11--10--2023
L'uccello delirante
L'uccello delirante cantò la notte intera.
Dormire non potei, e la mente dispera.
Il cervello straziato , l'animo messo a nudo,
sul giardino fragrante le mie persiane schiudo ,
e dall'amaltas l'ombra vedo luminescente
fremere al plenilunio sull'erba leggermente.
Invisibile , canta l'uccello il suo dolore,
la sua follia gridando , senza alcun pudore;
Tre note ripetendo , sempre più fitte e acute,
liberandosi e ripiombando verso nuove cadute,
solo per respirare la notte e risalire,
più folle e disperato , tessendo nuove spire.
Tremando nella notte torrida e soffocante
fiutavo il mio sudore nel lenzuolo stillante.
E stanotte già sento il tenace rovello,
il richiamo che al buio mi trapana il cervello,
il grido , la tripletta che più in alto s'invola,
la spira di dolore confitta nella gola.
Già sono così stanco che mi sento morire .
Uccello disperato , lasciami dormire.
Perché gridare al vento come un indemoniato?
Quando riposerai? Quando sarai placato?
Perché attendere a notte che io vegli da solo
e, mentre tutti dormono, effondere il tuo duolo?
Perché gridare al vento il tuo lungo soffrire,
quando son io soltanto che ti posso sentire?
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