31-3-2019
" Non formare dentro di te immagini della Divinità quando preghi e non permettere che la tua intelligenza accetti l'impronta di una forma qualsiasi. Mantieniti come immateriale davanti all'Immateriale, e allora comprenderai." Evagrio Pontico
--La preghiera si dilata ed esce dallo stretto senso a cui molti pensano: si spezza quel sistemare in categorie, momenti ed elementi che vanno al di là della ristretta intelligenza; che sfuggono dalla onnipresente ragione, che a ogni costo vuol classificare ogni attimo e ogni esperienza nella vita dell'essere.
---"-Pregare è un atto di fede...Pregare è ammettere che noi viviamo nel mistero di Dio , che vi siamo immersi[....] è prendere coscienza che il mistero di Dio nella sua infinita pienezza è contemporaneamente in noi e fuori di noi [...]Ogni avvenimento della nostra vita è destinato a far nascere in noi un atto di fede e a culminare in preghiera e contemplazione"(p.H. Le Saux)
Per ogni credente l'insolito, il Mistero, dovrebbero essere la "normalità", la "realtà"...la "chiave" che spiega il proprio pellegrinaggio in questo mondo; ciò che lo fa differire da un oggetto o animale e che lo pone al di sopra delle cose, ma soprattutto lo fa guardare oltre le piccolezze della quotidianità per spaziare in quell'universo nel quale approderà, prima o poi . Un universo che è il " mondo nuovo", quello vero , paradiso o nirvana o altro, a seconda del proprio credo , della propria realtà religiosa, luogo che è il Luogo per eccellenza dove l'incontro con il divino darà luce e sapienza, pace e amore.... dove la preghiera ---mezzo umano di dialogo con il Creatore-Dio-Padre---diviene contemplatio, anche oltre le sole categorie semitico-greche del cristianesimo. E nell'oggi già si può cercare di raggiungere attraverso l'orazione la contemplazione.-------------
Il solo pensiero dell'Altissimo, dell'Uno, dell'Onnipotente....dovrebbe essere stimolo a questa sorta di "dialogo" giocato a due , dove il breve dialogo, intervallato da lunghi silenzi, affronta i problemi, le emotività, i desideri,le paure e altro dell'essere, e dall'altro le silenti risposte del Padre ridanno giustificazione,ri-confermano il bisogno del sacro. Ma preghiera è anche quella necessità di aprirsi verso l'ignoto, il "nulla"; quel fare attorno e dentro di se'il deserto, annientando gli ostacoli che intralciano il cammino. Prendere possesso di se stessi; essere consapevoli del proprio stato, della propria umanità, sempre in lotta con barriere di ogni genere; cercare così di fare il "vuoto", o come diceva p.Bede Griffiths" il ritorno al centro" di noi stessi( guardando ad Agostino:"in Te ipsum redi: in interiore homine habitat Veritas")
E in questo momento ascoltare quello che ci viene detto; tacere, e attendere quelle risposte che le nostre domande hanno richiesto. Isolamento, separazione che recano buon frutto: la grazia.
Con la grazia dello Spirito ecco che quello che può apparire come un "rito" assume un diverso aspetto, si arricchisce della munificenza e grandezza del divino; diviene a tal punto avvicinamento con l'Assoluto; la creatura perde la sua corporeità per immergersi e "confondersi" con il suo stesso Creatore.---------------Per dirla ancora con p.Le Saux:" Pregare sempre non è tanto pensare continuamente a Dio, quanto agire sempre sotto la direzione del suo Spirito".
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domenica 31 marzo 2019
sabato 30 marzo 2019
Era Ludovico Antonio Muratori di :Pietro Thouar
30-3-2019
Questo accadde in un paesello del Modenese,più di duecentocinquant'anni fa, e a quei tempi non era come oggi: la scuola si apriva solamente a chi aveva da pagarsi il maestro. Chi nasceva povero non aveva diritto a crescere educato e istruito in pubbliche scuole. Oggi, se uno viene su ignorante è tutta colpa sua! Vedete quel contadinello? Eccolo là , sulla soglia di quella porta chiusa, tendere l'orecchio per sentire.... che cosa?
Quella è una scuola, e il ragazzo tende l'orecchio a quello che, dentro, il maestro dice ai pochi scolaretti, figlioli dei ricchi e possidenti del villaggio.
Il maestro racconta ai suoi scolari di Roma e dei Romani. Il contadinello sente parlare di Orazio Còclite, di Camillo, di Attilio Regolo, e si commuove alle belle parole, con le quali il maestro racconta i fatti della storia romana.
A vederlo, il povero fanciullo ha tutta l'aria di un mendicante. Oh, egli non è lì a domandare l'elemosina di un pane che sostiene il corpo, ma l'elemosina del sapere, pane che sostiene e fa forte l'anima!
Dal di dentro gli scolaretti svogliati s'accorgano del loro coetaneo, e ne traggono ragione a distrarsi più del solito. Il maestro, alla sua volta, si accorge che all'uscio della sua scuola c'è qualcuno che distrae la sua scolaresca; e allora fra l'ardito e il curioso si avanza per vedere chi sia il disturbatore delle sue lezioni.
--Chi è qui? Ah , un monello!...Che fai?... Che vuoi?...Aspetta, ragazzaccio! che corro a pigliare la bacchetta, e la provo sulle tue spalle....
Queste parole escono dalla bocca del maestro, in quel primo momento di collera; ma il suo sguardo s'è incontrato cogli occhi buoni, che lo guardano supplichevoli, del fanciullo, ed egli muta voce e contegno. Piglia per la mano il poverino, gli fa coraggio, e gli dice affettuosamente:
Che facevi ora qui?... Chi sei?
---Signor maestro, mi perdoni, non verrò più qui a sentire le sue lezioni....
---Le mie lezioni!
---Si, signore; e sono tanto belli i fatti che lei racconta.....
Il maestro commosso, fece entrare nella scuola il contadinello, lo interrogò e fece vergognare molti dei suoi scolari, mostrando loro come quel poverino, ascoltando dalla soglia dell'uscio, avesse imparato più di loro, accomodati oziosamente fra i banchi.
Il maestro accarezzò a lungo quel caro contadinello; gli domandò il nome , volle sapere della famiglia, e infine lo assicurò che da quel giorno, sarebbe stato, benché povero , uno dei suoi scolari.
Quel povero fanciullo, che non aveva denari per andare a scuola, e che non solo, nel modo che abbiamo raccontato, trovò chi lo avviasse, per carità,nelle strade del sapere, era Ludovico Antonio Muratori di Vignola.
Come quel giorno aveva sorpassato i ragazzi della scuola, fatto uomo sorpassò nel mondo, gl'ingegni tutti del suo tempo, sicché oggi il suo nome è onorato fra i più gloriosi della nostra letteratura,e seguito dal titolo di Padre della storia italiana.
Quel ragazzo timido e povero divenne il celebre storico, visitato in Modena dal duca Emanuele di Savoia, entrato in quella città da vincitore. Essendogli da questo domandato:
---Signor Muratori, come mi tratterete nelle vostre Storie?--egli rispose:
---Come Vostra Altezza tratterà la mia patria!
Questo accadde in un paesello del Modenese,più di duecentocinquant'anni fa, e a quei tempi non era come oggi: la scuola si apriva solamente a chi aveva da pagarsi il maestro. Chi nasceva povero non aveva diritto a crescere educato e istruito in pubbliche scuole. Oggi, se uno viene su ignorante è tutta colpa sua! Vedete quel contadinello? Eccolo là , sulla soglia di quella porta chiusa, tendere l'orecchio per sentire.... che cosa?
Quella è una scuola, e il ragazzo tende l'orecchio a quello che, dentro, il maestro dice ai pochi scolaretti, figlioli dei ricchi e possidenti del villaggio.
Il maestro racconta ai suoi scolari di Roma e dei Romani. Il contadinello sente parlare di Orazio Còclite, di Camillo, di Attilio Regolo, e si commuove alle belle parole, con le quali il maestro racconta i fatti della storia romana.
A vederlo, il povero fanciullo ha tutta l'aria di un mendicante. Oh, egli non è lì a domandare l'elemosina di un pane che sostiene il corpo, ma l'elemosina del sapere, pane che sostiene e fa forte l'anima!
Dal di dentro gli scolaretti svogliati s'accorgano del loro coetaneo, e ne traggono ragione a distrarsi più del solito. Il maestro, alla sua volta, si accorge che all'uscio della sua scuola c'è qualcuno che distrae la sua scolaresca; e allora fra l'ardito e il curioso si avanza per vedere chi sia il disturbatore delle sue lezioni.
--Chi è qui? Ah , un monello!...Che fai?... Che vuoi?...Aspetta, ragazzaccio! che corro a pigliare la bacchetta, e la provo sulle tue spalle....
Queste parole escono dalla bocca del maestro, in quel primo momento di collera; ma il suo sguardo s'è incontrato cogli occhi buoni, che lo guardano supplichevoli, del fanciullo, ed egli muta voce e contegno. Piglia per la mano il poverino, gli fa coraggio, e gli dice affettuosamente:
Che facevi ora qui?... Chi sei?
---Signor maestro, mi perdoni, non verrò più qui a sentire le sue lezioni....
---Le mie lezioni!
---Si, signore; e sono tanto belli i fatti che lei racconta.....
Il maestro commosso, fece entrare nella scuola il contadinello, lo interrogò e fece vergognare molti dei suoi scolari, mostrando loro come quel poverino, ascoltando dalla soglia dell'uscio, avesse imparato più di loro, accomodati oziosamente fra i banchi.
Il maestro accarezzò a lungo quel caro contadinello; gli domandò il nome , volle sapere della famiglia, e infine lo assicurò che da quel giorno, sarebbe stato, benché povero , uno dei suoi scolari.
Quel povero fanciullo, che non aveva denari per andare a scuola, e che non solo, nel modo che abbiamo raccontato, trovò chi lo avviasse, per carità,nelle strade del sapere, era Ludovico Antonio Muratori di Vignola.
Come quel giorno aveva sorpassato i ragazzi della scuola, fatto uomo sorpassò nel mondo, gl'ingegni tutti del suo tempo, sicché oggi il suo nome è onorato fra i più gloriosi della nostra letteratura,e seguito dal titolo di Padre della storia italiana.
Quel ragazzo timido e povero divenne il celebre storico, visitato in Modena dal duca Emanuele di Savoia, entrato in quella città da vincitore. Essendogli da questo domandato:
---Signor Muratori, come mi tratterete nelle vostre Storie?--egli rispose:
---Come Vostra Altezza tratterà la mia patria!
mercoledì 27 marzo 2019
Storia del re che venne dal mare da :Andersen racconta
27-3-2019
Tanti , tanti anni fa--sarebbe difficile farne il conto--suonarono le trombe degli araldi per tutta la terra di Danimarca.
---Abitanti del regno felice di Danimarca, il nostro amato re è morto. E alle parole degli araldi tutti chinavan la testa, perché in realtà il re Erik era stato un buon re , e durante il suo regno la Danimarca era stata veramente felice.
Ma i danesi si domandavano chi sarebbe stato ora il loro re, perché Erik non aveva lasciato figli, ne' nipoti, ne' altri discendenti, e si sapeva che non aveva nominato il suo successore. Così, dopo la morte di Erik, vi fu per la Danimarca un periodo che non fu affatto felice. I signori, che un tempo erano stati il braccio e la difesa del regno, cominciarono ad essere in guerra fra loro, perché ognuno di essi voleva primeggiare per impadronirsi del regno.
Così, avendo bisogno continuamente di uomini, toglievano le braccia più robuste ai lavori della terra e alla pesca. Sui prati abbandonati, invece del trifoglio crescevano erbacce e gramigne e così le belle mucche bianche e nere intristivano nelle stalle e non davano più latte. E le barche rimanevano abbandonate sulle rive del mare, e chi ne godeva erano le aringhe e i salmoni, che potevano liberamente scorrazzare per il mare, perché non avevano più da temere le reti dei pescatori. Il paese si era così ridotto in una grande miseria e anche chi aveva sempre fatto una vita tranquilla e serena, viveva ora in mezzo a inauditi stenti e sacrifici. Invano le persone più autorevoli si erano date da fare per veder di ricondurre i signori alla ragione. Si erano accorti che è più facile vuotare il mare che andar contro l'ambizione degli uomini. E così sospiravano e non avevano altro conforto che quello di ricordare i tempi felici in cui regnava il buono e giusto Erik.
Un giorno , mentre gli abitanti di un villaggio se ne stavano seduti sulla riva del mare a discutere chi in Danimarca avrebbe potuto essere il re,ecco che improvvisamente si vide avanzare sulle onde appena increspate una nave meravigliosa.
I vecchi avevano sentito raccontare dai loro vecchi delle meravigliose leggende, di navi guidate da uomini simili a eroi che se ne andavano giù verso il sud, a conquistar terre e ricchezze, di navi che portavano teste di draghi a prua, con fianchi ornati di pitture che rappresentavano le lotte degli eroi con gli dèi, con ghirlande d'oro scolpite su scudi rilucenti , come specchi d'argento. Questa nave sembrava proprio una di quelle , e le vele scarlatte che si gonfiavano nel vento potavano una corona reale ricamata in oro.
Ma una cosa era veramente strana e balzava agli occhi di mano in mano che il vascello si avvicinava: che mentre sul ponte tutto era in perfetto ordine, e le tende dorate erano al loro posto, e sotto di esse si vedevano tavole incrostate di gemme e ricoperte di drappi preziosi, non c'era ombra di anima viva. Non si vedeva un marinaio ne' un guerriero, non si sentivano voci, ne' rumor di passi. Era davvero straordinario.Pure i vecchi guardavano meravigliati, perché non avevano mai visto una nave così bella nemmeno quando da giovani erano andati verso terre straniere, e i giovani che erano ansiosi di andarsene a cercare la fortuna sul mare, rimanevano lì a occhi spalancati, senza fiato. La notizia dell'arrivo del misterioso veliero si sparse i un baleno per tutto il paese, e per tutto il giorno fu un accorrere sulla spiaggia di contadini e di pescatori, che volevano vedere la' nave del miracolo già la chiamavano. E vennero anche i signori dei castelli più vicini e i loro visi erano alquanto pallidi dal timore, perché pensavano che, nascosti nella nave, fossero dei guerrieri pronti ad assalire le loro fortezze e scacciarli dalla Danimarca.Ma nessuno osava avvicinarsi al vascello, e quando venne la sera e sul mare si stesero le prime ombre nere , tutti erano ancora lì sulla spiaggia a confabulare e a pensare che qualche cosa bisognava pur decidere.....
Ma il giorno dopo quando arrivarono nuove persone dai campi e dai paesi vicini, e videro il vascello sempre lì immobile sullo specchio dell'acqua accanto alla riva, cominciarono a lamentarsi, nel timore che fosse qualche malefico inviato degli dei. "vedete--dicevano--che non ci verrà nulla di buono.I nostri campi saranno devastati e i tetti delle nostre case portati via dal vento. Che cosa possiamo fare per placare gli spiriti del mare?".
E tutti rimanevano lì, sulla riva, notte e giorno, a vegliare per essere pronti a difendere la loro terra non appena si fosse mostrato il pericolo. E intanto la notizia del vascello misterioso era arrivata anche alla città, e dalla città alla capitale. E allora il corpo delle guardie reali, quelle che, aspettando di tornare al servizio del re , non avevano ormai più quasi nulla da fare , si misero in marcia per arrivare al villaggio, là dove si era fermato il vascello ormai famoso, perché in tutta la Danimarca non si parlava di altro. E quando , con il corruscare di armi, esse arrivarono sulla riva del mare, e agitarono le lance verso la nave, e con un grido di guerra si misero in ordine di battaglia e poi lanciarono la sfida, nessuno dalla nave rispose.
--Venite fuori, anime dannate...gridarono tutti insieme. E dopo aver crivellato i fianchi della nave di frecce senza che nessuno reagisse e si mostrasse, si arrampicarono su per i fianchi della nave e salirono a bordo. E mentre procedevano cauti e guardinghi, per il timore di un agguato, che cosa videro sotto la tenda d'oro?
