30-3-2019
Questo accadde in un paesello del Modenese,più di duecentocinquant'anni fa, e a quei tempi non era come oggi: la scuola si apriva solamente a chi aveva da pagarsi il maestro. Chi nasceva povero non aveva diritto a crescere educato e istruito in pubbliche scuole. Oggi, se uno viene su ignorante è tutta colpa sua! Vedete quel contadinello? Eccolo là , sulla soglia di quella porta chiusa, tendere l'orecchio per sentire.... che cosa?
Quella è una scuola, e il ragazzo tende l'orecchio a quello che, dentro, il maestro dice ai pochi scolaretti, figlioli dei ricchi e possidenti del villaggio.
Il maestro racconta ai suoi scolari di Roma e dei Romani. Il contadinello sente parlare di Orazio Còclite, di Camillo, di Attilio Regolo, e si commuove alle belle parole, con le quali il maestro racconta i fatti della storia romana.
A vederlo, il povero fanciullo ha tutta l'aria di un mendicante. Oh, egli non è lì a domandare l'elemosina di un pane che sostiene il corpo, ma l'elemosina del sapere, pane che sostiene e fa forte l'anima!
Dal di dentro gli scolaretti svogliati s'accorgano del loro coetaneo, e ne traggono ragione a distrarsi più del solito. Il maestro, alla sua volta, si accorge che all'uscio della sua scuola c'è qualcuno che distrae la sua scolaresca; e allora fra l'ardito e il curioso si avanza per vedere chi sia il disturbatore delle sue lezioni.
--Chi è qui? Ah , un monello!...Che fai?... Che vuoi?...Aspetta, ragazzaccio! che corro a pigliare la bacchetta, e la provo sulle tue spalle....
Queste parole escono dalla bocca del maestro, in quel primo momento di collera; ma il suo sguardo s'è incontrato cogli occhi buoni, che lo guardano supplichevoli, del fanciullo, ed egli muta voce e contegno. Piglia per la mano il poverino, gli fa coraggio, e gli dice affettuosamente:
Che facevi ora qui?... Chi sei?
---Signor maestro, mi perdoni, non verrò più qui a sentire le sue lezioni....
---Le mie lezioni!
---Si, signore; e sono tanto belli i fatti che lei racconta.....
Il maestro commosso, fece entrare nella scuola il contadinello, lo interrogò e fece vergognare molti dei suoi scolari, mostrando loro come quel poverino, ascoltando dalla soglia dell'uscio, avesse imparato più di loro, accomodati oziosamente fra i banchi.
Il maestro accarezzò a lungo quel caro contadinello; gli domandò il nome , volle sapere della famiglia, e infine lo assicurò che da quel giorno, sarebbe stato, benché povero , uno dei suoi scolari.
Quel povero fanciullo, che non aveva denari per andare a scuola, e che non solo, nel modo che abbiamo raccontato, trovò chi lo avviasse, per carità,nelle strade del sapere, era Ludovico Antonio Muratori di Vignola.
Come quel giorno aveva sorpassato i ragazzi della scuola, fatto uomo sorpassò nel mondo, gl'ingegni tutti del suo tempo, sicché oggi il suo nome è onorato fra i più gloriosi della nostra letteratura,e seguito dal titolo di Padre della storia italiana.
Quel ragazzo timido e povero divenne il celebre storico, visitato in Modena dal duca Emanuele di Savoia, entrato in quella città da vincitore. Essendogli da questo domandato:
---Signor Muratori, come mi tratterete nelle vostre Storie?--egli rispose:
---Come Vostra Altezza tratterà la mia patria!
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