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sabato 15 aprile 2023

Avvenire : "Ansia di morte e ansia di Dio -il senso della vita"

15--4--2023
"Forse è perché  abbiamo  perduto  la capacità  di comprendere  e  fronteggiare il  limite  e il dolore che abitano  l'esistenza , che  crediamo di  porvi rimedio  attraverso  la morte ?"  Davvero , spesso  penso  che la  capacità  di  stare  di fronte al dolore e  alla morte si sia  dissolta , in Occidente , e  in Italia , nel tempo della  mia  generazione , nella  vita  di  quanti  sono cresciuti  dopo  la  fine  della Seconda Guerra  Mondiale, in oltre settanta  anni  di  pace . Siamo  uomini  e donne   e ragazzi che  non hanno  mai ,  per lo più  ,  conosciuto  la  vera fame ;   e vaccini contro  molteplici malattie , che appena  cinquanta  anni  prima  erano  mortali . Le  nostre nonne  o bisnonne  vegliavano  i bambini in  notti  di febbre   40 :   avrebbe visto  l'alba  quel  piccolo?  Morbillo , magari  :  ne morivano  in dieci in  un mese , in  un  solo paese.   Oppure  una  ferita  , una banale  infezione , senza  un antibiotico uccideva .  Era  una  presenza  frequente la morte tra  i nostri  nonni , passava  fra  le case , si prendeva   i vecchi , o un bambino . Si  moriva  nel  proprio letto , e quasi  sempre  circondati  da figli  e  nipoti  forse quella  stessa  presenza   rincuorava , perché   la vita  che  se  ne andava non finiva . Aveva  generato  ,  abbondantemente , come  una vite generosa .
I  vaccini  , le cure  , il  benessere hanno  ristretto  il  campo  d'azione  della  morte alla  vecchiaia o  malattia  estrema , o alla disgrazia . La  morte  sembra  ridotta  all'angolo  dalla medicina --almeno  fino  a  quando  non  si è   presentata  una  pandemia , di colpo , esplosiva , a  ricordarci il  mondo  com'era . Tuttavia  , di nuovo  ora  la situazione sembra  sotto  controllo , siamo  protetti  anche  contro  questo  virus  maligno . La  speranza  di vita  in Occidente ,  quanto  ad anni  , resta  altissima.
Ma  perché  , in  questo  contesto  agiato  del  Primo  mondo  , cresce invece la domanda  e quasi  un'ansia  di morte!  Ogni  mattina  nei nostri  ospedali  decine di nascituri  vengono legalmente eliminati 
(Ci  pensate?  Ogni  mattina , verso  le sette  , ragazzine  e donne  in fila  , nella accettazione di un ospedale, zitte , spesso sole).  Fra  i giovani il suicidio  e tra  le più frequenti  cause  di morte . A 18, 20, anni .  Ne  tacciono  i giornali , per  evitare  un rischio  di emulazione , e forse  perfino  per  un tacito  sgomento . Poi , leggi,  talvolta  chi  è assediato  da una  la  malattia  incurabile , prigioniero  in una  stanza  , si arrende , e  domanda la morte.   Qualcuno  va in Svizzera , e non  torna.
Ma ,  domandiamoci:  non c'è  anche  nel  fondo  di  noi  credenti  una  parte  del  cuore che  capisce  quell'uomo ?  Forse , in quelle  stesse condizioni e  solitudine , anche  noi,  non ..?  Il  fatto  è  che  non  solo  ai malati gravi , manca l'essenziale . C'è  un'assenza , che  preme nelle nostre giornate magari  dense di impegni . Dio manca , in tanti  di noi , e perfino se crediamo in Lui . Nel tempo secolarizzato , nelle fitte solitudini metropolitane Dio può  diventare un'astrazione , una  sedia vuota --uno che  non risponde . E  se  manca  Lui alla fine manca  tutto,  manca l'asse portante . Perfino un  ragazzo   che esce da  una festa  allegro  e un po ' bevuto, una  notte, in quel  gran  vuoto può chiedersi  perché bisogna  vivere .
Solo  Cristo, il nostro Dio nato  bambino , colma le nostre stanze ,   i vagoni del metrò gremiti di uomini soli. Solo  il  sentirsi figli suoi garantisce che  ci  sostenga la forza per vivere , perché  con Lui non siamo soli.  Orfani , o figli?  Ogni  mattina bisogna  domandare :  vieni , Tu vivo, in me. Ogni mattina  la  mano tesa ,  cocciutamente  bisogna  mendicare.