Videro una piccola culla tutta intrecciata di vimini d'oro e d'argento appoggiata a un tappeto magnificamente ricamato di mille colori. E nella culla , con i piccoli pugni rossi simili a boccioli di rosa , dormiva un bambino dai capelli biondi: era tanto bello che in terra sarebbe stato impossibile vederne l'uguale. Attorno c'erano scrigni colmi di pietre preziose, trofei di armi d'oro e d'argento finemente cesellate, elmi incrostati di gemme, pezze di stoffe finissime, trombe, corni d'avorio, cinture di lamine d'oro, collane di perle, e coppe intagliate nel rubino e nel topazio ricolme di monete d'oro...insomma un tesoro come non se n'era mai visto alcuno. I soldati rimasero l' fermi, sbalorditi. La vista di quel bambino circondato da tutte quelle cose preziose li aveva riempiti di un senso di meraviglia che vinceva perfino il timore di vedere da un momento all'altro uscire dai boccaporti schiere di guerrieri selvaggi. Ma poiché nessuno appariva, capirono di essere davanti a un prodigio, e che la nave e il bambino erano il segno della benevolenza degli dei, che una nuova era di felicità e di pace si sarebbe aperta per la Danimarca. Allora sollevarono delicatamente il bambino, lo ravvolsero nei panni preziosi, lasciarono due guardie a custodire il tesoro, poi scesero a terra . E quando i pescatori , i contadini e i signori videro il bambino che ora si era destato e sorrideva agitando le manine, si inchinarono riverenti e dissero:" Questo è il re che ci hanno mandato gli dei". E al grido di:" Viva il re di Danimarca!" lo portarono in trionfo fino alla capitale. Là , i maggiorenti della città deposero il bambino sul trono, gli misero sul capo la corona reale e lo proclamarono re. E poiché non sapevano come si chiamasse, e neppure lui , il bambino, lo sapeva, lo chiamarono Skiold, che in danese significa "scudo", perché, come si sa, lo scudo serve come difesa, e così il nuovo re doveva esser la difesa del paese. Passarono gli anni e Skiold diventò un bellissimo giovane. Ma non era soltanto bello. Valorosissimo in guerra, e implacabile quando si trattava di difendere il suo regno dalla prepotenza dei nemici, era altrettanto giusto in pace. Ed era così pieno di pietà e di misericordia verso i poveri che in breve in tutta la Danimarca nessuno ebbe più bisogno di mendicare, perché anche quelli che erano stati i più derelitti avevano ora il campicello a la loro casetta, o la barca per trarre da vivere pescando. Così la Danimarca era di nuovo diventata uno dei paesi più prosperi e più felici del mondo, e quando Skiold passava per le vie della città o per quelle dei paesi vicini, tutti correvano sulla porta delle loro case o abbandonavano il lavoro dei campi per salutarlo e benedirlo. E ugualmente salutavano e benedivano la regina Cristina, la figlia dell'imperatore di Svevia, che Skiold aveva sposato e che era buona quanto bella . Ma poi Skiold diventò vecchio anche lui , e un giorno, sentendosi vicino a morire, chiamò i suoi più fidi scudieri e disse:"Miei cari amici, il mare mi portò a voi e il mare deve riprendermi. Non appena sarò morto, prendete il mio corpo e portatelo sulla nave che è ancora là in attesa nella rada....Poi slegate tutte le vele e mettetele in direzione del vento.... E lasciate che la nave vada verso l'alto mare e mi porti così verso il mio ultimo destino....Sono tanto felice di avervi donato la prosperità, ma più ancora sono felice di sapere oggi il mio popolo tutto unito..... Questa è la ricchezza maggiore per una nazione..." Sorrise a tutti coloro che gli stavano intorno, agitò la mano in segno di saluto, chiuse gli occhi e non li riaprì più.
Allora i suoi più fidi scudieri lo vestirono con gli abiti più belli, gli misero in capo la corona reale, e sul petto gli posero la grande spada che non era mai stata vinta da nessuno. Lo adagiarono su una lettiga ricoperta di broccato prezioso, andarono alla spiaggia, verso la nave che dondolava le sue vele rosse nell'ultimo sole. Nulla era mutato sulla nave anche se erano passati tanti anni. Le tende d'oro brillavano nel cielo azzurro e dalle travi del pavimento erano spuntati dei gigli candidi, profumati e bellissimi. Gli scudieri appoggiarono il corpo del re sui gigli ed egli giacque là immobile con il bel viso rivolto verso il cielo. E tutti i suoi sudditi, dal più piccolo al più vecchio , sfilarono davanti a lui e tutti lasciarono cadere sulla nave il loro dono. Poco importa se accanto alle spade cesellate o ai gioielli femminili c'erano semplici tralci di fiori o mannelli di grano. Il cuore con cui ogni cosa veniva donata era lo stesso. E in breve, il cumulo divenne un monte, così che tutta la tolda ne fu sommersa e solo il corpo del vecchio re affiorava più bianco dei gigli. Poi i pescatori e i marinai tirarono la nave fuori della grande insenatura, e la misero contro il mare aperto. E la nave lentamente si allontanò trasportata dalla brezza leggera e dalle onde.
Si confuse nella foschia lontana, non si vide più. Ma ci fu, dopo, chi assicurava di aver visto sollevarsi dalla nave un gran chiarore e in questo chiarore una figura---quella del vecchio re?--che si alzava verso il cielo, si confondeva coi raggi del sole, svaniva nell'azzurro carico dell'infinito.
Tanti , tanti anni fa--sarebbe difficile farne il conto--suonarono le trombe degli araldi per tutta la terra di Danimarca.
---Abitanti del regno felice di Danimarca, il nostro amato re è morto. E alle parole degli araldi tutti chinavan la testa, perché in realtà il re Erik era stato un buon re , e durante il suo regno la Danimarca era stata veramente felice.
Ma i danesi si domandavano chi sarebbe stato ora il loro re, perché Erik non aveva lasciato figli, ne' nipoti, ne' altri discendenti, e si sapeva che non aveva nominato il suo successore. Così, dopo la morte di Erik, vi fu per la Danimarca un periodo che non fu affatto felice. I signori, che un tempo erano stati il braccio e la difesa del regno, cominciarono ad essere in guerra fra loro, perché ognuno di essi voleva primeggiare per impadronirsi del regno.
Così, avendo bisogno continuamente di uomini, toglievano le braccia più robuste ai lavori della terra e alla pesca. Sui prati abbandonati, invece del trifoglio crescevano erbacce e gramigne e così le belle mucche bianche e nere intristivano nelle stalle e non davano più latte. E le barche rimanevano abbandonate sulle rive del mare, e chi ne godeva erano le aringhe e i salmoni, che potevano liberamente scorrazzare per il mare, perché non avevano più da temere le reti dei pescatori. Il paese si era così ridotto in una grande miseria e anche chi aveva sempre fatto una vita tranquilla e serena, viveva ora in mezzo a inauditi stenti e sacrifici. Invano le persone più autorevoli si erano date da fare per veder di ricondurre i signori alla ragione. Si erano accorti che è più facile vuotare il mare che andar contro l'ambizione degli uomini. E così sospiravano e non avevano altro conforto che quello di ricordare i tempi felici in cui regnava il buono e giusto Erik.
Un giorno , mentre gli abitanti di un villaggio se ne stavano seduti sulla riva del mare a discutere chi in Danimarca avrebbe potuto essere il re,ecco che improvvisamente si vide avanzare sulle onde appena increspate una nave meravigliosa.
I vecchi avevano sentito raccontare dai loro vecchi delle meravigliose leggende, di navi guidate da uomini simili a eroi che se ne andavano giù verso il sud, a conquistar terre e ricchezze, di navi che portavano teste di draghi a prua, con fianchi ornati di pitture che rappresentavano le lotte degli eroi con gli dèi, con ghirlande d'oro scolpite su scudi rilucenti , come specchi d'argento. Questa nave sembrava proprio una di quelle , e le vele scarlatte che si gonfiavano nel vento potavano una corona reale ricamata in oro.
Ma una cosa era veramente strana e balzava agli occhi di mano in mano che il vascello si avvicinava: che mentre sul ponte tutto era in perfetto ordine, e le tende dorate erano al loro posto, e sotto di esse si vedevano tavole incrostate di gemme e ricoperte di drappi preziosi, non c'era ombra di anima viva. Non si vedeva un marinaio ne' un guerriero, non si sentivano voci, ne' rumor di passi. Era davvero straordinario.Pure i vecchi guardavano meravigliati, perché non avevano mai visto una nave così bella nemmeno quando da giovani erano andati verso terre straniere, e i giovani che erano ansiosi di andarsene a cercare la fortuna sul mare, rimanevano lì a occhi spalancati, senza fiato. La notizia dell'arrivo del misterioso veliero si sparse i un baleno per tutto il paese, e per tutto il giorno fu un accorrere sulla spiaggia di contadini e di pescatori, che volevano vedere la' nave del miracolo già la chiamavano. E vennero anche i signori dei castelli più vicini e i loro visi erano alquanto pallidi dal timore, perché pensavano che, nascosti nella nave, fossero dei guerrieri pronti ad assalire le loro fortezze e scacciarli dalla Danimarca.Ma nessuno osava avvicinarsi al vascello, e quando venne la sera e sul mare si stesero le prime ombre nere , tutti erano ancora lì sulla spiaggia a confabulare e a pensare che qualche cosa bisognava pur decidere.....
Ma il giorno dopo quando arrivarono nuove persone dai campi e dai paesi vicini, e videro il vascello sempre lì immobile sullo specchio dell'acqua accanto alla riva, cominciarono a lamentarsi, nel timore che fosse qualche malefico inviato degli dei. "vedete--dicevano--che non ci verrà nulla di buono.I nostri campi saranno devastati e i tetti delle nostre case portati via dal vento. Che cosa possiamo fare per placare gli spiriti del mare?".
E tutti rimanevano lì, sulla riva, notte e giorno, a vegliare per essere pronti a difendere la loro terra non appena si fosse mostrato il pericolo. E intanto la notizia del vascello misterioso era arrivata anche alla città, e dalla città alla capitale. E allora il corpo delle guardie reali, quelle che, aspettando di tornare al servizio del re , non avevano ormai più quasi nulla da fare , si misero in marcia per arrivare al villaggio, là dove si era fermato il vascello ormai famoso, perché in tutta la Danimarca non si parlava di altro. E quando , con il corruscare di armi, esse arrivarono sulla riva del mare, e agitarono le lance verso la nave, e con un grido di guerra si misero in ordine di battaglia e poi lanciarono la sfida, nessuno dalla nave rispose.
--Venite fuori, anime dannate...gridarono tutti insieme. E dopo aver crivellato i fianchi della nave di frecce senza che nessuno reagisse e si mostrasse, si arrampicarono su per i fianchi della nave e salirono a bordo. E mentre procedevano cauti e guardinghi, per il timore di un agguato, che cosa videro sotto la tenda d'oro?
Videro una piccola culla tutta intrecciata di vimini d'oro e d'argento appoggiata a un tappeto magnificamente ricamato di mille colori. E nella culla , con i piccoli pugni rossi simili a boccioli di rosa , dormiva un bambino dai capelli biondi: era tanto bello che in terra sarebbe stato impossibile vederne l'uguale. Attorno c'erano scrigni colmi di pietre preziose, trofei di armi d'oro e d'argento finemente cesellate, elmi incrostati di gemme, pezze di stoffe finissime, trombe, corni d'avorio, cinture di lamine d'oro, collane di perle, e coppe intagliate nel rubino e nel topazio ricolme di monete d'oro...insomma un tesoro come non se n'era mai visto alcuno. I soldati rimasero l' fermi, sbalorditi. La vista di quel bambino circondato da tutte quelle cose preziose li aveva riempiti di un senso di meraviglia che vinceva perfino il timore di vedere da un momento all'altro uscire dai boccaporti schiere di guerrieri selvaggi. Ma poiché nessuno appariva, capirono di essere davanti a un prodigio, e che la nave e il bambino erano il segno della benevolenza degli dei, che una nuova era di felicità e di pace si sarebbe aperta per la Danimarca. Allora sollevarono delicatamente il bambino, lo ravvolsero nei panni preziosi, lasciarono due guardie a custodire il tesoro, poi scesero a terra . E quando i pescatori , i contadini e i signori videro il bambino che ora si era destato e sorrideva agitando le manine, si inchinarono riverenti e dissero:" Questo è il re che ci hanno mandato gli dei". E al grido di:" Viva il re di Danimarca!" lo portarono in trionfo fino alla capitale. Là , i maggiorenti della città deposero il bambino sul trono, gli misero sul capo la corona reale e lo proclamarono re. E poiché non sapevano come si chiamasse, e neppure lui , il bambino, lo sapeva, lo chiamarono Skiold, che in danese significa "scudo", perché, come si sa, lo scudo serve come difesa, e così il nuovo re doveva esser la difesa del paese. Passarono gli anni e Skiold diventò un bellissimo giovane. Ma non era soltanto bello. Valorosissimo in guerra, e implacabile quando si trattava di difendere il suo regno dalla prepotenza dei nemici, era altrettanto giusto in pace. Ed era così pieno di pietà e di misericordia verso i poveri che in breve in tutta la Danimarca nessuno ebbe più bisogno di mendicare, perché anche quelli che erano stati i più derelitti avevano ora il campicello a la loro casetta, o la barca per trarre da vivere pescando. Così la Danimarca era di nuovo diventata uno dei paesi più prosperi e più felici del mondo, e quando Skiold passava per le vie della città o per quelle dei paesi vicini, tutti correvano sulla porta delle loro case o abbandonavano il lavoro dei campi per salutarlo e benedirlo. E ugualmente salutavano e benedivano la regina Cristina, la figlia dell'imperatore di Svevia, che Skiold aveva sposato e che era buona quanto bella . Ma poi Skiold diventò vecchio anche lui , e un giorno, sentendosi vicino a morire, chiamò i suoi più fidi scudieri e disse:"Miei cari amici, il mare mi portò a voi e il mare deve riprendermi. Non appena sarò morto, prendete il mio corpo e portatelo sulla nave che è ancora là in attesa nella rada....Poi slegate tutte le vele e mettetele in direzione del vento.... E lasciate che la nave vada verso l'alto mare e mi porti così verso il mio ultimo destino....Sono tanto felice di avervi donato la prosperità, ma più ancora sono felice di sapere oggi il mio popolo tutto unito..... Questa è la ricchezza maggiore per una nazione..." Sorrise a tutti coloro che gli stavano intorno, agitò la mano in segno di saluto, chiuse gli occhi e non li riaprì più.
Allora i suoi più fidi scudieri lo vestirono con gli abiti più belli, gli misero in capo la corona reale, e sul petto gli posero la grande spada che non era mai stata vinta da nessuno. Lo adagiarono su una lettiga ricoperta di broccato prezioso, andarono alla spiaggia, verso la nave che dondolava le sue vele rosse nell'ultimo sole. Nulla era mutato sulla nave anche se erano passati tanti anni. Le tende d'oro brillavano nel cielo azzurro e dalle travi del pavimento erano spuntati dei gigli candidi, profumati e bellissimi. Gli scudieri appoggiarono il corpo del re sui gigli ed egli giacque là immobile con il bel viso rivolto verso il cielo. E tutti i suoi sudditi, dal più piccolo al più vecchio , sfilarono davanti a lui e tutti lasciarono cadere sulla nave il loro dono. Poco importa se accanto alle spade cesellate o ai gioielli femminili c'erano semplici tralci di fiori o mannelli di grano. Il cuore con cui ogni cosa veniva donata era lo stesso. E in breve, il cumulo divenne un monte, così che tutta la tolda ne fu sommersa e solo il corpo del vecchio re affiorava più bianco dei gigli. Poi i pescatori e i marinai tirarono la nave fuori della grande insenatura, e la misero contro il mare aperto. E la nave lentamente si allontanò trasportata dalla brezza leggera e dalle onde.
Si confuse nella foschia lontana, non si vide più. Ma ci fu, dopo, chi assicurava di aver visto sollevarsi dalla nave un gran chiarore e in questo chiarore una figura---quella del vecchio re?--che si alzava verso il cielo, si confondeva coi raggi del sole, svaniva nell'azzurro carico dell'infinito.
domenica 24 marzo 2019
Vivere il proprio Battesimo: è la vocazione del cristiano! di Pina Maria Rita Raciti
24-3-2019
Il dogma della Santissima Trinità, è il fulcro, del credo dei cristiani. Fuori da questo dogma, non c'è chiesa cristiana, ne' cristiani, ne' cristianesimo.
Il battesimo, è nel nome della Santissima Trinità; e con esso si diventa cristiani, si entra a far parte della famiglia di Dio. Con il battesimo, una Presenza(Cristo), coabita nel battezzato, quindi il suo cammino spirituale, consiste nel fare emergere questa "Presenza" divenendo vangelo vivo, ovvero entrando nella dimensione evangelica, per divenire luce--riflessa di Cristo, strumento di Dio, costruttore di pace e di giustizia.
Curare le pecore malate, fasciare le pecore ferite, ricondurre le disperse, è compito missionario, di tutti i battezzati.
Il corpo mistico di Cristo, sono tutti i battezzati, appartenenti, alle varie comunità dalla chiesa cristiana d'oriente a quella d'occidente.
L'evangelizzazione cristiana, inizia dalla Palestina,e si diffonde in tutto il mondo allora conosciuto, il vasto impero romano. La storia di questi duemila anni , non è tutta rose e fiori, lo scisma d'oriente, spacca l'Europa in due parti; un grande avvenimento, l'incontro del Santo Padre Francesco, con il patriarca di Russia, ha riempito , il mio cuore di gioia e di speranza. ed infine gli scismi : luterano ed anglicano.
In questi duemila anni , l'Europa non ha dato esempio di chiesa di Cristo; perché è stata percorsa da guerre, fra cristiani, i quali si sono scontrati uccidendosi, in nome di una "fede".
Guardo con timoroso interesse alla chiesa cristiana d'oriente, dai cristiani del Libano a quelli di Siria. Sono le comunità cristiane più antiche, sono quelle che nel corso storico dell'espansione islamica, hanno affrontato persecuzioni, e ciò nonostante hanno resistito nel tempo. In questi duemila anni , è mancata, la solidarietà, la comunione, fra le famiglie cristiane. In prossimità della Santa Pasqua di resurrezione, di pace, possa realmente,iniziare un cammino di comunione, di accoglienza, di aiuto, di dialogo, per una conoscenza reciproca, fra tutti noi cristiani; perché solo uniti, possiamo diventare costruttori di pace e di giustizia, nel mondo.
Il dogma della Santissima Trinità, è il fulcro, del credo dei cristiani. Fuori da questo dogma, non c'è chiesa cristiana, ne' cristiani, ne' cristianesimo.
