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lunedì 18 ottobre 2021

Fedor Dostoevskij "I fratelli Karamazov"

 18--10----2021
"Cos'è   l'inferno?.  Così  ragiono: "La   sofferenza  di non  poter  più amare". Una volta  , nell'infinito  dell'essere ,  non  misurabile  né  nel tempo  né  nello spazio, a   una creatura  spirituale  venne  data , alla  sua  comparsa sulla terra  , la capacità  di dire a sé:" Io sono , e  io amo".   Una volta  , una volta  soltanto  fu  a lei  dato  un attimo  di  amore  attivo, vivo, e per   questo  venne  data  la vita  terrena  , e con essa  il  tempo  e i termini , e che  accadde?  Questa  felice creatura  respinse  il dono  inestimabile , non  gli diede   valore, non l'amò , lo  guardò  beffarda e ne  rimase insensibile . Una   simile creatura , ormai allontanatasi dalla terra , scorge anche  il Seno di  Abramo , e   con  Abramo conversa , come  ci è  mostrato  nella  parabola  del ricco  e di Lazzaro, e  contempla  il paradiso, e  può  salire  al Signore,  ma  proprio  di questo  si tormenta , che  salirà al  Signore ,  senza  aver  amato  , e  che   entrerà  in contatto con coloro  che hanno  amato , lei  che  il  loro  amore  ha disprezzato . Poiché  vede  chiaramente  e già  da sola  dice  a se stessa:"  Oggi  ormai  ho la conoscenza  , e per  quanto   adesso  abbia  brama  d'amare , ormai  questo  amore  non sarà  ,  né  saranno  sacrifici , poiché  la mia  vita  terrena  è  terminata  e Abramo non verrà  a calmare  nemmeno  con  una goccia   d'acqua  viva (ovvero  di  nuovo  col dono  della  vita terrena e  attiva  di un tempo) la fiamma  della  sete  dell'amore  spirituale , della  quale  adesso  ardo, dopo  averla  disdegnata  sulla  terra; ormai  non  c'è  più  vita,  e non  ci  sarà  più  tempo!  Anche  se  sarei  felice di dare  la mia vita  per gli altri  , ormai  non è più  possibile , poiché  questa  vita,  che  avrei  potuto  immolare   all'amore  , è  trascorsa , e  adesso c'è  un baratro tra quella  vita   e la mia  esistenza ". Si  parla   delle fiamme dell'inferno in  modo  materiale  non indago  questo mistero , e  ne  ho  paura , ma  penso  che anche  se le fiamme  fossero  materiali ,  in verità  le  si  accoglierebbe  con gioia , poiché  ritengo   che  nel tormento   materiale  si possa almeno  per un istante  dimenticare   quel   terribile  tormento  dello spirito.  E  togliere  ai  dannati  questa   pena  dello spirito  è impossibile  , poiché   tale  tormento  non è   all'esterno  , ma  è dentro  di loro.   E  anche  se fosse  possibile   toglierlo  , allora, penso  , per   questo  diventerebbero  ancor  più  amaramente  infelici.   Poiché anche se i giusti  del paradiso   perdonassero  loro,  contemplandone  le pene, e li  chiamassero   a sé  , amandoli  di un amore  sconfinato  , comunque   ancor   più  aumenterebbero  le pene  , perché in   loro   si risveglierebbe  con  maggior forza   la fiamma  della  sete  dell'amore    reciproco, attivo e riconoscente  , che  ormai  è impossibile .   Con  tutta   la timidezza  del mio cuore  penso  tuttavia  che la  coscienza  stessa   di questa  impossibilità  servirebbe  loro,  alla fine  ,   anche  da sollievo  , poiché  , accettando  l'amore  dei giusti  senza   avere  la possibilità  di contraccambiarlo  ,  in questa   arrendevolezza  e in  questo  atto  di sottomissione  scorgerebbero  alla fine  una  sorta  di  parvenza  di quell'amore  attivo  che  su  questa terra avevano  disdegnato, e  una sorta  di azione  simile  ai  suoi effetti.--------------------------------------Oh , ci  sono  anche  all'inferno  quelli  che sono  rimasti orgogliosi e feroci ,nonostante  la conoscenza  indiscutibile   e la   contemplazione  di una  verità  ineluttabile  ; ci sono  i terribili  ,  che  si sono  completamente  uniti    a  Satana  e  al  suo spirto   orgoglioso. Per  costoro  l'inferno  è qualcosa  di  pienamente  accettato  , ed essi  non  ne sono  mai sazi, sono  dei martiri  volontari. Poiché  essi stessi  si sono  maledetti  , maledicendo  Dio e la vita . Si  nutrono  del loro orgoglio  rabbioso , come  se   un affamato  nel deserto  si mettesse  a succhiare  il sangue   dal proprio corpo .  Ma  sono  insaziabili  nei secoli dei  secoli, e respingono  il perdono  , e maledicono  Dio,  che  lì  chiama     a   sé. Non  possono   contemplare  il Dio  vivente  senza  odio , e  vorrebbero  che  non ci fosse il Dio  della vita  , e  che Dio  distruggesse  se stesso e tutto  quel  che ha creato . E  bruceranno  nel fuoco  della loro ira  in eterno,  brameranno  la morte  e  il non  essere  . Ma  la morte  non sarà loro  concessa.........

=  trovo sempre più grande  Dostoevskij, mi piacerebbe tanto che chi legge il mio post, abbia la possibilità di riflettere, proprio su questo brano.










       




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