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sabato 18 novembre 2023

Rivoluzione liberare, Anno 1 (1922),n.34

 18--11--2023
    Elogio  della ghigliottina
Il nostro  antifascismo non è  l'adesione  a un'ideologia , ma  qualcosa  di più  ampio , così  connaturale  con noi  che  potremmo dirlo   fisiologicamente  innato.  Non  so  come  i  gentiliani  potranno  intendere   questa  che ci  pare  addirittura  una  questione  di istinto . Se  il  nuovo  si può  riportare  utilmente   a schemi   e ad   approssimazioni  antichi , il  nostro  vorrebbe  essere  un  pessimismo  sul serio ,un  pessimismo  da Vecchio  Testamento senza   palingenesi, non  il  pessimismo  vile  e letterario   dei    cristiani che  si potrebbe  definire  la delusione   di un ottimista . Amici  miei , la lotta  tra  serietà e   dannunzianesimo  è antica  e senza  rimedio . Bisogna  diffidare delle  conversioni  , e  credere  più  alla  storia  che  al progresso ,  concepire  il nostro lavoro come  un  esempio  spirituale  , che  ha  la sua  necessità   in sé  ,non  nel  suo  divulgarsi .  C'è  un  solo  valore  incrollabile  al mondo : l'intransigenza  e noi  ne  saremmo per  un  certo  senso  i  disperati  sacerdoti..
Il fascismo  in Italia  è una catastrofe , è  un'indicazione  di  infanzia  decisiva   , perché  segna  il trionfo  della  facilità  , della  fiducia , dell'ottimismo , dell'entusiasmo. Si  può  ragionare  del  Ministero  Mussolini  come  di un  fatto d'ordinaria  amministrazione   . Ma   il   fascismo  è stato  qualcosa  di più ; è stato  l'autobiografia  della   nazione . Una  nazione   che  crede  alla  collaborazione  delle  classi ; che   rinuncia  per pigrizia  alla lotta  politica , è  una  nazione  che  vale   poco.  Confessiamo  di aver  sperato  che  la lotta  tra  fascisti  e socialisti dovesse  continuare  senza  posa  ; e pensammo  nel   settembre  del  1920  e  pubblicammo  nel febbraio  scorso  la  Rivoluzione  Liberale  con  un senso  di gioia  , per  salutare  auguralmente  una   lotta  politica  che attraverso  tante  corruzioni, corrotta  essa  stessa, pur nasceva . In Italia  , c'era  della gente  che,  si  faceva   ammazzare   per un'idea , per  un interesse , per  una malattia   di  retorica ! Ma   già  scorgevamo i segni  della  stanchezza , i  sospiri alla pace.  è difficile   capire  che  la vita  è tragica  , che  il suicidio   è più  una  pratica  cotidiana  che una  misura  di eccezione .  In Italia  non ci sono  proletari  e borghesi : ci  sono soltanto  classi medie . Lo  sapevamo ; e   se non  lo avessimo  saputo  ce lo  avrebbe  insegnato  Giolitti.  Mussolini  non è  dunque   nulla  di nuovo  ; ma  con Mussolini  ci si  offre  la prova  sperimentale  dell'unanimità  , ci  si attesta  l'inesistenza   di   minoranze  eroiche  , la  fine  provvisoria  delle  eresie. Abbiamo   astuzie   sufficienti  per prevedere che  tra  sei  mesi  molti  si saranno  stancati  del duce :  ma  certe  ore  di ebbrezza  valgono  per  confessione  e  la palingenesi  fascista  ci ha  attestato  inesorabilmente l'impudenza della  nostra  impotenza  . A  un popolo  di  dannunziani non  si può  chiedere  spirito  di sacrificio.

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