Il battesimo, è nel nome della Santissima Trinità; e con esso si diventa cristiani, si entra a far parte della famiglia di Dio. Con il battesimo, una Presenza(Cristo), coabita nel battezzato, quindi il suo cammino spirituale, consiste nel fare emergere questa "Presenza" divenendo vangelo vivo, ovvero entrando nella dimensione evangelica, per divenire luce--riflessa di Cristo, strumento di Dio, costruttore di pace e di giustizia.
Curare le pecore malate, fasciare le pecore ferite, ricondurre le disperse, è compito missionario, di tutti i battezzati.
Il corpo mistico di Cristo, sono tutti i battezzati, appartenenti, alle varie comunità dalla chiesa cristiana d'oriente a quella d'occidente.
L'evangelizzazione cristiana, inizia dalla Palestina,e si diffonde in tutto il mondo allora conosciuto, il vasto impero romano. La storia di questi duemila anni , non è tutta rose e fiori, lo scisma d'oriente, spacca l'Europa in due parti; un grande avvenimento, l'incontro del Santo Padre Francesco, con il patriarca di Russia, ha riempito , il mio cuore di gioia e di speranza. ed infine gli scismi : luterano ed anglicano.
In questi duemila anni , l'Europa non ha dato esempio di chiesa di Cristo; perché è stata percorsa da guerre, fra cristiani, i quali si sono scontrati uccidendosi, in nome di una "fede".
Guardo con timoroso interesse alla chiesa cristiana d'oriente, dai cristiani del Libano a quelli di Siria. Sono le comunità cristiane più antiche, sono quelle che nel corso storico dell'espansione islamica, hanno affrontato persecuzioni, e ciò nonostante hanno resistito nel tempo. In questi duemila anni , è mancata, la solidarietà, la comunione, fra le famiglie cristiane. In prossimità della Santa Pasqua di resurrezione, di pace, possa realmente,iniziare un cammino di comunione, di accoglienza, di aiuto, di dialogo, per una conoscenza reciproca, fra tutti noi cristiani; perché solo uniti, possiamo diventare costruttori di pace e di giustizia, nel mondo.
sabato 23 marzo 2019
Natura e attività della Santissima Trinità di Mesrop armeno, primo discorso
23-3-2019
Unica è la natura , l'essenza della santissima Trinità. Da nesssun'altra essenza essa deduce il suo essere. Il Padre ha in se' il primo principio del Figlio increato e dello Spirito; egli è un'essenza non generata, è l'eternità non limitata, la verità immutabile, la vita e il vivificatore di tutti i viventi. è il Padre del Figlio e la fonte dello Spirito; è Dio e creatore di tutto il creato visibile e invisibile. Egli viene detto"principio" perché genera il Figlio ed è la sorgente dello Spirito Santo. Egli , che non è generato, ha generato l'essenza eterna, ha generato l'eternità, la sconfinata e immutabile verità. Egli , dispensatore di vita , ha generato la vita per la vita dei viventi; ha generato la luce vivente, per la luce dei viventi. Per il loro bene, ha generato l'autore del bene; egli , che è creatore, ha generato il creatore di tutto il creato visibile e invisibile. è il creatore del cielo e delle potenze celesti, della terra e di tutte le creature che sono su di essa. è ricco e perfetto, e riempie tutto in tutto;nessuna manchevolezza vi è in lui: mai si fa nuovo, e non è antico; mai si riempie, e non è vuoto; è eterno nella sua pienezza e incommensurabilità. In nessun verso vi è una crescita o un ampliamento della sua natura , irraggiungibile, illimitata e perfettissima. L'intelletto non comprende ciò; anche gli angeli non lo comprendono, che pur hanno un'intelligenza tanto più acuta di quella dell'uomo. Ma al primo cenno della volontà del creatore, le nature celesti e quelle terrestri lo servono. Come infatti il cielo, e tutti gli esseri che lo adornano, consistono per la parola di Dio, e per lo Spirito tutte le potenze, così pure la terra con i suoi monti e le sue valli, con i mari, i fiumi, le sorgenti e gli alberi frondosi.
Non vi è altro creatore al di fuori della sola Santissima Trinità, della sovranità onnipotente, della potestà pura, semplice e onnipotente.
Essa parlò, e tutto fu; comandò, e le cose esistettero(Sal 148,5) Abita nei cieli dei cieli e si dà per tutto il creato; tutto governa nel cielo e sulla terra con la sua provvidenza e la sua infinita sapienza.Per tutti è vita ed elargitrice di vita,in tutto è infinita, inconcepibile, ineffabile. Essa è amore ,beatitudine piena di vita; è luce inaccessibile, terribile e stupenda. Penetra ogni sapere e ogni saggezza. è viva e vivificatrice, è ricca di misericordia e di bontà nelle manifestazioni della sua grazia; è paziente e salvifica.
Per i santi, che a lei si avvicinano, è la santità che illumina, con santità e giustizia eterne, le nature ragionevoli. In tutto è verità:
quando ci ammonisce e quando rimprovera i peccatori perché possano sfuggire l'ira che cadrà sugli empi. Ma li allieta anche con le sue promesse, per renderci degni della corona e della gloria dell'eterna beatitudine. è infatti il porto tranquillo di chi sfugge il mondo per dedicarsi tutto al suo santo amore; con gioia ineffabile rallegra chi è virtuoso in spirito. E la sua grandezza è insondabile, il suo essere è senza principio, la sua infinità e la sua incommensurabilità sono molto al di sopra di ogni comprensione; con cura e attenzione essa riempie ogni creatura. Conosce i pensieri dei cuori e penetra le reni; con la legge dello spirito vivificante conduce alla gioia inobliabile dell'immortalità, alla letizia senza fine, alla felicità ineffabile e indescrivibile coloro che ereditano la sovranità di Dio.
Tutto ciò è un libero prodigio dell'eterno e dell'infinito, prodigio ordinato, per la bontà della sua creazione, alla salvezza della creatura. Colui infatti che è infinito e incomprensibile elargisce, per sua sollecitudine, la vita. L'intelligenza degli spiriti non può comprendere lui: ne' il Padre, ne' il Figlio, ne' lo Spirito Santo; solo dalle loro opere e dai loro benefici l'unica deità, l'onnipotente sovranità viene intuita e riconosciuta dalle nature corporee e incorporee. Come infatti i raggi , la luce e il calore si attribuiscono all'unico sole e non ad altri, e come la sorgente, l'acqua e il ruscello si ritengono di un'unica natura, così è dell'intelligenza, della ragione e dello spirito umano; e così è anche dell'unica natura e della divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il sole, infatti, non è senza luce e senza calore; la sorgente non è senza acqua e senza rivo; l'intelligenza non è senza parola e senza mente. In tal modo anche il Padre non fu mai senza il Figlio e lo Spirito Santo.
Unica è la natura , l'essenza della santissima Trinità. Da nesssun'altra essenza essa deduce il suo essere. Il Padre ha in se' il primo principio del Figlio increato e dello Spirito; egli è un'essenza non generata, è l'eternità non limitata, la verità immutabile, la vita e il vivificatore di tutti i viventi. è il Padre del Figlio e la fonte dello Spirito; è Dio e creatore di tutto il creato visibile e invisibile. Egli viene detto"principio" perché genera il Figlio ed è la sorgente dello Spirito Santo. Egli , che non è generato, ha generato l'essenza eterna, ha generato l'eternità, la sconfinata e immutabile verità. Egli , dispensatore di vita , ha generato la vita per la vita dei viventi; ha generato la luce vivente, per la luce dei viventi. Per il loro bene, ha generato l'autore del bene; egli , che è creatore, ha generato il creatore di tutto il creato visibile e invisibile. è il creatore del cielo e delle potenze celesti, della terra e di tutte le creature che sono su di essa. è ricco e perfetto, e riempie tutto in tutto;nessuna manchevolezza vi è in lui: mai si fa nuovo, e non è antico; mai si riempie, e non è vuoto; è eterno nella sua pienezza e incommensurabilità. In nessun verso vi è una crescita o un ampliamento della sua natura , irraggiungibile, illimitata e perfettissima. L'intelletto non comprende ciò; anche gli angeli non lo comprendono, che pur hanno un'intelligenza tanto più acuta di quella dell'uomo. Ma al primo cenno della volontà del creatore, le nature celesti e quelle terrestri lo servono. Come infatti il cielo, e tutti gli esseri che lo adornano, consistono per la parola di Dio, e per lo Spirito tutte le potenze, così pure la terra con i suoi monti e le sue valli, con i mari, i fiumi, le sorgenti e gli alberi frondosi.
Non vi è altro creatore al di fuori della sola Santissima Trinità, della sovranità onnipotente, della potestà pura, semplice e onnipotente.
Essa parlò, e tutto fu; comandò, e le cose esistettero(Sal 148,5) Abita nei cieli dei cieli e si dà per tutto il creato; tutto governa nel cielo e sulla terra con la sua provvidenza e la sua infinita sapienza.Per tutti è vita ed elargitrice di vita,in tutto è infinita, inconcepibile, ineffabile. Essa è amore ,beatitudine piena di vita; è luce inaccessibile, terribile e stupenda. Penetra ogni sapere e ogni saggezza. è viva e vivificatrice, è ricca di misericordia e di bontà nelle manifestazioni della sua grazia; è paziente e salvifica.
Per i santi, che a lei si avvicinano, è la santità che illumina, con santità e giustizia eterne, le nature ragionevoli. In tutto è verità:
quando ci ammonisce e quando rimprovera i peccatori perché possano sfuggire l'ira che cadrà sugli empi. Ma li allieta anche con le sue promesse, per renderci degni della corona e della gloria dell'eterna beatitudine. è infatti il porto tranquillo di chi sfugge il mondo per dedicarsi tutto al suo santo amore; con gioia ineffabile rallegra chi è virtuoso in spirito. E la sua grandezza è insondabile, il suo essere è senza principio, la sua infinità e la sua incommensurabilità sono molto al di sopra di ogni comprensione; con cura e attenzione essa riempie ogni creatura. Conosce i pensieri dei cuori e penetra le reni; con la legge dello spirito vivificante conduce alla gioia inobliabile dell'immortalità, alla letizia senza fine, alla felicità ineffabile e indescrivibile coloro che ereditano la sovranità di Dio.
Tutto ciò è un libero prodigio dell'eterno e dell'infinito, prodigio ordinato, per la bontà della sua creazione, alla salvezza della creatura. Colui infatti che è infinito e incomprensibile elargisce, per sua sollecitudine, la vita. L'intelligenza degli spiriti non può comprendere lui: ne' il Padre, ne' il Figlio, ne' lo Spirito Santo; solo dalle loro opere e dai loro benefici l'unica deità, l'onnipotente sovranità viene intuita e riconosciuta dalle nature corporee e incorporee. Come infatti i raggi , la luce e il calore si attribuiscono all'unico sole e non ad altri, e come la sorgente, l'acqua e il ruscello si ritengono di un'unica natura, così è dell'intelligenza, della ragione e dello spirito umano; e così è anche dell'unica natura e della divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il sole, infatti, non è senza luce e senza calore; la sorgente non è senza acqua e senza rivo; l'intelligenza non è senza parola e senza mente. In tal modo anche il Padre non fu mai senza il Figlio e lo Spirito Santo.
venerdì 22 marzo 2019
Europa ed Italia di Pina Maria Rita Raciti
22-3-2019
Ho visto ieri sera in TV , le immagini degli scontri di Parigi. Sono immagini che ci portano davanti ad una realtà, che difficilmente riusciamo ad accettare, perché mette in dubbio , le certezze di noi occidentali. Il nostro mondo , ricco ed opulento, genera povertà, squallore,fisico e psichico, emarginazione. è l'odio di una massa , emarginata, priva di una coscienza politica e civica, carica di rabbia repressa dovuta a tutte le umiliazioni della vita, che è costretta a subire. Un odio mortale verso quel mondo che non solo non le appartiene, ma sopratutto non può raggiungere.
L'Italia , ho un giudizio negativo riguardo il governo e la sua classe politica, un governo così formato, è rappresentativo di uno stato africano e non di uno stato europeo. Nel gioco della democrazia, si governa in due: maggioranza e opposizione; un governo deve avere un programma unitario al quale aderiscono tutte le forze politiche che lo compongono. Ma vedo solo una lista di cose,che mi riporta ad una lista della spesa quando si va al supermercato.
L'Europa come vede l'Italia?
L'immagine dell'Italia fuori dai suoi confini, non credo che sia molto positiva, a prescindere dalla nuova classe politica, e di un governo discutibile.
Corruzione, che come una macchia nera , oscura tutta l'Italia, infiltrandosi in tutto il tessuto sociale;
Una criminalità organizzata di stampo mafioso, uscita dai confini naturali, nonostante gli sforzi per contrastarla;
Evasione fiscale, ed abusivismo edilizio, sembrano, rappresentare l'unico possibile stile di vita della società italiana;
Roma, un lazzaretto! la capitale di uno stato occidentale; ma ciò che non si comprende, Roma è la madre della civiltà occidentale, non può essere trattata in questo modo. Se la politica, l'ha sempre considerata l'anticamera degli intrighi, del potere centrale; i romani con la loro negligenza, sciatteria, corruzione, sono i responsabili dell'ingovernabilità della città. Ciò non scusa , l'incapacità del sindaco odierno.
è dovere di tutti i cittadini italiani, pulire la nostra società, da tutte queste brutture. Come nel secondo dopoguerra, il popolo italiano, si è rimboccato le maniche , lavorando per la ricostruzione, così oggi dobbiamo avere il coraggio di esigere da noi stessi ,rigore e moralità, per costruire un futuro alla nostra terra.
Europa, la mia cara e vecchia Europa, ci approssimiamo alle elezioni, ma quanta fragilità nella realtà storica che stiamo vivendo!
Gli europei, migrando nei continenti nuovi, sono stati capaci di costruire grandi nazioni, con grandi ideali di democrazia. Mi chiedo perché gli stessi europei, nella vecchia casa , non sono in grado di costruire insieme un futuro. Continuando ad essere nemici, per autodistruggersi.
Ho visto ieri sera in TV , le immagini degli scontri di Parigi. Sono immagini che ci portano davanti ad una realtà, che difficilmente riusciamo ad accettare, perché mette in dubbio , le certezze di noi occidentali. Il nostro mondo , ricco ed opulento, genera povertà, squallore,fisico e psichico, emarginazione. è l'odio di una massa , emarginata, priva di una coscienza politica e civica, carica di rabbia repressa dovuta a tutte le umiliazioni della vita, che è costretta a subire. Un odio mortale verso quel mondo che non solo non le appartiene, ma sopratutto non può raggiungere.
L'Italia , ho un giudizio negativo riguardo il governo e la sua classe politica, un governo così formato, è rappresentativo di uno stato africano e non di uno stato europeo. Nel gioco della democrazia, si governa in due: maggioranza e opposizione; un governo deve avere un programma unitario al quale aderiscono tutte le forze politiche che lo compongono. Ma vedo solo una lista di cose,che mi riporta ad una lista della spesa quando si va al supermercato.
L'Europa come vede l'Italia?
L'immagine dell'Italia fuori dai suoi confini, non credo che sia molto positiva, a prescindere dalla nuova classe politica, e di un governo discutibile.
Corruzione, che come una macchia nera , oscura tutta l'Italia, infiltrandosi in tutto il tessuto sociale;
Una criminalità organizzata di stampo mafioso, uscita dai confini naturali, nonostante gli sforzi per contrastarla;
Evasione fiscale, ed abusivismo edilizio, sembrano, rappresentare l'unico possibile stile di vita della società italiana;
Roma, un lazzaretto! la capitale di uno stato occidentale; ma ciò che non si comprende, Roma è la madre della civiltà occidentale, non può essere trattata in questo modo. Se la politica, l'ha sempre considerata l'anticamera degli intrighi, del potere centrale; i romani con la loro negligenza, sciatteria, corruzione, sono i responsabili dell'ingovernabilità della città. Ciò non scusa , l'incapacità del sindaco odierno.
è dovere di tutti i cittadini italiani, pulire la nostra società, da tutte queste brutture. Come nel secondo dopoguerra, il popolo italiano, si è rimboccato le maniche , lavorando per la ricostruzione, così oggi dobbiamo avere il coraggio di esigere da noi stessi ,rigore e moralità, per costruire un futuro alla nostra terra.
Europa, la mia cara e vecchia Europa, ci approssimiamo alle elezioni, ma quanta fragilità nella realtà storica che stiamo vivendo!
Gli europei, migrando nei continenti nuovi, sono stati capaci di costruire grandi nazioni, con grandi ideali di democrazia. Mi chiedo perché gli stessi europei, nella vecchia casa , non sono in grado di costruire insieme un futuro. Continuando ad essere nemici, per autodistruggersi.
mercoledì 20 marzo 2019
La leggenda del crisantemo di : Maria Tibaldi Chiesa
20-3-2019
Intorno al crisantemo si narrano in Giappone poetiche leggende, malinconiche come l'autunno. Una è quella della sposa del soldato.
Vivevano una volta due giovani sposi, che si amavano teneramente. Ma un giorno si scatenò la guerra e lo sposo dovette partire per andare a fare il soldato. Trascorrendo alcuni mesi , nella dolorosa separazione: finalmente al soldato fu concessa una licenza di alcuni giorni ed egli poté tornare alla sua casetta. La sposa lo accolse festosamente e subito gli chiese:
---Quanti giorni potrai rimanere a casa?
--Quanti petali ha quel fiore--rispose il soldato, accennando a un fiore entro un vaso.
