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sabato 2 gennaio 2021

GABRIELE D'ANNUNZIO LIRICHE

 2--1--2021

                CONSOLAZIONE
Non   piangere più. Torna   il diletto  figlio
a  la tua  casa. è    stanco  di mentire.
Vieni;  usciamo.   Tempo  è di  rifiorire.
Troppo  sei  bianca ;  il volto  è quasi un  giglio ,
        Vieni ; usciamo .  Il  giardino  abbandonato
serba  ancora  per  noi  qualche  sentiero.
Ti  dirò  come  sia  dolce  il mistero
che  vela  certe  cose del  passato.
        Ancora  qualche  rosa  è ne' rosai,
ancora  qualche  timida  erba  odora.
Ne  l'abbandono  il  caro  luogo  ancora
sorriderà, se  tu  sorriderai.
        Ti  dirò  come  sia  dolce  il sorriso
di certe  cose  che  l'oblio  afflisse.
Che  proveresti  tu  se  ti  fiorisse
la terra  sotto  i piedi , all'improvviso?
        Tanto   accadrà , ben  che  non  sia  d'aprile.
Usciamo . Non  coprirti  il capo.  è  un lento
sol  di settembre ;  e ancor  non  vedo  argento
su  'l  tuo   capo , e  la riga è ancor  sottile.
        Perché ti  neghi  con  lo sguardo  stanco?
La   madre  fa  quel  che  il  buon  figlio  vuole.
Bisogna  che  tu  prenda  un  po' di sole,
un po'  di sole su  quel  viso  bianco.
        Bisogna  che  tu  sia  forte  ; bisogna  
che  tu  non  pensi  a  le  cattive  cose....
Se  noi  andiamo  verso  quelle  rose,
io  parlo  piano  , l' anima  tua  sogna.
        Sogna ,  sogna  , mia  cara  anima!  Tutto,
tutto  sarà  come  al  tempo  lontano.
Io metterò  ne  la tua  pura  mano 
tutto  il mio cuore  . Nulla  è  ancor  distrutto.
        Sogna,  sogna! Io  vivrò  de  la tua  vita.
In  una  vita  semplice e  profonda
io  rivivrò  . La  lieve  ostia  che  monda
io  la riceverò  da  le tue  dita.
        Sogna  ché  il tempo  di  sognare  è giusto.
Io  parlo  . Di' :  l'anima  tua  m'intende?
Vedi?  Ne  l'aria  fluttua  e  s'accende
quasi  il fantasma  d'un  april  defunto.
        Settembre  (di': l'anima  tua  m'ascolta?)
ha  ne  l'odore  suo, nel  suo  pallore,
non  so,  quasi  l'odore ed   il pallore
di qualche  primavera dissepolta.
        Sogniamo  , poi  ch'è  tempo  di sognare .
Sorridiamo . è la  nostra  primavera ,
questa  . A casa , più tardi  verso  sera ,
vo' riaprire  il  cembalo e suonare.
        Quanto ha  dormito  , il cembalo!  Mancava,
allora , qualche  corda ;   qualche  corda
ancora   manca. E  l'ebano  ricorda 
le  lunghe  dita  ceree  de  l'ava.
        Mentre che  fra  le  tende  scolorate 
vagherà  qualche  odore  delicato,
(m'odi tu?) qualche  cosa  come  un fiato
debole  di viole un po' passate,
        sonerò  qualche  vecchia  aria  di danza,
assai  vecchia , assai  nobile , anche  un poco
triste ;  e il  suono  sarà  velato  , fioco,
quasi  venisse da  quell' altra  stanza.
        Poi  per  te  sola io  vo'  comporre un  canto
che  ti raccolga  come  in  una  cuna,
sopra  un  antico  metro , ma  con  una 
grazia  che  sia  vaga  e  negletta alquanto.
        Tutto sarà  come al tempo  lontano.
L'anima  sarà  semplice  com'era ;
e a te  verrà  , quando vorrai  , leggera
come vien  l'acqua  al  cavo  de  la mano.


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