6--10--2022
Anche la posizione dell'operaio è cambiata . A parte che egli ha preso coscienza , collettivamente, della sua forza politica , egli è legato al lavoro da bisogni assai diversi da quelli dei padri e soprattutto dei nonni . Nessun retore parlerebbe più del "pane " come unico stimolo e fine del lavoro . La povertà di oggi non è meno ossessiva ( o lo è di più ) di quella di ieri, ma è determinata generalmente dalla mancanza di ciò che un tempo era considerato il superfluo , o addirittura dal possesso uniforme , impersonale , senza scelta di quegli oggetti di serie che egli stesso fabbrica e di cui nessuno può fare a meno. Il livello dei desideri e delle necessità è salito , si è spostato , proprio per effetto della produzione industriale e del suo prodigioso e mostruoso moltiplicarsi , che esige una enorme dilatazione del mercato con l'appoggio di una pubblicità che fa leva sulla avidità del cosiddetto uomo-massa nei riguardi delle cose che hanno tutti gli altri.
Impersonale , nonostante la qualificazione e la capacità tecnica di base , è diventata anche la prestazione operaia, in particolare dell'operaio della grande industria : lavoro parcellare , di minima specializzazione , lavoro automatico . Né occorre qui ripetere osservazioni già fatte e scontate sulla specializzazione , la monotonia del lavoro operaio , che neppure la riduzione delle ore lavorative , vale a mitigare, né tanto meno lo possono altri correttivi , tra cui quelli offerti dalla organizzazione del tempo libero.
Il panorama del lavoro è completamente cambiato , non meno di quanto sia cambiato l'aspetto e il volume del traffico cittadino. Nel corso della nostra vita l'ambiente che ci circonda si è modificato assai più di quanto non sia avvenuto nel corso delle generazioni precedenti e benché non ci se ne rende conto per effetto di un progressivo adattamento , si è tuttavia costretti a una faticosa rettifica degli strumenti d'indagine . Ciò può spiegare in parte l'interesse degli scrittori nei riguardi del mondo industriale . Seppure esso non ha completamente surrogato (secondo la opinione di Elio Vittorini ) il mondo naturale , è certo che anche le passioni e i sentimenti tradizionali appaiono oggi influenzati e condizionati dal passaggio sociale in cui vivono , e sembra che, per accettarli , occorrano nuovi parametri e per esprimerli nuovi linguaggi.
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