Cerca nel blog

venerdì 7 ottobre 2022

La lanterna del festival per cercare la pace di: Franco Colizzi ((Amici di Follereau)

7--10--2022
Si  racconta  che   Diogene  di Sinope , filosofo  greco  del quarto  secolo  avanti Cristo , andava in  giro di  giorno  con  la lanterna  accesa  per "cercare  l'uomo" . Sinope  è una  cittadina  portuale  sulla  costa  settentrionale   della Turchia  e si  affaccia sul  Mar Nero . Se  Diogene    ci vivesse  oggi  , vedendo  i  bagliori  delle esplosioni  a Odessa e Mykolaiv , forse  manterrebbe  la sua  lanterna  accesa per cercare  la pace" .
Anche  per l'affaccio  sul Mar Nero , l'invasione  dell'Ucraina  assegna  al Mediterraneo  e ai  suoi   Paesi  il compito  di sprigionare   e  tenere  accese  le energie  migliori  , quelle   dei  movimenti  per  la   democrazia  e i diritti  umani, per  la pace   e per  la  convivialità  tra i popoli .
Per  la  RIDS  (rete  italiana  Disabilità  e Sviluppo che  raggruppa   AIFO, FISH, DPI, EducAid,  OVCI) che  , insieme  a  la  coda di Ulisse , promuove  la   6°  edizione  del Festival  della   cooperazione   internazionale , la  virulenza   della  pulsione   di morte   che  le civiltà  albergano  al loro  interno  illumina   ancor  più , purtroppo  tragicamente , il significato  profondo  della  cooperazione  internazionale .
La   struttura   strategica  di base  dell'Agenda   ONU 2023 è   esprimibile  attraverso  le cinque  P:
Popolazione (mettere  fine  a povertà  e fame , garantire  dignità e uguaglianza   a ogni  essere  umano);
Pianeta  (tutelare   le risorse  naturali  e il clima della   Terra per le generazioni  future);
Prosperità  (garantire  vite  prospere  e piene  in armonia  con  la Natura);
Partenariato (implementare  l'Agenda   attivando  una  larghissima   e solida  rete  di cooperazione globale);
Pace  (edificare   società  pacifiche , più giuste  ed  inclusive ).
La quinta dimensione , quella  della pace  , si rivela obiettivo  e  presupposto  delle  altre  quattro.
La  parola pace  sembra  essere  sempre  in stretta dipendenza  dalla parola guerra: non a caso  l'etimologia   della  parola  pace, il  latino pacere , rimanda al mettersi  d'accordo , a  stipulare  un  pactum , quasi  essa  fosse  un  intervallo  tra  le guerre .  Tuttavia  dobbiamo  aspirare  a parlare  di pace  senza  ricorrere  al concetto  di guerra.
Il  nostro  Sud  e il Mediterraneo tutto  devono  tornare  ad essere  soggetti  di un  pensiero  che  sviluppi  l'antica  propensione  della  cultura  greca ad  aprirsi  ai discorsi  in  contrasto  tra loro  . Scriveva  il  sociologo  pugliese  Franco  Cassano , scomparso  un  anno fa , che il dialogico  pensiero  meridiano "è  quel  pensiero  che  si inizia   a sentir  dentro  laddove  inizia  il mare  , quando  la riva  interrompe  gli  integrismi  della  terra  (in  primis  quello  dell'economia  e dello  sviluppo ),  quando  si scopre  che  il confine  non è  un luogo  dove  il mondo finisce , ma  quello  dove  i diversi  si toccano  e la  partita  del  rapporto  con  l'altro  diventa  difficile e vera"
E   come non  condividere  la  meditazione di  don  Tonino  Bello , amato  vescovo  di Puglia , sulla  pace?   "....se  pace  non è  solo  silenzio delle armi , essa   non è neppure  semplice raggiungimento  della   giustizia . [....] Pace  è  solidarietà  col  prossimo  . è insonnia  perché  la gente  stia  bene  . è  condividere col fratello gioie  e dolori , progetti e speranze " . Con  lo stesso  spirito  universalistico ,  apparentemente  visionario , Raoul Follereau  avanzava  proposte di  pace tuttora  attuali (la  via del disarmo e quella  della  riconversione  delle  spese  militari): rinunciate  ad almeno due  bombardieri , diceva  ai grandi  della terra , destinandone  i costi alla cura di milioni  di malati di lebbra , oppure  , appena  finita  una guerra ,  continuate  un altro giorno   come  se foste  ancora  in   guerra e investite  le spese  di quel  giorno in percorsi  di pace.
L'amore , in tutte  queste figure , come  in tantissime  altre,  ha  una venatura di follia.
E Diogene  di  Sinope  , che  abbiamo  avocato  all'inizio  di queste  righe  , era  certamente  un tipo  eccentrico  , bizzarro , un po' folle .    Ma tutti noi , sia  pure  con  un  pizzico  di follia ,  dovremmo  andare in giro  di giorno  e di notte con  la  lanterna  accesa  per  "cercare  la pace" .

=prima di tutto gli auguri per  il festival della cooperazione;
pace non solo bisogna pronunciare questa parola, ma bisogna cercarla  ,ma   per cercarla bisogna desiderarla. Non si può ancora continuare con le scaramucce, non si può neppure continuare ad affermare che la guerra è lunga, perché il  cessare di questa guerra  deve essere la priorità!
Bisogna che  esista solo l'intenzione di un tavolo di pace,  per le parte in causa e che questo  deve essere raggiunto al più presto. Non si gioca con i destini di tanti uomini  e donne, e non  si deve  pensare ad una possibile guerra mondiale, perché in questo caso  è in pericolo l'esistenza dell'umanità.
Responsabilità   deve essere la parola d'ordine dei paesi coinvolti!

Nessun commento:

Posta un commento