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domenica 15 novembre 2020

IL SINDACO E I CITTADINI di Enrico Emanuelli

 15--112020
Questo  articolo,  dimostra  che  il problema  del  decentramento  amministrativo è sempre  attuale  , e  che  la buona  amministrazione si  fa  sul  luogo  e  incomincia  dai  piccoli problemi.

...Sono  appena  finite  queste  spiegazioni  che  un  tizio  , là  dentro  , avendo capito chi aveva occasione  d'incontrare , si  alza  e dice  che  la strada  ---quella  che  dal  paese  porta alla   provinciale ---è in  disordine , con la neve di quest'anno ,  con  le piogge del mese scorso   era  diventata  faticosa . "Lo  so,  lo so --risponde il sindaco ---ma   hanno    cominciato  a  portare  la  ghiaia  ieri  o questa   mattina  . Poi  viene  il  compressore  , ancora  un giorno  di  pazienza ".   Quel  tizio  non  è  convinto  e per   fortuna un ragazzo  , che  sta  lì  a  guardarci   da  un  angolo  , racconta che  ha  visto  lui  venire  e  andare  il  camion della  ghiaia  proprio  ieri .    
Intanto  vengono  a  dire  che  il telefono  non  è  più  bloccato ,  adesso  funziona  ,  forse  si  potrebbe  anche   chiedere  un  numero  di  New  York.  Il   sindaco  e  Franco    vanno  nell'altra  stanza  , io  rimango  solo  e un  tale  , in  maniche  di camicia , che  sedeva  ad  un tavolo  solitario  ,  mi  chiede  se  può  parlare  d' una  cosa  molto  delicata(  non precisa  quale)  con  quei  due  personaggi .  Gli  rispondo: "  Certo  , deve  dire  a  quei  due  tutto  quello che  vuol  dire".
Così  " quei  due"  tornando  non  fanno  nemmeno  in tempo   a sedere  che  quel  tale  dice:" Signor  sindaco  , ci  sarebbe  anche  la  faccenda dell' ambulatorio".  Il  sindaco guarda  il  bicchiere   di  Sizzano  che  non gli  lasciano  gustare  e risponde :"  Ma   l'ambulatorio  è stato  deciso  da  un  pezzo":    E  Franco   spiega:"  Si  tratta  di trovare  un locale  adatto  , una stanza a  piano  terreno .  Lei  sa  che non è facile".
L' oste ,  la  moglie  dell'oste e quello  che  aveva  parlato  della  strada  e  l'ultimo  che  aveva  sollevato  il problema dell'ambulatorio , riuniti  a  consiglio , giravano  con  la  memoria per le strade  del  paese  alla ricerca  d'un  locale  adatto.  C'erano  pareri  e  contropareri  e  proprio  la soluzione  non  risultava  facile .  Alla  fine  il   sindaco   disse  :"   Le  dò  un  incarico  preciso :  mi trovi  un  locale  adatto  , adesso ha  capito  come  deve essere , e  mi  avverta  subito . Io  penserò  al resto".
Tornando  fuori  , sulla  strada  ed  era  tardi . "Come  vola  il    tempo "  disse  il sindaco  dirigendosi  a testa  bassa  ,  le spalle un po' curve , quasi  di  corsa  verso  la chiesetta  che  volevamo   visitare.
Era  alla  fine  d'una  stradina  , che  si  perde  nei  campi ,  alle  spalle  d'un  piccolo  cimitero . La  chiave  non  funzionava bene.  Poi  la  porta  finalmente  si aprì  e noi  entrammo .  Guardavo  sui  muri  le figure  dipinte  dal  Cagnoli  e  ascoltavo  le  parole   dell'amico  sindaco, che  ancora  si  infervorava  nel  suo   progetto  di  mettere  in salvo  e di  farle  vedere  a  tutti   togliendole  dalla  solitudine  di quei  luoghi . Ma  pensavo  ad  altro.
In  quel  momento  le  conferenze  al vertice ,  le crisi  ministeriali , i giuochi  dell'alta   politica  sfumavano  in  prospettive  fuggenti  verso  orgogliosi  miraggi  di astuzie , di potere  ,  di pace  e  di guerra.   Davanti  a me,  vero  e vivo  , rimaneva  questo   umano  e  indispensabile  amministrare la  cosa  pubblica  nell'ambito d'una  collettività  ancora  visibile  a  quattr'occhi  , ancora   raggiungibile  in  maniera  diretta . Ed  avevo    la  sensazione  che  l'unica    scuola  buona  per i politici  comincia  da qui.

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