia  cristiana  :  guardate come si amano. Non  vi può  essere  prova  più  grande di questa  ; di  questo  amore  cristiano  che  riusciva   incomprensibile ai pagani e che  faceva  dire  a  S. Paolo :" L'uomo animale  non comprende le cose spirituali"  (1 Cor.  2, 14). Fusione di spiriti che  è grazia  divina , dono  dove  Cristo  in persona  , attraverso  il suo  Spirito, opera questa  trasformazione , questa  conversione a Dio e ai fratelli affinché  "siano  come  noi [Padre e Figlio]  una cosa sola"(Gv. 17, 22).
Infatti  creando  l'uomo , Dio ha  pensato  ad una salvezza essenzialmente  comunitaria:" Non  è bene  che l'uomo sia  solo"(Gen. 2,18);  e  Gesù ha  inteso  salvare  gli uomini tramite  altri uomini."Andate  a predicare il  vangelo in tutto  il mondo "(Mc. 16, 15);   così  come  ha  poi  affidato a loro la Sua  Chiesa :"Tu sei  Pietro e su  questa  pietra  edificherò la mia  chiesa" (Mt.  16, 18).
Il  riunirsi  in  nome  di Cristo  assume  quindi  un  enorme  significato di unione  umana  e spirituale alla  sequela  di Gesù che  dice:"Dove  due  o tre  pregano  insieme io sono in  mezzo  a loro"  (Mt. 18,20).

CANZONIERE di: Francesco Petrarca

7--9--2020

        17

        Piovommi  amare  lagrime  dal viso
con  un  vento  angoscioso di  sospiri,
quando  in  voi  adiven  che  gli  occhi  giri
per cui  sola  dal  mondo i'son diviso.
        Vero  è  che  'l   dolce  mansueto  riso
pur  acqueta gli  ardenti  miei  desiri,
et  mi  sottragge  al foco de' martiri,
mentr'io son  a mirarvi  intento et  fiso;
        ma  gli  spiriti  miei  s'aghiaccian  poi
ch'i'  veggio  , al  departir , gli  atti  soavi
torcer  da  me  le mie  fatali  stelle.
        Largata  alfin  co  l'amorose chiavi
l'anima  esce del  cor  per  seguire voi;
et  con  molto  pensiero  indi  si  svelle. 


sabato 5 settembre 2020

LETTERE SULL'EDUCAZIONE ESTETICA DELL'UOMO di: Friedrich Schiller

5--9--2020

Lettera   prima

Ella  mi  permette  dunque  di  presentarle  in  una  serie  di lettere i risultati  delle mie ricerche  sul  bello  e  sull'arte . Sento intensamente  la  gravità  , ma  anche  l'attrattiva  e  l'importanza  di questa  impresa . Parlerò  di un argomento che  si trova  in relazione immediata  con  la parte migliore della  nostra  felicità, e in relazione  non molto lontana con  la  nobiltà  morale  della  natura  umana . Tratterò  la causa  della bellezza davanti  ad un  cuore  che  ne  sente ed  esercita tutta  la  potenza  e che,  in  un'indagine  in cui  si è  costretti  a riferirsi  tanto  ai  sentimenti  quando  ai  principii  , assumerà  su  di sé  la  parte più difficile  della  mia attività . Ella  generosamente  mi  trasforma  in dovere ciò  che volevo  ottenere  da Lei come  favore  e mi  lascia  l'apparenza  di un  merito  dove  non  accondiscendo  che  alla mia  inclinazione . La  libertà  del   procedimento , che Ella  mi  prescrive  . è  per me   piuttosto  un  bisogno  che  una  costrizione . Poco  versato  nell'uso di forme  scolastiche , difficilmente  correrò  il rischio di peccare  contro  il  buon  gusto  abusandone . Le mie  idee,  attinte più  da  una   uniforme  conversazione  con  me stesso che  da  una  ricca  esperienza del mondo  e da  letture  ,   non  nasconderanno la loro  origine , si  renderanno  colpevoli  di qualsiasi  altra  imperfezione  piuttosto  che  di  settarietà , e  cadranno  per propria  debolezza anziché  sostenersi  per  autorità  e per  forza  altrui. 
Invero  non  Le  voglio  nascondere  che  le  affermazioni  seguenti  si    fonderanno in  massima  parte  su  principi  Kantiani ;  ma  attribuisca  alla  mia  incapacità  e non a  quei  principii, se  nel corso  di queste  ricerche  Lei  si ricorderà  qualche  particolare  scuola  filosofica . No,  la libertà  del Suo  spirito  deve  essere  inviolabile  per me  . Il Suo  sentimento mi offrirà   i fatti  su  cui  costruirò  , il Suo  libero  pensiero mi detterà  le  norme  secondo  le quali  si dovrà  procedere.
Soltanto  i filosofi  sono  discordi  sulle  idee di fondo  della  parte  pratica  del  sistema  Kantiano , ma  gli  uomini  in  genere ,  come  confido  di dimostrare , sono  sempre  stati  concordi  . Liberate  dalla loro  forma  tecnica  , queste  si  presenteranno  identiche  alle  antiche  sentenze  della  ragione comune e  ai  dati  dell'istinto  morale, che  la saggia natura  impose  come  tutore  all'uomo , finché  l'intelletto  illuminato  non  lo renda  maggiorenne. Ma  appunto  questa  forma  tecnica  , che  rende  evidente  la verità  all'intelletto , la  nasconde  ancora  al  sentimento ;   poiché  purtroppo  l'intelletto  deve prima  distruggere l'oggetto  del  senso  interno  , se  vuole  appropriarsene. Come  il chimico  , anche  il filosofo  trova  la sintesi  soltanto per  mezzo  dell'analisi  e soltanto  attraverso  il  tormento  dell'arte  trova  l'opera  della natura spontanea.  Per  cogliere il fenomeno fuggevole  egli  deve  incatenarlo  nelle regole, dilaniare  in  concetti  il suo  bel  corpo e  conservare il suo spirito vivo  in un  misero  scheletro di parole . C'è  da  meravigliarsi , se  il  sentimento  naturale non  si  ritrova  più  in una  simile  copia e se  la verità nell'esposizione  dell'analista sembri  un  paradosso?
Voglia  perciò  concedere  anche  a me  qualche  indulgenza , se  le indagini seguenti  , cercando di  avvicinare  il loro oggetto  all'intelletto,  dovessero  allontanarlo dai  sensi. Quello  che  vale  per  l'esperienza morale , deve  valere  in un  grado  ancora  più alto  per il  fenomeno  della  bellezza . Tutta  la sua  magia  dipende  dal  suo  mistero e con  la  necessaria  unione dei  suoi  elementi  si  annulla  anche  la sua  essenza.


