23--10--2021
Il mondo popolare siciliano , è ricco di una umanità variegata; un mondo di essere , di esistere, che attrae , e che la penna dei grandi scrittori siciliani, ha reso universale, raccontando, vizi e virtù.
Immagini, di una umanità sofferente , chiusa in un destino inesorabilmente avverso , come :Rosso Malpelo, Nedda, verghiani; Ciaula , pirandelliano; figure di commedia , vere caricature dei vizi e virtù di questo popolo , come nelle commedie popolari di Nino Martoglio.
In tutti è presente , la Sicilia , che diventa così metafora della vita umana.
Il quartiere del " Carmine" di Belpasso, era ,nella mia infanzia , ricco di umanità ,uomini e donne che sembravano ,uscire , dai romanzi , dei grandi scrittori ,siciliani. Oggi, il quartiere , senza queste persone , è vuoto, silenzioso, svuotato, dalla vita, morto!
Ho vissuto , la mia infanzia , come spettatrice , di un palcoscenico, costituito dalla strada. Una commedia umana, dove il testo ,era costituito , dallo svolgersi della vita quotidiana , dei protagonisti. Allegria, bambini che giocavano, litigi di adulti. Di tutti i personaggi, la figura che spiccava ,quella che dava l'impronta , profonda , originale , alla commedia , era lei:" Micia la fuliara". La ricordo, come una donna non giovane , alta, che da giovane doveva essere piacente . Ricordo , il suo volto ,il suo sorriso , i suoi occhi , il suo sguardo , che diceva a tutti , che lei era l'unica , incontrastabile , regina del quartiere ; colei ,che furbacchiona sapeva , gestire , la sua vita, e quella del quartiere. Era l'immagine , di una signora volpe astuta.
Erano , famosi, e quasi attesi da tutti ,nel quartiere, le sue continue , riconciliazioni , alternati da violenti litigi, e conseguenti separazioni , con il marito, il buon Michele, e la madre di lui, cioè la suocera.
Le riconciliazioni, coincidevano, con la presenza di notevoli somme di denaro, nelle mani , o del marito o della suocera, ed i litigi , quando i soldi finivano.
Ricordo, nelle giornate calde , di quelle belle estati siciliani, di altri tempi, il chiasso , nelle ore calde, e alla sera , davanti al suo uscio , con tante persone sedute tranquille; e poi all'improvviso , la sua voce adirata, e ad alto volume , e l'inizio delle scene di litigi, con quelli , che erano sedute , con lei. Erano , uniche , le litigate con altre donne del quartiere , perché erano movimentate, da una corsa e rincorsa , come fanno i ragazzi quando litigano.
Era una donna , in grado di affrontare , progetti tetanici, e di portarli a compimento , anche senza capitali , perché lei aveva il dono, di sapere truffare , gabbare tutti. Nonostante tutto, lei riusciva a suscitare , una simpatia tale , da indurre a perdonare le sue malefatte. è stato, grande lo stupore , di tutti, quando , questa donna in tarda età , si avvicinò alla chiesa , ed in particolare alla chiesetta del Carmine. Nessuno credette , ad una sua conversine ; ma questo nuovo ruolo finì per essere accettato da tutti , con le dovute riserve; dopo tutto , il grande capo , incontrastato , del quartiere era lei.
Così , divennero , attese, perché inevitabili, le sue litigate , nel corso della quindicina della Madonna del Carmelo.
Ciò che mi fa sorridere, non è tanto lei, per la quale ho da sempre nutrito , una simpatia; ma l'elogio funebre , ed il ricordo , che i sacerdoti hanno presentato , per Micia detta " la fuliara" , divenuta , la signora Costanzo.
Un 'immagine , che mi porta ad una famosa pagina del " Decamerone" del Boccaccio. E con molta probabilità , dall'al di là la nostra astuta volpe , si fa una risata , come sapeva fare , più con gli occhi , che con la bocca.
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