1--10--2022
L'atteggiamento degli scrittori italiani dell'epoca della fondazione delle grandi industrie non era già più quello stuporoso e ammirato del Carducci per "il bello e orribile mostro " , ma era animato dalla esaltazione dello spirito di potenza e di conquista (di cui le macchine potevano essere un ottimo simbolo ), secondo l'ideologia di cui fu espressione D'Annunzio e, dietro di lui , tanti altri: da Corradini a Papini a Marinetti .
Delle macchine si esaltava la "possanza ", ci si "inebriava " della velocità che il motore a scoppio permetteva , mentre si aveva per l'operaio delle officine (un operaio di tipo nuovo)un sentimento generico di bonomia non privo di timore . Certamente si preferiva ancora , come soggetto di opere letterarie , il " buon artiere" di un tempo o il "rude lavoratore dei campi" verso cui si volgeva ancora con frequenza la letteratura bozzettistica e di folklore. Quando con l'avvento delle macchine nell'industria anche in Italia si sviluppa il movimento socialista , gli scrittori non scorgono il nesso , la stretta correlazione tra i due fenomeni; preferiscono considerare il socialismo come un altro aspetto del progresso , cioè come il concentrarsi teorico e morale della protesta degli "umili" contro l'egoismo dei ricchi . Che questi diventassero un po' più generosi e gli operai un poco più discreti , come avrebbe desiderato il De Amicis , e ogni motivo di contrasto sarebbe cessato.
Un atteggiamento , come si vede , assai diverso da quello degli scrittori d'oggi che si propongono di rappresentare (anzi di comprendere razionalmente e non sentimentalmente ) il lavoro industriale e i suoi vantaggi economici rispetto ai più onerosi svantaggi dei contrasti sociologici e dei traumi psico-fisiologici . Generalmente lo scrittore d'oggi , quali che siano la sua formazione ideologica e i suoi fini politici , pone la propria feritoia da cui scrutare il mondo complesso della fabbrica vista dalla parte d'angolo, dell'operaio; ciò accade quasi naturalmente , in quanto non esiste un solo esempio di letteratura ispirata dall' industria che ponga il punto di osservazione dalla parte dei padroni.
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