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mercoledì 10 gennaio 2024

Da; "Amici di Follereau= Israele , Palestina e le guerre . Vedere il dolore altrui di: Antonino Lissoni

 10--1--2024
Lo storico  e scrittore  israeliano Yuval Noah Harari   dopo  le   prime  settimane  della guerra  tra  Israele  ed Hamas  ebbe  a dire :" Attualmente la mente  degli  israeliani è talmente piena  di dolore che  sono  incapaci  di sentire  o vedere quello  degli altri . Chiunque parli del dolore altrui  lo vedono  come un tradimento . Lo  stesso  vale  per i  palestinesi". Questo  spiega  come  gli  israeliani non riescano  a condannare  gli  omicidi  compiuti  durante l'occupazione  , così  come  i palestinesi  non condannano  le stragi  compiuti  da Hamas .
Questo sentimento  ci spiega  il modo  in cui  la somma  di tanti  anni  di odio  , vendetta  su  vendetta non consenta di immaginare  ancor  prima  che  costruire  una  condizione  di convivenza  , anche  se  gli israeliani  e i  palestinesi  meritano  allo stesso  modo  di vivere  in sicurezza, dignità  e pace.
Noi  , non  direttamente  coinvolti  da questo  oceano  di dolore , impotenti  , ma  partecipi  della  sofferenza   di tante  persone  , abbiamo  il dovere  di essere  vicini  a tutte  le vittime  e di  guardare  questi  avvenimenti  da tutti  i lati  per comprendere  la complessità .
In questi anni   abbiamo  lasciato  che  crescesse  l'odio  che alimenta  il  razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia , siamo  vittime  di quella  forma  di nichilismo  che è  il  pensiero debole  , che  ci  toglie  la capacità di riflettere  sulla  complessità di  tutte  quelle  situazioni che stanno sconvolgendo  il mondo intero. Il  pensiero  debole  ci fa  ragionare con una logica  manichea , che  divide il mondo  fra  buoni e cattivi. Non  si deve  scegliere  un'unica  parte e  pensare  che  tutta  l'innocenza e la  giustizia  siano  da  una parte   e il  tutto  il male  sia  dall'altra  , occorre condannare tutti  gli estremismi , per consentire  un'analisi  ed  una  possibilità di dialogo.
L'attacco   ad Israele   fa eco  a  quasi  due anni  di guerra  , tragedie e  brutalità  inflitte  al popolo  ucraino , non  abbiamo  dimenticato  le fosse  comuni , gli  stupri usati  come arma  di guerra  e le  migliaia  di bambini  ucraini  portati  con forza  in  Russia  , sottratti  ai loro  genitori  .  Non  solo,  pensiamo  alle  decine  di  guerre  attualmente  attive  in tutto il mondo  , ai  colpi  di stato in Africa ,  alla tragedia  del  Nagorno Karabakh , senza   dimenticare  le stragi  orribili  di giovani  donne  in Iran o  le atrocità  che vengono  compiute  in tanti  regimi dittatoriali .
Sembra  che la storia  non  abbia  insegnato  nulla , credo  che  di fronte  a queste  situazioni  , quando  la paura  , il sospetto  e la rabbia si   fanno sentire  , dobbiamo  impegnarci  più  che mai  per  mantenere  i valori  che ci  rendono  ciò  che  siamo . Vincere  quell'atteggiamento  che a volte  ci fa  sospettare  che la libertà  sia,  per noi , solo  una consuetudine  scontata , una  pigra  abitudine  , così  pigra   che nemmeno  ci  accorgiamo  di quanto  preziosa  possa  essere  per chi  ne è  privato. 
Costruire  la pace  significa recuperare un forte  senso  etico , un'etica  che abbia  l'Altro  come  criterio  fondante  , ricercare  strumenti critici per comprendere  la realtà  complessa in cui  viviamo ed  un approccio  non violento  nell'agire per cambiare

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