28---11---2020
1
Mio fiume anche tu, Tevere fatale,
ora che notte già turbata scorre;
ora che persistente
e come a stento erotto dalla pietra
un gemito d'agnelli si propaga
smarrito per le strade esterrefatte ;
che di male l'attesa senza requie,
il peggiore dei mali,
che l'attesa di male imprevedibile
intralcia animo e passi;
che singhiozzi infiniti , a lunga rantoli.
Agghiacciano le case tane incerte;
ora che scorre notte già straziata ,
che ogni attimo spariscono di schianto
o temono l'offesa tanti segni
giunti , quasi divine forme , a splendere
per ascensione di millenni umani;
e quanto un uomo può patire imparo;
ora, ora, mentre schiavo
il mondo d'abissale pena soffoca,
ora che insopportabile il tormento
si sfrena tra i fratelli in ira a morte;
ora che osano dire
le mie blasfeme labbra,
"Cristo, pensoso palpito,
perché la tua bontà
s'è tanto allontanata?".
2
Ora che pecorelle cogli agnelli
si sbandano stupite e, per le strade
che già furono urbane , si desolano;
ora che prova un popolo
dopo gli strappi dell'emigrazione,
la stolta iniquità
delle deportazioni;
ora che nelle fosse
con fantasia ritorta
e mani spudorate
dalle fattezze umane l'uomo lacera
l'immagine divina
e pietà in grido si contrae di pietra;
ora che l'innocenza
reclama almeno un'eco,
e geme anche nel cuore più indurito;
ora che sono vani gli altri gridi;
vedo ora chiaro nella notte triste.
Vedo ora nella notte triste , imparo,
so che l'inferno s'apre sulla terra
su misura di quanto
l'uomo si sottrae , folle,
alla purezza della tua passione.
3
La piaga nel Tuo cuore
la somma del dolore
che va spargendo sulla terra l'uomo,
il tuo cuore è la sede appassionata
dell'amore non vano.
Cristo , pensoso palpito,
astro incarnato nell'umane tenebre ,
fratello che t'immoli
perennemente per riedificare
umanamente l'uomo,
Santo, Santo che soffri,
maestro e fratello e Dio che ci sai deboli,
Santo, Santo che soffri
per liberare dalla morte i morti
e sorreggere noi infelici vivi;
d'un pianto solo mio non piango più.
Ecco , Ti chiamo , Santo,
Santo, Santo che soffri.
questi versi stupendi di Ungaretti, carichi di tanto dolore, che ricordano un momento tremendo della nostra storia; mi aiutano a comprendere che i momenti tremendi passeranno , perché l'uomo creato ad immagine di Dio , e provvisto di una intelligenza , di un cuore è capace di combattere le avversità. Con la forza e la tenacia propri del nostro essere popolo , riusciremo tutti insieme ad uscire da questo terribile momento.
un caro pensiero, ai politici , perché con saggezza e responsabilità ci guidano;
un caro pensiero ai pazienti malati di CVD; e ai pazienti malati di patologie serie ,in questo momento difficile;
una cara domenica, a tutti, ed in particolare ai medici ed operatori sanitari e a chi in prima linea sta combattendo questa grande battaglia.