5---3--2022
La "figliolite" è la malattia dei genitori che non si decidono mai a tagliare il cordone ombelicale. Brillante è la descrizione che ne fa il noto pediatra Marcello Bernardi :
" I genitori ammalati di " figliolite" non vogliono essere soltanto le fondamenta : vogliono essere tutto, fino all'ultima tegola. Vogliono essere genitori per sempre , genitori in servizio permanente effettivo , per usare un gergo militare . Controllano tutto : cibo, vestito, amicizie, giochi , carriere scolastiche , comportamenti , le conseguenze di un simile atteggiamento , se non si vedono subito, si vedranno nel periodo dell'adolescenza . Come farà un ragazzo ad affrontare la vita, se non ha mai imparato a vivere? Se tutto è sempre stato deciso da altri , preparato da altri , scelto da altri, guidato da altri?"
Quasi che tutto ciò non bastasse, la "figliolite" è anche la malattia dei genitori che stravedono per i figli, li proteggono , li difendono , comunque! Subito qualche esempio . Erano malate di " figliolite" le madri di Ronco Scrivia che divennero furibonde ed insultarono l'allenatore di calcio che , giustamente, aveva richiamato i loro figli.
Era ammalata di " figliolite" quella mamma che, per cancellare le prove della colpevolezza del figlio , bruciò ben sette capolavori del famoso pittore spagnolo Pablo Picasso , rubati dal ragazzo al museo di Rotterdam (Olanda) nel luglio del 2013.
Era ammalata di " figliolite" quella madre dei Parioli di Roma che, convocata dall'insegnate per avvertirla che se non si fosse impegnata di più , la figlia avrebbe rischiato la bocciatura , le urlò in faccia:" Questa è una scuola privata! Io pago . Lei non deve seccarmi!". Era gravemente ammalata di "figliolite" quella madre di Forlì che denunciò per furto il professore che ritirò il telefonino al figlio di terza media perché , invece di prestare attenzione alla lezione , continuava a guardare un sito pornografico!
La gravità della "figliolite" sta nel fatto che è una maledizione per i figli . Il figlio troppo protetto si illude d'essere infallibile , perfetto , insindacabile ; ed ecco la premessa per un futuro despota , un futuro rompiscatole prepotente!
I danni della "figliolite" non si fermano qui.
Da essa nascono i cosiddetti "figli prolungati" : i figli , cioè, che non si decidono mai a lasciare la famiglia , per andarsene a vivere in proprio .
La psicologa Maria Rosa De Rita ci dà questo consiglio:" A 27 anni, al massimo , buttateli fuori di casa , come ho fatto io . Un giorno vi ringrazieranno!". Se non possiamo arrivare a tanto d'ora in poi , almeno . quando a sera torna a casa il "cucciolone" di 35 anni , non sforniamogli più i sofficini . Si, perché, diciamolo chiaro: non è forse vero che talora siamo proprio noi a non volere che il figlio se ne vada di casa? Siamo noi che, a conti fatti , non abbiamo imparato ad amarlo .
Chi ama i fiori non li calpesta né li coglie per se ,ma li lascia crescere , liberi e belli , nel campo . In termini più pedagogici: amare davvero un figlio è desatellizzarlo, è liberarci dalla "figliolite".
Che fare per liberarci dalla insidiosa "figliolite"?
Il successo dipende dalla vittoria sul cosiddetto "complesso del bagnino" . Il bagnino --si sa --teme sempre che qualcuno anneghi . Purtroppo mai come oggi tale complesso ha avuto tanta fortuna . Dice bene l'esperto della situazione infantile italiana Domenico Volpi :
" C'è in Italia un piagnisteo sui pericoli dei bambini che rasenta l'idiozia!" è vero : i rischi dei piccoli non sono un'invenzione , ma neanche devono diventare un tormento , un'ossessione! Non lasciare --per portare un esempio --che il figlio vada a scuola e torni a casa da solo, è una delle tante paure esagerate!
Non lasciare che il figlio vada a scuola da solo , è privarlo di un'occasione eccellente pe acquistare sicurezza ,per rinforzargli l'autostima , per aiutarlo ad integrarsi con le persone del quartiere .
In breve , è aiutarlo a desatellizzarsi . Bene è anche non sbucciargli l'arancia quando ha ormai cinque anni. Bene è smettere di insaponarlo il più presto possibile.
Bene è stimolarlo a preparare e spreparare la tavola (anche se i bicchieri e i piatti tremano!). Bene è dargli responsabilità proporzionate alle sue capacità di onorarle.
Bene è non fare mai ciò che il figlio è in grado di fare da solo ! Sarebbe rubargli un pezzo di vita! Sarebbe farne un figlio prolungato.
=La psicologia e la pedagogia sono state da sempre la mia passione, il mio interesse .Mi sono trovata a parlare con un genitore di Belpasso, di educazione dei propri figli, rendendoli responsabili in seno alla famiglia nel contesto della propria casa. Dando un compito secondo le possibilità del bambino, nel contesto della vita quotidiana , in casa. è un chiaro metodo pedagogico, non certo inventato da me, ma non ho avuto successo, anche perché vivo in un ambiente di bestie, che già mi hanno reso impossibile la vita. Al di là di questa esperienza , quello che osservo ogni giorno , è un mondo fatto di persone, che oggi sono giunti ad avere del benessere, e che si trovo a formare famiglie assurde, dove i figli sono non creature, a se, con una personalità, ma solo prolungamenti, dei genitori , anzi sono lo strumento per superare le proprie frustrazioni. Come quel padre di un comune della Sicilia, che asserendo che suo figlio era bravissimo, aveva insultato e minacciato il preside per un provvedimento disciplinare nei riguardi di un ragazzo che non si era comportato bene. Ci troviamo difronte ad un analfabeta , che oggi si può permettere di mandare il figlio a scuola, e quindi a compensare la frustrante condizione di emarginato. Mi ricordo ,ai miei esami di igiene, una ragazza, all'università, accompagnata dalla madre per gli esami, così ho scoperto che , ci troviamo oggi in condizioni , dove figli frequentano l'università per scelta di madri, frustrate, che pongono nelle figlie tutti quei sogni che non sono stati possibili per loro.
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