I petali del fiore erano poche , ahimé...Allora alla sposa balenò un'idea : di notte tempo ella si levò, prese le forbici e frastagliò la corolla delicata in innumeri minutissime listerelle. E così il marito rimase con lei molto più a lungo di quanto non gli fosse concesso.
Purtroppo egli doveva pagare a caro prezzo la grave infrazione; tornato al campo , fu sottoposto a giudizio e condannato a morte. La sposa morì anch'ella poco dopo , di rimorso e di dolore. E sulla tomba sbocciarono fiori prodigiosi, che nessuno aveva mai seminato, che nessuno aveva mai veduto; erano fiori dalla corolla soffice e piumosa, formata di innumerevoli petali frastagliati, simili a quelli che aveva ritagliato con le forbici, nel suo immenso e incauto affetto per lo sposo.
I crisantemi erano nati , dall'amore e dal dolore.
Intorno al crisantemo si narrano in Giappone poetiche leggende, malinconiche come l'autunno. Una è quella della sposa del soldato.
Vivevano una volta due giovani sposi, che si amavano teneramente. Ma un giorno si scatenò la guerra e lo sposo dovette partire per andare a fare il soldato. Trascorrendo alcuni mesi , nella dolorosa separazione: finalmente al soldato fu concessa una licenza di alcuni giorni ed egli poté tornare alla sua casetta. La sposa lo accolse festosamente e subito gli chiese:
---Quanti giorni potrai rimanere a casa?
--Quanti petali ha quel fiore--rispose il soldato, accennando a un fiore entro un vaso.
I petali del fiore erano poche , ahimé...Allora alla sposa balenò un'idea : di notte tempo ella si levò, prese le forbici e frastagliò la corolla delicata in innumeri minutissime listerelle. E così il marito rimase con lei molto più a lungo di quanto non gli fosse concesso.
Purtroppo egli doveva pagare a caro prezzo la grave infrazione; tornato al campo , fu sottoposto a giudizio e condannato a morte. La sposa morì anch'ella poco dopo , di rimorso e di dolore. E sulla tomba sbocciarono fiori prodigiosi, che nessuno aveva mai seminato, che nessuno aveva mai veduto; erano fiori dalla corolla soffice e piumosa, formata di innumerevoli petali frastagliati, simili a quelli che aveva ritagliato con le forbici, nel suo immenso e incauto affetto per lo sposo.
I crisantemi erano nati , dall'amore e dal dolore.
martedì 19 marzo 2019
periodo di quaresima, 2019
19-3-2019
Chi non s'innamora di Gesù e della Madonna è un fallito!
Umiltà, essendo una virtù morale , comincia dall'intelligenza, risiede essenzialmente nella volontà. Ma da dove iniziare il cammino per vivere l'umiltà vera, quella cristiana?
San Benedetto così ci presenta il capitolo sesto della sua regola:
" Facciamo come dice il profeta: "Dissi: veglierò sui miei passi per non peccare con la lingua: tenni a freno la mia bocca , ammutolii, mi umiliai e non parlai nemmeno di cose buone(SI 38,2-3) Nel molto parlare non eviterai il peccato(Prov. 10,19) La morte e la vita sono in potere della lingua(ivi18,21)"
Lo Spirito Santo dice:" La morte e la vita sono in potere della lingua" e non di altre virtù. E sappiamo anche dai libri sapienziali e dai moralisti greci antichi che dipende dal dominio totale della lingua il totale dominio di se stesso. San Giacomo apostolo, nella sua lettera ci dice chiaramente:
" Se uno non manca nel parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. Quando mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, possiamo dirigere anche tutto il corpo. Ecco , anche le navi, benché siano così grandi e vengono spinte da venti gagliardi, sono guidate da un piccolissimo timone dovunque vuole chi le manovra. Così anche la lingua ; è un piccolo membro e può vantarsi di grandi cose.
Vedete un piccolo fuoco quale grande foresta può accendere? Anche la lingua è un fuoco ,è il mondo dell'iniquità, vive inserita nelle nostre membra e contamina tutto il corpo e incendia il corso della vita, traendo la sua fiamma dalla Geenna. Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli , di rettili e di esseri marini sono dominati e sono stati domati dalla razza umana, ma la lingua nessun uomo la può dominare: è un male ribelle è piena di veleno mortale. Con essa benediciamo il Signore e il Padre, e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio .è dalla stessa bocca che esce benedizione e maledizione. Non deve essere così, fratelli miei! Forse la sorgente può far sgorgare dallo stesso getto acqua dolce e amara? Può forse, fratelli miei, un fico produrre olive e una vite produrre fichi? Neppure una sorgente salata può produrre acqua dolce(Gc3,1-12)
Chi non s'innamora di Gesù e della Madonna è un fallito!
Umiltà, essendo una virtù morale , comincia dall'intelligenza, risiede essenzialmente nella volontà. Ma da dove iniziare il cammino per vivere l'umiltà vera, quella cristiana?
San Benedetto così ci presenta il capitolo sesto della sua regola:
" Facciamo come dice il profeta: "Dissi: veglierò sui miei passi per non peccare con la lingua: tenni a freno la mia bocca , ammutolii, mi umiliai e non parlai nemmeno di cose buone(SI 38,2-3) Nel molto parlare non eviterai il peccato(Prov. 10,19) La morte e la vita sono in potere della lingua(ivi18,21)"
Lo Spirito Santo dice:" La morte e la vita sono in potere della lingua" e non di altre virtù. E sappiamo anche dai libri sapienziali e dai moralisti greci antichi che dipende dal dominio totale della lingua il totale dominio di se stesso. San Giacomo apostolo, nella sua lettera ci dice chiaramente:
" Se uno non manca nel parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. Quando mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, possiamo dirigere anche tutto il corpo. Ecco , anche le navi, benché siano così grandi e vengono spinte da venti gagliardi, sono guidate da un piccolissimo timone dovunque vuole chi le manovra. Così anche la lingua ; è un piccolo membro e può vantarsi di grandi cose.
Vedete un piccolo fuoco quale grande foresta può accendere? Anche la lingua è un fuoco ,è il mondo dell'iniquità, vive inserita nelle nostre membra e contamina tutto il corpo e incendia il corso della vita, traendo la sua fiamma dalla Geenna. Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli , di rettili e di esseri marini sono dominati e sono stati domati dalla razza umana, ma la lingua nessun uomo la può dominare: è un male ribelle è piena di veleno mortale. Con essa benediciamo il Signore e il Padre, e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio .è dalla stessa bocca che esce benedizione e maledizione. Non deve essere così, fratelli miei! Forse la sorgente può far sgorgare dallo stesso getto acqua dolce e amara? Può forse, fratelli miei, un fico produrre olive e una vite produrre fichi? Neppure una sorgente salata può produrre acqua dolce(Gc3,1-12)
da ."Le onde" di Virginia Woolf
19-3-2019
---Non siamo schiavi condannati a subire senza tregua sulle nostre schiene ricurve i piccoli colpi di sventura che non vale pena registrare. Non siamo neppure un gregge , che segue il pastore. Siamo dei creatori. Anche noi abbiamo fatto qualcosa che si aggiungerà alle innumerevoli creazioni delle genti nel passato.-------
---La goccia che cade è il tempo che si assottiglia fino a diventare un punto. Il tempo , che è un pascolo assolato inondato di luce danzante, il tempo , che è vasto come un campo a mezzogiorno, si stacca , si assottiglia, diventa un punto. Come da un bicchiere stracolmo la goccia , così il tempo cade. Questi sono i veri cieli , i veri eventi.-------
---Quando poco si conta, penso. Quanto poco contano tutti, e com'è invece travolgente e furiosa e imperiosa la vita, e come migliaia tutti nuotiamo per stare a galla.
---Non siamo schiavi condannati a subire senza tregua sulle nostre schiene ricurve i piccoli colpi di sventura che non vale pena registrare. Non siamo neppure un gregge , che segue il pastore. Siamo dei creatori. Anche noi abbiamo fatto qualcosa che si aggiungerà alle innumerevoli creazioni delle genti nel passato.-------
---La goccia che cade è il tempo che si assottiglia fino a diventare un punto. Il tempo , che è un pascolo assolato inondato di luce danzante, il tempo , che è vasto come un campo a mezzogiorno, si stacca , si assottiglia, diventa un punto. Come da un bicchiere stracolmo la goccia , così il tempo cade. Questi sono i veri cieli , i veri eventi.-------
---Quando poco si conta, penso. Quanto poco contano tutti, e com'è invece travolgente e furiosa e imperiosa la vita, e come migliaia tutti nuotiamo per stare a galla.
lunedì 18 marzo 2019
Rivelatore di luce il fatto narrato è storico
18-3-2019
Nel silenzio del mattino la voce del capitano della nave si levò improvvisa sul ponte.
---Gettate le ancore! Preparate le scialuppe!
Frumenzio, , che dalle prime luci dell'alba se ne stava con gli occhi bassi a meditare, balzò in piedi e , senza fare rumore per non svegliare il fratello Edesio e il maestro Meropio che dormivano con lui , salì sul ponte.
L'equipaggio era indaffarato attorno alle scialuppe, già cariche di barili e di otri. Il sole stava innalzandosi nel cielo purissimo; una leggera brezza soffiava sul mare.
Frumenzio si avvicinò al comandante, un uomo tozzo e nerboruto, e gli chiese che cosa stesse succedendo.
---Non abbiamo più acqua da bere --- gli rispose l'altro piuttosto bruscamente---e allora andiamo a farne provvista.
---Dove ci troviamo?
---Quel paese laggiù si chiama Adulis.
----Siete preoccupato?----domandò il giovane.
Il capitano arrossì di collera sotto la folta barba nera e fissò quel giovane delicato e gentile che gli stava di fronte con un sorrisetto infantile sulle labbra.
----Di chi t'impicci tu?--urlò poi .---Lasciami in pace.
Frumenzio si allontanò, ma quella sfuriata lo aveva convinto che il comandante non era del tutto tranquillo. Che cosa poteva turbare quell'uomo rozzo e coraggioso, abituato ad affrontare i più disparati pericoli? Passando vicino a un gruppetto di marinai, ebbe la tremenda risposta a quella domanda. Il vecchio nostromo stava brontolando: "Che il Cielo ce la mandi buona ! Se qualche nave pirata non ci salta addosso, possiamo dirci fortunati...."
Frumenzio fece ritorno sottocoperta,dove il fratello e il maestro Meropio dormivano ancora. Anche gli altri passeggeri riposavano fiduciosi. Solo un bambino, in un angolo, piangeva tra le braccia della mamma che si accingeva ad allattarlo. Poi anche quella voce tacque, e si udì soltanto lo schiocco delle onde contro la chiglia.
Ora era Frumenzio a essere preoccupato. Il turbamento del comandante lo aveva contagiato. Non era certo il caso di spaventare i compagni mettendoli a parte del pericolo che correvano, ma il giovine decise di stare all'erta e, sdraiatosi sul suo giaciglio , rimase in ascolto dei minimi rumori che scendevano dal ponte. Incapace de restare immobile, poco dopo fece ritorno di sopra . Non aveva ancora rimesso piede sul ponte, quando un grido proveniente dall'albero di maestra gli agghiacciò il sangue nelle vene.
---I pirati!....Laggiù, una nave pirata!
Un attimo dopo, equipaggio e passeggeri erano in preda al panico.La nave pirata, inconfondibile per la caratteristica bandiera che issava sull'albero maestro, si trovava a due miglia circa di distanza. Certo era venuta fuori da qualche insenatura della costa, poiché i marinai di guardia non l'avevano avvistata prima. La scialuppe che erano state messe in acqua e che già si stavano avvicinando alla costa , furono fatte tornare indietro e tirate a bordo. Poi la nave levò le ancore e spiegò le vele verso sud-ovest. Ebbe inizio così una gara di velocità tra la forte nave pirata e la modesta navicella passeggeri. Dopo una decina di miglia, la nave inseguitrice si trovò a circa cinquecento metri. Poi avvenne l'arrembaggio, terribile, pauroso, straziante: un'orda di uomini inferociti balzò a bordo della nave passeggeri e, urlando di gioia, levando in alto pugnali e scimitarre, cominciò a seminare morte e distruzione.
Dal quel giovane coraggioso che era, Frumenzio si affiancò all'equipaggio nella difesa della nave, ma a nulla valse il suo eroismo. Decine di cadaveri ben presto si ammucchiarono sul ponte della nave. I pochi passeggeri superstiti si erano rifugiati nella stiva e, tremando di terrore, tentavano di sfuggire alla morte. In quel momento, qualcosa di nuovo si produsse nell'animo di Frumenzio, che già aveva visto cadere sotto i colpi delle scimitarre l'amato maestro Meropio. Il giovane sentì che doveva agire , non più con le armi, ma con la parola e, alzando la voce sul frastuono della battaglia, si mise a urlare all'indirizzo del comandante della nave pirata:
---Tu pirata!....Sei un uomo tu? Sei un uomo tu, che non ti vergogni di assalire una folla di uomini , donne e bambini inermi?
Il feroce capo dei pirati, richiamato da quell'urlo stridente come una scudisciata , si fermò, e subito i suoi uomini lo imitarono.
---Come osi dubitare della mia forza tu, miserabile?---rispose avvicinandosi a Frumenzio con la scimitarra nel pugno. Il giovane gettò sul ponte la sciabola insanguinata che teneva in mano e incrociò le braccia sul petto. Il fratello Edesio si pose al suo fianco, più per essere protetto che per proteggere. Frumenzio disse:
---Non dubitavo della tua forza, pirata, dubitavo invece della tua intelligenza, ammesso che tu sia un uomo e non un animale. Non vedi quanti cadaveri sono ai tuoi piedi? Che cosa ti riprometti di ottenere, uccidendoci tutti? Sei forse una iena che si ciba di carogne? Ebbene, io non ti temo! Io ti affronto senz'armi, senza violenza.....Il pirata, che era una specie di gigante, scoppiò in una fragorosa risata, alla quale fecero eco quelle grossolane e sguaiate dei suoi uomini:--State zitti voi!--urlò il capo all'indirizzo dei subalterni.---Voi non siete degni di ridere del coraggio di questo ragazzo......-Non so chi tu sia, amico, ma il tuo coraggio ti ha salvato, e con te ha salvato gli altri tuoi compagni ancora vivi.... Forse hai ragione. Ora che ci penso, perché uccidere, quando si può soltanto depredare? I morti non si possono vendere......
---Vedo che hai capito--- disse Frumenzio.
--Certo che ho capito. Non sono un ignorante come posso sembrare. Ho girato il mondo in lungo e largo. Sono un grande pirata, ecco!.... Ma anche tu diventerai famoso...
--Non della tua fama, spero ---- replicò Frumenzio con un sorriso ironico.
----Già, non della mia fama!---mormorò il feroce pirata, e abbassò lo sguardo, incapace di sostenere quello del giovane che lo fronteggiava. Poi riprese:--Ti porterò con me alla corte di re Afila, che certo sarà contento do conoscerti. Vieni sulla mia nave. Forse il destino ha voluto quest'incontro.
--Forse-- disse Frumenzio come tra se'.
Ed entrambi avevano ragione. Il popolo d' Etiopia aspettava l'arrivo di colui che più tardi doveva essere chiamato ABUNA SALAMA, cioè "rivelatore di luce",della luce del vero Dio.
Nel silenzio del mattino la voce del capitano della nave si levò improvvisa sul ponte.
---Gettate le ancore! Preparate le scialuppe!
Frumenzio, , che dalle prime luci dell'alba se ne stava con gli occhi bassi a meditare, balzò in piedi e , senza fare rumore per non svegliare il fratello Edesio e il maestro Meropio che dormivano con lui , salì sul ponte.
L'equipaggio era indaffarato attorno alle scialuppe, già cariche di barili e di otri. Il sole stava innalzandosi nel cielo purissimo; una leggera brezza soffiava sul mare.
Frumenzio si avvicinò al comandante, un uomo tozzo e nerboruto, e gli chiese che cosa stesse succedendo.
---Non abbiamo più acqua da bere --- gli rispose l'altro piuttosto bruscamente---e allora andiamo a farne provvista.
---Dove ci troviamo?
---Quel paese laggiù si chiama Adulis.
----Siete preoccupato?----domandò il giovane.
Il capitano arrossì di collera sotto la folta barba nera e fissò quel giovane delicato e gentile che gli stava di fronte con un sorrisetto infantile sulle labbra.
----Di chi t'impicci tu?--urlò poi .---Lasciami in pace.
Frumenzio si allontanò, ma quella sfuriata lo aveva convinto che il comandante non era del tutto tranquillo. Che cosa poteva turbare quell'uomo rozzo e coraggioso, abituato ad affrontare i più disparati pericoli? Passando vicino a un gruppetto di marinai, ebbe la tremenda risposta a quella domanda. Il vecchio nostromo stava brontolando: "Che il Cielo ce la mandi buona ! Se qualche nave pirata non ci salta addosso, possiamo dirci fortunati...."
Frumenzio fece ritorno sottocoperta,dove il fratello e il maestro Meropio dormivano ancora. Anche gli altri passeggeri riposavano fiduciosi. Solo un bambino, in un angolo, piangeva tra le braccia della mamma che si accingeva ad allattarlo. Poi anche quella voce tacque, e si udì soltanto lo schiocco delle onde contro la chiglia.
