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lunedì 25 aprile 2022

Lettere sull'educazione estetica di: Friedrich Schiller "Lettera decima 2"

 25--4---2022
=Finché  Atene  e Sparta  conservarono  la loro  indipendenza  ,  e il  rispetto  per le leggi servì  di  fondamento  alla  loro   costituzione, il  gusto   era  ancora  immaturo , l'arte  ancora  nella   sua infanzia  e la bellezza   ancora lontana   dal   signoreggiare   gli animi . La  poesia  aveva  sì già   compiuto   un volo   sublime , ma  solamente  con  le ali  del genio  , che come  sappiamo   confina  con  la  selvatichezza ed è  una luce  che  volentieri rifulge  fra  le tenebre ;  il che  depone  piuttosto  contro  il gusto  del   suo secolo che  non  in favore  di questo . Quando  sotto   Pericle  ed Alessandro  venne  l'aurea   età  delle arti  e il  dominio   del gusto  si fece  più generale  , la  forza  e la libertà  della  Grecia  scomparvero; l'eloquenza falsò  la verità  , la  sapienza   nella bocca  di un Socrate e la virtù  nella  vita  di un  Focione  parvero  offensive . Come  sappiamo , i Romani  dovettero  prima  esaurire  la loro  forza  nelle guerre  civili e,  effeminati dal lusso  orientale  , piegarsi  sotto  il giogo  di un  fortunato  monarca  , prima  che l'arte  greca  trionfasse della  rigidità del  loro carattere . Anche  per  gli  Arabi non  sorse  l'aurora  della   cultura , finché  l'energia  del loro  spirito  guerriero  non  s'infiacchì  sotto  lo scettro degli  Abbasidi. Nell'Italia  moderna  l'arte  bella  non si mostrò   se non  dopo  la distruzione della   gloriosa  Lega Lombarda ; Firenze  si era  assoggettata  ai  Medici  e lo spirito   d'indipendenza  in tutte  quelle  coraggiose   città  aveva ceduto  il posto  ad una  ingloriosa  rassegnazione. 
è  quasi   superfluo  ricordare  ancora l'esempio  delle   nazioni  moderne  , presso  le quali la raffinatezza  ha  progredito a  misura  che  veniva meno  l'indipendenza. Dovunque volgiamo  lo sguardo  nel mondo  passato , vediamo  sempre  il gusto estetico  e la libertà  fuggire  l'uno dall'altra  , e  la bellezza  fondare il suo dominio soltanto  sulla rovina  delle virtù eroiche.
Eppure  è proprio questa  energia  del carattere , con  la  quale  si acquista  di solito  la cultura  estetica  , lo  stimolo più  efficace  ad  ogni  grandezza ed  eccellenza nell'uomo , la cui  mancanza  nessun  altro  pregio,   per quanto  grande  ,può  sostituire . Se  ci si  riferisce dunque unicamente  a quello  che  le  esperienze  insegnano  fino  ad oggi  sull'influenza della  bellezza , ma  non si  può  in realtà  essere  incoraggiati  a coltivare   sentimenti  che  sono  tanto  pericolosi   alla vera cultura  dell'uomo ; a  rischio  d'incorrere  nella  rozzezza e nella  durezza ,  si farà  a meno  della forza  dissolvente  della bellezza , piuttosto  che vedersi   esposti  agli  effetti  snervanti della  raffinatezza  , malgrado  tutti  i suoi  vantaggi . Ma  forse  l'esperienza  non è  il tribunale  dinanzi  al quale  si può  risolvere  una   questione  come questa , e prima  di dar  peso  alla sua  testimonianza , dovrebbe  essere  posto  fuori  dubbio che  la bellezza  di cui  noi  parliamo  sia  la medesima contro  la  quale  depongono  gli esempi  indicati. Ma  ciò  sembra  presupporre un  concetto  della bellezza di origine  diversa    dall'esperienza , perché  deve servire  a riconoscere  se ciò  che  nell'esperienza  si  chiama  bello porta  a buon  diritto  tale nome.
Poiché  non può  essere  attinto  da nessun  caso  reale  , ma  piuttosto  regola  e guida  esso  stesso  il nostro  giudizio  sopra   ogni  caso reale , questo  puro  concetto razionale  della   bellezza dovrebbe  dunque  poter  esser  cercato per  via  dell'astrazione   e dedotto  già  dalla  possibilità  della  natura  sensibile-razionale :  insomma  la bellezza  dovrebbe potersi  presentare  come  una  condizione  necessaria  dell'umanità . Dobbiamo  dunque  ormai  elevarci  al puro concetto  dell'umanità  e poiché  l'esperienza  ci mostra   solo  singole  condizioni di uomini   singoli , e mai  l'umanità intera , da queste  sue  individuali  e mutevoli manifestazioni dobbiamo   cercare  di  scoprire l'assoluto e il  permanente , e  d'impadronirci  delle   condizioni necessarie della  sua  esistenza , rigettando  ogni  limite  accidentale. Questa  via  trascendentale  ci  allontanerà  certamente  per qualche  tempo  dalla  cerchia  familiare dei  fenomeni  e dalla  presenza  viva  delle  cose, per  trattenerci  nell'arido  campo  dei  concetti   astratti ;  ma  noi  cerchiamo  di  conquistare  un  solido  fondamento  di conoscenza , che nulla  più debba  scuotere  , e  chi  non osa  elevarsi al di sopra della  realtà  non  conquisterà  mai la verità.

= desidero  semplicemente  dare il mio  giudizio sull' accaduto sul treno  Genova -Milano, purtroppo  viviamo in una società , dal nord al sud dove vige  l'assoluta mancanza di educazione, di senso civico, un popolo  ignorante e maleducato. Non  credo che bisogna dare colpa alla gestione   ferroviaria, bensì alla maleducazione . Anche  se  non c'era alcune indicazione che definisse che la vettura era  tutta prenotata, difronte alle persone che hanno rivendicato il diritto, con tanto di documentazione , e soprattutto  nel caso specifico difronte a dei disabili , era compito dei passeggeri alzarsi ed andare via.
Siamo  di fatto il paese  più ignorante , più maleducato  del mondo civile!

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