"Si  c'est  la  raison  qui  fait l'homme, c'est le  sentiment qui  la  conduit"     Rousseau    (Nouvelle  Héloise)

giovedì 3 settembre 2020

JORGE LUIS BORGES LE OPERE "La rosa profonda"

 3---9---2020

        1972
Temetti   che  il futuro(che declina)
Fosse un profondo  corridoio  di specchi
Indistinti ,  oziosi  e decrescenti,
La  ripetizione  di vanità,
Nella  penombra che  precede il sonno
Chiesi  ai miei  dei, il cui  nome  ignoro,
Di dare  alcunché  o  qualcuno  ai miei giorni.
Lo fecero . è  la Patria . I  miei antenati 
L'hanno  servita in lunghe proscrizioni
Con  miseria  , con  fame  , con  battaglie,
E  di nuovo  ritorna il rischio bello.
Non  somiglio a  quelle ombre tutelari
Che  onoro inversi resistenti  al tempo.
Sono  cieco. Ho  compiuto  i settant'anni,
Io non  sono   il  Borges  uruguaiano
Che  col  petto  squarciato da  due  palle
Morì  mischiato  alle agonie degli  uomini
Nel  fetore  di una  tenda  da  campo.
Oggi  la  Patria  profanata   chiede
Che  con  l'oscura  penna  di grammatico
Dotta  nelle  minuzie  d'accademia
Così estranea al lavoro  della   spada,
Riassuma  il gran  rumor dell'epopea
Ed  esiga  il mio  posto  . è  quel  che faccio.

mercoledì 2 settembre 2020

IL SISTEMA DEMOCRATICO NELLA COSTITUZIONE ITALIANA di. Alberto Romagnoli "La Corte costituzionale"

2--9---2020

3)   La  revisione  della  Costituzione

La  distinzione  a  cui  già  si è  accennato  fra  costituzioni  flessibili e  rigide , è  necessariamente  di carattere  relativo, poiché  ogni costituzione , per  quanto  flessibile deve  mantenersi  fedele  allo  spirito  che  l'ha  dettata  e tener   fermo il  nucleo  fondamentale  delle  sue  norme , e,  per  quanto  rigida  , deve  pur  consentire  eventuali  adattamenti  derivanti  da  nuovi  bisogni e  situazioni . Così  nello  Statuto ,  costituzionale  flessibile,  non  si erano  trovate  insormontabili  difficoltà  per  allargarne  il contenuto a tutte  quelle  questioni sociali  ed  economiche  di cui  non  vi si  faceva  parola , e  così  da  quando  vige  la nostra  giovane  Costituzione  già  si sono  avute  leggi  costituzionali, quale   quella  dell'11  marzo  1951, ad integrazione  delle  norme  sulla  Corte  costituzionale , e  non  è  affatto  escluso  che  domani  non  si  presenti  la necessità  di vere  e proprie  norme  modificatrici.
L'art.  138    prevede la  procedura  da seguirsi  "per  le  leggi  di  revisione  della Costituzione  e le  altre  leggi  costituzionali".  Occorrono   per esse  due  successive  deliberazioni  ad  intervallo  di tre  mesi . Per  la seconda  deliberazione  si richiede  che  sia  approvata  dalla  maggioranza  assoluta (la  metà  più  uno) dei  componenti  delle    Camere  , a  differenza  delle  leggi ordinarie , per  le quali  si calcola la  maggioranza  dei presenti. Ma   la  legge  non può  essere  promulgata  , rimane  cioè allo stato  di  progetto, poiché  nel termine  di tre  mesi  può  esser  fatta  domanda di referendum  da  parte  di  1\5  dei membri  d'una  Camera o di cinque  Consigli  regionali o di  500.000 elettori.    Quando  tale  domanda  sia  stata   formulata , si  procede  al  referendum e il progetto  si  considera  approvato se  abbia  riportato  la maggioranza  dei  voti validi, con  esclusione  cioè  di quelli  nulli e quelli  in bianco . Se  invece  i tre  mesi  decorrono  senza  alcuna  domanda di referendum  , il  progetto  approvato dalle  Camere in  seconda  deliberazione si  considera legge che  dovrà  venir  promulgata.
L'ultimo  comma  dell'art. 138  dispone  che  "non  si fa  luogo  a referendum se  la legge  è stata  approvata nella  seconda  votazione  da ciascuna  delle  due  Camere  a  maggioranza di due  terzi dei suoi componenti".