Ora era Frumenzio a essere preoccupato. Il turbamento del comandante lo aveva contagiato. Non era certo il caso di spaventare i compagni mettendoli a parte del pericolo che correvano, ma il giovine decise di stare all'erta e, sdraiatosi sul suo giaciglio , rimase in ascolto dei minimi rumori che scendevano dal ponte. Incapace de restare immobile, poco dopo fece ritorno di sopra . Non aveva ancora rimesso piede sul ponte, quando un grido proveniente dall'albero di maestra gli agghiacciò il sangue nelle vene.
---I pirati!....Laggiù, una nave pirata!
Un attimo dopo, equipaggio e passeggeri erano in preda al panico.La nave pirata, inconfondibile per la caratteristica bandiera che issava sull'albero maestro, si trovava a due miglia circa di distanza. Certo era venuta fuori da qualche insenatura della costa, poiché i marinai di guardia non l'avevano avvistata prima. La scialuppe che erano state messe in acqua e che già si stavano avvicinando alla costa , furono fatte tornare indietro e tirate a bordo. Poi la nave levò le ancore e spiegò le vele verso sud-ovest. Ebbe inizio così una gara di velocità tra la forte nave pirata e la modesta navicella passeggeri. Dopo una decina di miglia, la nave inseguitrice si trovò a circa cinquecento metri. Poi avvenne l'arrembaggio, terribile, pauroso, straziante: un'orda di uomini inferociti balzò a bordo della nave passeggeri e, urlando di gioia, levando in alto pugnali e scimitarre, cominciò a seminare morte e distruzione.
Dal quel giovane coraggioso che era, Frumenzio si affiancò all'equipaggio nella difesa della nave, ma a nulla valse il suo eroismo. Decine di cadaveri ben presto si ammucchiarono sul ponte della nave. I pochi passeggeri superstiti si erano rifugiati nella stiva e, tremando di terrore, tentavano di sfuggire alla morte. In quel momento, qualcosa di nuovo si produsse nell'animo di Frumenzio, che già aveva visto cadere sotto i colpi delle scimitarre l'amato maestro Meropio. Il giovane sentì che doveva agire , non più con le armi, ma con la parola e, alzando la voce sul frastuono della battaglia, si mise a urlare all'indirizzo del comandante della nave pirata:
---Tu pirata!....Sei un uomo tu? Sei un uomo tu, che non ti vergogni di assalire una folla di uomini , donne e bambini inermi?
Il feroce capo dei pirati, richiamato da quell'urlo stridente come una scudisciata , si fermò, e subito i suoi uomini lo imitarono.
---Come osi dubitare della mia forza tu, miserabile?---rispose avvicinandosi a Frumenzio con la scimitarra nel pugno. Il giovane gettò sul ponte la sciabola insanguinata che teneva in mano e incrociò le braccia sul petto. Il fratello Edesio si pose al suo fianco, più per essere protetto che per proteggere. Frumenzio disse:
---Non dubitavo della tua forza, pirata, dubitavo invece della tua intelligenza, ammesso che tu sia un uomo e non un animale. Non vedi quanti cadaveri sono ai tuoi piedi? Che cosa ti riprometti di ottenere, uccidendoci tutti? Sei forse una iena che si ciba di carogne? Ebbene, io non ti temo! Io ti affronto senz'armi, senza violenza.....Il pirata, che era una specie di gigante, scoppiò in una fragorosa risata, alla quale fecero eco quelle grossolane e sguaiate dei suoi uomini:--State zitti voi!--urlò il capo all'indirizzo dei subalterni.---Voi non siete degni di ridere del coraggio di questo ragazzo......-Non so chi tu sia, amico, ma il tuo coraggio ti ha salvato, e con te ha salvato gli altri tuoi compagni ancora vivi.... Forse hai ragione. Ora che ci penso, perché uccidere, quando si può soltanto depredare? I morti non si possono vendere......
---Vedo che hai capito--- disse Frumenzio.
--Certo che ho capito. Non sono un ignorante come posso sembrare. Ho girato il mondo in lungo e largo. Sono un grande pirata, ecco!.... Ma anche tu diventerai famoso...
--Non della tua fama, spero ---- replicò Frumenzio con un sorriso ironico.
----Già, non della mia fama!---mormorò il feroce pirata, e abbassò lo sguardo, incapace di sostenere quello del giovane che lo fronteggiava. Poi riprese:--Ti porterò con me alla corte di re Afila, che certo sarà contento do conoscerti. Vieni sulla mia nave. Forse il destino ha voluto quest'incontro.
--Forse-- disse Frumenzio come tra se'.
Ed entrambi avevano ragione. Il popolo d' Etiopia aspettava l'arrivo di colui che più tardi doveva essere chiamato ABUNA SALAMA, cioè "rivelatore di luce",della luce del vero Dio.
martedì 12 marzo 2019
Una società malata di Pina Maria Rita Raciti
12-3-2019
Mi auguro, che i post con i brani di un testo di Maslow , letti possano portare a qualche piccola riflessione. Prendendo a prestito una espressione del Santo Padre, secondo la quale noi viviamo in una società da considerare come un ospedale da campo; espressione che mi porta ad un ospedale militare in una guerra,con una umanità sfigurata , sofferente. Le pagine di cronica, sono un quotidiano, bollettino di guerra: violenza gratuita, stupro , femminicidio; se il 90 % dei casi , la vittima è la donna, il paziente malato , il tallone di Achille , è l'uomo. Una società malata , crea frustrazioni, e quindi soggetti malati, dobbiamo comprendere , che nella cattiveria, nel male di una persona, c'è una patologia comportamentale, un disagio sociale.
Lo sviluppo somato-psichico di un un soggetto , la formazione della sua personalità, non è data dall'influenza degli astri , ne' segnata dal segno zodiacale; bensì dal rapporto, che si instaura fra :soggetto e realtà oggettiva, sin dalla nascita. Se il rapporto è ottimale, c'è amore ,c'è protezione, c'è dialogo con la madre, il bambino cresce sano;se non è così, il bambino, cresce, sviluppando insicurezza, disagio nella socializzazione.
AMORE è un sentimento, è il sentimento che permette all'uomo di relazionare, di dialogare, con gli altri suoi simili; senza questo sentimento, l'uomo è un'isola deserta. Per un credente, la sua fede è AMORE, perché Dio è amore! "Ama il prossimo tuo come te stesso" è il filo conduttore, nella vita relazionale del cristiano. Il cammino di fede , verso Dio , è trasversale, cioè , è un cammino che deve portare, l'uomo ad uscire dal proprio IO, per andare verso l'altro .Solo imparando ad amare l'altro, il credente, può imparare ad amare Dio.
La sessualità, è la componente ,più fragile, complessa della persona umana; ed è quella più marcatamente compromessa, dal costume sociale;più travolta dai tabù e pregiudizi.
Non ho alcuna esperienza pratica di vita in due;ma credo che, un uomo che utilizza la violenza nei riguardi di una donna, è un uomo frustrato, malato, insicuro. Se a questo aggiungiamo, che tutta la storia umana è maschilista, e l'uomo è dominatore--possessivo che si esprime attraverso le pulsioni, possiamo dire che un uomo frustrato, e respinto ,può diventare omicida.
Mi auguro, che i post con i brani di un testo di Maslow , letti possano portare a qualche piccola riflessione. Prendendo a prestito una espressione del Santo Padre, secondo la quale noi viviamo in una società da considerare come un ospedale da campo; espressione che mi porta ad un ospedale militare in una guerra,con una umanità sfigurata , sofferente. Le pagine di cronica, sono un quotidiano, bollettino di guerra: violenza gratuita, stupro , femminicidio; se il 90 % dei casi , la vittima è la donna, il paziente malato , il tallone di Achille , è l'uomo. Una società malata , crea frustrazioni, e quindi soggetti malati, dobbiamo comprendere , che nella cattiveria, nel male di una persona, c'è una patologia comportamentale, un disagio sociale.
Lo sviluppo somato-psichico di un un soggetto , la formazione della sua personalità, non è data dall'influenza degli astri , ne' segnata dal segno zodiacale; bensì dal rapporto, che si instaura fra :soggetto e realtà oggettiva, sin dalla nascita. Se il rapporto è ottimale, c'è amore ,c'è protezione, c'è dialogo con la madre, il bambino cresce sano;se non è così, il bambino, cresce, sviluppando insicurezza, disagio nella socializzazione.
AMORE è un sentimento, è il sentimento che permette all'uomo di relazionare, di dialogare, con gli altri suoi simili; senza questo sentimento, l'uomo è un'isola deserta. Per un credente, la sua fede è AMORE, perché Dio è amore! "Ama il prossimo tuo come te stesso" è il filo conduttore, nella vita relazionale del cristiano. Il cammino di fede , verso Dio , è trasversale, cioè , è un cammino che deve portare, l'uomo ad uscire dal proprio IO, per andare verso l'altro .Solo imparando ad amare l'altro, il credente, può imparare ad amare Dio.
La sessualità, è la componente ,più fragile, complessa della persona umana; ed è quella più marcatamente compromessa, dal costume sociale;più travolta dai tabù e pregiudizi.
Non ho alcuna esperienza pratica di vita in due;ma credo che, un uomo che utilizza la violenza nei riguardi di una donna, è un uomo frustrato, malato, insicuro. Se a questo aggiungiamo, che tutta la storia umana è maschilista, e l'uomo è dominatore--possessivo che si esprime attraverso le pulsioni, possiamo dire che un uomo frustrato, e respinto ,può diventare omicida.
da:"Motivazione e personalità" Abraham H. Maslow 4°
12-3-2019
OSWALD SCHWARZ = THE PSYCHOLOGY OF SEX:
"L'amore non è inganno, non c'è dubbio che qui c'è un notevole elemento emozionale, ma essenzialmente l'amore è un atto cognitivo, è l'unico modo di cogliere la parte più intima della personalità".
----Noi abbiamo la tendenza a percepire gli eventi più facilmente come rappresentanti di categorie che per se stessi , come unici ed irripetibili.------------Una cosa che è stata inclusa in una rubrica tende a restarvi, perché un comportamento che contraddica lo stereotipo della rubrica può essere considerato semplicemente come un'eccezione da non prendersi sul serio.-----il concetto di stereotipizzazione o di rubricazione ci da la risposta a vecchi problemi su come le persone possono persistere nelle false credenze, anche quando per anni la verità è davanti ai loro occhi.----------La vera percezione, che colga l'oggetto come unico,dev'essere una percezione che lo investa tutto , che vi penetri, che lo capisca; come tale essa non può non prendere molto più tempo della frazione di secondo che basta per catalogare un oggetto.-------Gli abiti sono utili , quando uno non dipende da loro e non insiste per seguirli, senza badare alle circostanze; per le persone meno intelligenti, gli abiti tendono ad essere causa di incapacità, di stupidità e di pericolo.------
il nostro carattere , se non la condensazione della storia che è stata vissuta da noi fin dalla nostra nascita, anzi anche prima della nascita, dato che noi portiamo con noi le nostre disposizioni prenatali. Non c'è dubbio che noi pensiamo utilizzando solo una piccola parte del nostro passato, ma è con tutto il nostro passato, comprese le inclinazioni originarie del nostro animo, che noi desideriamo, vogliamo ed agiamo. Quindi il nostro passato, nel suo insieme, si palesa a noi nei nostri impulsi e viene sentito sotto forma di idea.--------------
La struttura caratteriale si mostra nei gusti, negli abiti,nel comportamento durante incontri, ecc. nel comportamento funzionale , intenzionale e motivato.----------Gli esseri umani nella loro vita quotidiana hanno senza alcun dubbio un apprendimento latente. La scoperta di AUSBACHER, che le persone insicure hanno una forte tendenza a conservare ricordi di insicurezza della prima infanzia e la mia scoperta che le persone insicure hanno una forte tendenza ad avere sogni di chiara insicurezza,--------------Nella vita retta goduta da una persona sana il pensiero, come la percezione, può essere una spontanea e passiva ricezione o produzione, una espressione immotivata, senza sforzo e felice della natura e dell'esistenza dell'organismo, un lasciare che le cose accadano anziché un farle accadere, un caso di essere , come sono casi di essere il profumo di un fiore o il pendere delle mele di un albero.----------------
---L'uomo ammalato è colui che non ha ricevuto abbastanza amore, rispetto,ecc. ---ogni volta che uno minaccia, umilia, danneggia, schiaccia o rigetta un altro essere umano, mette in funzione forze psicopatogeniche, anche se si tratta di forze deboli.---
----La buona società è quella che è organizzata in modo da fomentare, incoraggiare, ricompensare e produrre una grande quantità di buone relazioni umane ed un minimo di cattive relazioni umane,--------La buona società è la società psicologicamente sana , mentre la cattiva società è la società psicologicamente ammalata, la buona società è quella che gratifica i bisogni fondamentali , mentre la cattiva società è quella che li frustra, cioè è quella in cui c'è poco amore , poco affetto, poca protezione, poco rispetto, poca fiducia, poca veracità e troppa ostilità, umiliazione, paura , disistima ed oppressione.---------Ogni persona profondamente ammalata vive soggettivamente , in una società malata.-----la natura umana produce molto male , se non per malizia innata , almeno per ignoranza, per stupidità, per timore, per incomprensione, per insufficiente destrezza ecc.------------la tendenza al pregiudizio, che è una sotto sindrome del bisogno di potere,che è una sotto sindrome della sindrome generale di insicurezza.-------------Il contesto culturale in cui l'organismo svolge il suo comportamento e che ha già contribuito a determinare la natura interna dell'organismo, è anche un determinante del comportamento.--------------Mentre gli scopi del comportamento sono determinati dalla natura dell'organismo e le vie per il raggiungimento dei fini sono determinati dalla cultura,----------
Articolo 1 della ( costituzione) dichiarazione della conferenza di ALMA ATA 1978 sull'assistenza sanitaria primaria. "La salute è uno stato di completo benessere fisico e mentale e sociale e non soltanto assenza di malattia o di infermità, è un fondamentale diritto umano e che il raggiungimento del più alto livello possibile di salute è uno dei più importanti obiettivi sociali nel mondo."
La promozione e la protezione della salute della popolazione è essenziale per lo sviluppo economico e sociale e contribuisce ad una migliore qualità della vita e della pace mondiale.
OSWALD SCHWARZ = THE PSYCHOLOGY OF SEX:
"L'amore non è inganno, non c'è dubbio che qui c'è un notevole elemento emozionale, ma essenzialmente l'amore è un atto cognitivo, è l'unico modo di cogliere la parte più intima della personalità".
----Noi abbiamo la tendenza a percepire gli eventi più facilmente come rappresentanti di categorie che per se stessi , come unici ed irripetibili.------------Una cosa che è stata inclusa in una rubrica tende a restarvi, perché un comportamento che contraddica lo stereotipo della rubrica può essere considerato semplicemente come un'eccezione da non prendersi sul serio.-----il concetto di stereotipizzazione o di rubricazione ci da la risposta a vecchi problemi su come le persone possono persistere nelle false credenze, anche quando per anni la verità è davanti ai loro occhi.----------La vera percezione, che colga l'oggetto come unico,dev'essere una percezione che lo investa tutto , che vi penetri, che lo capisca; come tale essa non può non prendere molto più tempo della frazione di secondo che basta per catalogare un oggetto.-------Gli abiti sono utili , quando uno non dipende da loro e non insiste per seguirli, senza badare alle circostanze; per le persone meno intelligenti, gli abiti tendono ad essere causa di incapacità, di stupidità e di pericolo.------
il nostro carattere , se non la condensazione della storia che è stata vissuta da noi fin dalla nostra nascita, anzi anche prima della nascita, dato che noi portiamo con noi le nostre disposizioni prenatali. Non c'è dubbio che noi pensiamo utilizzando solo una piccola parte del nostro passato, ma è con tutto il nostro passato, comprese le inclinazioni originarie del nostro animo, che noi desideriamo, vogliamo ed agiamo. Quindi il nostro passato, nel suo insieme, si palesa a noi nei nostri impulsi e viene sentito sotto forma di idea.--------------
La struttura caratteriale si mostra nei gusti, negli abiti,nel comportamento durante incontri, ecc. nel comportamento funzionale , intenzionale e motivato.----------Gli esseri umani nella loro vita quotidiana hanno senza alcun dubbio un apprendimento latente. La scoperta di AUSBACHER, che le persone insicure hanno una forte tendenza a conservare ricordi di insicurezza della prima infanzia e la mia scoperta che le persone insicure hanno una forte tendenza ad avere sogni di chiara insicurezza,--------------Nella vita retta goduta da una persona sana il pensiero, come la percezione, può essere una spontanea e passiva ricezione o produzione, una espressione immotivata, senza sforzo e felice della natura e dell'esistenza dell'organismo, un lasciare che le cose accadano anziché un farle accadere, un caso di essere , come sono casi di essere il profumo di un fiore o il pendere delle mele di un albero.----------------
---L'uomo ammalato è colui che non ha ricevuto abbastanza amore, rispetto,ecc. ---ogni volta che uno minaccia, umilia, danneggia, schiaccia o rigetta un altro essere umano, mette in funzione forze psicopatogeniche, anche se si tratta di forze deboli.---
----La buona società è quella che è organizzata in modo da fomentare, incoraggiare, ricompensare e produrre una grande quantità di buone relazioni umane ed un minimo di cattive relazioni umane,--------La buona società è la società psicologicamente sana , mentre la cattiva società è la società psicologicamente ammalata, la buona società è quella che gratifica i bisogni fondamentali , mentre la cattiva società è quella che li frustra, cioè è quella in cui c'è poco amore , poco affetto, poca protezione, poco rispetto, poca fiducia, poca veracità e troppa ostilità, umiliazione, paura , disistima ed oppressione.---------Ogni persona profondamente ammalata vive soggettivamente , in una società malata.-----la natura umana produce molto male , se non per malizia innata , almeno per ignoranza, per stupidità, per timore, per incomprensione, per insufficiente destrezza ecc.------------la tendenza al pregiudizio, che è una sotto sindrome del bisogno di potere,che è una sotto sindrome della sindrome generale di insicurezza.-------------Il contesto culturale in cui l'organismo svolge il suo comportamento e che ha già contribuito a determinare la natura interna dell'organismo, è anche un determinante del comportamento.--------------Mentre gli scopi del comportamento sono determinati dalla natura dell'organismo e le vie per il raggiungimento dei fini sono determinati dalla cultura,----------
Articolo 1 della ( costituzione) dichiarazione della conferenza di ALMA ATA 1978 sull'assistenza sanitaria primaria. "La salute è uno stato di completo benessere fisico e mentale e sociale e non soltanto assenza di malattia o di infermità, è un fondamentale diritto umano e che il raggiungimento del più alto livello possibile di salute è uno dei più importanti obiettivi sociali nel mondo."
