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lunedì 4 gennaio 2021

LETTERE SULL' EDUCAZIONE ESTETICA DELL'UOMO di: Friedrich Schiller "Lettera sesta" ( prima parte)

 4--1--2021
---Questo  quadro , Ella  mi  dirà, assomiglia senza  dubbio   all'umanità presente,  ma  in  generale  anche  a tutti  i popoli incivili , perché  tutti indistintamente  devono  ,  sofisticando , separarsi  dalla  natura  prima  di poter  ritornare   ad  essa  per mezzo  della ragione.
Ma  osservando  con  qualche  attenzione  il carattere  del nostro  tempo , dobbiamo  meravigliarci  del  contrasto  che  esiste  fra  l'odierna  forma  di umanità  e l'antica ,  specialmente   la greca. Il  vanto di raffinatezza  e di cultura,  che  a  buon  diritto noi  facciamo  valere  nei  confronti  di ogni  altra   natura  semplice ,  non  ci  può  valere  nei  confronti  della   natura  greca  che  si  appropriò  di tutti  i  fascini  dell'arte  e  di  tutta  la  dignità  della sapienza  , senza  tuttavia  esserne  la vittima come la nostra . I Greci  non  solo  ci  superano  per  una  semplicità  che  è  estranea  al  nostro  tempo  ;   essi  sono  contemporaneamente i  nostri  rivali , spesso anzi  i nostri  modelli negli  stessi  pregi  con  cui  noi  siamo  soliti  consolarci  del pervertimento  dei  nostri  costumi . Ricchi  di forma  e in  pari  tempo  di  contenuto  , filosofi  e artisti  , delicati  ed energici  al tempo  stesso, noi  li vediamo  unire  in una  magnifica umanità  la  gioventù  della  fantasia e  la virilità  della ragione.
Allora , con  quel  bel risveglio  delle  forze  spirituali  , sensi  e spirito  non  avevano  ancora  un dominio rigorosamente  distinto , poiché  ancora  nessuna  discordia  li  aveva  incitati a  separarsi  come  nemici  e a  stabilire  i propri  confini . La  poesia  non  aveva  ancora  amoreggiato  con  l'ingegno e la  speculazione non  si era  ancora  disonorata  con  la  sofisticheria.   Entrambe  potevano,   in caso  di bisogno  ,  scambiarsi  le  loro  funzioni , perché  ciascuna  , a  modo  suo  , onorava  la verità. Per  quanto  in alto  salisse , la ragione si traeva  sempre  dietro  amorosamente  la materia , e  per  quanto  sezionasse con  sottile  minuzia  , non  mutilava mai  . Essa  dissociava  , è  vero  ,  la natura  umana  , e  la  proiettava , ingrandita  , nel  magnifico circolo degli  dei , ma  non  spezzettandola ,  bensì  variamente  combinandola  ;  poiché  ogni  singolo  dio  racchiudeva  l'umanità  intera . Come ben  altrimenti   avviene  presso di noi moderni!  Perché  anche  presso  di noi  l'immagine  della  specie  è  proiettata,  , ingrandita  nei  singoli individui,-- ma  in  frammenti ,  non  in  varie  combinazioni,  così  che  si  deve  andar cercando da  individuo  ad  individuo per  ricomporre  la  totalità della  specie . Si  sarebbe  quasi tentati  di  affermare  che  presso di  noi  le forze  dell'animo si  manifestano  anche  nell'esperienza  così  separate  come  lo  psicologo  le  divide  nella teoria . Infatti  noi  vediamo  non  solo  singoli soggetti ,ma  intere  classi di  uomini , sviluppare  solo una  parte  delle loro  attitudini ,  mentre  le altre  , come  nelle  piante  deformi , sono appena  accennate con  deboli  tracce.
Io  non  misconosco  i vantaggi  che  la generazione   presente,  considerata  come  unità  e  pesata  sulla  bilancia  dell'intelletto , può  vantare  rispetto  al meglio  delle  generazioni  passate. Ma  essa  deve  impegnare  la  gara  a file  serrate  , ed  il tutto  deve  misurarsi  con  il tutto . Quale  moderno  si presenterebbe  singolarmente , uomo  contro  uomo, a  compiere  con  l'ateniese  singolo per  il premio dell'umanità?
Donde  deriva  questa  inferiorità  dell'individuo  , malgrado  la  superiorità  della specie?  Perché  il greco  come  individuo  poteva  qualificarsi  rappresentante  del  suo tempo , mentre  il  moderno  non  può  osare  di  fare   lo stesso?    Perché  quello prese  le sue  forme  dalla natura , che  tutto  unisce  , questo dall'intelligenza, che  tutto  separa.
Fu  la cultura  stessa  a produrre  questa  ferita  nell'umanità  moderna  . Non  appena  da una  parte  l'esperienza  più  vasta  ed  il pensiero  più  preciso  resero  necessaria  una  più  netta  divisione  delle scienze , dall'altra parte  il più  complesso  meccanismo  degli  stati  impone  una  più  rigorosa  separazione  di  classi  e di  occupazioni;  anche  l'intimo  legame  della  natura  umana  si  ruppe  e un  fatale  conflitto   divise    le sue  forze  armoniche . La  ragione  intuitiva  e quella  speculativa  si  divisero  allora , ostili l'una  all'altra  , ritirandosi  nei  loro  diversi  campi  , di  cui  cominciarono  a vigilare   i confini con  diffidenza  e gelosia ;  limitando la  propria  attività  ad  una  sfera  ,  l'uomo  si è  imposto  anche  un  padrone , che  non  di rado  finisce  per  sopprimere  le altre  facoltà . Mentre  qui  la lussureggiante  immagine  distrugge  le piantagioni  faticosamente  coltivate , là lo spirito  di  astrazione spegne  il fuoco  ,  al quale  avrebbe  dovuto  scaldarsi  il cuore  e  accendersi  la  fantasia.


=Le  divisioni  del lavoro e  l'esclusività  nella  formazione  culturale  , oltre  appunto  alla  separazione   fra  pensiero  ed azione  , fra  ragione  e sensibilità , dalle  prime   provocate  , creano  la deformazione fisica  e  psichica  degli  individui. L'optimum  è  rappresentato invece dall' unificazione  psicologica ,  dalla  formazione  di  attitudini  generali  plurivalenti , dalla  possibilità  di scambiare  le funzioni . La  prima  esigenza  è  la  formazione  completa  dell'uomo , in  particolare  la formazione di  personalità  uniche  e  differenziate nella  loro  unità , non  per via  di esclusione. Le  diverse  "combinazioni" esprimono la compresenza  di tutte  le attitudini ;  individuante   è  la  diversa  accentuazione . Il  problema  è  di grande  interesse anche  per  le  concrete  riforme scolastiche ;  solo  una   formazione  unitaria di base , fino  addirittura  all'università , sia  pure  con  diverse  articolazioni,  può  garantire  lo sviluppo  totale  dell'uomo .  In  particolare  è  deformante ,  condiziona  ed  isterilisce l'uomo , la  separazione  di pensiero  ed  azione , di filosofia e  tecnica , di arte  e  funzioni sociali.

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