=Riprendo una mia veste che stupidamente , mi è stata tolta , dalla marmaglia che in questi anni mi ha aggredito: quella della medicina!
Prima di tutto , la nostra opulenta società , dal 68 in poi . si è disgregata, depauperata , dei valori fondanti , dell'umanità. Per  prima cosa , la famiglia, con quello che comporta, essere una famiglia.
Poi , si è avuta una progressiva, disumanizzazione , fino a creare il vuoto. In questo vuoto , viviamo , privi di quel sentimento , fondamentale per la vita umana :AMORE. La cosa tremenda è lo svuotamento , del significato di questa parola. La   tecnologia, la rete sfruttata nel peggiore dei modi, sta ' completando  l'opera iniziata tanto tempo fa'.
La medicina, ha insieme con il miglioramento delle condizioni socio-economiche della società, dato quel benessere che è fondamento della vita umana. Bisogna comprendere che vita- morte sono : l'esistenza della vita nel suo divenire su questo pianeta. è necessario  che  , il diritto alla vita  e alla salute , sia esteso a tutta la popolazione mondiale.
La vita porta in se la morte, è questa la nostra condizione, ma la scienza è la capacità dell'uomo , di rendere la vita migliore, vivibile. La pandemia, è stata  una delle peggiori disgrazie dell'umanità, in questi anni di benessere; che pongono un urgente problema di cui bisogna occuparsi in modo serio, soprattutto le grande potenze. Le  , mutazioni, sono state sempre presente, nella vita del nostro pianeta, non spiegano solo ,l'evoluzione di una neoplasia, ma ci spiegano il cammino evolutivo degli esseri viventi su questo  pianeta. Un   virus, mutageno fortemente maligno, è la storia tremenda del COVID .
Ma  penso , che mutazioni così improvvise e fortemente aggressive sono  la conseguenza  di un pianeta
fortemente inquinato.
Come medico sono contraria , all'accanimento  terapeutico, bisogna avere il coraggio di accompagnare il paziente , verso la morte ,naturale , senza farlo soffrire.
Il mio rapporto con i pazienti terminali , è avvenuto per la prima volta , per un puro caso, mentre ancora ero nei primi anni di medicina, studiavo: anatomia umana normale. Papà è stato ricoverato in chirurgia di pronto soccorso , per addome acuto. Assistendo papà, ho fatto conoscenza di pazienti terminali, in un periodo, quando i tumori venivano diagnosticati, in fase avanzata, e subivano una chirurgia demolitiva fortemente invalidante, per cui si trovavano in cachessia neoplastica, con non solo la sofferenza , che comportava, ma pure le difficoltà, della stesa terapia chirurgica. Io , dato che restavo con papà , tutta la giornata , ho iniziato  ad ascoltare i malati, la loro storia clinica, la loro storia di vita. Mi intrattenevo con loro, e di questo erano grati. Capivo , che l'uomo  con la sua intelligenza arriva ad un certo punto, là dove finisce la  medicina, inizia l'umanità dell'uomo. La  presenza , dell'uomo con il suo cuore, fa molto per un paziente! Dobbiamo imparare il sentimento dell'amore che abbiamo dimenticato cosa veramente è.  Infine , quando ci si trova difronte alla fine, bisogna guardare , anche all'anima del paziente, perché l'uomo è figlio di Dio.
Riguardo all'aborto, difendo la 194, ma condanno l'aborto; la presenza dell'aborto con cifre molto alte in Italia è il segno del fallimento della stessa legge, la  mancanza del funzionamento di una legge che aveva come base  il funzionamento dei consultori, con l'assistenza nel cammino di una vita sessuale attiva, guidata da un ginecologo.
Io aggiungo , da parte mia che l'aborto si combatte con l'educazione sessuale ad ad iniziare dai bambini.  








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