La promozione e la protezione della salute della popolazione è essenziale per lo sviluppo economico e sociale e contribuisce ad una migliore qualità della vita e della pace mondiale.
da:" Motivazione e personalità" di A.H.Maslow 3°
12-3-2019
------una persona nevrotica è inefficiente non solo relativamente, per il semplice fatto che tale persona non percepisce il mondo reale, in modo così accurato ed efficace come fa la persona sana.-----le persone che si auto realizzano, distinguono molto più facilmente degli altri ciò che è genuino, concreto e particolare da ciò che è generico, astratto e rubricato. La conseguenza è che essi vivono nel mondo reale della natura più di quanto vivono nel mondo artificiale dei concetti, delle astrazioni, delle aspettative, delle credenze e degli stereotipi, che molti confondono con il mondo reale. Perciò essi sono molto più adatti a percepire le cose come stano anziché i loro desideri, le loro speranze, le loro credenze, o quelle del loro gruppo culturale. ------soggetti sani risultano in generale persone che non si spaventano dell'ignoto ed in questo senso diversi dall'uomo medio.------Per l'uomo fondamentalmente deprivato il mondo è un posto pericoloso, una giungla , un territorio nemico popolato soltanto da persone che possono dominarlo e da persone che egli può dominare. Il suo sistema di valori è come quello di chi vive nella giungla, è dominato ed organizzato dai bisogni inferiori, soprattutto dei bisogni di vari oggetti e dal bisogno di sicurezza.
La persona soddisfatta nei suoi bisogni fondamentali si trova in una condizione molto diversa. Egli è in grado di sentirsi sicuro della gratificazione dei bisogni fondamentali e può dedicarsi alle gratificazioni più alte. Cioè il suo sistema di valori è diverso e dev'essere diverso.
OSWLD SCHWARZ: "THE PSYCHOLOGY OFSEX:
"Pur essendo di natura totalmente diversa l'impulso sessuale e l'amore sono reciprocamente dipendenti e complementari. In un essere umano pienamente maturo esiste solo questa inseparabile fusione di impulso sessuale e amore. Questo è il principio fondamentale di ogni psicologia del sesso. Se c'è qualcuno che è capace di provare una gratificazione sessuale puramente fisica, si tratta di un subnormale sessuale immaturo o altro genere"-------
la sessualità e l'amore possono essere e molto spesso sono effettivamente fusi meglio nelle persone sane.------- gli uomini e le donne che si auto-realizzano nell'insieme tendono a non cercare il sesso per se stesso.-----i piaceri sessuali sono provati nella loro perfezione più intensa e più estatica nelle persone che si auto -realizzano.---Nelle persone che si auto-realizzano l'orgasmo è insieme più importante e meno importante che nelle persone medie. Spesso è un'esperienza profonda e quasi mistica; d'altra parte l'essenza dell'uso del sesso viene tollerata da loro più facilmente che dalle altre persone.---------il godimento sessuale può essere vissuto pienamente, con una intensità che va al di là delle possibilità della persona media, sebbene non abbia un ruolo centrale nella filosofia della vita.------il piacere sessuale delle persone che si auto--realizzano può essere molto intenso o non esistere affatto..... L'amore che si auto--realizza mostra molte delle caratteristiche dell'auto--realizzazione----è basato su di una sana accettazione di se stesso e degli altri----- sono molto più libere delle persone comuni , nel riconoscere di sentire delle attrazioni sessuali .----quando parlano di argomenti sessuali, ne parlano in modo molto più libero, casuale e non convenzionale di quanto facciano le persone ordinarie.------ secondo la tesi di D'ARCY secondo cui l'amore erotico e quello agapico sono fondamentalmente diversi, ma nelle persone migliori si fondano. Egli parla di due specie di amore, che sono in ultima analisi maschile e femminile, attivo e passivo, egocentrico ed eccentrico.------
--E. FROMM" L'uomo per se stesso " L' amore autentico è un'espressione di produttività ed implica cura , rispetto, responsabilità e conoscenza------- uno sforzo attivo che mira a realizzare lo sviluppo e la felicità della persona amata, tale sforzo è radicato nelle proprie capacità di amore."
----Il mondo ordinario in cui si manifesta questa identificazione dei bisogni è in termini di assunzione di responsabilità, di prendersi cura , di preoccuparsi di un'altra persona.--------Una malattia in una coppia ben riuscita è una malattia dell'intera coppia e non una disgrazia di una sola persona. Automaticamente vengono assunte eguali responsabilità ed è come se ambedue i coniugi fossero stati colpiti dal male. Il comunismo primitivo di una famiglia dominato dall'amore appare sopratutto in questo e non nell'avere in comune cibo o denaro.-------i bisogni dell'altra persona sono i bisogni della persona che l'ama.----------trascendenza dell' IO è la sana relazione amorosa.-----un aspetto della sana relazione amorosa , --c'è divertimento, allegria ,euforia , sentimento di benessere, gioia. è caratteristico delle persone che si auto-realizzano, che possono gioire dell'amore e del sesso.----- FROMM dice:"L amore è la forma produttiva del rapportarsi agli altri e a se stesso. Esso implica responsabilità , cura, rispetto e conoscenza e il desiderio che l'altra persona cresca e si sviluppi. Esso è espressione di intimità fra due esseri umani con la condizione che ciascuno difenda l'integrità dell'altro".--------------A spingere le persone l'una verso l'altra non è ne' il benessere della specie, ne' il compito della riproduzione, ne' lo sviluppo futuro dell'umanità. La vita amorosa e sessuale delle persone sane , nonostante il fatto che raggiunge spesso i vertici dell'estasi, può essere facilmente paragonata ai giochi dei bambini.-----essa è fondamentalmente un godimento ed una gioia.-----------
OVERSTREET dice:"l 'amore di una persona implica non il possesso , ma l'affermazione di essa . Significa che le viene garantito lietamente il pieno diritto alla propria irripetibile umanità."-----
FROMM dice:"L'amore è il principale componente di questa spontaneità; non l'amore come dissoluzione dell'io in un'altra persona , ma l'amore come affermazione spontanea degli altri , come unione dell'individuo con gli altri sulla base della conservazione della propria individualità". --- L'amore ed il rispetto sono separabili. sebbene vadano insieme. è possibile rispettare senza amare, anche al livello di auto--realizzazione. La persona che si auto--realizza non fa mai uso dell'altro, non lo controlla, non disconosce i suoi desideri, ma riconosce alla persona rispettata una dignità fondamentalmente irriducibile e non l'umilia senza necessità.----
------una persona nevrotica è inefficiente non solo relativamente, per il semplice fatto che tale persona non percepisce il mondo reale, in modo così accurato ed efficace come fa la persona sana.-----le persone che si auto realizzano, distinguono molto più facilmente degli altri ciò che è genuino, concreto e particolare da ciò che è generico, astratto e rubricato. La conseguenza è che essi vivono nel mondo reale della natura più di quanto vivono nel mondo artificiale dei concetti, delle astrazioni, delle aspettative, delle credenze e degli stereotipi, che molti confondono con il mondo reale. Perciò essi sono molto più adatti a percepire le cose come stano anziché i loro desideri, le loro speranze, le loro credenze, o quelle del loro gruppo culturale. ------soggetti sani risultano in generale persone che non si spaventano dell'ignoto ed in questo senso diversi dall'uomo medio.------Per l'uomo fondamentalmente deprivato il mondo è un posto pericoloso, una giungla , un territorio nemico popolato soltanto da persone che possono dominarlo e da persone che egli può dominare. Il suo sistema di valori è come quello di chi vive nella giungla, è dominato ed organizzato dai bisogni inferiori, soprattutto dei bisogni di vari oggetti e dal bisogno di sicurezza.
La persona soddisfatta nei suoi bisogni fondamentali si trova in una condizione molto diversa. Egli è in grado di sentirsi sicuro della gratificazione dei bisogni fondamentali e può dedicarsi alle gratificazioni più alte. Cioè il suo sistema di valori è diverso e dev'essere diverso.
OSWLD SCHWARZ: "THE PSYCHOLOGY OFSEX:
"Pur essendo di natura totalmente diversa l'impulso sessuale e l'amore sono reciprocamente dipendenti e complementari. In un essere umano pienamente maturo esiste solo questa inseparabile fusione di impulso sessuale e amore. Questo è il principio fondamentale di ogni psicologia del sesso. Se c'è qualcuno che è capace di provare una gratificazione sessuale puramente fisica, si tratta di un subnormale sessuale immaturo o altro genere"-------
la sessualità e l'amore possono essere e molto spesso sono effettivamente fusi meglio nelle persone sane.------- gli uomini e le donne che si auto-realizzano nell'insieme tendono a non cercare il sesso per se stesso.-----i piaceri sessuali sono provati nella loro perfezione più intensa e più estatica nelle persone che si auto -realizzano.---Nelle persone che si auto-realizzano l'orgasmo è insieme più importante e meno importante che nelle persone medie. Spesso è un'esperienza profonda e quasi mistica; d'altra parte l'essenza dell'uso del sesso viene tollerata da loro più facilmente che dalle altre persone.---------il godimento sessuale può essere vissuto pienamente, con una intensità che va al di là delle possibilità della persona media, sebbene non abbia un ruolo centrale nella filosofia della vita.------il piacere sessuale delle persone che si auto--realizzano può essere molto intenso o non esistere affatto..... L'amore che si auto--realizza mostra molte delle caratteristiche dell'auto--realizzazione----è basato su di una sana accettazione di se stesso e degli altri----- sono molto più libere delle persone comuni , nel riconoscere di sentire delle attrazioni sessuali .----quando parlano di argomenti sessuali, ne parlano in modo molto più libero, casuale e non convenzionale di quanto facciano le persone ordinarie.------ secondo la tesi di D'ARCY secondo cui l'amore erotico e quello agapico sono fondamentalmente diversi, ma nelle persone migliori si fondano. Egli parla di due specie di amore, che sono in ultima analisi maschile e femminile, attivo e passivo, egocentrico ed eccentrico.------
--E. FROMM" L'uomo per se stesso " L' amore autentico è un'espressione di produttività ed implica cura , rispetto, responsabilità e conoscenza------- uno sforzo attivo che mira a realizzare lo sviluppo e la felicità della persona amata, tale sforzo è radicato nelle proprie capacità di amore."
----Il mondo ordinario in cui si manifesta questa identificazione dei bisogni è in termini di assunzione di responsabilità, di prendersi cura , di preoccuparsi di un'altra persona.--------Una malattia in una coppia ben riuscita è una malattia dell'intera coppia e non una disgrazia di una sola persona. Automaticamente vengono assunte eguali responsabilità ed è come se ambedue i coniugi fossero stati colpiti dal male. Il comunismo primitivo di una famiglia dominato dall'amore appare sopratutto in questo e non nell'avere in comune cibo o denaro.-------i bisogni dell'altra persona sono i bisogni della persona che l'ama.----------trascendenza dell' IO è la sana relazione amorosa.-----un aspetto della sana relazione amorosa , --c'è divertimento, allegria ,euforia , sentimento di benessere, gioia. è caratteristico delle persone che si auto-realizzano, che possono gioire dell'amore e del sesso.----- FROMM dice:"L amore è la forma produttiva del rapportarsi agli altri e a se stesso. Esso implica responsabilità , cura, rispetto e conoscenza e il desiderio che l'altra persona cresca e si sviluppi. Esso è espressione di intimità fra due esseri umani con la condizione che ciascuno difenda l'integrità dell'altro".--------------A spingere le persone l'una verso l'altra non è ne' il benessere della specie, ne' il compito della riproduzione, ne' lo sviluppo futuro dell'umanità. La vita amorosa e sessuale delle persone sane , nonostante il fatto che raggiunge spesso i vertici dell'estasi, può essere facilmente paragonata ai giochi dei bambini.-----essa è fondamentalmente un godimento ed una gioia.-----------
OVERSTREET dice:"l 'amore di una persona implica non il possesso , ma l'affermazione di essa . Significa che le viene garantito lietamente il pieno diritto alla propria irripetibile umanità."-----
FROMM dice:"L'amore è il principale componente di questa spontaneità; non l'amore come dissoluzione dell'io in un'altra persona , ma l'amore come affermazione spontanea degli altri , come unione dell'individuo con gli altri sulla base della conservazione della propria individualità". --- L'amore ed il rispetto sono separabili. sebbene vadano insieme. è possibile rispettare senza amare, anche al livello di auto--realizzazione. La persona che si auto--realizza non fa mai uso dell'altro, non lo controlla, non disconosce i suoi desideri, ma riconosce alla persona rispettata una dignità fondamentalmente irriducibile e non l'umilia senza necessità.----
lunedì 11 marzo 2019
"Motivazione e personalità" di A. H. Maslow 2°
"---la deprivazione sessuale produce inevitabilmente tutti o alcuni degli effetti che sono tipici della frustrazione,per es.: l'aggressività, la sublimazione, ,ecc.Si sa bene che esistono molti casi in cui il celibato non ha effetti psicologici, mentre in molti altri casi ha molti affetti cattivi. Qual'è il fattore che determina se il risultato è buono o cattivo? Ricerche cliniche effettuate su persone non nevrotiche danno la chiara risposta che la deprivazione sessuale diventa patogena in forma grave solo quando è sentita dall'individuo come rappresentativa di un rifiuto da parte del sesso opposto,di una certa inferiorità, di indegnità, di non rispettabilità, di isolamento o di frustrazione di bisogni fondamentali. La deprivazione sessuale può essere sopportata facilmente da individui per i quali non ha implicazioni.---------
----Le inevitabili deprivazioni che sopravvengono durante l'infanzia vengono ordinariamente considerate come frustranti.----------------quanto più si sale nella scala filogenetica e più ci si accosta all'uomo, tanto più divengono deboli le ragioni per ritenere che esista un istinto primario di aggressività,-----------------il bambino insicuro, fondamentalmente frustrato o minacciato nei suoi bisogni di sicurezza, di amore, di appartenenza e di autostima, è il fanciullo che si mostra più egoista, più pieno d'odio, di aggressività e di distruttività. Nei fanciulli che sono fondamentalmente amati e rispettati dai genitori, si deve riscontrare una minore distruttività.-------------------
ostilità= deve essere interpretata come una reazione, come un comportamento strumentale e difensivo e non come un comportamento istintivo.------------le persone che si sentono sicure e che sono sane , non sono ostili o aggressive contro persone che in senso largo sono loro fratelli e con cui possono identificarsi. Se alcune persone non sono viste come esseri umani, possono essere spazzati via con leggerezza anche da persone gentili, amabili e sane, nello stesso modo che queste persone uccidono senza sentirsi colpevoli di insetti fastidiosi---------le persone psicopatiche , come persone, che non hanno identificazioni amorose con altri esseri umani e quindi possono far loro male o anche ucciderli, se si dà il caso , senza odio e senza piacere,----------violenza ,l'odio e la vendetta sono conseguenza de tali frustrazioni-------------L'essere umano non ha istinti, ma sembra avere residui istintuali, bisogni istintuali, capacità intrinseche e potenzialità. Inoltre l' esperienza clinica e personologica fa pensare che queste deboli tendenze istintoidi sono buone, desiderabili e sane e non cattive e che vale la pena ed è possibile salvare dall'annullamento-------------
"quando ti sarai liberato da tutto ciò che è apparente---dice Lao Tse--da tutti i desideri e da tutte le aspirazioni, allora ti muoverai secondo il tuo impulso, senza ben renderti conto che ti stai muovendo"
---------------" bisogni supremi"metaneeds, per indicare le motivazioni delle persone che si auto realizzano.----il desiderio di amore può chiamarsi bisogno , la spinta ad auto-realizzarsi deve essere chiamata con un nome diverso da quello di bisogno, perché ha caratteristiche molto diverse. La differenza più importante per ciò che ci riguarda è che l'amore , il rispetto , ecc. possono essere considerati come qualità esterne , di cui l'organismo manca, e di cui ha bisogno. L'auto-realizzazione non è una mancanza o deficienza in questo senso. Non è qualcosa di estrinseco, di cui l'organismo , abbia bisogno per essere sano.--------------L'auto-realizzazione è uno sviluppo intrinseco di ciò che già esiste nell'organismo, o meglio di ciò che l'organismo è in se stesso. Come l'albero ha bisogno di ricevere dall'ambiente cibo, sole, acqua,così la persona ha bisogno di sicurezza , di amore , di rispetto da parte dell'ambiente sociale.------------- tutti gli esseri umani hanno bisogno di amore , tuttavia, una volta soddisfatte queste necessità elementari, ----- ciascuno essere umano si sviluppa a suo modo, utilizzando queste necessità ai fini individuali.-----lo sviluppo procede allora dall'interno e non più dall'esterno e paradossalmente il motivo più alto diviene quello di voler essere non motivato, non più teso nello sforzo, cioè di comportarsi in modo puramente espressivo. I bisogni inconsci si esprimono comunemente nei sogni, nelle allucinazioni, nelle esplosioni emotive, negli atti non premeditati, nei lapsus di lingua o di penna, nei gesti distratti, nel riso, in innumerevoli forme camuffate fuse a bisogni coscienti accettabili, in compulsioni, in sentimenti razionalizzati, in proiezioni( illusioni, delusioni e credenze) ed in tutti i sintomi (sopratutto nei sintomi isterici di conversione), nei giochi infantili, nelle regressioni, nella costruzione di storie (TAT), nei giochi di ombre con le dita, nei disegni di un uomo e nei prodotti della fantasia. Possiamo aggiungere a questo elenco i rituali , i cerimoniali, i racconti popolari e cose simili.
