3--11--2023
3
Meglio così! Sangue de i morti , affretta
I rivi tuoi vermigli
E i fatti ; al ciel vapora , e di vendetta
Inebria i nostri figli.
Essi nati a l'amor , a cui l'aurora
De l'avvenir sorride
Ne le limpide fronti , odino ancora,
Come chi molto vide.
Mirate , udite , o avversi continenti .
O monti al ciel ribelli ,
Isole e voi ne l'oceàn fiorenti
Di boschi e di vascelli;
E tu che inciampi , faticosa ancella,
Europa , in si la via;
E tu che segni pe' i gran mar la stella
Che al Penn si discovria;
E voi che sotto i furiosi raggi
Serpenti e re nutrite,
Africa ed Asia , immani , e voi selvaggi ,
Voi , pelli colorite;
E tu , sole divino : ecco l'onesto
Veglio , rosso le mani
Di sangue e 'l viso di salute è questo
L'angel de gli Sciuani.
Ei, prima che il fatale esecutore
Lo spazzo abbia lavato ,
Esce raggiante a deliberar l'orrore
Del popolo indignato.
Ei, di demenza orribile percosso ,
Com'ebbro il capo scuote ,
E vorria pur vedere un po' di rosso
Ne l'òr de le sue ruote.
Veglio ! son pompe di ferocia vane
In che il tuo cor si esala,
E in van t'afforza a troncar teste umane
Quei che salvò i La Gala.
Due tu spegnesti; e a la chiamata pronti
Son mille , ancor più mille .
I nostri padiglion splendon su i monti,
Ne' piani e per le ville,
Dovunque s'apre un'alta vita umana
A la luce all 'amore:
Noi siam la sacra legion tebana,
Veglio , che mai non muore.
Sparsa è la via di tombe , ma com'ara
Ogni tomba si mostra :
La memoria de i morti arde e rischiara
La grande opera nostra.
Savi , guerrier , poeti ed operai ,
Tutti ci diam la mano :
Duro lavor ne gli anni, e lieve omai;
Minammo il Vaticano.
Splende la face , e il sangue pio l'avvia ;
Splende siccome un sole :
Sospiri il vento , e su l'antica riva
Cadrà l'orrenda mole.
E tra i ruderi in fior la tiberina
Vergin di nere chiome
Al peregrin dirà : Son la ruina
D'un'onta senza nome.
Nessun commento:
Posta un commento