29--7--2019
Il 9 aprile del 1945, moriva per impiccagione nel lager di Flossenburg il pastore e teologo della Chiesa evangelica Dietrich Bonhoeffer aveva 39 anni quando venne ucciso da mano nazista per motivi "politici", pare per alto tradimento nei confronti del Terzo Reich e del suo Fuhrer
Nell'ora più buia della storia tedesca ed europea Bonhoeffer aveva partecipato alla lotta politica contro il nazismo fin dagli anni Trenta. Figlio di una famiglia dell'alta borghesia aveva deciso per la vita ecclesiastica, rifiutando le lusinghe della carriera accademica all'Università di Berlino., e questo al fine di essere Pastore nelle periferie berlinesi.
Nel 1934 iniziò a denunciare , durante un culto trasmesso per radio, la persecuzione antisemita, mettendo inoltre in guardia il mondo ecumenico contro la menzogna nazionalsocialista. Non si stancava anche di scrivere che la Germania , inginocchiandosi di fronte a Hitler, finiva per diventare preda della stupidità, e sempre più priva del coraggio della responsabilità. Quel coraggio che invece non mancò a Bonhoeffer dapprima contestò la Chiesa evangelica prussiana, quella dello slogan nazista"un Dio , una chiesa, un Reich", formando la cosiddetta "chiesa confessionale", confessante e non (trionfante) l'assoluta signoria di Cristo su ogni potere terreno , poi prese le distanze anche dall'homo religiosus della chiesa confessante dei giovani riformatori, sviluppando una spiritualità evangelica attenta alle realtà "mondane", laddove ci ricorda che il cristiano deve andare "dalla chiesa al mondo", essere " esistenza per il mondo, esistenza per l'altro":"essere cristiano non significa affatto essere religioso in una determinata maniera....Non l'atto religioso fa il cristiano, bensì la sua partecipazione solidale alla sofferenza di Dio nella sua vita terrena...L'"atto religioso" è sempre qualcosa di parziale , la "fede" è qualcosa di globale, un atto vitale . Gesù non chiama a una nuova religione, bensì alla vita".
Nel 1938 si pone dalla parte di coloro che tentano più volte di eliminare Hitler, attraverso una serie di attentati, tutti falliti. Il non --violento teologo tedesco , che attivamente aveva partecipato alla "congiura del 20 luglio ebbe non pochi dubbi sulla sua scelta di mettersi dalla parte di coloro che lavoravano per l'eliminazione fisica del Fuhrer, ma nelle sue lettere dal carcere berlinese di Tegel leggiamo"dove finisce l'obbligo della resa e dove comincia il dovere della resistenza?".I dubbi svaniscono in favore di una precisa scelta di campo. Si può considerare la sua partecipazione alla Resistenza come conseguenza delle sue premesse teologiche, per le quali Dio non rappresenta una "ipotesi di lavoro" a tavolino, tantomeno un Deus ex machina" o un "tappabuchi delle nostre difficoltà", bensì Colui che vuole essere compreso nelle domande a cui è già stata data una risposta, nella partecipazione all'essere di Gesù "non i compiti infatti, irraggiungibili, bensì il nostro prossimo di volta in volta raggiungibile costituisce il trascendere".
Bonhoeffer è uno dei più significativi teologi cristiani del novecento, senza dimenticare che è stato un testimone della verità e della fede, nonché un martire della libertà. Per tale ragione appartiene a ogni essere umano di buona volontà che operi autenticamente per la libertà , per la giustizia e per la pace nel mondo.
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