----Le inevitabili deprivazioni che sopravvengono durante l'infanzia vengono ordinariamente considerate come frustranti.----------------quanto più si sale nella scala filogenetica e più ci si accosta all'uomo, tanto più divengono deboli le ragioni per ritenere che esista un istinto primario di aggressività,-----------------il bambino insicuro, fondamentalmente frustrato o minacciato nei suoi bisogni di sicurezza, di amore, di appartenenza e di autostima, è il fanciullo che si mostra più egoista, più pieno d'odio, di aggressività e di distruttività. Nei fanciulli che sono fondamentalmente amati e rispettati dai genitori, si deve riscontrare una minore distruttività.-------------------
ostilità= deve essere interpretata come una reazione, come un comportamento strumentale e difensivo e non come un comportamento istintivo.------------le persone che si sentono sicure e che sono sane , non sono ostili o aggressive contro persone che in senso largo sono loro fratelli e con cui possono identificarsi. Se alcune persone non sono viste come esseri umani, possono essere spazzati via con leggerezza anche da persone gentili, amabili e sane, nello stesso modo che queste persone uccidono senza sentirsi colpevoli di insetti fastidiosi---------le persone psicopatiche , come persone, che non hanno identificazioni amorose con altri esseri umani e quindi possono far loro male o anche ucciderli, se si dà il caso , senza odio e senza piacere,----------violenza ,l'odio e la vendetta sono conseguenza de tali frustrazioni-------------L'essere umano non ha istinti, ma sembra avere residui istintuali, bisogni istintuali, capacità intrinseche e potenzialità. Inoltre l' esperienza clinica e personologica fa pensare che queste deboli tendenze istintoidi sono buone, desiderabili e sane e non cattive e che vale la pena ed è possibile salvare dall'annullamento-------------
"quando ti sarai liberato da tutto ciò che è apparente---dice Lao Tse--da tutti i desideri e da tutte le aspirazioni, allora ti muoverai secondo il tuo impulso, senza ben renderti conto che ti stai muovendo"
---------------" bisogni supremi"metaneeds, per indicare le motivazioni delle persone che si auto realizzano.----il desiderio di amore può chiamarsi bisogno , la spinta ad auto-realizzarsi deve essere chiamata con un nome diverso da quello di bisogno, perché ha caratteristiche molto diverse. La differenza più importante per ciò che ci riguarda è che l'amore , il rispetto , ecc. possono essere considerati come qualità esterne , di cui l'organismo manca, e di cui ha bisogno. L'auto-realizzazione non è una mancanza o deficienza in questo senso. Non è qualcosa di estrinseco, di cui l'organismo , abbia bisogno per essere sano.--------------L'auto-realizzazione è uno sviluppo intrinseco di ciò che già esiste nell'organismo, o meglio di ciò che l'organismo è in se stesso. Come l'albero ha bisogno di ricevere dall'ambiente cibo, sole, acqua,così la persona ha bisogno di sicurezza , di amore , di rispetto da parte dell'ambiente sociale.------------- tutti gli esseri umani hanno bisogno di amore , tuttavia, una volta soddisfatte queste necessità elementari, ----- ciascuno essere umano si sviluppa a suo modo, utilizzando queste necessità ai fini individuali.-----lo sviluppo procede allora dall'interno e non più dall'esterno e paradossalmente il motivo più alto diviene quello di voler essere non motivato, non più teso nello sforzo, cioè di comportarsi in modo puramente espressivo. I bisogni inconsci si esprimono comunemente nei sogni, nelle allucinazioni, nelle esplosioni emotive, negli atti non premeditati, nei lapsus di lingua o di penna, nei gesti distratti, nel riso, in innumerevoli forme camuffate fuse a bisogni coscienti accettabili, in compulsioni, in sentimenti razionalizzati, in proiezioni( illusioni, delusioni e credenze) ed in tutti i sintomi (sopratutto nei sintomi isterici di conversione), nei giochi infantili, nelle regressioni, nella costruzione di storie (TAT), nei giochi di ombre con le dita, nei disegni di un uomo e nei prodotti della fantasia. Possiamo aggiungere a questo elenco i rituali , i cerimoniali, i racconti popolari e cose simili.
domenica 10 marzo 2019
1° domenica di quaresima anno C
10-3-2019
Probabilmente nessuno di noi , nemmeno uno tra gli uomini, oserebbe gridare "no" di fronte Dio. Eppure esistono mille modi di sottrarsi alla sua sovranità sulla storia. Esiste una fondamentale tentazione dovuta alla concezione che l'uomo ha del tempo--cioè, del susseguirsi dei minuti e delle ore, nella sua propria storicità--e dello spazio. O noi utilizziamo il tempo e lo spazio come circostanze all'interno delle quali l'uomo può realizzare il suo progetto fantastico sulla vita (di potere, di vanità ed anche di perfezione), oppure concepiamo il tempo e lo spazio come dimensioni fisiche nelle quali Dio rivela il suo progetto di amore sulla nostra esistenza, il progetto che permette all'uomo di scoprire il gusto della vita , il senso ultimo della cose .
La prima scelta, seguire le proprie fantasie, finisce inevitabilmente per soffocare e degradare fino al cinismo il cuore dell'uomo.Quello che è grave, è che il successo può essere ottenuto , all'inizio, con relativa facilità.Ed è grave perché questo successo iniziale ci mantiene nell'errore menzognero della nostra concezione. Vivere nel falso, significa perdere il proprio tempo, perdere la libertà.
Nel secondo caso, l'uomo riconosce la relazione tra tutto quello che esiste e il proprio cuore. Tempo e spazio non soffocano il cuore dell'uomo, che fa avanzare la sua libertà, felice, nella giusta direzione. Guardare e avanzare nella giusta direzione. Ecco la vera conversione.
D.Javier Calavia Balduz
Probabilmente nessuno di noi , nemmeno uno tra gli uomini, oserebbe gridare "no" di fronte Dio. Eppure esistono mille modi di sottrarsi alla sua sovranità sulla storia. Esiste una fondamentale tentazione dovuta alla concezione che l'uomo ha del tempo--cioè, del susseguirsi dei minuti e delle ore, nella sua propria storicità--e dello spazio. O noi utilizziamo il tempo e lo spazio come circostanze all'interno delle quali l'uomo può realizzare il suo progetto fantastico sulla vita (di potere, di vanità ed anche di perfezione), oppure concepiamo il tempo e lo spazio come dimensioni fisiche nelle quali Dio rivela il suo progetto di amore sulla nostra esistenza, il progetto che permette all'uomo di scoprire il gusto della vita , il senso ultimo della cose .
La prima scelta, seguire le proprie fantasie, finisce inevitabilmente per soffocare e degradare fino al cinismo il cuore dell'uomo.Quello che è grave, è che il successo può essere ottenuto , all'inizio, con relativa facilità.Ed è grave perché questo successo iniziale ci mantiene nell'errore menzognero della nostra concezione. Vivere nel falso, significa perdere il proprio tempo, perdere la libertà.
Nel secondo caso, l'uomo riconosce la relazione tra tutto quello che esiste e il proprio cuore. Tempo e spazio non soffocano il cuore dell'uomo, che fa avanzare la sua libertà, felice, nella giusta direzione. Guardare e avanzare nella giusta direzione. Ecco la vera conversione.
D.Javier Calavia Balduz
venerdì 8 marzo 2019
da." Mulieris Dignitatem" lettera apostolica di Giovanni Paolo 2°
8, marzo ,2019 festa della donna
--"Dio creò l'uomo a a sua immagine; a immagine di Dio lo creò". Questo passo conciso contiene le verità antropologiche fondamentali: l'uomo è l'apice di tutto l'ordine del creato nel mondo visibile-----------------ambedue sono esseri umani, in egual grado l'uomo e la donna , ambedue creati a immagine di Dio.Questa immagine e somiglianza con Dio, essenziale per l'uomo, dall'uomo e dalla donna, come sposi e genitori, viene trasmessa ai loro discendenti:"Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela" Il Creatore affida il "domino" della terra al genere umano, a tutte le persone, a tutti gli uomini e a tutte le donne, che attingono la loro dignità e vocazione dal comune "principio"-------------------
L'uomo è una persona, in eguale misura l'uomo e la donna: ambedue, infatti, sono stati creati ad immagine e somiglianza del Dio personale. Ciò che rende l'uomo simile a Dio è il fatto che-diversamente da tutto il mondo delle creature viventi, compresi gli esseri dotati di sensi (animalia)- l'uomo è anche un essere razionale(animal rationale). Grazie a questa proprietà l'uomo e la donna possono " dominare" sulle creature del mondo visibile.--------------------
------Nella descrizione della Genesi 2,18-25 la donna viene creata da Dio " dalla costola" dell'uomo ed è posta come un altro "io", come un interlocutore accanto all'uomo, il quale nel mondo circostante delle creature animate è solo e non trova in nessuna di esse un "aiuto" adatto a se'. La donna chiamata in tal modo all'esistenza, è immediatamente riconosciuta dall'uomo come "carne della sua carne e osso delle sue ossa" e appunto per questo è chiamata"donna". Il testo biblico fornisce sufficienti basi per ravvisare l'essenziale uguaglianza dell'uomo e della donna dal punto di vista dell'umanità. Ambedue sin dall'inizio sono persone, a differenza degli altri esseri viventi del mondo che li circonda. La donna è un altro "io" nella comune umanità. Sin dall'inizio essi appaiono come "unità dei due", e ciò significa il superamento dell'originaria solitudine, nella quale l'uomo non trova " un aiuto che gli sia simile". ------------------
-si tratta della compagna della vita, con la quale , come con una moglie, l'uomo può unirsi divenendo con lei "una sola carne" e abbandonando per questo "suo padre e sua madre". ---------------
--l'uomo e la donna sono simili a Dio. Ogni singolo uomo , infatti ,è ad immagine di Dio in quanto creatura razionale, e libera, capace di conoscerlo e di amarlo. Leggiamo, inoltre, che l'uomo non può esistere "solo" può esistere soltanto come "unità dei due", dunque in relazione ad un'altra persona umana.Si tratta di una relazione reciproca: dell'uomo verso la donna e della donna verso l'uomo. Essere persona ad immagine e somiglianza di Dio comporta, quindi, anche un esistere in relazione , in rapporto all'altro"IO".
--"Dio creò l'uomo a a sua immagine; a immagine di Dio lo creò". Questo passo conciso contiene le verità antropologiche fondamentali: l'uomo è l'apice di tutto l'ordine del creato nel mondo visibile-----------------ambedue sono esseri umani, in egual grado l'uomo e la donna , ambedue creati a immagine di Dio.Questa immagine e somiglianza con Dio, essenziale per l'uomo, dall'uomo e dalla donna, come sposi e genitori, viene trasmessa ai loro discendenti:"Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela" Il Creatore affida il "domino" della terra al genere umano, a tutte le persone, a tutti gli uomini e a tutte le donne, che attingono la loro dignità e vocazione dal comune "principio"-------------------
L'uomo è una persona, in eguale misura l'uomo e la donna: ambedue, infatti, sono stati creati ad immagine e somiglianza del Dio personale. Ciò che rende l'uomo simile a Dio è il fatto che-diversamente da tutto il mondo delle creature viventi, compresi gli esseri dotati di sensi (animalia)- l'uomo è anche un essere razionale(animal rationale). Grazie a questa proprietà l'uomo e la donna possono " dominare" sulle creature del mondo visibile.--------------------
------Nella descrizione della Genesi 2,18-25 la donna viene creata da Dio " dalla costola" dell'uomo ed è posta come un altro "io", come un interlocutore accanto all'uomo, il quale nel mondo circostante delle creature animate è solo e non trova in nessuna di esse un "aiuto" adatto a se'. La donna chiamata in tal modo all'esistenza, è immediatamente riconosciuta dall'uomo come "carne della sua carne e osso delle sue ossa" e appunto per questo è chiamata"donna". Il testo biblico fornisce sufficienti basi per ravvisare l'essenziale uguaglianza dell'uomo e della donna dal punto di vista dell'umanità. Ambedue sin dall'inizio sono persone, a differenza degli altri esseri viventi del mondo che li circonda. La donna è un altro "io" nella comune umanità. Sin dall'inizio essi appaiono come "unità dei due", e ciò significa il superamento dell'originaria solitudine, nella quale l'uomo non trova " un aiuto che gli sia simile". ------------------
-si tratta della compagna della vita, con la quale , come con una moglie, l'uomo può unirsi divenendo con lei "una sola carne" e abbandonando per questo "suo padre e sua madre". ---------------
--l'uomo e la donna sono simili a Dio. Ogni singolo uomo , infatti ,è ad immagine di Dio in quanto creatura razionale, e libera, capace di conoscerlo e di amarlo. Leggiamo, inoltre, che l'uomo non può esistere "solo" può esistere soltanto come "unità dei due", dunque in relazione ad un'altra persona umana.Si tratta di una relazione reciproca: dell'uomo verso la donna e della donna verso l'uomo. Essere persona ad immagine e somiglianza di Dio comporta, quindi, anche un esistere in relazione , in rapporto all'altro"IO".
giovedì 7 marzo 2019
da: " Motivazioni e personalità" di Abraham H. 1°
7-3-2019
-------------Ci sono considerazioni a priori, che c'inducano a collegare la gratificazione dei bisogni con lo sviluppo di alcuni, forse di molti, tratti caratteriali------------
Se è facile accettare le frustrazioni dei bisogni fondamentali come un determinante del comportamento di ostilità, è facile ammettere anche il contrario, cioè che la gratificazione dei bisogni fondamentali è un determinante del comportamento opposto.-----------
La gratificazione infantile ha (significato)nella formazione del carattere dell'adulto.----
---molti tratti caratteristici dell'adulto, sano,(sono) conseguenze positive della gratificazione infantile.--------------il bisogno di appartenenza, di amore, di rispetto, di autostima. La gratificazione di questi bisogni permette la comparsa di caratteri come l'affettuosità, l'auto rispetto l'auto fiducia,la sicurezza ecc.------
la soddisfazione dei bisogni fondamentali dell'uomo, lo migliora non solo nella costituzione del carattere, ma anche come cittadino sul piano nazionale ed internazionale e su quello dei rapporti con il suo prossimo.-----------------la gratificazione di un bisogno è un determinante della frustrazione del bisogno stesso----------------perché i bisogni più alti non appaino alla coscienza finché non sono stati gratificati i bisogni più bassi e più forti.------------finché non esiste , un bisogno non può produrre sentimenti di frustrazione. L'uomo che appena sopravvive , non si preoccupa molto delle cose più alte della vita, dello studio della geometria, del diritto al voto, del buon nome nella sua città, del rispetto; egli si preoccupa prima di tutto di beni più fondamentali. Ci vuole una certa quantità di gratificazione dei bisogni inferiori, per innalzarlo al punto in cui egli sia abbastanza civilizzato, da sentirsi frustrato nei riguardi di argomenti più personali, sociali ed intellettuali. Come conseguenza di ciò si può essere certi che molte persone sono condannate a desiderare ciò che non hanno e non sentono che è inutile lavorare per sempre nell'affannosa ricerca di soddisfazioni maggiori. Così apprendiamo simultaneamente a non aspettarci miracoli da nessuna singola riforma sociale(per es. il suffragio alle donne, l'educazione libera, il voto segreto, il sindacalismo, le elezioni dirette) ed a non sottovalutare la realtà del progresso lento.
