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mercoledì 29 novembre 2023

Punto fermo, e a capo

29--11--2023

Non ho mai avuto l'ambizione di parlare della mia famiglia, ma sono stata costretta , perché mi è stata tolta letteralmente la mia identità, in questi lunghi anni di terrore. Parlare con dei cafoni boriosi , e superbi non è facile anzi è inutile, ed è stato l'errore più grosso che ho fatto. Non solo arroganza , ma superbia, e quella mente contorta , selvaggia , che non ascolta , che mentre parli , calcola secondo il proprio punto di vista ciò che consono a loro. Così le tue -a- diventano z. Io parlo  la lingua italiana, loro un dialetto italianizzato, la loro mente, ti rendi conto, mentre li ascolti, è grezza, selvaggia.
Belpasso , non differisce da molti altri paesi dell'isola,  oggi , la classe sociale , elevata, quella che si definisce dei signori, e che  aveva in mano l'economia , e la politica del paese, non esiste più, come in tutta la Sicilia; ma in tutta l'Italia il miglioramento delle condizioni socio-economiche, ha permesso quel salto di qualità alla popolazione, che ha portato ad   un progressivo incremento del tasso di scolarizzazione.  Ma tutto ciò non basta a far diventare civile questa gente. Economicamente il paese è ricco , per il suo vasto territorio, e non ha mai avuto una forte emigrazione.
Ciò che è tremendo in queste persone è la superbia, che li porta ad un vero isolamento , da tutto il contesto, i paternesi , giudizio negativo, gli abitanti di Nicolosi, peggio , non parliamo della città di Catania; così si piegano su se stesi , e si crogiolano nella loro ignoranza e arroganza, con un atteggiamento superbo, borioso, senza mai cambiare, divenire più civili.
Nessuno conosce la mia famiglia, quella della mamma , perché non è di Belpasso, e qui a Belpasso non c'è nessuno; quella del mio papà, pur essendo di Belpasso, essendo molto antica , non riescano a decifrare l'insieme di tutta la famiglia.
Ho sempre affermato , che la mia famiglia appartiene alla vecchia borghesia siciliana, ma qui la parola non è compresa, ne conosciuta, dopo tutto le classe sociali non si conoscono , e nella logica popolare oggi vuol dire tutti uguali. Uguaglianza  democratica è una cosa , le classe sociali esistono in tutto il mondo , e si differiscono per l'educazione,  il rigore morale , l'onestà la più o meno presenza di regole nella propria vita.
La  famiglia di mio padre è di Belpasso , sebbene  la mia nonna paterna era di Paternò,  e il mio bisnonno paterno era di Santa Venera, in fondo neppure la famiglia di mio padre è totalmente, belpassese. Un 'antica famiglia benestante che  dalla fine dell'ottocento e buona parte della prima metà del novecento, in diverse vicissitudini , si trovò a perdere buona parte del bene economico.
Il nonno Concetto , papà di mio padre, morì giovanissimo , lasciando mia nonna giovane e con 6 figli maschi, di cui il maggiore, lo zio Peppino aveva solo 13 anni e il più piccolo mio padre aveva appena 6 mesi, siamo storicamente nel 1908. Ed i fratelli del nonno ,  decisero di vendere le proprietà ,le terre , per vivere una vita da impiegati, prendendo in gestione a Paternò il "dazio". La nonna rimase sola , aiutata da una zia  del marito, e crebbe i suoi figli con rigore assicurando a tutti l'istruzione e una professione .I due maggiori ,  lo zio Peppino e lo zio Saro ,  si arruolarono nell'arma dei carabinieri, lo zio Rosario morì  nella battaglia di Podgora , nella prima guerra mondiale, lo zio Peppino carabiniere, in Emilia sposò, una ragazza emiliana , la zia Onorina, e rimase  a Bologna che divenne la sua città. Da qui una parte della mia famiglia è bolognese! Papà, a 18 anni andò via da Belpasso , arruolandosi nei Carabinieri  , è l'arma regia per tutte e tre fratelli, ma  papà  completò il servizio in piena repubblica.  Gli altri fratelli di papà , sono rimasti in Sicilia.