-------------Ci sono considerazioni a priori, che c'inducano a collegare la gratificazione dei bisogni con lo sviluppo di alcuni, forse di molti, tratti caratteriali------------
Se è facile accettare le frustrazioni dei bisogni fondamentali come un determinante del comportamento di ostilità, è facile ammettere anche il contrario, cioè che la gratificazione dei bisogni fondamentali è un determinante del comportamento opposto.-----------
La gratificazione infantile ha (significato)nella formazione del carattere dell'adulto.----
---molti tratti caratteristici dell'adulto, sano,(sono) conseguenze positive della gratificazione infantile.--------------il bisogno di appartenenza, di amore, di rispetto, di autostima. La gratificazione di questi bisogni permette la comparsa di caratteri come l'affettuosità, l'auto rispetto l'auto fiducia,la sicurezza ecc.------
la soddisfazione dei bisogni fondamentali dell'uomo, lo migliora non solo nella costituzione del carattere, ma anche come cittadino sul piano nazionale ed internazionale e su quello dei rapporti con il suo prossimo.-----------------la gratificazione di un bisogno è un determinante della frustrazione del bisogno stesso----------------perché i bisogni più alti non appaino alla coscienza finché non sono stati gratificati i bisogni più bassi e più forti.------------finché non esiste , un bisogno non può produrre sentimenti di frustrazione. L'uomo che appena sopravvive , non si preoccupa molto delle cose più alte della vita, dello studio della geometria, del diritto al voto, del buon nome nella sua città, del rispetto; egli si preoccupa prima di tutto di beni più fondamentali. Ci vuole una certa quantità di gratificazione dei bisogni inferiori, per innalzarlo al punto in cui egli sia abbastanza civilizzato, da sentirsi frustrato nei riguardi di argomenti più personali, sociali ed intellettuali. Come conseguenza di ciò si può essere certi che molte persone sono condannate a desiderare ciò che non hanno e non sentono che è inutile lavorare per sempre nell'affannosa ricerca di soddisfazioni maggiori. Così apprendiamo simultaneamente a non aspettarci miracoli da nessuna singola riforma sociale(per es. il suffragio alle donne, l'educazione libera, il voto segreto, il sindacalismo, le elezioni dirette) ed a non sottovalutare la realtà del progresso lento.
mercoledì 6 marzo 2019
Tempo di Quaresima: mercoledì delle Ceneri
6-3-2019
Il mercoledì delle Ceneri, la liturgia è marcata storicamente dall'inizio della penitenza pubblica, che aveva luogo in questo giorno, e dall'intensificazione dell'istruzione dei catecumeni, che dovevano essere battezzati durante la Veglia pasquale, apre ora il tempo salutare della Quaresima.
Lo spirito comunitario di preghiera, di sincerità cristiana e di conversione al Signore, che proclamano i testi della Sacra Scrittura, si esprimono simbolicamente nel rito delle cenere sparsa sulle nostre teste, al quale noi ci sottomettiamo umilmente in risposta alla parola di Dio .Al di là del senso che queste usanze hanno avuto nella storia delle religioni,il cristiano le adotta in continuità con le pratiche espiatorie dell'Antico Testamento, come un " simbolo austero" del nostro cammino spirituale, lungo tutta la Quaresima, e per riconoscere che il nostro corpo, formato dalla polvere , ritornerà tale,come un sacrificio reso al Dio della vita in unione con la morte del suo Figlio Unigenito. è per questo che il mercoledì delle Ceneri , così come il resto della Quaresima, non ha senso di per se', ma ci riporta all'evento della Risurrezione di Gesù, che noi celebriamo rinnovati interiormente e con la ferma speranza che i nostri corpi saranno trasformati come il suo.
Il rinnovamento pasquale è proclamato per tutta l'umanità dai credenti in Gesù Cristo, che seguendo l'esempio del divino Maestro, praticano il digiuno dai beni e dalle seduzioni del mondo, che il Maligno ci presenta per farci cadere in tentazione. La riduzione del nutrimento del corpo è un segno eloquente della disponibilità del cristiano all'azione dello Spirito Santo e della nostra solidarietà con coloro che aspettano nella povertà la celebrazione dell'eterno e definitivo banchetto pasquale. Così dunque la rinuncia ad altri piaceri e soddisfazioni legittime completerà il quadro richiesto per il digiuno, trasformando questo periodo di grazia in un annuncio profetico di un nuovo mondo, riconciliato con il Signore
Il mercoledì delle Ceneri, la liturgia è marcata storicamente dall'inizio della penitenza pubblica, che aveva luogo in questo giorno, e dall'intensificazione dell'istruzione dei catecumeni, che dovevano essere battezzati durante la Veglia pasquale, apre ora il tempo salutare della Quaresima.
Lo spirito comunitario di preghiera, di sincerità cristiana e di conversione al Signore, che proclamano i testi della Sacra Scrittura, si esprimono simbolicamente nel rito delle cenere sparsa sulle nostre teste, al quale noi ci sottomettiamo umilmente in risposta alla parola di Dio .Al di là del senso che queste usanze hanno avuto nella storia delle religioni,il cristiano le adotta in continuità con le pratiche espiatorie dell'Antico Testamento, come un " simbolo austero" del nostro cammino spirituale, lungo tutta la Quaresima, e per riconoscere che il nostro corpo, formato dalla polvere , ritornerà tale,come un sacrificio reso al Dio della vita in unione con la morte del suo Figlio Unigenito. è per questo che il mercoledì delle Ceneri , così come il resto della Quaresima, non ha senso di per se', ma ci riporta all'evento della Risurrezione di Gesù, che noi celebriamo rinnovati interiormente e con la ferma speranza che i nostri corpi saranno trasformati come il suo.
Il rinnovamento pasquale è proclamato per tutta l'umanità dai credenti in Gesù Cristo, che seguendo l'esempio del divino Maestro, praticano il digiuno dai beni e dalle seduzioni del mondo, che il Maligno ci presenta per farci cadere in tentazione. La riduzione del nutrimento del corpo è un segno eloquente della disponibilità del cristiano all'azione dello Spirito Santo e della nostra solidarietà con coloro che aspettano nella povertà la celebrazione dell'eterno e definitivo banchetto pasquale. Così dunque la rinuncia ad altri piaceri e soddisfazioni legittime completerà il quadro richiesto per il digiuno, trasformando questo periodo di grazia in un annuncio profetico di un nuovo mondo, riconciliato con il Signore
martedì 5 marzo 2019
da:Cosima di Grazia Deledda
5-3-2019
"----------------Ci sono molte donne che vivono del ricordo di un amore fantastico; e l'amore vero è per esse un mistero grande e inafferrabile come quello della divinità.-------
------------La vita segue il suo corso fluviale, inesorabile:vi sono tempi di calma e tempi torbidi, a cui nulla può mettere riparo: e invano si tenta di arginarla, di mettersi anche di traverso nella corrente per impedire che altri ne venga travolto. Forze occulte, fatali, spingono l'uomo al bene o al male, la natura stessa, che sembra perfetta, è sconvolta dalle violenze di una sorte ineluttabile.-----
"----------------Ci sono molte donne che vivono del ricordo di un amore fantastico; e l'amore vero è per esse un mistero grande e inafferrabile come quello della divinità.-------
------------La vita segue il suo corso fluviale, inesorabile:vi sono tempi di calma e tempi torbidi, a cui nulla può mettere riparo: e invano si tenta di arginarla, di mettersi anche di traverso nella corrente per impedire che altri ne venga travolto. Forze occulte, fatali, spingono l'uomo al bene o al male, la natura stessa, che sembra perfetta, è sconvolta dalle violenze di una sorte ineluttabile.-----
lunedì 4 marzo 2019
da:"La lettera scarlatta" di Nathaniel Hawthorne
"------Sarebbe un interessante soggetto d'osservazione e d'indagine se l'amore e l'odio non siano, in fondo, la stessa cosa. Ciascuno, nella sua massima espressione, presuppone un alto livello d'intimità e di conoscenza del cuore;ciascuno rende una singola persona dipendente da un'altra per il nutrimento dei suoi sentimenti e della sua vita spirituale; ciascuno rende solo e disperato chi ama appassionatamente, o non meno appassionatamente odia ,se gli viene a mancare l'oggetto.
Da un punto di vista filosofico, dunque, le due passioni sembrano essenzialmente identiche,con la differenza che una è vista in uno splendore celestiale,l'altra in un bagliore sinistro e tenebroso.
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"E diciamo la dura verità,che la breccia prodotta un giorno dalla colpa nell'animo umano mai nella vita sarà riparata. Può essere sorvegliata e riparata.Può essere sorvegliata e protetta affinché il nemico non penetri nella cittadella e possa addirittura , in ulteriori tentativi, scegliere altre strade invece di quelle usate prima con successo. Ma rimane il muro sbrecciato e , li vicino, il passo furtivo del nemico che vorrebbe ottenere una volta ancora il dimenticato trionfo."------------------
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"è un ottimo contributo alla salute morale e intellettuale di ciascuno dover frequentare individui diversi da se , che non condividono i nostri obiettivi e hanno sfera e capacità d'azione apprezzabili solo fuori dal nostro contesto"-----------------------
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"Il dolore ,l'immobilità della vita fanno sembrare dilatato il tempo, e ho l'impressione di un ricordo oscuro che mi dice che ho vissuto alla riva o nella'acqua in tempi lontani."----------------
Da un punto di vista filosofico, dunque, le due passioni sembrano essenzialmente identiche,con la differenza che una è vista in uno splendore celestiale,l'altra in un bagliore sinistro e tenebroso.
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"E diciamo la dura verità,che la breccia prodotta un giorno dalla colpa nell'animo umano mai nella vita sarà riparata. Può essere sorvegliata e riparata.Può essere sorvegliata e protetta affinché il nemico non penetri nella cittadella e possa addirittura , in ulteriori tentativi, scegliere altre strade invece di quelle usate prima con successo. Ma rimane il muro sbrecciato e , li vicino, il passo furtivo del nemico che vorrebbe ottenere una volta ancora il dimenticato trionfo."------------------
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"è un ottimo contributo alla salute morale e intellettuale di ciascuno dover frequentare individui diversi da se , che non condividono i nostri obiettivi e hanno sfera e capacità d'azione apprezzabili solo fuori dal nostro contesto"-----------------------
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"Il dolore ,l'immobilità della vita fanno sembrare dilatato il tempo, e ho l'impressione di un ricordo oscuro che mi dice che ho vissuto alla riva o nella'acqua in tempi lontani."----------------
venerdì 1 marzo 2019
Passeggiare: per Catania di Pina Maria Rita Raciti
1-3-2019
Catania è la mia città: è la città dei miei studi universitari; è la città del mio cammino spirituale. Una bella giornata di febbraio, un viaggio a Catania, per fare delle spese, e per una passeggiata, per le strade del centro storico. Ho ritrovato una città sotto la luce di un sole caldo, calma, bella. pulita; avevo una grande voglia di rivedere il complesso monumentale del monastero benedettino di San Nicolò la rena, con la sua abbazia. Ho visitato, questa bella chiesa, da bambina in compagnia dei miei zii e cugini.
Inscritta all'università, in medicina, frequentando le lezioni di anatomia umana normale, nell'adiacente palazzo Ingrassia, finite le lezioni, prima di ritornare a Belpasso, andavo a visitare la mia cara San Nicolò. Ogni volta , una tristezza invadeva il mio cuore, per il suo abbandono,per il suo saccheggio; ma erano anni tristi, perché, la città tutta era:l'abbandonata, la saccheggiata.
Alla fine degli anni --80 del secolo scorso, sono accaduti avvenimenti, che io considero importanti per la città di Catania:
nel monastero benedettino di San Benedetto, nel 1987, inizia a formarsi la comunità laica, degli oblati secolari di San Benedetto; mentre nella diocesi c'è un cambiamento con l'arrivo come vescovo, di Sua Eccellenza Bommarito. Un piccolo gruppo di monaci benedettini del monastero di San Martino le scale, viene ospitato in una parrocchia catanese, " I Minoritelli", nei pressi dell'abbazia di San Nicolò; la cui rettoria, viene affidata, dopo più di un secolo, ad un monaco benedettino, Don Michele Musumeci.
San Nicolò, inizia a vivere, con la celebrazione domenicale della Santa Messa, mentre l'urna del Beato Dusmet, con una solenne celebrazione, attraverserà, la soglia principale, della chiesa.
Io sono, la presidente ,di una piccola e sconosciuta comunità degli oblati.
è il ricordo, di quei momenti storici, nei quali , inizia a formarsi nel cuore e nella mente, di tante persone perbene, la speranza, di un cambiamento nella città di Catania, per uscire per sempre dagli anni bui e di orrore.
I monaci benedettini, dopo poco tempo sono andati via da Catania, trasferendosi nella loro definitiva ed attuale sede , Nicolosi. Molti sono state le difficoltà che hanno accompagnato, in questi anni, il restauro della bella San Nicolò; oggi rivedendola, pulita, con un restauro completato, il mio cuore trabocca di gioia, mentre porgo gli auguri al rettore.
Continuando la mia passeggiata, sono entrata nel monastero, che è sede dell'università di Catania, esso è completamente ,restaurato e ristrutturato, ed è stupendo, vive di una luce propria. Mi dirigo all'uscita del monastero, mi fermo , per un attimo, e chiudo gli occhi,per vedere il Beato Dusmet, che come ultimo abbate consegna le chiavi del monastero,al neo-stato italiano. Mi chiedo, oggi, il Beato Dusmet, guardando da lassù, il monastero affollato di ragazzi,cosa pensa? Sono certa, che è felice,perché i nuovi ospiti, sono il futuro, e la speranza della nostra città, della nostra isola.
Palazzo Ingrassia è stato da sempre , il palazzo della facoltà di medicina, ospitava gli istituti di:
Anatomia umana normale;
Anatomia umana patologica;
Igiene:
Medicina legale;
oggi la facoltà di medicina , si trova alla cittadella , ed il palazzo ospita delle facoltà umanistiche.
è stato , insieme all'aula A della cittadella , il primo istituto che ho frequentato, ed i primi esami che ho sostenuto. Nel ricordo, mentre cammino per i suoi corridoi, un sentimento di nostalgia attraversa il mio cuore. Andando via , rifletto, quanti studenti di medicina, negli anni, abbiamo attraversato,il portone di questo palazzo, con l'ansia per gli esami, con tanti progetti per il nostro futuro. Un caro pensiero e un grazie ai nostri professori, che ci hanno dato molto.
Catania è la mia città: è la città dei miei studi universitari; è la città del mio cammino spirituale. Una bella giornata di febbraio, un viaggio a Catania, per fare delle spese, e per una passeggiata, per le strade del centro storico. Ho ritrovato una città sotto la luce di un sole caldo, calma, bella. pulita; avevo una grande voglia di rivedere il complesso monumentale del monastero benedettino di San Nicolò la rena, con la sua abbazia. Ho visitato, questa bella chiesa, da bambina in compagnia dei miei zii e cugini.
Inscritta all'università, in medicina, frequentando le lezioni di anatomia umana normale, nell'adiacente palazzo Ingrassia, finite le lezioni, prima di ritornare a Belpasso, andavo a visitare la mia cara San Nicolò. Ogni volta , una tristezza invadeva il mio cuore, per il suo abbandono,per il suo saccheggio; ma erano anni tristi, perché, la città tutta era:l'abbandonata, la saccheggiata.
Alla fine degli anni --80 del secolo scorso, sono accaduti avvenimenti, che io considero importanti per la città di Catania:
nel monastero benedettino di San Benedetto, nel 1987, inizia a formarsi la comunità laica, degli oblati secolari di San Benedetto; mentre nella diocesi c'è un cambiamento con l'arrivo come vescovo, di Sua Eccellenza Bommarito. Un piccolo gruppo di monaci benedettini del monastero di San Martino le scale, viene ospitato in una parrocchia catanese, " I Minoritelli", nei pressi dell'abbazia di San Nicolò; la cui rettoria, viene affidata, dopo più di un secolo, ad un monaco benedettino, Don Michele Musumeci.
San Nicolò, inizia a vivere, con la celebrazione domenicale della Santa Messa, mentre l'urna del Beato Dusmet, con una solenne celebrazione, attraverserà, la soglia principale, della chiesa.
Io sono, la presidente ,di una piccola e sconosciuta comunità degli oblati.
è il ricordo, di quei momenti storici, nei quali , inizia a formarsi nel cuore e nella mente, di tante persone perbene, la speranza, di un cambiamento nella città di Catania, per uscire per sempre dagli anni bui e di orrore.
I monaci benedettini, dopo poco tempo sono andati via da Catania, trasferendosi nella loro definitiva ed attuale sede , Nicolosi. Molti sono state le difficoltà che hanno accompagnato, in questi anni, il restauro della bella San Nicolò; oggi rivedendola, pulita, con un restauro completato, il mio cuore trabocca di gioia, mentre porgo gli auguri al rettore.
Continuando la mia passeggiata, sono entrata nel monastero, che è sede dell'università di Catania, esso è completamente ,restaurato e ristrutturato, ed è stupendo, vive di una luce propria. Mi dirigo all'uscita del monastero, mi fermo , per un attimo, e chiudo gli occhi,per vedere il Beato Dusmet, che come ultimo abbate consegna le chiavi del monastero,al neo-stato italiano. Mi chiedo, oggi, il Beato Dusmet, guardando da lassù, il monastero affollato di ragazzi,cosa pensa? Sono certa, che è felice,perché i nuovi ospiti, sono il futuro, e la speranza della nostra città, della nostra isola.
Palazzo Ingrassia è stato da sempre , il palazzo della facoltà di medicina, ospitava gli istituti di:
Anatomia umana normale;
Anatomia umana patologica;
Igiene:
Medicina legale;
oggi la facoltà di medicina , si trova alla cittadella , ed il palazzo ospita delle facoltà umanistiche.
è stato , insieme all'aula A della cittadella , il primo istituto che ho frequentato, ed i primi esami che ho sostenuto. Nel ricordo, mentre cammino per i suoi corridoi, un sentimento di nostalgia attraversa il mio cuore. Andando via , rifletto, quanti studenti di medicina, negli anni, abbiamo attraversato,il portone di questo palazzo, con l'ansia per gli esami, con tanti progetti per il nostro futuro. Un caro pensiero e un grazie ai nostri professori, che ci hanno dato molto.
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