La famiglia di mia madre,  sono arrivati a Belpasso nel 1940, subito dopo la dichiarazione di guerra. Lo zio Ulderico, aveva frequentato a Catania l'Archimede, lasciata la scuola in Sicilia, andò in collegio militare a Venezia, Marina Militare, ma si ammalò Tbc, così ritornò a Catania  e fu ricoverato al Ferrarotto, riuscì per miracolo a guarire.  In cerca di area  di montagna, la famiglia si trasferì a Belpasso. Il nonno con il suo lavoro , direttore del mulino : "Roccella-Distefano, vi lavorò per tutta la guerra, mentre lo zio guarito essendo del 1920, fu chiamato alle armi , nell'esercito. Il nonno era un uomo molto distinto e colto, morì quando io avevo pochi mesi. Lo zio , dopo la guerra si arruolò  nella polizia di stato, Romagna dove conobbe sua moglie, il suo servizio , si svolse quasi tutto a Bologna, e di qui l'altra parte della mia famiglia bolognese. La famiglia della mamma è una famiglia borghese, della buona e vecchia, borghesia siciliana. Papà e mamma si conobbero qui a Belpasso, e si sposarono nella Chiesa  Madre di Belpasso, il Sacerdote che li sposò era il Parroco di allora( 6,gennaio , 1949) Padre Santo Roccella cugino di mio padre.
=Ad Anna Maria  Carbonaro, quando eravamo insieme a Catania, io ero in corrispondenza  con mia cugina Giovanna, lei è una suora francescana missionaria di Maria,  tu mi hai aggredito con le seguenti parole:" cugina ,cugina, chi è questa cugina". Arroganza , maleducazione , superbia e molta cattiveria. Tu come tutta la fanchiglia belpassese non conoscete la mia famiglia, ma ricca d'ignoranza hai sempre cercato di calpestarmi. Mia cugina Giovanna, è bolognese!
La mia famiglia sia  paterna che materna, è cattolica osservante. Da parte di mio padre , oltre mia cugina Giovanna , c'è il parroco Roccella, ma ci sono le mie prozie , sorelle del nonno Concetto , che erano due cosiddette monache in casa , come si usava nell'ottocento.  Più recente , cugina di mio padre Lucia Raciti , suora orsolina.   So che la mia nonna Peppina era , ordine francescano terziario. Da parete di mia madre , la mia bisnonna Rosalia era , ordine terziario francescano .
Non ho mai parlato  di tutto ciò , perché sono del parere che non è una eccezione, o meglio non mi fa superiore a nessuno.  Essendo una vera siciliana, una vera italiana, una vera europea , sono una cristiana, e la mia famiglia assomiglia a milioni di famiglie in Sicilia, in Italia ,e in  Europa.
Ma soprattutto non ho bisogno di invocare  religiosi o sacerdoti nella mia famiglia per  lo status sociale.
Al  prete mio nemico, la famiglia di mio padre è una famiglia dell'Arma, il mio papà è stato un servitore dell'Stato italiano, non aveva la mente imbevuta di  ideologie , quindi non ci sono a casa mia né comunisti né fascisti, ma questa è una realtà che lei non può capire . Riguardo me, oggi ci si riempie la bocca con molta facilità della  parola: "Democrazia" , ma questa parola per diventare vitale necessita di una lunga:"ruminatio". Per  me è la  linfa della mia anima, quindi affermare di avere rispetto per un uomo che ho da sempre considerato perbene, come Enrico Berlinguer, e vedere positivamente il compromesso storico, non mi fa comunista, come vedere positivamente la rivoluzione attuata da  Fini non mi fa fascista , o meglio di destra. Come leggere, un giornale come Repubblica o come Il corriere  della sera, non mi fa oggetto di infamie e persecuzione ad opera d'imbecilli , e ignoranti e pericolosi come tali. Ma questa è una dimensione civile che lei non può comprendere.
Questa è l'ultima volta che tocco questo argomento, e come tale è arrivato il momento di denunciare l'ambiente orrendo , che ha distrutto 30 e rotti anni della mia vita. In ultimo , molti anni fa ritornavo a casa a Catania , dopo una riunione a San Benedetto, in compagnia di Maria Trovato(amica del prete di campagna mio nemico), quando davanti alla vetrina di un negozio , di abiti da sposa mi sono fermata , e qui, mi è stata inferta, una coltellata al  cuore:" come pensi di poterti sposare tu , con una vita di fango, ed una famiglia di fango come la tua" queste sono le parole pronunciate dalla consacrata del Signore. La ferita non è guarita, perché, non solo io ma tutta la mia famiglia è una famiglia onesta e perbene. Oggi denuncio Belpasso , e  chiamo alla responsabilità la Diocesi di Catania. Il caso deve chiudersi , con la verità,  e la denuncia dei colpevoli.

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